Sii
come Dio vuole che tu sia
Studia
molto per conoscere ciò che Dio vuole da te e realizzalo senza indugio.
Se
la tua volontà ha così poca forza da non saper fare ciò che vuole,
vivrai in balia dei capricci e delle passioni.
La
perfezione non consiste nell'essere sempre e in ogni circostanza allo
stesso modo, ma nell'essere, in ogni caso, come la ragione, ordinata e
retta dalla legge divina, chiede che siamo.
Se
vuoi conoscere a che punto sei in quanto a perfezione, guarda bene Gesù
Cristo e poi confronta.
Non
devi spogliarti del tuo essere
Impara
a stimare le cose nel loro giusto valore. Se non le usi bene, temi Dio che
le ha messe sulla tua strada per condurti a lui.
Metti
al servizio di Dio le tue passioni, il tuo carattere, il tuo modo di
essere e tutte le tue cose. In tal modo sarai santo.
Lascia
che gli altri siano come sono, tu sii come Dio vuole che tu sia. Il tuo
impegno non sta nello spogliarti del tuo essere né di acquisirne uno
nuovo, ma nel perfezionare tutto il tuo essere.
Confessa
con libertà la tua fede
Quando
è necessario, confessa con cristiana libertà la fede che professi.
Non
fare, per vanteria, ostentazione della tua religiosità: agli occhi di Dio
è superbia, a quelli degli uomini ridicolaggine.
Rifiuta
le opinioni dichiaratamente erronee, ma non dissentire né ostinarti
quando non c'è necessità.
Giuda,
per consegnare Cristo, ha ricevuto del denaro; colui che tradisce Dio per
rispetto umano non riceve neppure questo.
Per
quanto dipende da te, cerca di mostrare la virtù così com'è e di
allontanare i pregiudizi verso di essa, nati dall'idea errata che si ha
della virtù.
Sii
tanto costante nel servire Dio quanto lui nel dispensarti grazie.
La
vera devozione consiste nella prontezza della volontà per ciò che
riguarda il servizio di Dio.
Chiediti
conto
Confessa
umilmente e con frequenza le tue colpe.
Non
finire la giornata senza esserti chiesto conto dell'uso che hai fatto
della tua vita durante la giornata, senza esserti pentito degli sbagli
commessi, senza averne individuato le cause e senza aver proposto i rimedi
idonei per evitarli in futuro.
Non
essere guida a te stesso, se non vuoi sbagliare. Conserva e metti in
pratica i consigli dell'uomo saggio.
La
santa libertà di spirito fa correre sulle strade del Signore.
Non
venir meno alla verità
Non
venir meno alla verità per nessun motivo né in nessun modo: tutti i modi
di mentire, anche i più delicati ed ingegnosi, sono sempre ignobili.
La
superbia è il più abominevole di tutti i vizi e l'origine di essi.
L'umiltà
non consiste nel giudicarci come sappiamo di non essere; questo non è
essere umile, ma bugiardo.
Purifica
molto la tua intenzione, non fare un solo passo per vanità,
Quando
ti lodano o ti esaltano, non insistere nel contraddire per dare occasione
a nuove lodi.
Non
ingannare te stesso nella convinzione che è conveniente e amabile ciò
che in realtà è riprovevole e sconveniente.
Non
chiamarti cristiano se non sei mite
La
mitezza sia il tuo distintivo. Non può chiamarsi cristiano chi non cerca
di acquisire la virtù della mitezza.
Con
la dolcezza e la mitezza si conserva l'autorità e si corregge , meglio
che con qualsiasi altro mezzo. Non lasciarti dominare dall’ira.
Vuoi
acquistare la pazienza? Fai queste due riflessioni: uno, Dio mi premierà;
due, in questa vita i mali sono inevitabili.
Il
più grande esercizio di pazienza sta nel sopportare noi stessi.
Vi
sono molte persone, disgraziatamente, che sembrano zelanti e, invece, sono
iraconde: si alterano e perdono il controllo per le cose di Dio. Ma non è
per Dio: è per la passione, dalla quale sono dominati. Non essere di
questi.
Per
mancanza di prudenza molti gesti, apparentemente virtuosi, cessano di
essere virtù.
Coerenza
tra fede e vita
Per
agire non esiste forza paragonabile a quella che viene dalla fede.
Chi
crede compie certe azioni perché crede e cessa di compierle, sempre,
perché crede.
Incoerenza
umiliante è quella del cristiano la cui vita non è in sintonia con la
fede.
