Riccardo Cocciante

Le Petit Prince

La storia
Antoine de Saint-Exupéry
Il Piccolo Principe
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On aura toujours rendez-vous
Si avrà sempre un incontro

La storia

Finalmente è stato presentato in anteprima a Parigi Le Petit Prince. L’opera contenente 25 brani, con le musiche del nostro fantastico Riccardo e le parole di Elisabeth Anais, sarà pubblicata in Francia a fine maggio, mentre il primo singolo: “ On aura toujours rendez-vous ” uscirà per la fine di Aprile. Questa nuova opera è tratta dal famoso romanzo di Antoine de Saint-Exupéry. Il debutto sarà il 1° ottobre 2002 al Casinò di Parigi. ( fino al 30 gennaio 2003).

Antoine de Saint-Exupéry

L’autore, Antoine de Saint-Exupéry nasce a Lione, Francia, nel 1900. Aviatore e scrittore, scompare in una missione aerea nel luglio del 1944. Inizia la sua carriera d’aviatore nella compagnia di aviazione Latécoère nel 1920, come pilota di linea sul percorso Tolosa-Casablanca, ma dopo un po’ abbandona le grandi linee per diventare pilota-collaudatore. Compie i raids Parigi-Saigon e New York-Terra del Fuoco. Partecipa alla campagna del 1940 nei reparti di ricognizione, raggiunge gli Stati Uniti dopo l’armistizio, poi le truppe alleate in Africa del Nord nel 1942. Il 31 luglio del 1944 parte dalla Corsica per un’altra delle sue missioni aeree, ma questa volta non fa ritorno.
La sua opera letteraria è quasi interamente la trasposizione della sua esperienza umana. Inizia a scrivere raccontando le sue avventure in maniera romanzata sul Corriere del Sud (1929); passa poi subito dopo al racconto diretto dei suoi viaggi, accompagnandoli con quelle meditazioni che fanno di Saint-Exupery un umanista di grande rilievo morale.
Pubblica Volo di notte (1931), Terra degli uomini (1939), Pilota di guerra (1942), Lettera ad un ostaggio (1943), indirizzata dall’America ad un amico israelita rimasto in Francia. Il lungo e poetico racconto del Piccolo Principe, del 1943, costituisce come un momento di riposo dalla tensione umana ed eroica degli altri libri.
Sono postumi Cittadella (1948), Lettere di gioventù (Lettere all’amica inventata), Taccuini (1953) e un volume di articoli e reportage intitolato Un senso alla vita (1956).

L’opera di Saint-Exupery esprime un nuovo ideale di eroismo: nell’azione pericolosa e nella scelta ineluttabile l’uomo raggiunge la sua suprema realizzazione. Superando lo sterile individualismo, il senso della solidarietà e del sacrificio dà alla morale dello scrittore un vasto significato umano. La fede nella natura dell’uomo e l’eroismo personale di Saint-Exupery, uniti alla sobrietà e alla purezza dello stile, hanno esercitato un fascino profondo, specie sui giovani.

Il Piccolo Principe (Le Petit Prince), è un racconto che Saint-Exupéry scrive nel 1943. Narra di un aviatore che, costretto ad atterrare in pieno Sahara, incontra un ragazzino che mostra di trovarsi del tutto a suo agio nella solitudine. Il bambino è scappato da un pianeta di cui era il solo abitante, per sfuggire a una rosa che lo tiranneggiava con i suoi capricci; nel suo viaggio terrestre ha incontrato persone di ogni tipo, che hanno problemi per lui incomprensibili e stravaganti. Ma un dialogo con una volpe gli rivela il senso dell'amore: desideroso di rivedere la sua rosa, si fa avvelenare dal morso di un serpente, e torna così nel mondo da cui era venuto. Il racconto, accessibile ai bambini per il suo incanto poetico, è anche, con i suoi simboli suggestivi, fonte di meditazione per il lettore adulto. Nell'opera di Saint- Exupéry, Il Piccolo Principe segna un momento di serenità e di riposo. Da quando è stato pubblicato per la prima volta, nel 1943, il romanzo è stato tradotto in 135 lingue. Custodi del diritto d’autore sono la famiglia dello scrittore/pilota e l’editore Gallimard, associati al progetto di trasformazione dopo aver appurato che è stato rispettato lo spirito del romanzo.

