Fondatore  

San Pedro Poveda è il fondatore dell'Istituzione Teresiana, Associazione di laici approvata da Pio XI nell'anno 1924, attualmente presente in 30 Paesi

        

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Un'Opera della Chiesa, aperta al futuro

 

Nel 1921 don Pedro Poveda si stabilì a Madrid, essendo stato nominato cappellano reale.

 

In questa città svolse diversi incarichi: nel 1922 fece parte della Commissione Centrale contro l’Analfabetismo; in questo stesso anno fu nominato arciprete di Vic ed in seguito di Burgo de Osma (Soria), in cambio del suo incarico nella Cattedrale di Jaén, dispensato di risiedervi per poter svolgere il lavoro che gli era stato affidato a Madrid. Dedicò parte della sua attività a consolidare l’Istituzione Teresiana che continuava a diffondersi.

Nel 1919 Maria Josefa Segovia era stata nominata prima direttrice generale, e in quegli anni l’Opera rimase definitivamente configurata nelle sue

finalità e nella sua complessa organizzazione, che comprende, in una sola Istituzione, un nucleo di donne pienamente impegnate nella missione con una donazione totale a Cristo e diverse associazioni cooperatrici.

 

La finalità educativa e culturale ha come base la speciale attenzione alla formazione cristiana, umana e professionale di tutti i membri e come caratteristica principale la presenza nei posti statali.

Ottenuto un considerevole sviluppo geografico e organizzativo, ben definito lo spirito che doveva animarla ed i modi e le forme di realizzare la missione, l'Associazione di Laici "Istituzione Teresiana", fu presentata a Roma da alcuni dei suoi membri per l'approvazione pontificia che ottenne definitivamente con il Breve Inter Frugiferas, del Papa Pio XI, l'11 gennaio 1924.

Aumentando il numero di studentesse e studenti universitari, nella terza decade del secolo XX, don Pedro Poveda si interessò vivamente a questo settore. Aprì nuove residenze e creò Associazioni come la Lega Femminile di Orientamento e Cultura; prestò continua attenzione al movimento culturale e partecipò, come uno dei principali promotori, al progetto di creare una Università Cattolica nella Spagna, secondo lo stile di quelle che si stavano fondando in diversi paesi europei. Nel 1930 si rivolgeva in questo modo alle universitarie presentando loro l'aspetto più genuino del carisma dell'Istituzione Teresiana: "Nel nostro programma, dopo la fede, o meglio, insieme alla fede, poniamo la scienza. Siamo figli del Dio delle Scienze, di cui dice la Sacra Scrittura 'Deus Scientiarum, Dominus est'. L'autore della fede e della scienza è uno solo, Dio; ed il soggetto della fede e della scienza è la creatura umana. Così come l'altro giorno vi dicevo che dovette essere donne di grande fede, di fede viva, di fede vissuta, e vi chiedevo di non dire mai: non più fede, così vi dico oggi: desiderate la scienza, impegnatevi per acquistarla e non stancatevi mai, né dite mai: non più scienza. La molta scienza porta a Dio, la poca ci separa da Lui".

 

Educatore di vita cristiana e dei rapporti tra fede e scienza, uomo di profonda preghiera e solidale con i più bisognosi, era convinto che i cristiani dovevano contribuire col loro sforzo alla costruzione di un mondo migliore e più fraterno per tutti, motivo per cui favorì la presenza di uomini e donne di fede in diversi ambiti culturali e della società.

 

Collaborò alla fondazione dell'Opera del Divino Maestro che riuniva educatori; lavorò attivamente nell'Azione Cattolica come Consigliere Nazionale dei Padri di Famiglia e per speciale incarico del Cardinale Primate, come organizzatore dei Giovani Studenti Universitari; fu uno dei soci fondatori della F.A.E. (Federazione di Amici dell'Insegnamento); organizzò settimane ed incontri pedagogici; fece parte del Consiglio di Redazione della rivista "Atenas"; sviluppò piani per l'apertura di scuole nelle zone rurali più abbandonate e favorì la collaborazione di maestre dell'Istituzione Teresiana nelle missioni popolari, promosse dall'episcopato, per gli emigrati spagnoli nel sud della Francia. Inoltre, dal 1930 appartenne alla "Fraternità del Rifugio" che prestava soccorso a poveri, vagabondi e malati.

Considerato uomo prudente e di pace, di virtù solida e buon consigliere, di carità eroica, semplice, uomo di dialogo e profondamente umile, don Pedro Poveda seppe offrire la sua matura esperienza a giovani sacerdoti, religiosi e secolari, alcuni dei quali iniziatori di opere che si consolidarono successivamente, che ricorrevano a lui in cerca di orientamenti, suggerimenti, appoggi.

 

"Tutti dobbiamo cooperare"; "C'è posto per tutti, posto per ognuno e campo di azione dove poter lavorare"; sono frasi dei suoi primi scritti il cui contenuto seppe sempre tradurre in pratica, e che spiegano e danno senso pieno al suo costante atteggiamento di collaborazione.

Anche senza far parte degli organismi direttivi dell'Istituzione Teresiana, negli ultimi anni della sua vita, si dedicò intensamente, da fondatore, ad aprire nuovi campi ai diversi aspetti della sua missione, a dare impulso a quest'Opera che esprimeva nella Chiesa un carisma molto nuovo ed efficace, ed ad assumere gli accorgimenti necessari per impedire che il tempo o le diverse circostanze potessero farle perdere la propria identità.

"L'Opera deve essere ora e sempre come è stata pensata fin dal principio - diceva. Santità più che mai; virtù solide a costo della vita". E si rafforzava in ciò che era stato detto poco dopo l'approvazione pontificia dell'Istituzione Teresiana: "'Pia Unione Primaria'. Un'Associazione minima nell'ordine canonico, ma quanto è grande la loro missione! quanta santità si chiede loro! ".

Con la chiara coscienza dell'universalità di questo carisma incoraggiò anche l'espansione geografica dell'Opera, intensificando le relazioni con organizzazioni internazionali e iniziando la presenza dell'Istituzione Teresiana fuori dalla Spagna: in Cile nel 1928 e poco dopo in Italia nel 1934.

 

   Cappellano reale
     Josefa Segovia
Primo stemma dell'IT
San Pedro Poveda a Madrid

 

 

 

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