Da'
unità alla tua vita agendo in modo conforme alla tua fede e al tuo credo.
Per
rozzo che tu sia, non ti sfuggirà di essere venuto al mondo per un fine e
che, chi ti ha creato, aveva un progetto.
I
buoni sono pochi, che importa? Anche l'oro è scarso, ma, per questo
motivo, non perde il suo valore, anzi lo aumenta.
Chi
rinnega la fede è un apostata, un traditore chi, conservandola, manifesta
il contrario.
Viltà
è la mancanza di forza per confessare la tua fede.
Gli
stessi che ti adulano per farti cadere, ti disprezzeranno dopo che avrai
sbagliato. Vuoi essere più libero e diventi maggiormente schiavo.
Non
ti si chiede una vita da eremita, come sei solito dire, ma sì una vita
seria e impegnata.
Amore
alla Croce
Quando,
guardando la croce a lungo, portandola con noi e abbracciandola, crediamo
ancora e perfino desideriamo vivere secondo la nostra volontà, è
evidente che non comprendiamo il significato della croce.
Quando
arriverai a gloriarti solamente della croce, come insegna l'apostolo,
avrai trovato la medicina per calmare l'inquietudine che sempre ti
accompagna.
Per
il cristiano non c'è sofferenza che gli sia estranea, dal momento che
Cristo soffrì tutti i dolori.
Quando,
guardando la croce a lungo, portandola con noi e abbracciandola, crediamo
ancora e perfino desideriamo vivere secondo la nostra volontà, è
evidente che non comprendiamo il significato della croce.
Quando
arriverai a gloriarti solamente della croce, come insegna l'apostolo,
avrai trovato la medicina per calmare l'inquietudine che sempre ti
accompagna.
Per
il cristiano non c'è sofferenza che gli sia estranea, dal momento che
Cristo soffrì tutti i dolori.
Si
intende per croce ogni contrarietà, amarezza,
sofferenza,
lavoro, ecc. Prendere la croce significa abbracciarsi volontariamente ad
essa. Tutti gli avvenimenti umani accadono o perché Dio lo vuole o
perché lo permette. In un modo o nell'altro è sempre per volontà di Dio
che accadono.
La
croce o la prendiamo volontariamente dalla mano del Signore o la
trasciniamo contro la nostra volontà [...].
Gesù,
morendo in croce per riconciliarci con il Padre, perché era conveniente
che così accadesse, ci dà l'esempio affinché impariamo a prendere e a
portare la croce sulla quale dobbiamo morire per risuscitare con lui nella
gloria.
Stima
la giustizia quanto la vita.
Per
decidere con giustizia non lasciarti guidare dalle simpatie.
La
pratica della virtù è difficile: di fronte ai grandi mali siamo timidi e
codardi, non facciamo niente; per essere santi, occorre essere forti.
Ho
creduto; per questo ho parlato (Sal 115, 1).
Ci
sono molti modi di credere; ma uno solo è quello che rende giusti; ne
deriva che tutti quelli che credono, come si deve credere, manifestano la
loro fede in modo identico. Credere fermamente e tacere non è possibile;
lo dice il Profeta Regale cioè lo Spirito Santo per bocca di David: «Ho
creduto; per questo ho parlato». Cioè, il mio credo, la mia fede non è
vacillante, è ferma, è irremovibile, perciò parlo.
Quelli
che pretendono conciliare il silenzio riprovevole con la fede sincera,
pretendono qualcosa di impossibile. I veri credenti parlano per confessare
la verità che professano quando devono, come devono, davanti a chi
devono, per dire quello che devono.
Quando
devono.
Si
deve parlare per confessare Cristo, fare professione di fede, difendere la
dottrina di Cristo quando lo esigono il bene della religione e il bene del
prossimo. Un vero credente manifesta la fede nei suoi scritti, nelle sue
conversazioni, nei suoi discorsi, nelle sue lezioni dalla cattedra.
Come
devono.
Seriamente,
senza provocazione, ma senza codardia; senza petulanza, ma senza
pusillanimità; con carità, ma senza adulazione, con rispetto, ma senza
timidezza; senza ira, ma con dignità; senza ostinazione, ma con fermezza;
con coraggio, ma senza imprudenza.
Davanti
a quanti devono.
Davanti
ai superiori e ai sudditi; agli anziani, ai coetanei, ai giovani; e per
dire quanto devono, piaccia o no a chi sente, aduli o no chi ascolta, sia
d'accordo o no con il credo di quanti sono presenti alla sua
manifestazione di fede. Per salvarsi è necessario parlare.
