Durante
questi intensi anni della sua formazione ed esperienza sacerdotale,
attento a grandi e piccoli, prese coscienza dei problemi sociali del suo
ambiente.
In
seguito alla missione predicata nella quaresima del 1902 nelle grotte che
circondano la città di Guadix, aggiunse alle sue attività abituali
quella di promuovere, sia dal punto di vista umano che cristiano, gli
abitanti delle grotte che soffrivano disoccupazione, fame, analfabetismo,
povertà ed abbandono,
e cominciò a stabilire relazioni tra la città e la periferia.
Con
l'aiuto di Enti Pubblici e di alcuni privati in pochi mesi poté costruire
le "Scuole del Sacro Cuore di Gesù", stipendiare i maestri,
dare da mangiare ad alcuni bambini e bambine e aprire scuole serali e
laboratori per adulti, realizzando così un servizio importante di aiuto
umanitario, educativo, e di formazione cristiana e professionale, in mezzo
a questo vasto settore della popolazione, emarginato e privo di mezzi.
Inoltre,
sollecitò l'interessamento delle autorità locali e dei centri di cultura
di Guadix accorciando così le distanze tra gli abitanti della città e
delle grotte, separati da secoli.
Seppero
riconoscergli questo importante ruolo nominandolo "Figlio adottivo
prediletto" e dedicandogli una strada e un bell'album di firme,
"pagato dai giovani del luogo", come è scritto nella dedica.
In
questo periodo si erano già trasferiti a vivere con don Pedro i suoi
genitori e Carlo, il fratello più piccolo. Decisi a rimanere a Guadix,
avevano portato con loro un grande quadro dell'Immacolata che apparteneva
da tempo alla famiglia, davanti al quale, come lui stesso dice, una zia lo
aveva offerto alla Madonna, appena nato, "perché mi benedicesse e
per chiedere che, se non dovevo diventare un buon cristiano, mi togliesse
la vita prima di vedere la luce". Pedro Poveda ebbe sempre un affetto
particolare per quel quadro.
Anche
un altro quadro, quello della Madonna delle Grazie che presiedeva
la Cappella delle Grotte, è rimasto impresso nel suo animo. Nel 1934, due
anni prima della sua morte, lo ricordava in questo modo: "confesso
sinceramente che nel salire alle grotte di Guadix con un gruppo dei miei
seminaristi, non pensavo ad altro che ad una catechesi, che da quelle
visite alla Cappella della Madonna delle Grazie, titolare di quel sacro
luogo, mezzo grotta e mezzo cappella, nacque il progetto delle scuole e
che la vocazione a questo genere di apostolato ebbe lì la sua origine. I
cambiamenti successivi, fino a giungere alla realizzazione della sua
ultima tappa, l'Istituzione Teresiana, sono maturati davanti ad un'altra
immagine della Madonna, nella Santa grotta di Covadonga".