GUERRA CIVILE NEL MODENESE
Dal
1 al 19 Aprile 1945
DOMENICA 1 APRILE 1945
E’ il giorno di Pasqua: ma la resurrezione di Cristo non porta
pace agli uomini che, in questa giornata, continuano a scannarsi con
inaudita ferocia.
A Vignola i partigiani prelevano dalla sua abitazione, il nativo
di Guiglia:
BRAGLIA
GIACOMO(1),
per poi ucciderlo in località imprecisata. A Castelnuovo Rangone,
i partigiani prelevano il giovane milite della Brigata Nera:
LEVONI
ORLANDO(2),
della sua sorte, nulla si è più saputo per lungo tempo poi,
dopo molti mesi, attraverso indicazioni, la sua salma fu ritrovata.
A Farneta di Montefiorino, in località Giunzione, sono uccisi
dai partigiani tre persone, mentre erano accompagnate a Civago per
passare le linee.(3) Si trattava di:
RIVASI
UMBERTO,
EGIDIO REA,
TAZZIOLI ETTORE,
Quest'ultimo, prelevato dalla sua abitazione in Barigazzo aveva
ventisette anni.(4)
Un partigiano democristiano svolse un’inchiesta ed appurò che
i tre uccisi non avevano per niente cercato di fuggire, contrariamente a
quanto disse l'esecutore materiale, ma furono "eliminati" per
ordine di un certo "Patrizio", comunista, dopo essere stati
bastonati a sangue. La dichiarazione del responsabile materiale non
lascia alcun dubbio:
"Son
partito da Farneta con l'ordine verbale, datomi da Patrizio di fucilare
i tre prigionieri lungo la via, adducendo a motivo di giustificazione
che si trattava di spie pericolose. Dissi che i tre prigionieri erano da
riportare al Comando per non impressionare i civili e gli altri
prigionieri. Feci legare le mani ai prigionieri appunto perché rimanevo
solo a giustiziarli. Io non percossi i prigionieri. Furono invece
percossi a sangue dal gruppo di partigiani, forse reggiani, nel quale ci
imbattemmo. Non ho altro da aggiungere sul Comando centrale di Polizia.
L'ordine mi fù dato da Patrizio non presente Rino. Ho seppellito i
cadaveri dei fucilati unitamente ad un contadino del posto al quale
avevo richiesto aiuto per la bisogna. A detta del contadino la buca era
fonda a sufficienza: io stimo sia stata fonda un metro e cinquanta cm.
Ho seppellito i morti uno sopra l'altro.
Ritornai a Farneta il mattino dopo, dopo aver dormito a
Giunzione.
F.to William a.d.r. "I prigionieri non avevano tentato di
fuggire, fui io a fermarli in seguito all'ordine ricevuto da
Patrizio" F.to William".(5)
Intanto, nella zona di Prignano, a Santa Giulia, reparti tedeschi
conducono uno degli ultimi rastrellamenti della zona, di una certa
consistenza: dopo breve scaramuccia con i partigiani, si ritirano senza
aver avuto un contatto violento.(6)
LUNEDI
2 APRILE 1945
Bombardamento aereo su Faidello e nei pressi di Fiumalbo ad opera
di quattro cacciabombardieri angloamericani, che provoca parecchi danni
e due morti tra la popolazione civile.
A Modena "scompare" il milite della GNR, di ventidue
anni:
CAMPARI
CARLO(8):
di lui nulla più si seppe.
Ad Albareto, in Comune di Modena, i partigiani assalgono nella
loro casa e li crivellano di colpi di mitragliatore, zio e nipote: il
primo, squadrista della Brigata Nera, impiegato alla Federazione
Provinciale dei Fasci Repubblicani aveva quarantasei anni, il nipote ne
aveva ventidue:
CARBONI
FAUSTO(9),
CARBONI IVO.(10)
A San Prospero è barbaramente ucciso il super-invalido di guerra
di ventiquattro anni:
MARCHI
WAINER.(11)
Così viene ricordato in una testimonianza dell'immediato
dopoguerra:
"Il giovane Wainer
Marchi, super invalido di guerra (era un povero tronco senza gambe) è
scomparso. Il suo accompagnatore, pagato dallo stato, fu quello che lo
tradì portandolo al macello, comunica alla madre che il figlio era
stato fatto prigioniero e che stava benissimo.....Crivellato di colpi
era già stato sotterrato in poca terra. Venne rovesciato dalla sua
carrozzella dentro ad un porcile di una casa colonica e lì lasciato
dalle 12 alle 22, venne poi portato in campagna e trucidato. Venne
sepolto con i moncherini affioranti. Tempo dopo, la madre, visto
l'assassino, da lei ben conosciuto, ma naturalmente a piede libero, gli
gettava addosso l'acqua del secchio che stava portando; il vigliacco,
fermatosi, la schiaffeggiò."(12)
MARTEDI
3 APRILE 1945
A Querciagrossa di Pavullo viene ucciso, dopo essere stato
prelevato dai partigiani dalla sua abitazione di Maranello, l'iscritto
al PFR:
VANDELLI
MARIO.(13)
Un attacco tedesco a formazioni partigiane nella zona di Torre
Maina, riesce a scompaginarle al punto tale che si sbandarono sino a
perdere per strada o a seppellire le armi, tanto da far dire, in una
relazione di un partigiano, che:
"sarebbe necessario
eliminare tutti coloro che sono indegni di appartenere alle
organizzazioni patriottiche, cioè tutti coloro che al momento decisivo
sotterrano le armi e fuggono vigliaccamente abbandonando i loro
compagni.”(14)
Ma parte della storiografia partigiana, contrariamente a quanto
di reale è stato appurato e senza preoccuparsi della verità storica,
insiste a rappresentare ogni piccolo fatto d'armi, come un grande
successo della partigianeria. Difatti anche in questa occasione possiamo
leggere:
"Altro grande
combattimento al quale parteciparono questi (si riferisce ai partigiani
prima citati.n.d.r.), fù quello di Torre
Maina, ove fu respinto il più pesante attacco nazifascista alla
riconquistata zona libera di Montefiorino"(15)
A Concordia, in vari punti del paese vengono fucilati nove
partigiani.(16)
MERCOLEDI
4 APRILE 1945
A Soliera viene ucciso dai partigiani il fascista:
RAPPA
GIROLAMO(17).
