La
più genuina sintesi del carisma, del dono di Dio per la Chiesa e per il
mondo, ricevuto da chi ben presto definì sé stesso "strumento"
nelle mani di Dio, è condensata in questo breve testo, redatto da don
Pedro Poveda:
"L'Incarnazione
ben intesa, la persona di Cristo, la sua natura e la sua vita offrono a
chi lo comprende, la norma sicura per arrivare ad essere santo con la
santità più vera, rimanendo al tempo stesso umano dell'umanesimo
vero".
Questa
affermazione è inserita nella parte finale, conclusiva, di un breve
scritto del 1915, reso pubblico nel "Bollettino delle Accademie
Teresiane" dell'ottobre 1916 che, riferendosi a Santa Teresa di
Gesù, intendeva spiegare il "carattere eminentemente umano di quella
vita tutta di Dio".
Questa
chiara e forte chiamata alla santità, conseguenza dell'avere ben capito
il mistero dell'Incarnazione del Verbo, che trova nella persona di Cristo
la chiave di una vita "pienamente umana e tutta di Dio",
costituisce il nucleo della spiritualità del sacerdote Pedro Poveda e del
carisma dell'associazione di laici da lui fondata, che è l'Istituzione
Teresiana. Il resto è sviluppo di questo primo e fondamentale pensiero
che presenta, sin da principio, una sottolineatura essenziale. "Fede
e scienza" o "spirito e scienza", "preghiera e
studio", "maestri virtuosi e sapienti", "fede e
cultura" sono alcune varianti del ripetuto binomio povedano, i cui
termini si richiamano tra loro, definito da lui "forma
sostanziale", "dogma" o volontà fondazionale della sua
Istituzione Teresiana. O, detto in altro modo, con parole scritte nel
1932:
"Bisogna
dimostrare con i fatti che la scienza si coniuga bene con la santità di
vita".
Dello
stesso anno, e per gli stessi destinatari, è quest'altra affermazione,
che ripete e sottolinea nell'opuscolo "Hablemos de las alumnas"
pubblicato nel 1933: "Considero un errore la preoccupazione eccessiva
di circondare la giovane studentessa di ogni genere di comodità e di
isolarla da ogni contatto con l'umanità povera e bisognosa per evitarle
sofferenze e dispiaceri. A che cosa servirà, dopo, una giovane educata
così? Quale ruolo avrà nella società, a chi gioverà la sua
cultura?"
Egli
era convinto della responsabilità sociale che comporta un titolo
accademico, e del fatto che i cristiani potevano e dovevano apportare alla
società pluralista contemporanea orientamenti, valori e impegno per la
costruzione di un mondo più umano, più giusto e solidale. Se fece in
modo che gli abitanti delle grotte di Guadix avessero i migliori metodi
pedagogici del momento, era perché, nel suo modo di intendere il rapporto
fede - scienza, soggiaceva un senso di comunione, di solidarietà e di
giustizia capace di incanalare gli sforzi comuni verso un futuro migliore,
più consono con la vera volontà di Dio.
Per
questo motivo lo stile di questa spiritualità si caratterizza per la
semplicità, la gioia, la mitezza, la responsabilità nel lavoro, la
capacità di collaborare e l'esigenza costante nello studio, e ha come
meta la santità più vera.
"Se
sarete donne di fede - diceva alle universitarie - stimerete un
dovere
primario il compimento dei vostri obblighi e uno di essi è lo studio, il
lavoro, il lavoro assiduo che vi rende atte e degne di possedere un titolo
che, se da una parte vi fa accedere a posti sociali di importanza e di
prestigio, dall'altra vi obbliga ad acquisire il bagaglio scientifico
necessario per occuparlo degnamente senza ingannare la società che vi
offre questi posti perché suppone che siate adeguatamente
preparate".
I
numerosi scritti dedicati all'Istituzione Teresiana dal suo fondatore
tracciano, dunque, un itinerario che parte dalla radicalità della vita
cristiana e presenta alcuni aspetti essenziali come il cristocentrismo, la
vita nello Spirito, la solida devozione mariana, il senso profondo di
essere Chiesa, e fa dell'educazione e della cultura, specialmente dei più
poveri un vero segno del Regno di Dio. La sua spiritualità sacerdotale ha
come centro una profonda vita eucaristica dalla quale scaturisce la sua
intensa attività apostolica. L'intimità e la identificazione con Cristo
Crocifisso, la sua carità eroica con tutti, l'umiltà profonda e la
mitezza autentica sono i tratti che caratterizzano questo inconfondibile
uomo di Dio.
E
come sintesi, o come costante atteggiamento, Pedro Poveda sottolinea
l'importanza di bene operare, di essere testimone eloquente dei fatti e
della realtà. Sono del 1935 le affermazioni espresse dall'inizio in
diversi modi: " la verità é nei fatti, non nelle parole, come
diceva San Giovanni: 'Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma
con le opere, perché in questo consiste il vero amore". Le opere,
sì; esse danno testimonianza di noi e dicono con eloquenza incomparabile
quello che siamo".