Il Piccolo Principe

Ed oggi, Il Piccolo Principe diventa un musical! Dopo Notre-Dame de Paris, che ha ottenuto uno strabiliante successo in tutto il mondo, il nostro Riccardo ci regala un’altra opera, diversa dalla prima come storia e atmosfere, ma con tutti gli ingredienti per diventare un altro splendido successo. Quest'opera è tratta da “Il Piccolo Principe”, di Antoine de Saint-Exupéry. Partirà anche questa volta dalla Francia, il debutto dello spettacolo ispirato alla favola più letta del mondo si terrà il 1° ottobre al Casino de Paris, a Parigi. Il protagonista sarà Daniel Lavoie, il magnifico “Frollo” dell’edizione francese di NDP, che vestirà i panni dell’aviatore, lo stesso Saint-Exupéry. Il bimbo, personaggio fondamentale dell’opera, sarà interpretato da Jeff, un ragazzino di 13 anni di Lione (la città di Saint-Exupéry). A produrre lo show è Victor Bosch, uno degli artefici di “Notre-Dame”, che ha dichiarato che l’idea dell’adattamento musicale di questo famosissimo libro risale a tre anni fa.
I testi sono di Elisabeth Anais. Le scene saranno di Hans Schavernoch, i costumi di Jean-Charles de Castelbajac. La regia sarà di Jean-Louis Martinoty, celebre regista di opere liriche.
Nelle prossime settimane verrà pubblicato un singolo tratto dall’opera, intitolato “On aura toujours rendez-vous”.


Gli articoli che seguono sono tratti dalla rivista "Regard en coulisse"

Intervista a Victor Bosh, produttore di "Le Petit Prince" in Francia
di Rémy Batteault (traduzione a cura del Cocciantefansclub)

I manifesti de “Il Piccolo Principe” iniziano a fiorire in Parigi. Questo avvenimento, in scena dal 1° ottobre al Casinò di Parigi, è il frutto di un lavoro di équipe svolto a tamburo battente dal produttore Victor Bosh, un uomo passionale e dotato di grande curiosità.

Ci parli della sua concezione della commedia musicale

La scoperta delle commedie musicali in Francia, a parte “Starmania” visto che il contesto è differente, si è avuta con “Notre-Da me de Paris”. Io posso parlarne con cognizione di causa poiché sono stato il coproduttore di questa opera. Già dall’inizio siamo partiti alla grande (scegliendo il Palazzo dei Congressi) facendo tutto in poco tempo. Abbiamo investito tutto in questo spettacolo, come non si è mai fatto prima. Vedendo il successo ottenuto e tenuto conto che ha portato alla creazione di altri spettacoli musicali sullo stesso genere, ho constatato che abbiamo di fronte un nuovo tipo di pubblico, che si interessa ad una nuova forma di teatro musicale.
In effetti, i nostri spettacoli francesi non hanno niente a che vedere con le opere anglo-sassoni. Queste ultime sono più classiche e più simili a quelle che si facevano ai tempi dello Chatelet, in uno stile un po’ “old fashioned”. Certo queste sono le radici che ci hanno nutrito, ma inventare altre cose ci sembra indispensabile. Infatti noi cerchiamo uno spettacolo più completo, dove la commedia musicale mette in primo piano il grande cantante, riferendosi ai grandi show di personaggi come Michael Jackson o Madonna, con degli effetti visivi molto più forti.
Un po’ come se la canzone del varietà rock sia stata spinta all’estremo, mescolandosi con la forma della commedia musicale. La storia al servizio di più cantanti.
Io, dunque, ho voluto continuare su questo nuovo cammino, che interessa anche gli anglosassoni.
Essi apprezzano questi nuovi modi di cantare, più rock con un po’ di varietà, in breve in modo più moderno.
“Il Piccolo Principe” è alla base un opera fragile, una specie di porcellana. Noi dobbiamo creare uno spettacolo emozionante, ben concepito.
Non ho voluto rappresentarlo né al Palazzo dello Sport né al Palazzo dei Congressi, ma in un vero teatro, con un rapporto sala/scena più diretto, molto più vicino. Non siamo in un concerto rock. Lasceremo al pubblico il tempo di appropriarsi di questa nuova visione dell’opera. Abbiamo dunque scelto il Casinò di Parigi e i suoi 1400 posti; pensiamo che il rapporto sala/ scena sia ideale per presentare questo spettacolo nelle migliori condizioni. Non dimentichiamo che le regole finanziarie ci costringono a fare spettacolo in una sala con più di 1000 posti.

Ci saranno dei musicisti sulla scena?

