Imitate
la vita dei primi cristiani
In
molte occasioni vi ho detto, e ora ve lo ripeto, che [un perfetto membro
dell'Opera] altro non è che un perfetto cristiano. Da questa affermazione
nasce il mio impegno a che conosciate quale era la vita dei primi
cristiani, affinché la imitiate alla perfezione. Siccome questa vita è
ben descritta negli Atti degli Apostoli, mediteremo oggi uno dei molti
insegnamenti contenuti in questo libro sacro.
Il
versetto 42 del capitolo 2 ci offre materia abbondante, perché, in poche
parole, ci viene detto quanto dobbiamo sapere e praticare per condurre una
vita perfetta. Per tale vita, secondo Comelio Alapide, sono necessarie tre
cose: luce, alimento e respirazione. [...]
La
dottrina apostolica è luce per l'anima, perciò a più dottrina più
luce. Chi ha più bisogno di luce celeste di coloro che, per professione,
debbono insegnare dalla cattedra con la parola e con l'esempio? Chi ha
più bisogno di luce di coloro che debbono vivere in mezzo al mondo, per
dissipare le sue tenebre e illuminare chi sulle tenebre si adagia?
Non
vivete in tempi migliori
Perché
se quei primi cristiani avevano bisogno di risplendere in mezzo ad una
società pagana e incredula, voi non vivete in tempi migliori né siete
esonerati dallo stesso obbligo. Se già allora si falsava la dottrina e si
adulteravano gli insegnamenti di Cristo, ora la falsificazione è più
accorta e con maggiore inganno si adulterano gli insegnamenti del
Salvatore. Se allora, per liberarsi dagli errori e dai sofismi erano
necessari la lezione costante, lo studio assiduo della verità, ora avete
bisogno di ricevere queste lezioni e di apprendere gli insegnamenti della
stessa verità per non incorrere in errori più arguti e più mascherati.
[...]
D'altronde
i vostri errori, non per malizia - neppure a pensarlo - ma per ignoranza,
che per negligenza si può avere, i vostri errori hanno conseguenze
incalcolabili e possono essere occasione di danno, poiché, dovendo voi
insegnare a chi un giorno dovrà insegnare, il danno avrebbe una
estensione incalcolabile. Se voi, invece, studiate e apprendete la
dottrina di Cristo, perseverando nell'ascolto e nella sequela di quella
degli apostoli, la vostra fede illuminata, la vostra luce, illuminerà
molte esistenze. [...]
La
comunicazione del pane
Perseveravano
anche «nella comunicazione della frazione del pane» (At 2, 42)
Per
ciò avevano una vita tanto esuberante quei primi cristiani.[...]
Senza
questa comunicazione, come avrebbero potuto mantenersi saldi nelle
persecuzioni, davanti alle lusinghe, nelle lotte con il demonio e la
carne?
La
storia delle vostre comunioni è la storia della vostra vita; i vostri
trionfi, il vostro fervore, il vostro zelo sono condizionati alla vostra
vita eucaristica. Se entrate dentro di voi e riflettete, scoprirete nel
tabernacolo il perpetuo miracolo del progresso dell'Opera e della
perfezione dei suoi membri.
In
quei posti dove [i membri dell'Istituzione] stimano, come merita, il
tesoro del proprio tabernacolo, nessuna difficoltà è insuperabile,
nessun problema insolubile; non manca la pace, non manca mai l'unione
fraterna, non si conosce la tristezza che distrugge, il lavoro non è
fatica; tutto è in ordine, si trova tempo per tutto, non ci sono
lamentele né mormorazioni, non c'è indisciplina né insuccesso.
Perseveranti
come loro... E perseveravano nella preghiera.
[...]
Quando guardiamo [un membro dell'Opera] mentre agisce e osserviamo come si
muove, come parla, come guarda, come dà le sue lezioni, come orienta,
come educa, come cammina, come veste, come scrive, come fa tutto, possiamo
dire se è o no anima di preghiera.
Questo
respiro dell'anima produce tali effetti, genera una tale vita da non poter
essere confusa con altre. Quando esaminiamo il suo comportamento in
situazioni difficili, in momenti di dolore, in avvenimenti inaspettati,
possiamo, a giudicare dalle soluzioni che dà, dal suo coraggio, dalla sua
fortezza, dalla serenità e dalla sua saggezza, dire se è o no anima di
preghiera, perché le riserve e le difese che fornisce la preghiera sono
inconfondibili. Bisogna sapere, però, che questi effetti non li produce
la preghiera di un giorno, di un momento di fervore, ma la preghiera
perseverante, quella che facevano i primi cristiani quando seguivano le
istruzioni del divino Maestro e gli insegnamenti degli apostoli.
