La discriminazione dei lottatori di colore

Ricordate questo scenario?

- novembre 1999, Survivor Series, "Stone Cold" Steve Austin insegue Triple H nel backstage e improvvisamente viene investito da un'auto in corsa. Austin si infortuna gravemente e nè avrà per quasi un anno (ovviamente ciò faceva parte di un angle...).
- novembre 2000, siamo ad Arrowhead Pond, Anaheim e di fronte ad un pubblico di 17000 persone, Rikishi, accusato da Mick Foley di essere l'uomo che ha investito Steve Austin, confessa e dice di averlo fatto per The Rock e per tutti i campioni di colore che non hanno avuto la "grande occasione" a causa del colore della loro pelle. Rikishi aggiunge che la WWF ha sempre promosso i grandi campioni bianchi come "Nature Boy" Buddy Rogers, Bruno Sammartino, Bob Backlund, Hulk Hogan e "Stone Cold" Steve Austin appunto. Tutto questo a discapito di grandi wrestlers (che lui chiama "The Island Boys") come Afa, Sika, Samu, "Superfly" Jimmy Snuka e The Tonga Kid. A questi si possono aggiungere "High Chief" Peter Maivia e "Soulman" Rocky Johnson, rispettivamente nonno materno e padre di Dwaine "The Rock" Johnson.

La dichiarazione di Rikishi ha riportato quindi alla ribalta un fenomeno tristemente diffuso nella storia dello sport e in questo caso anche dello "sport-entertainment": la discriminazione razziale. Ma Rikishi aveva ragione? Le sue parole sono state soltanto dettate da un copione per dare il via ad un nuovo scenario oppure venivano direttamente dal cuore? Purtroppo la risposta è si alla prima domanda.

Per anni i lottatori di colore sono stati poco (se non per niente) "pushati", sottousati e volutamente sottovalutati. Certo, Rocky Johnson e Tony Atlas hanno vinto il titolo di coppia della WWF nel 1983. Lo stesso vale per i Samoans, per tre volte tra il 1980 e il 1983. Ma quanti hanno effettivamente vinto il titolo mondiale in una federazione maggiore? C'è una corrente di pensiero, giusta solo in parte, che sostiene che Ron Simmons (oggi Faarooq) sia stato il primo campione del mondo di colore. Beh, molti non lo sanno, ma ciò non è assolutamente vero.

Il primo campione del mondo di colore è stato infatti Edward "Bearcat" Wright che il 4 aprile 1961 ha sconfitto Walter "Killer" Kowalsky vincendo il titolo mondiale. Prima di allora molti promoter bandivano gli incontri tra bianchi e neri e per anni è addirittura esistito un titolo "non ufficiale" chiamato "World Negro Heavyweight Title"! No, non è uno scherzo di cattivo gusto! I wrestler più popolari ad aver detenuto questo presunto "titolo mondiale" sono lo stesso Edward Wright e Bobo Brazil. La corona in questione veniva difesa in arene segregate e nel 1960 Wright (a Gary, Indiana) dopo uno di questi incontri afferrò il microfono e dichiarò che non avrebbe mai più combattuto in questi palazzetti. Risultato? La commissione atletica dello Stato dell'Indiana lo sospese.

La sua vittoria del titolo mondiale contro "Killer" Kowalsky avviene quando la NAACP lo riammette alla pratica dell'attività agonistica. Il titolo in questione era riconosciuto nel New England dalla Big Time Wrestling del promoter Tony Santos. Ma questo non è l'unico "World Title" vinto dal nostro "Bearcat". Infatti il 23 agosto 1963 sconfigge nientemeno che "Classy" Freddy Blassie e conquista l'allora riconosciuto titolo mondiale della World Wrestling Association.

Un altro detentore del cosiddetto "World Negro Heavyweight Title" è stato il popolare Bobo Brazil. Come Wright, anche Brazil ha vinto il titolo mondiale World Wrestling Association per ben 2 volte, la prima il 2 settembre 1966 e la seconda il 2 gennaio 1968. Bobo Brazil è andato vicino anche a vincere il titolo NWA (allora, la maggiore associazione di wrestling del mondo) ma il suo incontro con Gene Kiniski (per l'unificazione dei titoli NWA e WWA) terminò con un pareggio.

Bobo Brazil e Mohammed Alì.

Un altro detentore di colore del titolo WWA sarebbe stato "Sailor" Art Thomas che il 4 febbraio 1972 sconfisse Baron Von Raschke a Detroit. Tuttavia la WWA non ha mai riconosciuto ufficialmente questo passaggio che non viene neanche annotato nei vari albi d'oro. Infatti ci fù un secondo incontro tra i due, questa volta vinto da Raschke. La WWA giustifica tutto ciò sostenendo che il titolo mondiale aveva "sede" in Indianapolis e la vittoria a Detroit, Michigan, di Art Thomas non sarebbe stata ufficialmente riconosciuta.

