Fede e scienza  

San Pedro Poveda è il fondatore dell'Istituzione Teresiana, Associazione di laici approvata da Pio XI nell'anno 1924, attualmente presente in 30 Paesi

        

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Il compimento della missione: fede e scienza

Quindi, voi, mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la scienza, alla scienza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà (2 Pt 1,5-6).

Prima la fede, senza la quale non vi è salvezza possibile; poi, o meglio detto, con la fede, la virtù; perché se questa è viva, opera, e le sue opere sono virtù.

Si deve aggiungere anche la scienza, perché la missione la esige: non potrai insegnare se non la possiedi.

Questo "voi" con cui san Pietro inizia il versetto 5 sembra specialmente rivolto a coloro che professano l'insegnamento; e la frase «mettete ogni impegno» denota la diligenza con la quale essi devono acquisire la fede, la virtù e la scienza. [...]

 

La fede dei primi cristiani

Dovete acquisire lo spirito di fede che conferisce serenità alle azioni, serietà alla vita, esemplarità alle abitudini, un salutare timore allo spirito, saggezza e misura alle conversazioni, rettitudine e chiarezza ai pensieri, applicandovi a tutto con molta attenzione è con la maggior diligenza possibile. È proprio in ciò vi dovete distinguere: la maggior parte delle persone non pone un reale impegno nell'acquisire lo spirito di fede, voi, invece, [...] dovete confessare la stessa fede di tutti coloro che si dicono cristiani, ma in maniera ben diversa. Così la fede dà frutto e produce virtù. Noi crediamo le stesse verità che credevano gli apostoli, i martiri e i primi cristiani; professiamo lo stesso credo, ma, purtroppo, la nostra fede non ha meritato ancora il premio di quella di coloro che Gesù sanò e dei quali lodò pubblicamente la fede come causa dei suoi miracoli.

 

Fede con opere.

Aggiungendo alla vostra fede, virtù.

Così deve essere se la fede è vera, perché il segreto della santità dei primi cristiani non sta nella differenza di epoca, nella diversità di clima, nella differenza di persecuzioni o nella miglior natura, ma nella fede viva che generava la carità e dava i suoi frutti naturali, le virtù. Virtù eccelse in mezzo ai costumi pagani, mantenute salde con l'eroismo che si spiega soltanto con la fede.

 

E alla virtù, scienza.

[...] Dovrebbe essere tale da non essere superati da nessuno nel sapere o nell'arte di rendere piacevole lo studio e di inculcare amore per la scienza, il cui autore è Dio, sapienza infinita, al quale tanto più assomigliamo quanto più verità conosciamo. Quale maggior esercizio di virtù della perseverante e metodica fatica che vi è affidata? Come potrete dar più gloria a Dio e alla vostra Istituzione? Come potrete trovare un modo migliore di santificare i giovani? [...] E per il futuro! Se formate, grazie alla vostra scienza rigorosa ma accessibile, generazioni di maestri che, imitando il vostro esempio, dimostreranno amore allo studio e all'insegnamento, non sarà fruttuoso il vostro apostolato?

 

E alla scienza, temperanza.

Sì, temperanza; perché se manca questa virtù, tutto è affidato alla sensibilità. [...] Purezza di cuore, rettitudine di intenzione, vita razionale e sobria, che è trasparente ed edifica; dà ai giovani meriti straordinari e li libera da grandi mali.

 

E alla temperanza, pazienza.

È superfluo commentare questa frase, poiché la necessità della pazienza in chi educa è fuori dubbio. Se l'educazione deve essere così perfetta come la desideriamo e se tutto deve essere fatto per Dio e per la sua gloria, di quanta riserva di pazienza avremo bisogno! L'educatore deve essere padrone di sé e, secondo la frase dello Spirito Santo, nella pazienza possederemo le nostre anime. Di solito accade che la riserva di pazienza è minore quanto maggiori sono i nostri difetti e, se questi sono tanti, meno ancora si sopportano quelli del prossimo, specialmente dei subordinati.

Ciò senza contare la quantità di pazienza di cui abbiamo bisogno non per sopportare, correggere ed educare il prossimo, ma per educare noi stessi e sopportare i nostri difetti.

 

E alla pazienza, pietà.

Nella frase dello Spirito Santo «la pietà è utile per tutto» (l Tm 4,8). Come potrebbe non esserlo nell'esercizio della vostra professione? Pietà solida, tranquilla, amabile, severa, dolce, pacifica, opportuna, prudente, senza ridicolaggini o bigotteria, senza petulanza né esigenza, senza toni bruschi né baccano, a tempo debito, sempre in sintonia e d'accordo con l'azione, la persona e il luogo. Infine, la pietà, frutto dell'amor di Dio, perché se nasce da lì non le mancherà e non le avanzerà nulla.