A Campogalliano viene ucciso tale:
ROSSI
RIZIERO.(18)
Continuano ancora gli attacchi tedeschi ai partigiani, che
cercano di proteggersi per la prossima ritirata verso il nord: nella
zona di Boccasuolo, prende parte al rastrellamento, la 5°
compagnia Alpenjager di stanza a S. Anna Pelago che, secondo i
bollettini della Divisione partigiana "Modena", perse parecchi
uomini ma, in realtà, visto e considerato i tremendi abbagli presi da
questi bollettini, non possono essere presi in considerazione con
assoluta certezza.
"Particolare degno di
rilievo: mentre si svolgeva l'attacco si celebrava nella Chiesa di
Boccasuolo, il matrimonio di una signorina di Pievepelago, Gianna
Biondi, con un militare tedesco, il dentista Pietro Kahlhammer, fuggito
fra i partigiani nel gennaio scorso. La sposa dopo il rito si rifuggiva
a Frassinoro in mezzo a un fitto grandinare di proiettili."(19)
Nella storiografia partigiana si accenna, per questo giorno, ad
un attacco ad un presidio fascista della Brigata Nera nella zona di
Spilamberto, con l'uccisione di "sei criminali".(20) Non ci
sono notizie più particolareggiate di questo episodio, né da parte
fascista e tanto meno nelle altre storie della resistenza, pertanto
anche questa appartiene a quei fatti o inventati od esageratamente
ampliati della storiografia resistenziale.
DOMENICA
5 APRILE 1945
Si stanno avvicinando i giorni conclusivi della spietata lotta
civile nel nostro territorio e i partigiani si dimostrano sempre più
attivi nelle loro imboscate e nei loro prelevamenti dei
"feroci" fascisti. A Modena viene ucciso il Brigadiere della
GNR, di trentasette anni:
NASUTO
RENATO.(21)
A Marzaglia viene brutalmente assassinato il giovane di
diciannove anni:
OTTANI
FILIPPO.(22)
A Dogana di Fiumalbo rimane vittima della violenza il milite
della Divisione San Marco:
WALLINI
BRUNO.(23)
A Ravarino viene uccisa tale:
MONTANARI
ADA.(24)
A Villa Freto, un altra donna, presunta fascista, viene fatta
scomparire:
CATELLANI
GINA(25)
Le cronache dell'immediato dopoguerra così descrivevano il
rinvenimento del cadavere di questa poveretta:
"In
un fondo denominato San Carlo. sito nella zona di San Geminiano durante
lavori di sterro sono venuti alla luce resti di un cadavere,
successivamente identificato per quello della quarantasettenne Gina
Catellani già residente a Modena in Via Emilia Ovest 529. La Catellani
nella prima decade dell'aprile del 1945 era stata prelevata nottetempo
da alcuni partigiani e trasportata con un automezzo nel podere San
Carlo. La stessa Catellani veniva quindi uccisa con un colpo di
rivoltella alla nuca ed infine seppellita perché indiziata di
appartenere al Fascio Repubblicano. Sul luogo del ritrovamento dei
pietosi resti si sono recati i Carabinieri della Stazione di Villa Freto
ed il sostituto procuratore. Quest’ultimo al termine della
constatazione di legge ha ordinato la rimozione del cadavere ed il
definitivo seppellimento in luogo consacrato.”(26)
VENERDI
6 APRILE 1945
A Fiumalbo resta ucciso in questo giorno il marò della Divisione
San Marco di ventuno anni:
BAVAIERA
ALFONSO.(27)
A Modena, una bella e giovane ragazza, la laureanda in medicina
di ventisei anni:
BACCHI
ANNA MARIA(28),
viene avvicinata da tre individui che la informano che il
fratello Gianfranco, Ufficiale della G.N.R. è rimasto gravemente ferito
in uno scontro con i partigiani e, degente all'Ospedale di Modena
avrebbe voluto parlarle. Era una trappola ma la ragazza non dubitò un
attimo e seguì i tre. Da quel momento scomparve. Da notare che la
ragazza non aveva mai avuto particolari interessi per la politica. Il
suo cadavere venne trovato solamente due anni dopo in un campo di Villa
Freto. Le indagini svolte nel dopoguerra portarono alla scoperta degli
assassini: si trattava di partigiani comunisti che al processo si
difesero dicendo di aver ricevuto l'ordine dal loro Comandante, il
partigiano "Luigi", il quale si scagionò sostenendo anch'esso
di aver ricevuto l'ordine da altri suoi capi.
