missione
con una donazione totale a Cristo e diverse associazioni cooperatrici.
La
finalità educativa e culturale ha come base la speciale attenzione alla
formazione cristiana, umana e professionale di tutti i membri e come
caratteristica principale la presenza nei posti statali.
Ottenuto
un considerevole sviluppo geografico e organizzativo, ben definito lo
spirito che doveva animarla ed i modi e le forme di realizzare la
missione, l'Associazione di Laici "Istituzione Teresiana", fu
presentata a Roma da alcuni dei suoi membri per l'approvazione pontificia
che ottenne definitivamente con il Breve Inter Frugiferas, del Papa Pio XI,
l'11 gennaio 1924.
Aumentando
il numero di studentesse e studenti universitari, nella terza decade del
secolo XX, don Pedro Poveda si interessò vivamente a questo settore.
Aprì nuove residenze e creò Associazioni come la Lega Femminile di
Orientamento e Cultura; prestò continua attenzione al movimento culturale
e partecipò, come uno dei principali promotori, al progetto di creare una
Università Cattolica nella Spagna, secondo lo stile di quelle che si
stavano fondando in diversi paesi europei. Nel 1930 si rivolgeva in questo
modo alle universitarie presentando loro l'aspetto più genuino del
carisma dell'Istituzione Teresiana: "Nel nostro programma, dopo la
fede, o meglio, insieme alla fede, poniamo la scienza. Siamo figli del Dio
delle Scienze, di cui dice la Sacra Scrittura 'Deus Scientiarum, Dominus
est'. L'autore della fede e della scienza è uno solo, Dio; ed il soggetto
della fede e della scienza è la creatura umana. Così come l'altro giorno
vi dicevo che dovette essere donne di grande fede, di fede viva, di fede
vissuta, e vi chiedevo di non dire mai: non più fede, così vi dico oggi:
desiderate la scienza, impegnatevi per acquistarla e non stancatevi mai,
né dite mai: non più scienza. La molta scienza porta a Dio, la poca ci
separa da Lui".
Educatore
di vita cristiana e dei rapporti tra fede e scienza, uomo di profonda
preghiera e solidale con i più bisognosi, era convinto che i cristiani
dovevano contribuire col loro sforzo alla costruzione di un mondo migliore
e più fraterno per tutti, motivo per cui favorì la presenza di uomini e
donne di fede in diversi ambiti culturali e della società.
Collaborò
alla fondazione dell'Opera del Divino Maestro che riuniva educatori;
lavorò attivamente nell'Azione Cattolica come Consigliere Nazionale dei
Padri di Famiglia e per speciale incarico del Cardinale Primate, come
organizzatore dei Giovani Studenti Universitari; fu uno dei soci fondatori
della F.A.E. (Federazione di Amici dell'Insegnamento); organizzò
settimane ed incontri pedagogici; fece parte del Consiglio di Redazione
della rivista "Atenas"; sviluppò piani per l'apertura di scuole
nelle zone rurali più abbandonate e favorì la collaborazione di maestre
dell'Istituzione Teresiana nelle missioni popolari, promosse
dall'episcopato, per gli emigrati spagnoli nel sud della Francia. Inoltre,
dal 1930 appartenne alla "Fraternità del Rifugio" che prestava
soccorso a poveri, vagabondi e malati.
Considerato
uomo prudente e di pace, di virtù solida e buon consigliere, di carità
eroica, semplice, uomo di dialogo e profondamente umile, don Pedro Poveda
seppe offrire la sua matura esperienza a giovani sacerdoti, religiosi e
secolari, alcuni dei quali iniziatori di opere che si consolidarono
successivamente, che ricorrevano a lui in cerca di orientamenti,
suggerimenti, appoggi.
"Tutti
dobbiamo cooperare"; "C'è posto per tutti, posto per ognuno e
campo di azione dove poter lavorare"; sono frasi dei suoi primi
scritti il cui contenuto seppe sempre tradurre in pratica, e che spiegano
e danno senso pieno al suo costante atteggiamento di collaborazione.
Anche
senza far parte degli organismi direttivi dell'Istituzione Teresiana,
negli ultimi anni della sua vita, si dedicò intensamente, da fondatore,
ad aprire nuovi campi ai diversi aspetti della sua missione, a dare
impulso a quest'Opera che esprimeva nella Chiesa un carisma molto nuovo ed
efficace, ed ad assumere gli accorgimenti necessari per impedire che il
tempo o le diverse circostanze potessero farle perdere la propria
identità.
"L'Opera
deve essere ora e sempre come è stata pensata fin dal principio - diceva.
Santità più che mai; virtù solide a costo della vita". E si
rafforzava in ciò che era stato detto poco dopo l'approvazione pontificia
dell'Istituzione Teresiana: "'Pia Unione Primaria'. Un'Associazione
minima nell'ordine canonico, ma quanto è grande la loro missione! quanta
santità si chiede loro! ".
Con
la chiara coscienza dell'universalità di questo carisma incoraggiò anche
l'espansione geografica dell'Opera, intensificando le relazioni con
organizzazioni internazionali e iniziando la presenza dell'Istituzione
Teresiana fuori dalla Spagna: in Cile nel 1928 e poco dopo in Italia nel
1934.