Per avere un altro campione del mondo afro-americano devono passare quindi 24 anni, più precisamente il 2 agosto 1992 quando Ron Simmons (attualmente conosciuto nella WWF come Faarooq) sconfigge Big Van Vader vincendo nientemeno che il titolo mondiale WCW (World Championship Wrestlig). Grazie a questa affermazione Simmons diviene universalmente riconosciuto come il primo campione del mondo nero in una maggiore federazione. Il suo regno avviene durante il periodo nel quale "Cowboy" Bill Watts era il principale promoter della WCW (prima dell'era Bishoff, per intenderci). Ironia della sorte, Watts è considerato tutto tranne che un "politically correct". Da quando è passato alla WWF, Farooq non ha più vinto il titolo mondiale anche se al King of the Ring del 1987 ha avuto l'opportunità di farlo ma è stato sconfitto dall'allora campione The Undertaker.

Dopo sei anni, il 15 novembre 1998, Rocky "The Rock" Maivia sconfigge Mick "Mankind" Foley divenendo così il primo campione del mondo di colore della World Wrestling Federation. Non solo: The Rock, alla data di oggi, ha già vinto il campionato WWF per 6 volte, demolendo il record di Bret "Hitman" Hart (5 volte) e di Hulk Hogan (5 volte, anche se bisogna puntualizzare che i "title reign" di Hulkster sono stati molto più lunghi...). Oltre che campione del mondo The Rock (così come Farooq) è stato anche campione di coppia e campione intercontinentale.

Bad News Brown con Bret Hart. The Rock.

L'ultimo - ma solo in ordine cronologico - wrestler afro-americano a diventare campione del mondo è stato Booker T il 9 luglio 2000 quando portò via il titolo a Jeff Jarrett al WCW Bash at the Beach. Pur non avendo il carisma e la "presenza" di The Rock", anche Booker T è un wrestler che ben rappresenta la sua compagnia. Oltre ad aver vinto il titolo Tag Team insieme al fratello Stevie Ray per numerose volte, è stato anche campione Tv per 6 volte.

Potremmo aggiungere alla lista l'ex campionessa del mondo femminile WWF Jacquelyn che il 15 settembre 1998 ha sconfitto Rena "Sable" Mero in un incontro per il titolo reso vacante 3 anni prima quando Madusa (Alundra Blayze nella WWF) passò alla WCW e lo gettò nell'immondizia! Certo, il titolo mondiale femminile potrà essere un alloro secondario ma Jacquelyn è stata comunquela prima atleta nera nella WWF a vincere un campionato mondiale singolo!

Booker T. Jacquelyn.

Quindi avrete notato che in un secolo di storia, contando anche Jacquelyn, soltanto sei lottatori di colore sono stati riconosciuti ufficialmente campioni del mondo. Un po' pochi per la verità, considerando che anche ai giorni nostri di superstar afro-americane dotate di talento ce ne sono state tante. Si possono citare "Mr. USA" Tony Atlas, "The Soulman" Rocky Johnson, S.D. Jones, The Junkyard Dog, Koko B. Ware, 2 Cold Scorpio, Butch Reed, Kamala, Abdullah "The Butcher", Bad News Brown e molti altri. Certo, non tutti i citati sarebbero stati degni di indossare la cintura più prestigiosa ma forse qualcosa in più di ciò che hanno avuto lo avrebbero meritato.

Classico esempio di come la WWF ha trattato i campioni di colore è Virgil/Vincent/Curly Bill/Shane/Mike Jones. Lo ricorderete, era la guardia del corpo di Ted "The Million Dollar Man" DiBiase verso la fine degli anni '80 che subiva costanti umiliazioni dal suo "padrone". A quel punto intervenne "Rowdy" Roddy Piper che gli fece riscoprire la sua "dignità umana" e Virgil si tolse pure lo sfizio di sconfiggere DiBiase e conquistare la cintura di "Million Dollar Champion"! Bel copione, commovente... Guarda caso, però, che l'atleta nero ha dovuto fare la parte dello schiavetto per anni!

Koko B. Ware e Junkyard Dog sono stati due degli atleti di colore più amati dal pubblico di tutto il mondo. Ovunque combattessero, la folla manifestava la propria approvazione nei loro confronti a suon di urla e applausi. Cosa hanno vinto? Niente, o quasi. E su questa linea si potrebbe scrivere per ore e ore...

Per quelli tra voi che hanno voglia e interesse di approfondire questo argomento consiglio la lettura del libro "Black Stars of Professional Wrestling" di Julian LD Shalbazz, purtroppo disponibile soltanto in inglese. Lo stesso autore ha anche scritto un articolo a riguardo per la rivista britannica W.O.W. World of Wrestling magazine (Aprile 2001 Vol.3 n°4).

"Titan Morgan" Manuele Poli
titanmorgan@hotmail.com