SABATO
7 APRILE 1945
Nella zona di Pievepelago viene sistemato un reparto di
artiglieria da montagna, con pezzi da 75mm., che avrebbero dovuto
sparare contro i paesi della Valle del Dolo e servire a rintuzzare gli
attacchi dei partigiani.(30) Questi si stavano preparando all'azione, in
previsione dello sfondamento del fronte da parte delle truppe
angloamericane e di conseguenza concentravano i loro sforzi nelle zone
della montagna per attaccare i presidi germanici lungo la Via Giardini,
ma i loro attacchi, come vedremo al giorno 10, non sortiranno alcun
effetto.
DOMENICA
8 APRILE 1945
A Casotto di Val D'Astico, (Vicenza) viene ucciso da elementi
partigiani, con un colpo alla nuca, il modenese di ventitré anni:
GASPARINI
CASARI ARRIGO.(31)
Era nato a Covington (Usa) e mentre il padre prestava servizio
militare come maggiore di artiglieria, poi nella G.N.R., si arruolava
nel Corso Allievi Ufficiali dell’Aeronautica. Venne deportato in
Germania dopo l'armistizio. Come tanti altri giovani in quel periodo,
che intercorre alla costituzione della RSI, si adatta a rivestire una
divisa che è straniera, ma che non rinnega il sangue versato dagli
italiani in tre anni di guerra. Si arruola nella Divisione SS Italiane,
e nelle sue lettere vi è la testimonianza di quella situazione così
tragica che legittimava la scelta fatta in buona fede e senza secondi
fini. Ecco come scriveva ai suoi familiari, questo italiano oggi
criminalizzato:
"4 Agosto 1943 - Babbo
carissimo, non ho ancora messo il naso fuori dall’Aeroporto. Saprai
che la libera uscita è stata soppressa. Speriamo che ci sia ridata
presto, perché sento il bisogno di svagarmi un poco: il mio stato
d'animo non è molto allegro a causa degli avvenimenti; tu sai quanto
male mi possa fare il vedere il nostro paese ridotto in una situazione
simile. Fuori i giornali ed il popolo inneggiano alla libertà
riconquistata; e pensare che abbiamo il nemico in casa! Chi sa mai che
cosa essi intendono per libertà. Io però, per la mia dignità
personale, sono pronto a fare qualsiasi cosa per il mio paese.
Arrigo"(32)
In un altra lettera scritta qualche mese più avanti, questo
giovane così esprimeva al fratello i suoi purissimi sentimenti:
"11
Gennaio 1944 - Caro fratello Benito, sono di ritorno in camerata dopo
aver assistito ad una lezione di tedesco e prima di coricarmi ti voglio
scrivere perché il 26 di questo mese è il giorno del tuo
compleanno.....Come vi ho già scritto, mi sono arruolato nelle SS. Tu
avrai conoscenza intorno a questo Corpo specialistico delle Forze Armate
Germaniche. L'istruzione militare in Germania, specialmente in questo
corpo, è molto curata e quindi capirai che è abbastanza dura, ma a me
piace. Sappiate che sono contento di essermi arruolato nelle SS e che
non vedo l'ora di potere dare il mio contributo tangibile alla causa
della Nuova Europa: l'unica speranza che può avere l'Europa di vita e
di benessere domani. Caro Benito, in occasione del tuo compleanno ti
faccio i miei più sentiti auguri. Che la provvidenza divina ti protegga
assieme al babbo e alla mamma.Arrigo"(33)
A Cavezzo, zona dove si sono verificate una serie di atrocità
incredibili, vengono uccise due donne, madre e figlia; di trentotto anni
la prima, di diciotto anni la seconda:
CATTABRIGA
STEFANINI PRIMA,(34)
CATTABRIGA PAOLINA.(35)
Presumibilmente è la stessa banda di partigiani che due giorni
dopo uccideranno i fratelli Morselli. Si recarono dunque a Motta di
Cavezzo per prelevare la giovane ragazza, ma la madre si mise ad urlare
e ad implorare perchè non le portassero via la figlia; prelevarono
anche la madre. Furono entrambe trascinate sull'argine del Secchia,
spogliate completamente e, una accanto all'altra, violentate, poi uccise
e sepolte in un qualche modo. Le vittime erano di umili condizioni e non
si erano mai interessate di politica.(36) A
Pievepelago restava vittima della violenza la levatrice STEFANINI
IRMA(36bis)
LUNEDI
9 APRILE 1945
A Marano sul Panaro viene ucciso lo squadrista della Brigata Nera
di anni settanta:
BELVERDI
FRANCESCO(37),
era reggente del Fascio Repubblicano di quella località e faceva
l'agricoltore. Venne prelevato dalla propria abitazione dai partigiani
ed il suo cadavere venne scoperto solamente dopo una ventina di giorni.