Il principio della colonna sonora sarà riproposto. Questa scelta si pone al di là dei problemi finanziari, che pure sono stati presi in considerazione. Vogliamo conservare questo aspetto molto moderno degli arrangiamenti che solo lo studio permette. A meno di installare uno studio nel teatro, è impossibile ottenere lo stesso risultato con dei musicisti cantando in diretta. Le nuove tecnologie permettono di ottenere delle colonne sonore con delle caratteristiche molto specifiche, ottenendo una produzione musicale più sofisticata. Inoltre, i cantanti cantano meglio se ascoltati in diretta.

E' una differenza notevole con gli anglosassoni?

La commedia musicale anglosassone esiste da talmente tanto tempo che non si pensa più a rimettere questa parte in discussione. Poiché i loro musicisti sono sulla scena da molti anni, è normale che i sindacati si siano organizzati per difenderli. Ora le produzioni hanno preso un po’ la loro piega. La creazione non è più la stessa. E’ vero che da quando Notre-Dame è stato esportato noi siamo stati i soli ad ottenere una deroga dal sindacato che ci ha permesso di rappresentare lo spettacolo con una colonna sonora. Per me il periodo musicale anglosassone è compiuto. Ci sono due concezioni diverse. Una è classica e l’altra (la nostra) si appoggia di più sul mondo dei DJ, degli arrangiamenti moderni.

Essere produttore di spetttacoli musicali implica un impegno maggiore?

Queste avventure musicali mi hanno permesso di ritrovare l’entusiasmo dei miei debutti. Ho prodotto delle opere, spettacoli completi: orchestre, musica, cantanti, decorazioni, effetti speciali, ecc…Ma Notre-Dame de Paris ha ridato vita a qualcosa che avevo dimenticato da tanto tempo: il principio della creazione è riemerso con forza.
Spesso un produttore si accontenta di trovare un sistema per dare all’artista il modo di sviluppare le proprie idee. La commedia musicale esige un impegno maggiore da parte del produttore, che partecipa alle varie tappe e si mischia alla creazione. Come per un produttore di cinema il mio ruolo implica di “entrare nell’artistico”. E’ un apporto nuovo che ha le sue esigenze: le conoscenze finanziarie non sono sufficienti, bisogna avere, in tutta modestia, delle nozioni artistiche. Io non esito a dire che questi spettacoli musicali mi hanno dato una seconda vita. Le prospettive sono diverse, possono spingervi ad aprirvi ad altre sfaccettature del vostro mestiere, più eccitanti.

Prima di Notre-Dame de Paris, qual era il suo pensiero sul musical internazionale?

La commedia musicale mi interessava enormemente. Sono un grande fan del “Fantasma dell’Opera”, dei “Miserabili”, e di “Miss Saigon”. Oggi la produzione del “Re Leone” mi ha sedotto. Visualmente è sbalorditivo. Risentire delle grandi emozioni era quello che mi aspettavo da uno spettacolo. La mia curiosità è senza limiti. Io amo molto la danza contemporanea e sono felice che il grande pubblico scopra Pina Bausch grazie a “Parla con lei”, il grande film di Almodovar. Nello stesso senso preferirei integrare delle forme artistiche innovative nello spettacolo musicale francese. E’ questo che noi abbiamo fatto con Notre-Dame de Paris, che ha goduto di una coreografia molto curata ed inaspettata firmata da un allievo di Jerry Kiliam. Il muro da scalare disegnato da un decoratore d’opera ha sorpreso tutto il mondo. Questo è il tipo di coreografia che è tipico nelle opere di Bob Wilson. Nel Piccolo Principe, andremo più lontano, in modo da mostrare delle cose che ritengo poco conosciute dal grande pubblico e che mi sembrano importanti da fargli scoprire. Le persone hanno il senso dell’emozione e della qualità, io non voglio deluderle.

A che punto siete nella preparazione del Piccolo Principe?

Il casting è finito. La distribuzione dei ruoli è volontariamente giovane. E’ stato un compito difficile, sia per la nostra società, sia per l’opera di Saint- Exupéry, che io rispetto enormemente. Il mio primo desiderio è di fare un lavoro molto forte emozionalmente, visualmente formidabile e che dia voglia a coloro che conoscono l’opera di riscoprirla con un nuovo sguardo e a coloro che non la conoscono di immergersi nel suo superbo universo. Tutto è stato fatto con una grande modernità che non vuole essere chiamata modernismo antiquato. Ognuno lavora e dà il meglio di sé per servire quest’opera magnifica, che ha segnato talmente tanto i lettori. Il taglio, destinato a selezionare le parti del testo che non ci sono sembrate essenziali, ha richiesto molto lavoro. Questi studi letterari ci hanno permesso di vedere come concentrare il libro senza tradirlo. La magia del teatro sarà il punto di riunione, potete credermi.