 

Studiare, apprendere, insegnare

Dovrebbe essere superfluo l'esame sullo studio e sulla cultura in un'Istituzione la cui arma principale per svolgere il proprio apostolato è la scienza.

Grazie a Dio, vi sono molte associazioni che si santificano pregando, visitando i malati, curandoli; proteggendo i bambini, accogliendo giovani ed esercitando la carità in diversi modi. I rispettivi mezzi di tali forme di apostolato sono molto diversi e se queste persone, dopo averne scelto uno, si servissero di un altro diverso da quello scelto, farebbero male e causerebbero danni, con discredito della vocazione e della propria associazione.

Dopo la preghiera, non vi è nulla di più chiaro, di più ripetuto e raccomandato nell'Istituzione dello studio; ma, forse, sarà necessario incidere in una lapide, da collocare in ogni nostra casa, queste parole: «I membri dell'Istituzione devono santificarsi studiando, apprendendo e insegnando».

 

Nessuno si consideri esonerato. C'è chi si ritiene esonerato da quest'obbligo, perché crede di essere talmente inadatto allo studio, da ritenere inutile il proprio impegno. Non lo è, da nessun punto di vista.

Se pure è sincero chi la pensa così, tenga, però, presente che non gli si chiede più di quanto sia in grado di fare, né gli si esige qualcosa che superi la sua volontà. Se non è sincero, ma vuole ingannarsi e ingannare per liberarsi da una fatica, manca al proprio dovere.

Se è così superbo che, per il fatto di non riuscire ad arrivare dove arrivano gli altri, vuole smettere di fare il proprio dovere, manca doppiamente.

Ciascuno ha le proprie capacità; non esiste società in cui tutti i membri siano ugualmente dotati, ma tutti possono essere utili.

 

Si faccia ricorso ai migliori maestri

Si faccia ricorso ai migliori maestri per imparare il più possibile, nel modo migliore e nel minor tempo possibile, per [...] essere idonei al lavoro loro affidato.

Non riesco a credere che [i membri dell'Opera], consapevoli dell'importanza, per la gloria di Dio, di quanto detto sinora, smetterebbero di essere studiosi e colti.

Si insista molto sulla necessità di questi strumenti per il compimento dei fini istituzionali ai quali il Signore subordina le grazie per santificarsi e santificare.

 

Scienza.

Nel nostro programma, dopo la fede, anzi, con la fede, mettiamo la scienza. Siamo figli del Dio delle scienze, del quale la Sacra Scrittura dice: «Deus scientiarum Dominus est». L'autore della fede e della scienza è uno solo, Dio, e il soggetto della fede e della scienza è la creatura umana. Come vi dicevo, l'altro giorno, di essere persone di molta fede, di fede viva, di fede vissuta e di non dire mai: basta fede, così oggi vi dico di desiderare la scienza, di cercarla, di acquisirla, di lavorare per raggiungerla, di non stancarvi mai e di non dire mai: basta scienza. Molta scienza conduce a Dio, se è poca ci allontana da lui, disse un saggio.

 

Sradicate i luoghi comuni

A forza di ascoltare menzogne, e vivendo in quest'epoca di idee confuse e di falsità di ogni tipo, senza protestare, subiamo gli attacchi alle nostre convinzioni e accettiamo, in nome della scienza, le argomentazioni contro la nostra fede; permettiamo che si accusi la Chiesa, nostra madre amatissima e sposa di Cristo, come nemica della scienza, che ci sia (come dice il modernismo) un dualismo all'interno della stessa personalità -la personalità religiosa e quella scientifica - e, persino, che si pretenda che le donne non approfondiscano le conoscenze in campo scientifico, perché non diminuisca in loro la pietà. Tutto questo è assurdo, eretico, assolutamente falso, inganno gratuito di coloro che hanno paura della vera scienza e sfruttano quella falsa per sedurre gli incauti.

Voi, convinti della falsità di questi luoghi comuni troppo volgari e privi di credibilità, dovete difendere, come uno dei punti principali del vostro programma, l'amore alla scienza, la necessità della scienza, per poter essere utili, in futuro, alla società nell'esercizio della professione.