MARTEDI 10 APRILE 1945
Siamo a Motta di Cavezzo, dove il giorno otto erano già state
uccise due donne. Otto persone, sette uomini ed una donna, penetrano
nottetempo nella casa di due fratelli possidenti e la svaligiano di
tutto quello che capita loro tra le mani. Compiuta la razzia, il gruppo
di individui ordinarono alla donna:
MORSELLI
LATINA,(38)
di quarantadue anni, di uscire con loro. Il fratello:
MORSELLI
ALBERTO(39),
di quarantotto anni si oppose ed anch'esso venne prelevato.
Vennero portati in un campo a circa due chilometri da casa, gli uomini
usarono violenza alla Morselli davanti al fratello. Al termine, uno di
questi domandò: "c'è più nessuno?", quindi portò la canna
del mitra contro il grembo della povera donna e sparò una raffica.
Subito dopo fu ucciso il fratello ed i due cadaveri vennero sepolti in
un unica fossa. Dopo molti anni venne trovata la tomba dei
fratelli Morselli: i cadaveri affioravano dagli arenili del fiume
Secchia. Lo scheletro della donna intatto, di sopra a quello del
fratello, ma questi aveva il teschio tra i femori, segno evidente che il
disgraziato venne gettato là dentro con la testa spiccata dal tronco.(40)
A Spilamberto viene ucciso il milite della Guardia Nazionale
Repubblicana:
BRAGGIO
GIACOMO.(41)
In montagna i partigiani, sull'onda delle avvisaglie degli
attacchi anglo-americani sulla linea gotica e che prevedono a breve
scadenza lo sfondamento della stessa, cercano in un qualche modo, di
contribuire, attraverso combattimenti diretti, e non più con il solito
sistema delle imboscate e degli agguati, alla lotta contro il nemico
nazi-fascista. In uno di questi scontri perderà la vita il Comandante
partigiano , Mario Allegretti, decorato poi di medaglia d'oro.(42)
"Le operazioni del 10
Aprile, che costituirono l'attacco di più vaste proporzioni sferrato
simultaneamente da tutte le formazioni partigiane, non diede i risultati
sperati: nessuno dei presidi nemici lungo la Via Giardini venne
eliminato. La ragione fondamentale sta’ nel fatto che la mancata
offensiva alleata fra il Monte Cimone e l' Abetone non fu effettuata.
Perciò le truppe germaniche del settore furono libere di fronteggiare
l'azione dei partigiani; non solo; ma in diverse zone l'attacco di
questi ultimi si scontrò con analoghe iniziative dei tedeschi. Sicché
si accesero ovunque aspri combattimenti che ottennero il risultato di
impegnare rilevanti forze nemiche senza per altro sloggiarle dalle loro
posizioni."(43)
Se ne deduce che senza l'intervento delle truppe anglo-americane
non sarebbe stato possibile liberare la Provincia di Modena dall'odiato
tedesco. Ma tutto questo contrasta in modo inequivocabile con la
maggioranza delle pubblicazioni della storiografia apologetica
resistenziale e con tutte le celebrazioni ufficiali ad essa connesse,
dove si dà per certa la "liberazione" della Provincia di
Modena da parte delle formazioni partigiane e che, quando arrivarono le
truppe "alleate", trovarono le zone sgombre per il fattivo
lavoro compiuto da queste formazioni.
Ma non sarebbe più serio e anche storiograficamente più
veritiero, ammettere che le formazioni partigiane entrarono nei paesi e
nelle città dopo che queste vennero abbandonate dalle truppe tedesche e
fasciste in seguito al decisivo attacco sferrato dall'ormai
incontenibile macchina bellica americana?
Un altro episodio, non ben definito nei suoi margini è quello
avvenuto a Vignola, dove, secondo le narrazioni partigiane, un gruppo di
fascisti della B.N. "Mirko Pistoni", si arrese ai partigiani
della brigata "Italia", non comunista e sarebbe partita con
loro con parte delle armi in dotazione.
"Ciò
che poi accadde, ossia il fatto che dalla montagna il gruppo di fascisti
non fece più ritorno, è cosa difficilmente indagabile. Tuttora oggetto
di diverse supposizioni."(44)
Vennero
dunque eliminati dai partigiani democristiani oppure si aggregarono al
loro gruppo suscitando le ire comuniste che forse avrebbero
voluto usare la "loro" giustizia e non vi riuscirono? Da parte
fascista non sono apparse testimonianze tali da poter eliminare questo
punto interrogativo.
MERCOLEDI
11 APRILE 1945
Gli anglo-americani intensificano la loro pressione su tutto il
fronte e martellano le retrovie italo-tedesche con furibondi
bombardamenti. Quotidianamente, in questi giorni, tutto l’Appennino
modenese venne sottoposto a massicci bombardamenti aerei, il solo centro
di Vignola subì, dall'11 al 20 Aprile, ben nove incursioni aeree che
causarono parecchie vittime e gravissime distruzioni.