Molti spettacoli musicali si contendono le locandine...

C’è posto per tutti. Io penso di avere la fortuna di avere una perla tra le mani, e sono felice di poterla presentare al pubblico. Il Piccolo Principe è qualcosa di diverso da ciò che si è fatto fino ad oggi nel teatro musicale francese. E’ una nuova sfida. Questo spettacolo, speriamo, ispirerà altri autori nella nuova direzione che noi vogliamo dargli, come è successo per Notre-Dame de Paris.

Qual è il suo pensiero sull'emergere dei piccoli spettacoli musicali?

Ne sono entusiasta. Penso che più esistono delle creazioni, più le persone si interessano ad una forma di espressione particolare, più questo diventa magnifico. Guardate il movimento pop: ha fatto nascere grandi talenti. Il nuovo teatro musicale non può che creare delle vocazioni e ciò mi rallegra. L’immaginazione non può arrestarsi, e io resto in attesa…



Il Piccolo Principe vede la luce
Di Stéphane Ly-Cuong (traduzione a cura del Cocciantefansclub)

Uno spettacolo diverso

Il Piccolo Principe è per molti versi uno degli spettacoli più attesi della prossima stagione. Dopo il trionfo di Notre-Dame De Paris tutti attendono con impazienza la prossima commedia musicale di Riccardo Cocciante, scritta questa volta in collaborazione con Elisabeth Anais per i testi.
Il 26 marzo scorso ha avuto luogo a Parigi una conferenza stampa per il lancio del Piccolo Principe. Il produttore Victor Bosch ha iniziato la conferenza stampa affermando la sua volontà di proporre un “nuovo tipo di spettacolo musicale”.
Pascal Nègre dell’Universal ha prima annunciato che questo spettacolo non si riconduce ad una visione di “art-selling” né di “over-marketing”. L’équipe dello spettacolo si augura un percorso a lungo termine privilegiando la qualità alla quantità. A più riprese questa nozione di “spettacolo diverso” è stata evocata dai diversi collaboratori presenti quella sera. In questa ottica il regista Jean-Louis Martinoty ha espresso l’importanza della scelta della sala (il Casinò di Parigi) con una particolare attenzione alla “vicinanza con il cantante”. Cocciante insiste sul compito del compositore che è "di non scrivere per il commercio ma per il suo proprio piacere, per le proprie emozioni”.

Rispettare la magia e l'ingenuità dell'opera

Del suo lavoro musicale, Cocciante afferma che ha voluto ritrovare delle sonorità “mediterranee” proprie al suo percorso e che si è ugualmente lasciato guidare dall’influenza dei compositori dell’inizio secolo, come Satie. “Era necessario trascrivere in musica i toni pastello del libro, i suoi mezzi-toni, la sua apparente ingenuità, senza cadere nel manierismo o nei cliché infantili” ha dichiarato nel comunicato alla stampa.
Elisabeth Anais, che ha scritto i testi, ha espresso la sua felicità per essere stata coinvolta in una tale avventura ed ha raccontato che lei si sentiva come “una bambina davanti ad un regalo grande come una montagna”. Ella aggiunge nella dichiarazione alla stampa “ciò che mi piace nel Piccolo Principe è l’aspetto magico, caduto dal cielo. C’è in questo libro un gioco tra leggerezza e gravità che ho sempre cercato di sviluppare nei miei testi”.
Un accento particolare è stato posto sul rispetto dell’opera. Jean-Louis Martinoty esprime “un rispetto fanatico” così come nel “discorso intellettuale ed ideologico di Saint-Exupéry con le sue ambiguità ma anche della sua poesia e delle sue emozioni” . Se certe sequenze sono state accorciate nessuna è stata soppressa. Il sarto Jean-Charles de Castelbajac da parte sua ha sottolineato fino a che punto l’opera “era impertinentemente attuale nel suo messaggio di speranza” e che per quanto concerne lo spettacolo “la vera riflessione è di sapere come far coabitare il meraviglioso e la modernità”.

