EPIFANIA VIII
E’ il tempo in cui ci si sente colpevoli
del niente che rasenta il niente
assoluto di sé e non ti sazia
il saperti uguale.
Basta guardare fuori di qui,
dopo un vetro che divide minimamente
un vuoto un albero in ombra
una facciata piena di luce
e poi ancora quello che dicono
e fanno, angoli di
bocche, stracci
di corpi che circondano,
non legati, non corrispondenti
al vivere totale – 24.775 voti
di differenza tra i Poli –
allo stare
giacendo