Intanto, in tutta la Provincia si continuava ad uccidere. A
Nonantola viene soppresso il civile di quarantanove anni:
SERAFINI
VALENTINO.(45)
A Medolla i partigiani uccidono il giovane milite della RSI di
diciotto anni:
BELLONI
GISBERTO.(46)
In varie località della Provincia, a Torre Maina, a Modena e a
Carpi, fascisti e tedeschi fucilano cinque partigiani.(49)
GIOVEDI
12 APRILE 1945
A Sassuolo viene ucciso il trentenne:
GIORDANI
CARLO,(50)
era guardia di P.S. della questura di quel centro.
Tra Bastiglia e Ravarino i partigiani uccidono due fascisti: si
trattava dello squadrista della B.N. "Eugenio Facchini" di
quarantuno anni:
GOVONI
GIUSEPPE,(51)
che venne prelevato ed ucciso assieme al ravarinese di
trentasette anni:
GARDOSI
GIULIO.(52)
Le salme di questi sventurati saranno recuperate il 28 Giugno
1945, in seguito ad una lettera anonima che stabiliva il punto esatto
del seppellimento in una località nei pressi di Bomporto.
A Nonantola trova la morte il civile di cinquantadue anni:
SERAFINI
GIUSTO.(53)
VENERDI 13 APRILE 1945
A Modena, il Tribunale straordinario fascista, costituito presso
il 42°
Comando Provinciale, condanna a morte il milite della B.N. Morselli
Oreste, che si era macchiato di delitti comuni. La fucilazione viene
effettuata alle ore 19 nei pressi dello Stadio Comunale.
A Spilamberto rimane ucciso, in uno scontro con i partigiani il
giovane milite della GNR, di diciannove anni:
PALTRINIERI
ORAZIO.(54)
A Vignola viene ucciso il giovane elettricista di venti anni:
MORA
CARLO.(55)
Nella tormentata zona di Monchio viene assassinato da elementi
partigiani il giovanissimo seminarista, quattordicenne:
RIVI
ROLANDO(56).
SABATO 14 APRILE 1945
Modena: due fascisti vengono uccisi dai partigiani e le loro
salme non verranno mai recuperate; si trattava del milite della GNR di
ventiquattro anni:
BARBIERI
NINO(57),
e del milite della Brigata Nera:
PADOVANI
AMEDEO(58).
Sempre in Comune di Modena, a San Pancrazio, viene soppresso
l'Agente di P.S. di quarantaquattro anni:
ALBONI
FRANCESCO.(59)
In un mitragliamento aereo, perde la vita la camicia nera, di
venti anni:
PAPA
EDOARDO,(60)
era nativo di Pautin Saine (Francia) e faceva parte della Milizia
contraerea.
Militi della Brigata Nera fucilano, a Modena, un partigiano.(61)
DOMENICA 15 APRILE 1945
Violente incursioni aeree su tutto il territorio della Provincia
modenese; vengono particolarmente presi di mira dai bombardieri
anglo-americani i centri di: Guiglia, Spilamberto, San Vito, Formigine,
Casinalbo, Baggiovara, Sassuolo e Vignola. A Festà, mentre la gente
usciva dalla Chiesa al termine della messa, arrivarono all'improvviso
alcuni aerei in picchiata sganciando bombe e mitragliando. Provocarono
una vera strage. I morti furono 42 e la Chiesa venne completamente
distrutta.
Mentre la morte arrivava dal cielo su tanti paesi, i partigiani
continuavano la loro opera con agguati, attentati e prelievi nei
confronti dei fascisti o dei presunti tali, che ormai sentivano che il
crollo finale era imminente e non riuscivano più a contrastare la
mattanza organizzata dalle bande partigiane comuniste.
A Spilamberto, in uno di questi attentati rimangono
vittime due militi della GNR:
ZANARINI
ALVARO,(62)
MARINO ANDREA.(63)
A Marano sul Panaro, vengono brutalmente assassinati tre
fascisti: con il classico colpo alla nuca dei partigiani comunisti,
viene ucciso il fuochista di trentasette anni:
VECCHI
BRUNO,(64)
mentre in un castagneto viene ucciso l'impiegato, di trentuno
anni:
CAVALLINI
CORRADO,(65)
ed ancora con un colpo alla nuca viene assassinato il milite
della Brigata
Nera di venti anni:
MARTINELLI
ETTORE.(66)
La violenza, la cattiveria e la rabbia, da entrambe le parti in
lotta, regnano ormai sovrane; la guerra civile raggiunge limiti
parossistici, i fratelli si scannano vicendevolmente, impera la legge
dell'occhio per occhio, dente per dente. A Modena i militi della Brigata
Nera fucilano un giovane partigiano.(66bis)
LUNEDI
16 APRILE 1945
In Comune di Modena, a San Matteo, viene ucciso sulla pubblica
via il milite della G.N.R., di ventitré anni:
FORGHIERI
GIORGIO.(67)
A Torre Maina resta ucciso l'impiegato di trentacinque anni:
TRENTI
GIOVANNI RENATO.(68)
MARTEDI
17 APRILE 1945
VIII°
Armata Americana, travolge, appoggiata da un massiccio intervento
dell'aviazione, la disperata resistenza tedesca nella zona di Argenta,
avvicinandosi così a Ferrara, creando la minaccia di un aggiramento di
Bologna, che era già particolarmente pressata da sud da altre forze
americane e da est dalle divisioni britanniche. La ritirata tedesca, da
questo momento, andrà assumendo sempre più l'aspetto di una fuga
precipitosa e disordinata.