 

Competenza professionale

Comprendete l'importanza che ha il constatare che gli insegnanti più attivi, competenti e preparati sono quelli più virtuosi e che hanno la fede più viva? Avete un'idea del danno che produce il constatare che i più ignoranti, quelli che tralasciano le lezioni, che studiano meno, che non vivono il loro lavoro come una vocazione, sono quelli che si ritengono i più devoti, che passano per tali e che si risentono se non vengono ritenuti tali? La mia affermazione sarà dura, ma non esito a farla. Se non edificate per la vostra scienza, il vostro studio e il vostro sapere, si dovrà dubitare della vostra virtù, temere per la vostra fede e negare il vostro spirito teresiano.

 

Vangelo e preparazione culturale

Preparazione idonea alla missione

[I membri dell'Opera] per compiere la loro missione hanno bisogno di virtù e scienza e, se manca l'una o l'altra, risultano non idonei a portare a compimento la missione.

La vostra scienza farà emergere la vostra virtù.

Se conosceste i frutti che la scienza produce per la santificazione del prossimo, nell'acquisirla, mettereste un impegno pari al vostro zelo per la loro salvezza.

La cultura è un'arma potente per dominare chi non distingue né apprezza la virtù, perciò, chi non cerca di acquisirla rinuncia ad un'arma insostituibile per attrarre quel tipo di persone.

L'amore allo studio e l'impegno per acquisire la scienza sono direttamente proporzionali all'amore all'Opera e allo zelo per il suo buon nome.

Le vostre virtù assumono un rilievo straordinario per gli alunni e per la società, se in essi si riconosce un certo livello intellettuale.

 

Il sacro dovere dello studio

Cade in errore chi tralascia lo studio con estrema facilità, convinto che questa omissione non costituisca una mancanza al proprio dovere.

Chi, con il pretesto di amare la virtù e con l'ansia di raggiungerla, dimentica di acquisire la scienza, non soddisfa uno dei principali doveri del proprio stato.

Quando si ha tempo per tutto tranne che per lo studio e per il lavoro intellettuale, si lascia incompleto il lavoro della scuola.

Se si studia, si spiega, si tengono conferenze, si scrive per Dio, allora si studierà, si spiegherà, si terranno conferenze e si scriverà bene.

 

Dialogo e scambio

Gli [insegnanti] di livello superiore sono obbligati, almeno per il decoro dell'Istituzione, a scrivere, consigliare e istruire i docenti su quanto riterranno utile per ottenere i migliori risultati nella preparazione degli alunni.

Se ciascuno, ogni mese, si imponesse il sacrificio di presentare un'iniziativa relativa all'educazione intellettuale, potremmo fare un lavoro migliore.

Lo scambio tra gli alunni [...] potrebbe essere un eccellente stimolo per lo studio e un mezzo molto appropriato per favorire la socializzazione e l'amicizia tra di loro.

 

Ampliamento culturale

Dovete anche organizzare un certo ampliamento culturale nei corsi per adulti e con l'aiuto degli ex alunni; corsi brevi e discipline sociali, sono molto utili alle persone di questi corsi.

Le cooperatrici tecniche dell'Istituzione potranno darvi un grande aiuto nell'organizzare e sviluppare le attività di cui si è detto.

Se quelli, che devono vegliare sul buon nome dell'Opera loro affidata, trascurano in maniera deplorevole quanto si riferisce alla cultura, contribuiscono, senza volerlo, al discredito dell'Istituzione e la snatureranno.

Dove è necessario correggersi in merito all'educazione intellettuale, si intervenga senza indugio.

 

Seguire il movimento intellettuale

Se vi interessasse il movimento intellettuale del mondo e desideraste essere aggiornati sul progresso dell'epoca, per il bene dell'Opera e degli alunni, mettereste autentico impegno nell'acquisto di libri e riviste, grazie ai molti mezzi che stanno a vostra disposizione.

Se ci fosse un reale impegno a che il nostro «Bollettino» diventi una pubblicazione degna di chiamarsi teresiana, ciascuno, anche a costo di sacrifici, aiuterebbe con quanto di meglio sa e può scrivere.

Quando non si vede amore per i libri e per le riviste, impegno nell'acquisire materiale didattico, nel fare viaggi di studio, nell'indire conferenze e attività letterarie è segno evidente che nell'Opera non vi sono persone coscienti della propria missione e che è venuto meno il suo spirito.

Senza pedanteria né stravaganze, con l'esempio, dovete entusiasmare i vostri alunni alle conversazioni scientifiche e letterarie le quali, al di là della loro utilità, liberano la gioventù da molti mali.

 

Opera di cultura, non di beneficenza

lo vorrei che consideraste lo studio come uno dei vostri principali doveri.