Senza
distinzioni di sorta
C'è
chi, ostentando una malintesa prudenza, «la prudenza della carne», che
secondo un'espressione di san Paolo «è morte», opposta a quella dello
spirito, «che è vita e pace», secondo lo stesso apostolo, trascurano di
confessare il proprio credo; e c'è chi, facendosi scudo della propria
istruzione e cultura nel sapere della carne, che è nemico di Dio, come
afferma lo Spirito Santo, tace quando deve parlare. [...]
C'è
pure chi si impegna per raggiungere lo scopo, e contro quanto è stabilito
dalla provvidenza del Signore, espresso nella Sacra Scrittura, predicato
dalla Chiesa e praticato dai santi, giudica come mezzo atto ad attrarre
alla fede di Cristo non solo quanto è ad essa contrario, ma anche quanto
in molte occasioni è stato disapprovato e condannato da Cristo. Limite
certo di questo falso zelo è la perdita della fede proprio in coloro che
pretendono di diffonderla in modo tanto strano.
Davanti
a tutti gli uomini
Per
ciò, o confessiamo Cristo davanti a tutti gli uomini, in tutte le
occasioni, senza alcuna sorta di distinzioni o dobbiamo rimanere esclusi
dal regno dei cieli.
Crisostomo
definisce traditore chi ammutolisce quando dovrebbe parlare con queste
parole: Non solo si deve ritenere traditore della sua religione chi la ha
abbandonata apertamente, sostenendo ciò che è falso, ma anche chi non la
confessa pubblicamente, pur sostenendo la verità.
Vi
sono tanti modi di negare Cristo! Vi sono tanti che lo negano per
codardia, per rispetto umano, per paura! Vi sono tanti che pretendono fare
confessioni contrarie senza tenere in mente le chiare parole del
Salvatore! «Chi non è con me è contro di me!»
Rimane
sempre la pace del cuore
Sì,
il Maestro dice ai discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace»; ma
aggiunge: «Non ve la do come ve la dà il mondo». La pace è ordine,
armonia, grazia; è compatibile con dolori, amarezze e persecuzioni;
sussiste anche quando tutto congiura contro i discepoli; è la pace
dell'anima, del cuore, della coscienza, del compimento del dovere, della
ragione che stima e apprezza le cose nel loro giusto valore, della
fortezza che rimane intrepida nella lotta, che non è resa schiava dalle
lusinghe né dalle minacce. Perciò Cristo aggiunge alle parole citate:
"Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore" (Gv 14,
27).
Ho
creduto, perciò ho parlato; un programma di vita
Per
non allontanarsi dal cammino della verità affinché la luce della
giustizia brilli per noi e affinché il sole dell'intelligenza ci
illumini, imitiamo il profeta regale facendo della sua frase il nostro
programma di vita: «Ho creduto, perciò ho parlato», nella speranza che
in noi si compia l'altra frase: «Ma io sono stato sommamente umiliato» (Sal
115, l), perché tali dichiarazioni e tali umiliazioni ci daranno la
fortuna di essere annoverati tra i figli di Dio.
Ricorri
alla Madre di Gesù
Confida
nella protezione della Madre di Dio e chiedila con insistenza e umiltà.
Il
santo Rosario, ben recitato, è un eccellente esercizio di orazione
mentale e vocale.
Nella
vita dei santi, ammira tutto e imita ciò che puoi.
Leggi
il santo Vangelo con venerazione e amore: imparerai lo spirito di Cristo.
Temi
Dio e agisci sempre alla sua presenza. Vivere alla presenza di Dio è
vivere in continua preghiera.
Soffri
per Dio e in silenzio
Senza
croce non avrai la chiave per aprire la porta del cielo.
Non
lagnarti di ciò che soffri: Dio, che ti invia le sofferenze, è un padre
molto amorevole e un medico molto saggio.
Soffri
per Dio e sii certo della ricompensa. Soffri in silenzio e nessuno potrà
toglierti il merito.
Ci
sono imprese che non si possono intraprendere senza una speciale chiamata
di Dio. Se il Signore lo vuole ti darà la grazia e le forze necessarie.
Contro
l'amor proprio devi lottare dalla nascita alla morte.
La
santa croce sia la tua difesa. Un'immagine di Gesù crocifisso è la più
eccellente compagnia che puoi avere; non c'è libro che insegni tanto né
amico che ti dia tanto, quanto un crocifisso.
Non
celebrerai mai bene le grandi feste religiose se, in quei giorni, ti
limiti ad una vita spirituale ordinaria e abitudinaria.