In Provincia di Modena, in località imprecisata, perde la vita
il milite della GNR:
BIONDI
ORLANDO.(69)
MERCOLEDI'
18 APRILE 1945
Formazioni aeree anglo-americane continuano, attraverso
micidiali, quanto inutili bombardamenti, a seminare lutti in tutta la
Provincia di Modena.
Vengono particolarmente presi di mira i centri di: Monteorsello,
Pavullo, Formigine e Modena.
Gravissime distruzioni vengono inferte al centro più importante
del Frignano; il paese di Formigine venne quasi completamente distrutto
e venti civili rimasero sotto le macerie, tra essi il noto scienziato,
conte Prof. Tito Bentivoglio.
Modena, nel primo pomeriggio, venne centrata dai bombardieri per
la sesta volta. Venne particolarmente presa di mira la zona di Rua Muro
ove era , a Palazzo Margherita la Caserma della Brigata Nera, rimasta,
sino a pochi anni fa’, l'unica testimonianza visibile di quel tragico
periodo.
La caserma venne centrata in pieno e parecchi militi rimasero
sotto le macerie; il comandante della Brigata Nera mobile, Franz
Pagliani, in quei giorni ancora a Modena per
organizzare la ritirata delle truppe fasciste al di là del Po,
rimase fortunatamente illeso essendosi venuto a trovare nell'ala non
crollata del fabbricato. Persero la vita in quella incursione: il
maggiore della GNR di cinquantatré anni:
MALAGUTI
ETTORE,(70)
il milite della GNR di diciannove anni:
ESPOSITO
ALBERTO,(71)
il milite della Brigata Nera di sedici anni:
SANTONI
ARMANDO,(72)
e tre militi della Brigata nera modenese, estratti dai rottami e
non riconosciuti e pertanto rimasti:
IGNOTI.(73)
Anche Soliera venne colpita da un bombardamento aereo e
nell'opificio, centrato in pieno, persero la vita una donna e due
bambini.
A Mirandola perde la vita il Capitano della GNR:
MILLESIMI
ARNALDO.(74) Il
Capitano Arnaldo Millesimi era nato a Rieti il 13 febbraio 1908 da
Silvio Millesimi e Antonia Pitoni e
si era sposato il 4 febbraio 1929 con Anna Irma Romanelli. Millesimi morì il 18 aprile 1945 in un assalto ad un cascinale nelle campagne di Mirandola (Modena). Era
partito con pochi uomini sotto l'impulso emotivo per la cattura del caro
amico Tavoni[1].
Voleva trovarlo se ancora vivo, vendicarlo se morto, ma fu ucciso da un
partigiano, lo stesso che Millesimi aveva liberato qualche giorno prima.
Venne
raccolto morente da un suo soldato, il Milite Mario Camilli. Il giovane
Camilli piangeva nel vedere il suo Comandante ferito a morte, al che lo
stesso Millesimi, con l'ultimo fiato che aveva in gola, gli disse: «Che
piangi! I morti non si piangono: si vendicano nel nome d'Italia!». Venne trasportato all'Ospedale Militare di Modena, dove un medico certificò il suo decesso. Fu sepolto nel Cimitero di S. Cataldo di Modena il 20 aprile 1945, alla fila 18, n. 255 del campo sinistrati.
A Maranello, i partigiani fucilano il giovanissimo operaio di
diciassette anni:
PORTA
LODOVICO(75);
il padre di questo ragazzo era stato assassinato, sempre dai
partigiani, un mese prima, a Spilamberto.
A San Martino in Spino, in uno scontro con i partigiani restano
uccisi tre giovani sottufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana:
MORETTI
CARLO LEO,(76)
TAVONI WALTER,(77)
MUGNAINI FERNANDO.(78)
Quest'ultimo aveva diciannove anni. Proponiamo una sua lettera,
scritta alla mamma ed emblematica del pensiero dei giovani fascisti, che
in quegli ultimi giorni, continuarono a battersi con tutte le loro
forze, pur sapendo che il crollo era ormai certo:
"
Cara mamma, ho ricevuto ieri la tua lettera del 9...L'epicentro della
tempesta si approssima. Tutto il mondo, col peso del suo marcio sta’
per rovinarci addosso. Irrigidiamoci! Disumaniamoci! Dimentichiamo
affetti, sentimenti, tutto ciò che riguarda noi stessi. Facciamoci un
cuore di sasso; imponiamoci una coscienza spartana. Induriamoci nella
rinuncia. Le mascelle serrate, tiriamo diritto sino in fondo, a
qualunque costo. Tutto, tutto perisca! Uomini, cose, città di ieri e di
oggi. Muoia tutto un passato e tutto un presente. L'idea sola resti
grande per la vittoria e nella vittoria. Tutto perdiamo! Amici, parenti.
congiunti, gioie. Restiamo nudi! L'anima sola di noi resti! Ma che il
nemico scavalcando i nostri cadaveri, senta su di sè la condanna del
sangue che lo schiaccia; l'alito invincibile di una fede che ha smosso
le montagne e sconvolto cieli e oceani. Non sò perché ti scriva così.