Siete venute ad un'Opera di cultura, non di beneficenza o di lavoro manuale.

Bisogna dimostrare con i fatti che la scienza si sposa bene alla santità di vita.

Bisogna dimostrare con i fatti che è falsa e settaria l'affermazione di coloro che pongono in conflitto religione e scienza.

Nel vostro logo si legge: «Deus scientiarum Dominus est». Accanto al grande mistero della fede, nel vostro logo c'è il riquadro in cui è simbolizzata la scienza.

Quante virtù potrete praticare con lo studio e da quanti difetti esso vi libererà.

Lo studio, per voi, non è qualcosa di buono, utile, vantaggioso; è qualcosa di necessario e indispensabile.

Farne a meno equivarrebbe a mutilare la vostra Opera.

Vi si ordina di studiare; vi si richiede lo studio; senza non potrete assolvere la vostra missione.

È dovere di giustizia. L'Istituzione si occupa totalmente di voi, ma dovete darle ciò che essa esige da voi.

Voi studiate per Dio, a causa di Dio, per la sua gloria, per farvi santi e per salvare anime, per dare gloria alla Chiesa, per strappare anime al nemico, per compiere la volontà di Dio, per essere fedeli alla vostra vocazione, per non rendervi indegni del nome che portate. [...]

Temo molto che non prendiate lo studio nel senso che ho esposto; e i miei timori nascono dal vedere che in questo aspetto non raggiungete l'ideale teresiano; poiché non posso credere che vi manchi il desiderio di fare la volontà di Dio, poiché io, che vi vedo così ferventi, non posso sospettare che non arriviate dove dovete per mancanza di abnegazione e di sacrificio, devo trarre questa conclusione: essi non sono come li desideriamo perché non sono riusciti a capire bene ciò che lo studio è per loro [i membri dell'Opera]; non è mancanza di volontà, di desiderio o di virtù; manca la conoscenza del tema. In al- tre parole, non hanno dato allo studio la rilevanza che ha.

 

Spirito e scienza, forma sostanziale dell'Istituzione

Per me è fuori dubbio che lo spirito occupa il primo posto nell'Opera; e non solo è il primo, ma è anche l'essenziale, ciò per cui l'Opera deve vivere, deve esistere e deve essere un'opera di apostolato. Accanto allo spirito, io pongo la scienza; e ritengo che spirito e scienza siano la forma sostanziale dell'Istituzione, cioè, quello per cui è ciò che è e non una cosa differente, migliore o peggiore.

Ritengo un errore quanto va contro questa unione di virtù e scienza; chiunque non è di questo parere non comprende che cosa è l'Opera. [...] Entrambe, la virtù e la scienza, devono essere solide e robuste.

Temo molto che, dopo avervi raccomandato tanto quest'idea fondamentale, dopo aver scritto tanto su questo argomento e dopo averlo espresso verbalmente in tante occasioni, questa non sia per voi una verità assoluta; temo perfino che pensiate si possa realizzare l'Opera senza scienza, anzi che qualcuno arrivi a pensare che si debba realizzare senza tanta scienza.

 

Necessità dei tempi

È necessità dei tempi; e se siete venute alla Chiesa per difendere i suoi sacri diritti, bisogna impugnare le armi della cultura e andare lì dove ci convocano per combattere e vincere, in nome della fede, con le armi della scienza. [...] Non perseguite altro scopo che condurre a Cristo i giovani che studiano, quindi il vostro strumento è la scienza; e poiché Dio nostro Signore vuole così, farà in modo che i vostri sforzi diano frutto, ma solo quando impiegherete il mezzo specifico al quale vi siete consacrati. Sono certo che, se l'Istituzione non cammina per queste vie, se in essa si spegne la luce della scienza, potrà essere un'altra cosa, un'altra associazione, buona e utile, ma non avrà la fisionomia che avrebbe potuto avere rimanendo fedele all'ideale che fu all'origine della sua fondazione. Se ci fosse almeno un'altra Opera che potesse sostituirla! Ma al momento non la vedo. Nostro Signore potrà certamente ispirarla e realizzarla, ma [...] non sarà forse volontà di Dio che sia questa nostra, e non un'altra, a realizzare questo apostolato? Mi preoccupa pensare che voi possiate non essere persuasi di quanto vi dico a proposito; perché se fossi sicuro che voi pensate e sentite come me su questo punto, ho una tale stima di voi che non avrei alcun dubbio che nemmeno i maggiori sacrifici sarebbero sufficienti a farvi retrocedere sulla via della cultura.

 

 

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