Compi
il tuo dovere e ama il lavoro
Il
primo passo verso la santità sta nel compiere bene i nostri doveri.
Ama
il lavoro e accettalo come legge imposta dal Creatore.
La
semplicità dà molto valore perfino alle azioni più insignificanti.
Non
cercare di apparire quello che non sei né di occultare, con artificio, le
tue virtù e non manifestare, senza discrezione, le tue debolezze.
Chi
pone la sua gioia nel mangiare e nel bere dimostra di dar più valore alle
cose materiali che a quelle dello spirito.
Approfitta
di tutto il tempo che puoi per vivere con te stesso.
Taci
o parla quando Dio e il prossimo lo esigono
È
molto più facile tacere che parlare bene. Quando senti mormorare e non
puoi impedirlo, taci e mostrati contrariato.
Non
tralasciare di parlare quando lo richiedono la gloria di Dio o il bene del
prossimo.
Non
ti scomporre mai, dandoti alla smodata allegria e non renderti arcigno con
una serietà e tristezza fuori posto. Ridere quando non è opportuno è
segno di poco senno.
Sii
orgoglioso nel manifestare l'ammirazione che nutri per i tuoi genitori.
Sii riconoscente e rispettoso verso i tuoi maestri.
Chi
non ama i bambini ha il cuore indurito.
Non
mettere in evidenza la tua autorità.
Soccorri
le necessità altrui
Nessuno,
meglio dei poveri, rappresenta Gesù Cristo. Taglia le tue spese superflue
e potrai soccorrere comodamente molte necessità.
Preferisci
sempre soccorrere le necessità nascoste.
Non
essere prodigo né taccagno. Tutte le volte che puoi, fa' a meno degli
intermediari nel soccorrere il povero.
Rispetta
te stesso e gli altri
Sii
sincero con gli altri, ma non imprudente.
Non
volere ricevere i segreti degli altri; ma se te li confidano, conservali
come deposito sacro.
Tratta
tutti con rispetto. Se sapremo rispettarci, anche gli altri ci
rispetteranno.
La
riconoscenza attira nuovi favori.
Non
è sano chi, guardando gli altri, crede sempre di vederli ammalati.
Per
quanto ti è possibile, pensa bene di tutti. Non giudicare dalle
impressioni.
Non
esigere dagli altri ciò che tu non sei in grado di praticare.
Non
dare facilmente credito a chiunque. Parla sempre bene degli assenti. Non
lamentarti degli altri, se non sono presenti.
Prima
di formulare un giudizio ricorda che, per ciò che dici ora, dovrai essere
giudicato nell'ora del giudizio.
Vedi
negli altri l'immagine di Gesù; così amerai anche i nemici. Non
permettere mai che l'odio entri nel tuo cuore. Perdona generosamente e non
vanagloriarti.
Non
far diventare gli altri vittime delle disgrazie, dei fastidi e dei
dispiaceri che ti affliggono.
Allontana
l'invidia come la più terribile passione. Non lesinare gli applausi
quando sono meritati.
Abbi
una speciale cura nel rendere giustizia ai meriti delle persone dalle
quali sei ritenuto nemico.
Gli
uomini e le donne di Dio sono inconfondibili
Gli
uomini e le donne di Dio sono inconfondibili. Non si distinguono perché
sono brillanti o affascinanti né per la loro forza umana, ma per i frutti
di santità, per ciò che percepivano i discepoli sulla strada di Emmaus,
quando camminavano insieme al Cristo risorto, che non riconoscevano, ma
della cui presenza avvertivano gli effetti.
Lo
spirito di Dio è soave, è spirito di pace, di ordine e così i frutti
dei tralci che stanno uniti alla vite e da essa ricevono la linfa celeste.
Frutti molte volte inapprezzabili esteriormente, che la persona non si
propone in maniera cosciente, ma che sgorgano in virtù della grazia, dal
momento che Dio si serve di un esempio, di una parola, di un'azione
qualunque del suo apostolo, della persona in cui dimora.
Imprescindibile
vivere uniti a Dio
Ciò
che è imprescindibile, assolutamente necessario è vivere uniti a Dio,
essere di Dio. Se studiassimo bene la storia del cristianesimo,
incominciando dalla vita di Cristo, vedremmo tutto diversamente, non
saremmo così umani né porremmo tante speranze nelle cose umane. Quando
si diffonde il cristianesimo? Quando l'unico che lo predicava muore
ignominiosamente, cioè quando umanamente avrebbe dovuto estinguersi.