Una distribuzione ancora in corso

I giornalisti presenti quella sera hanno potuto ascoltare Daniel Lavoie (l’Aviatore) e Jeff (il Piccolo Principe) interpretare in diretta tre brani della commedia musicale: “Chercher la source” (Lavoie), “Près d’elle” (Jeff) e “On aura toujours rendez-vous” (Lavoie e Jeff) il cui video clip è stato proiettato in chiusura della conferenza.
Una parte del cast è stata brevemente presentata al pubblico. Tra loro: Laurent Ban (Notre-Dame de Paris) nel ruolo del Vanitoso e Nicolas Saje (L’Alphomega, Le mille et une vies d’Ali Baba) nel ruolo del Controllore. L’équipe ha precisato che in quel momento il ruolo della Rosa non era stato ancora scelto. Il ruolo cruciale del Serpente non è stato menzionato quel giorno.
Pascal Nègre ha annunciato che il singolo uscirà a fine aprile, l’album a fine maggio. In quanto allo spettacolo, la prevendita è già iniziata. Il Piccolo Principe debutterà al Casinò di Parigi il 1° ottobre.


Il Piccolo Principe
visto da Julie Ferran (traduzione a cura del Cocciantefansclub)

L’avvenimento della stagione sarà senza dubbio la commedia musicale di Riccardo Cocciante al Casinò di Parigi a partire dal 1° ottobre. Con l’uscita del singolo “On aura toujours rendez-vous” che precede lo spettacolo si è già dato il via. I fans del compositore di Notre-Dame de Paris saranno entusiasti di questo brano sul quale è evidente il tocco di Cocciante: “Era necessario trascrivere in musica i toni pastello del libro, i suoi mezzi-toni, la sua apparente ingenuità senza cadere nel manierismo o nei cliché infantili”.
Quanto alle parole, sono state affidate ad Elisabeth Anais. Poco conosciuta dal grande pubblico questa paroliere-autrice-interprete non è alle prime armi nel mondo della canzone dato che i suoi versi sono stati già cantati e musicati da Maurane, Garou, Elton John per il cartone animato Il Re Leone, e altri ancora.
Al microfono ritroviamo l’eccelso Daniel Lavoie, il nostro Frollo internazionale, e Jeff, un ragazzino di tredici anni, che presto farà parlare molto di sé. Questo primo brano accontenterà i fans prima dell’uscita dell’album prevista molto presto.


On aura toujours rendez-vous

Interpretato da Daniel Lavoie et Jeff

Mon petit Prince qui vient du ciel
Des étoiles et des hirondelles
Tu as su redonner des ailes
A mes illusions de mortel

Je suis tombé de nul part
D'une planète inconnue
Je repartirai par hasard
Je ne t'oublierai jamais plus

On aura toujours rendez-vous
Dans ces étendues de cailloux
L'essentiel est invisible
Pour les yeux des âmes insensibles

Et même si je sors du décor
Ou même si j'ai l'air d'être mort
Tu sais ce ne sera pas vrai
Puisqu'on a tous l’éternité

On a tous une rose dans le cœur
Des volcans qui nous faisaient peur
Des tas de couchers de soleil
Nos vieux démons et nos merveilles

On aura toujours rendez-vous
Dans ces étendues de cailloux
L'essentiel est invisible
Pour les yeux des âmes insensibles

Mais nous qui comprenons la vie
Nous nous moquons bien de compter
Nous on voulait juste un ami
Même s'il faut un jour le laisser

On aura toujours rendez-vous
Dans ces étendues de cailloux
L'essentiel est invisible
Pour les yeux des âmes insensibles

Je suis tombé de nul part
D'une planète inconnue
Je repartirai par hasard
Je ne t'oublierai jamais plus


Si avrà sempre un incontro

Testo tradotto da Lina Barci

Mio Piccolo Principe che vieni dal cielo
Dalle stelle e dalle rondini
Tu hai saputo ridare le ali
Alle mie illusioni di uomo

Sono caduto dal nulla
Da un pianeta sconosciuto
Non ripartirò per caso
Non ti dimenticherò mai più

Si avrà sempre un incontro
Nelle distese di pietra
L’essenziale è invisibile
Per gli occhi dei cuori insensibili

Ed anche se abbandono ciò che sembro
O persino se ho l’aria di essere morto
Tu sai che ciò non sarà vero
Poiché si avrà per tutti l’eternità

Si avrà per tutti una rosa nel cuore
Dei vulcani che ci facevano paura
Dei mucchi di tramonti i nostri
Vecchi dèmoni e le nostre meraviglie

Si avrà sempre un incontro
Nelle distese di pietra
L’essenziale è invisibile
Per gli occhi dei cuori insensibili

Noi che comprendiamo la vita
Non ci importa di farci affidamento
Noi volevamo soltanto un amico
Anche se un giorno si dovrà abbandonare

Si avrà sempre un incontro
Nelle distese di pietra
L'essenziale è invisibile
Per gli occhi dei cuori insensibili

Sono caduto dal nulla
Da un pianeta sconosciuto
Non ripartirò per caso
Non ti dimenticherò mai più

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