Sentenza:
Quando forzate gli altri ad agire,
siate voi ad avere il controllo. È sempre meglio far venire a voi
l’avversario inducendolo ad abbandonare i suoi piani strada facendo. Adescatelo
con promesse allettanti, quindi attaccatelo. Siete voi possedere le carte
e a condurre il gioco.
Quando ho sistemato l’esca per i
cervi, non sparerò al primo cervo che si avvicina, ma aspetterò
che l’intero branco si raduni intorno (Otto von Bismark)
Le chiavi del potere
Nel regno del potere non dobbiamo
sempre reagire agli eventi ma invece dirigerli, l’azione più efficace
è di restare indietro, rimanere calmi e lasciare che siano gli altri
a essere frustrati dalle trappole che abbiamo teso per loro, mirando a
un potere a lungo termine piuttosto che a una rapida vittoria.
L’essenza del potere è mantenere
l’iniziativa, far reagire gli altri alle vostre mosse e tenere l’avversario
e chi vi sta intorno sulla difensiva. Quando fate venire gli altri a voi,
diventate improvvisamente quelli che controllano la situazione, e chi ha
il controllo ha il potere.
Due sono le condizioni per essere in questa posizione: dovete essere voi a controllare le vostre emozioni e non essere mai influenzati dalla rabbia, giocando invece sulla tendenza naturale delle persone di reagire arrabbiandosi quando sono esasperate, a lungo termine l’abilità di far venire gli altri a voi è un’arma più potente di qualsiasi strumento di aggressione.
Tutti hanno molta energia ma c’è
un momento in cui queste energie raggiungono il loro apice, quando inducete
l’altra persona a venire a voi, si stancherà sprecando energie nel
viaggio.
La manipolazione è un gioco
pericoloso, se qualcuno pensa di essere manipolato diventa sempre più
difficile controllarlo, ma nel far venire l’avversario a voi create l’illusione
che sia lui a controllare la situazione, non sente fili che lo manovrano;
tutto dipende da quanto è appetitosa la vostra esca, più
saranno avidi e più sarà possibile condurli dove desiderate.
Quando fate venire gli altri a voi
talvolta è meglio far sapere che state forzando loro la mano, farete
dell’inganno aperta manipolazione, le ramificazioni psicologiche sono profonde:
la persona che fa venire gli altri a sé appare potente e domanda
rispetto.
Immagine: la trappola per orsi ricoperta di miele
Il cacciatore d’orsi non insegue
la sua preda, un orso che sa di essere cacciato è quasi impossibile
da prendere ed è ferocissimo se viene intrappolato, invece il cacciatore
dispone delle trappole cosparse di miele, in tal modo non si stanca e non
rischia la vita nell’intento. Depone l’esca e aspetta.
Un parere autorevole
I bravi guerrieri fanno venire gli
altri a loro e non vanno dagli altri. Questo è il principio di debolezza
e di forza degli altri e di sé.
Quando induciamo gli avversari a
venire da noi la loro forza è sempre vacua, fino a che noi non andremo
da loro la nostra forza sarà sempre piena (Zhang Yu)
L'opposto
Sebbene far stancare gli altri nel
tentativo di inseguirci sia una politica generalmente saggia, ci sono casi
in cui colpire in maniera improvvisa e aggressiva il nemico lo demoralizza
a tal punto che le sue energie naufragano: invece che farli venire saremo
noi ad andare da loro, prenderemo l’iniziativa e forzeremo gli eventi.
Un attacco rapido è un’arma
formidabile perché obbliga gli altri a reagire senza avere il tempo
di pensare o di pianificare nulla, dunque commettono errori di giudizio
e tendono a restare sulla difensiva.
Questa tattica è l’opposto
dell’adescare e aspettare ma serve alla stessa funzione: far rispondere
il nemico a modo vostro, il fattore velocità può intimidire
e controllare, una mossa rapida e inaspettata è terrificante e demoralizzante.
Bisogna scegliere la tattica a seconda
della situazione: se avete il tempo dalla vostra parte e i nemici hanno
all’incirca la vostra stessa forza, li esaurirete facendoli venire a voi,
se il tempo è ostile e i nemici sono più deboli aspettare
darà loro l’opportunità di riprendersi, ma non dovete dar
loro quest’occasione, colpendo velocemente non avranno luogo dove andare.