Quando si moltiplicano i cristiani? Quando gli imperatori li perseguitano,
li sottopongono al martirio e li uccidono. Chi insegna e permette che si
affermino dottrine ammirevoli e una morale sublime? Uomini rozzi, senza
prestigio né autorità.
Una
via solo per noi?
Pensare
che vi sia una via per i santi di altre epoche ed un'altra per noi,
pensare che i santi abbiano dovuto santificarsi in un certo modo, mentre
noi non abbiamo bisogno di tanto, è una illusione che non credo denoti
buono spirito. La via è la croce, il calvario, il sacrificio. Questa la
via che Cristo ha seguito. Pensare che siamo gente privilegiata, che il
Signore porterà in cielo rapidamente, senza bisogno di rinunce, senza
prendere la propria croce per seguire Cristo, è negare la parola
infallibile di Dio, è farci una religione a modo nostro, nella quale la
vanità, l'amor proprio, la comodità e i piaceri umani, per un artificio
che esiste solo nella nostra immaginazione, si armonizzano con il fervore,
l'amor di Dio e la vita soprannaturale.
Siete
giovani, potete conquistare il mondo
Chi
fa la rivoluzione? Chi l'ha fatta in Spagna? Gli studenti, i giovani.
Essi
la prepararono e la portarono avanti. Chi sono quelli che reagiscono? I
giovani. Chi sono i più coraggiosi, intrepidi, temerari e azzardati? I
giovani. Chi sono quelli che hanno ideali, che si dimenticano di se
stessi, che accendono il fuoco? I giovani. [...]
Ora
mi chiederete che cosa potete fare. Voi potete conquistare il mondo, né
più né meno.
Ma
c'è di più. Chi ha fatto quest'Opera così grande? Chi ha vinto le
grandi difficoltà di questa grande impresa? Chi ha diffuso l'Opera? Chi
ha fatto tutto? l giovani.
Quanto
hanno fatto e come lo hanno fatto! Con difficoltà familiari, senza
esperienza, senza mezzi, ancora studenti, quasi non sapendo ciò che
facevano. Se foste come loro, non ci sarebbe più nulla da conquistare.
Voi siete venuti all'Opera quando era già realizzata; siete venuti a
raccogliere frutti, a vivere la vita che loro hanno lasciato. Mi
chiederete ancora che cosa potete fare.
O
gioventù, arma poderosa, braccio quasi onnipotente, forza del mondo!
Ringraziate Dio perché fin dalla giovinezza vi ha chiamato alla lotta,
per farvi difensori dei suoi santi interessi.
Siamo
giovani: possiamo tutto.
Assumere
la critica
Uno
degli ostacoli maggiori per comandare bene è farsi guidare da chi ci
adula.
Una
persona che ama ascoltare chiacchiere, anche se si giustifica dicendo che
cerca di orientarsi, raramente agisce spassionatamente.
Disapprovare,
a parole o con i fatti, chi ci ha preceduto nel comando significa
rischiare di essere, quasi sempre, ingiusti. Quasi sempre chi crede di
circondarsi di un alone di prestigio disprezzando gli altri ottiene un
risultato contrario a quello che si prefigge..
Alterarci,
perché altri criticano il nostro agire, e non approfittare delle critiche
che ci vengono rivolte per correggerci, è amor proprio chiaro e
manifesto.
Attaccarsi
alla propria opinione, sapendo che non è buona, con il pretesto di
mantenere l'autorità, è superbia e ingiustizia.
Dio
detesta l'ipocrisia
Dio
premia la semplicità, la verità, l'umiltà, ma detesta e castiga la
doppiezza, l'ipocrisia e la superbia in chi comanda.
È
facile dirsi umili e manifestare il desiderio di esserlo, ma è molto
difficile la vera pratica di questa virtù.
È
bene chiedere perdono con frequenza, però è ancor meglio operare con
purezza d'intenzione e vigilare su noi stessi.
Dice
il proverbio: «Dimmi di che cosa fai sfoggio e ti dirò di che cosa
manchi». Vigiliamo affinché la nostra condotta non sia a dimostrazione
del proverbio.
Quando
diciamo che di tutto ci si può accusare tranne che di quello, è perché
la passione ci ha resi ciechi.
Se
nostro Signore si comportasse con noi come con i persecutori
dell'adultera, scaglieremmo la prima pietra?
Se
la virtù ci urta e il buon esempio ci esaspera, la nostra infermità
spirituale è grave, urgente è porvi rimedio. |