Sono un carattere difficile, lo sai; non amo confessare a nessuno e
tanto meno a tè quello che ho dentro; ma dal momento che lo vuoi, oggi
faccio un eccezione, anche sapendo di esprimermi, come al solito, con
una crudezza che non ti farà bene.....Adesso per la prima e forse
ultima volta, ho una fede che mi fa’ sentire la bellezza della vita e
della lotta che la giustifica, che rende degni di amarla e di viverla.
Questa parentesi di vita e di luce che una immane tragedia di popoli mi
offre come un imperativo nel rischio della disperata missione,
finalmente mi fa’ pensare con serenità e spirito di coscienza. Adesso
capirai perché in questa parentesi, per me inestimabile, io getti
affetti, speranze, energie, l'anima intera a consumarsi; vivendo nel
tumulto tutta la sua giovinezza. A Dio chiedo solo che io possa al
momento del collaudo restare coerente a mè stesso, ch'io non retroceda,
nè esiti, nè mi smarrisca, quando apocalittica infurierà la lotta sui
campi d'Europa e la vittoria vorrà significare credere fino ai limiti
dell'assurdo e oltre.
Fernando Mugnaini."(79)
In questo giorno le prime truppe "alleate" entrano
nella Provincia di Modena e precisamente in territorio di Monteombraro
nei pressi di Zocca.(80)
GIOVEDI
19 APRILE 1945
La resistenza italo-tedesca, su tutto il fronte italiano,
comincia vistosamente a cedere e sulle strade della nostra Provincia
interminabili colonne di militari, su ogni mezzo disponibile sono in
ritirata per cercare di raggiungere i guadi del Po,
in maniera tale da non trovarsi imbottigliati dall'azione a
tenaglia delle forze alleate che ormai irrompono ovunque su di un fronte
in completo sfaldamento, anche se, in molte zone la resistenza tedesca
è accanita. Le formazioni partigiane si limitano a seguire alla
distanza questa ritirata e solamente in rarissimi casi si scontrano con
il grosso delle truppe; più frequenti saranno invece gli attacchi a
militari isolati, tedeschi o fascisti e alle piccole pattuglie che, o
per mancanza di informazioni, o perché lontane dalle grandi vie di
comunicazione, troveranno notevole difficoltà a congiungersi con il
grosso dei reparti.
Si prefigura invece l'opera di mattanza nei confronti dei
fascisti o presunti tali, da parte delle formazioni partigiane che
raggiungerà il vertice massimo nei giorni e nelle settimane
immediatamente successive alla "liberazione".
A Spilamberto cinque fascisti vengono uccisi da reparti
partigiani: due fratelli giovanissimi, il primo di quindici anni ed il
secondo di ventuno anni:
RICCO'
ANGELO(81),
RICCO' GIUSEPPE(82);
oltre a :
PELLI
PIETRO,(83)
VEZZALI ERNESTO,(84)
MONTICELLI PIERO.(85)
Vignola, che in queste ultime giornate di guerra, venne quasi
quotidianamente colpita e quasi completamente distrutta, subisce
l'ultimo bombardamento. In pieno centro parecchi edifici saltano in aria
e centrata venne anche la mensa Ufficiali dell'Artiglieria contraerea.
Nella zona di Campogalliano rimane vittima della violenza, tale:
MARCHI
GIUSEPPE.(86)
NOTE
1
Elenco caduti della RSI n. 149 in Arch. Ass. Cad. 2
ibidem n. 413 3
cfr. E. Gorrieri, in : "La repubblica di Montefiorino"
pag. 646. 4
cfr. lettera del Comune di Lama Mocogno alla Ass. Cad. RSI del 23
Febbraio 1956 prot. 325. 5
cfr. verbali dell'interrogatorio dell'Archivio CLNM, BG. in : E.
Gorrieri, op. cit. pag. 646. 6
ibidem pag. 654. 7
cfr. A. Galli, "Pievepelago nella seconda guerra
mondiale" pag. 127. 8
cfr. elenco caduti n. 173. 9
ibidem n. 182 10
ibidem n. 183. 11
lettera del Comune di San Prospero del 10.1.57 prot. n.70 12
cfr. testimonianza olografa del Dott. Enzo Rebucci, del 1947, e
di proprietà dei familiari attualmente viventi. 13
cfr. elenco caduti n. 782. 14
cfr. E. Gorrieri op. cit. pag. 657. 15
cfr. Ventennale della Resistenza del Comune di Nonantola, pag.
55. 16
cfr. ISR Rassegna n. 3 , pag. 18: i caduti partigiani furono:
Dino Bruni, Gastone Dondi, Franco Ferrari, Corrado Malagoli, Giuseppe
Martinelli, Guglielmo Paltrinieri, Sergio Pellacani, Uber Rovatti. 17
cfr. lettera del Comune di Soliera in data 18 Febbraio 1956 prot.
435. 18
cfr. ESGC.Pi 19
cfr. A. Galli op. cit. pag. 128. 20
cfr. F. Borghi: "L'an n'era menga giosta" pag. 319. 21
cfr. elenco caduti n. 538. 22
ibidem n. 552. 23
ibidem n. 778. 24
cfr. ESGC.Pi 25
cfr. elenco caduti n. 202. 26
cfr. Gazzetta dell'Emilia del 28 Settembre 1947 27
cfr. elenco caduti n. 66. 28
ibidem n. 36. Vedi anche nota n. 41 mese di Gennaio 45.ivi. 29
cfr. Gazzetta dell'Emilia del 1° febbraio 1949. 30
cfr. A. Galli, op. cit. pag. 128. 31
cfr. elenco caduti n. 329. Il padre ed il fratello di questo
caduto, morirono in una imboscata tesa loro dai partigiani a Soliera il
15 Settembre 1944.(vedi). 32
cfr. lettera in Arch. Ass. Cad. Rsi. 33
cfr. A. Scarpellini: "Lettere dei caduti della Rsi". 34
cfr. elenco caduti RSI n. 204. 35
ibidem n. 205. 36
cfr. testimonianza Dott. Rebucci, citata. 36bis 37
cfr. elenco caduti n. 80 38
ibidem 39
ibidem 40
cfr. test. Dott. E. Rebucci, cit. 41
cfr. lettera del Comune di Guiglia del 23 Febbraio 1956 prot. n.
325. 42
cfr. ISR Rassegna n. 1 pag. 28-29. 43
cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 662. 44
cfr. A. Venturi: "Zona 5 - Antifascismo e resistenza nel
vignolese" pag. 101. 45
cfr. lettera del Comune di Nonantola del 23 Gennaio 1957 prot.
186. 46
cfr. lettera del Comune di Medolla del 16 Gennaio 1956 prot. 42. 49
A Torre Maina vengono fucilati: Cesare Montanari, Giuseppe Pini e
Onelio Pini. A Modena in località Madonnina viene fucilato: Alfio Ronchetti. A Carpi:
Alcide Guidetti. Da ISR n.3 50
cfr. elenco caduti n. 348. 51
ibidem n. 333. 52
ibidem n. 359. 3
cfr. lettera del Comune di Nonantola cit. 54
cfr. elenco caduti n. 562. 55
cfr. lettera Comune di Vignola del 3.2.56 prot. Questo nominativo
viene anche citato, si presume erroneamente, nell'elenco dei caduti
partigiani in ISR Rassegna n. 3 56
cfr. E. Gorrieri, op. cit. pag. 644. cfr. anche in "
Martirologio", un ampio resoconto su questo efferato omicidio. 57
cfr. elenco caduti n. 54; era nipote della sig.ra Pignatti
Iolanda uccisa il 27 Aprile 1945. 58
ibidem n. 553. 59
cfr. elenco caduti RSI inumati al cimitero di San Cataldo, e in
elenco generale al n. 568. 60 cfr.
elenco caduti inumati a San Cataldo. 61
cfr. R. Lazzero in: "Le Brigate Nere", pag. 283; si
trattava del partigiano Sergio Roncaglia. 62
cfr. cfr. elenco caduti RSI inumati a San Cataldo 63
cfr. F. Borghi, op. cit. pag. 438. 64
cfr. lettera Comune di Vignola cit. 65
ibidem 66
ibidem 66bis
cfr. R. Lazzero, op. cit. pag. 283; si
trattava del giovane partigiano, Renzo Stancari. 67
cfr. elenco caduti n. 307. 68
cfr. lettera Comune di Vignola cit. 69
cfr. elenco caduti RSI 70
ibidem n. 447. 71
ibidem n. 270; deceduto all'Ospedale Militare. 72
cfr. elenco caduti. 73
ibidem. 74
ibidem n. 497. 75
cfr. lettera Comune di Vignola, cit. 76
cfr. elenco caduti 77
ibidem n. 748. 78
cfr. G. Pisanò: "Gli ultimi in grigioverde" vol. 4° pag. 2099. 79
cfr. A. Scarpellini, op. cit. pag. 139. 80
cfr. articolo, "Il passaggio del fronte a Monteombraro"
in :ISR Rassegna n. 6 pag. 65. 81
cfr. elenco caduti n. 650. 82
ibidem n. 651. 83
cfr. ESGC.Pi 84
ibidem e in F. Borghi, op. cit. alla voce:
Perdite della Repubblica Sociale Italiana e della Brigata Nera di
Spilamberto: pag. 438. 85
cfr. elenco caduti RSI n. 511. 86
ibidem n. 463.
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