Dar
sapore a tutta la vita in ogni luogo.
Voi
siete il sale della terra.
Se
il sale diventa insipido come gli si ridarà sapore? Non serve a nulla, se
non a essere scaraventato a terra e pestato dalla gente (Mt 5, 13).
Il
sale dà sapore a quanto è insipido. Questa è la missione [del membro
dell'Istituzione]: dar sapore a quanto è insipido ovunque vada, nel posto
dove vive, alle persone con cui viene in relazione. Rendere piacevole la
vita; fervorosa e degna di essere amata la virtù, leggera la penitenza,
non opprimente la sofferenza. Deve lavorare in modo tale, esprimersi in
modo tale, agire sempre con tanto spirito buono, relazionarsi con il
prossimo con tale compiacenza, regalargli tali consolazioni, offrire alla
sua anima tali convinzioni da insaporire tutta la sua vita.
L'Opera
che realizziamo è
identica a quella dei primi cristiani
L'opera
di apostolato che vogliamo realizzare deve essere identica a quella che
pensarono i primi cristiani e i mezzi devono essere quelli di cui essi si
sono serviti, a costo di essere ritenuti pazzi e di attrarre su di noi
l'odio del mondo. Perciò, se nella nostra Opera si volesse prescindere,
anche solo in parte, dall'elemento soprannaturale e, sotto questo o quel
pretesto, si volesse sostenerla e garantirla con mezzi umani, cercando la
sicurezza nel talento, nelle ricchezze, nel favore altrui, nella prudenza
della carne, le si farebbe perdere la sua autentica impronta, e noi stessi
perderemmo la nostra identità se accettassimo tali innovazioni.
I
mezzi, gli stessi La nostra dottrina deve essere sempre quella insegnata
da Cristo, trasmessa dai suoi apostoli e diffusa dalla Chiesa, sua
depositaria in terra. Nella nostra santificazione, alla quale aspiriamo, e
in quella del prossimo, che desideriamo vedere, partiamo sempre dalla
grazia di Dio, come principio, e ci sforziamo di vederlo e goderlo in
cielo, come fine ultimo, dopo averlo servito e glorificato sulla terra. I
mezzi, più o meno appropriati e accettabili, devono essere quelli che ci
ha lasciato Cristo: la preghiera, la penitenza, i sacramenti,
l'abnegazione, il lavoro, la sottomissione, il rispetto delle leggi.
Il
sale cauterizza
Il
sale cauterizza quanto è corrotto. Questa virtù amabile è il rimedio
migliore, il più dolce, quello che cicatrizza subito le ferite. Questo
fuoco della carità, dell'amore di Dio purifica quanto tocca.
Il
sale per cauterizzare deve sciogliersi; ciò equivale a distruggersi per
il bene del prossimo e questo sacrificio non può rimanere senza
ricompensa. Questa delicatezza nell'esercizio del nostro zelo apostolico
non irriterà il nostro prossimo, non provocherà la sua collera, sarà un
rimedio così dolce da non suscitare proteste nel paziente. C'è, però,
da tener presente che, come il sale non produce alcun risultato benefico
se non distruggendosi, così non si possono cauterizzare le piaghe e le
ferite dell'umanità senza l'abnegazione, il sacrificio, il proprio
martirio, la propria immolazione. [...]
Preserva
dalla corruzione
Il
sale preserva dalla corruzione. Dove si pone il sale non può esserci
corruzione. [...] Il nostro esempio, per opera della grazia di Dio, deve
avere una forza tale da non permettere a nessuno di sottrarsi al nostro
influsso. Devono essere tali la nostra semplicità e la nostra trasparenza
da indurre quanti ci circondano a ritenersi sufficientemente forti da
imitarci. Dovete essere così umili e vantarvi tanto del favore che Dio vi
concede da spianare a tutti la strada dell'imitazione. Allora il vostro
esempio e le vostre parole serviranno a salvare dalla corruzione quanti
avvicinerete.
Non
essere più sale è non compiere la missione
[Il
membro dell'Opera] non è più sale della terra, e quindi non produce gli
effetti citati, quando perde la sua virtù caratteristica; cioè quando
l'elemento soprannaturale, lo spirito di fede, di zelo, l'opera di
apostolato si snatura, si contamina dell'elemento umano, mistifica quanto,
dall'inizio alla fine, è opera della grazia. La sua virtù, tutta la
fecondità del suo apostolato è in Cristo e quando si separa da Cristo,
per porre la sua fiducia nelle creature, nei mezzi e nelle capacità
umane, la sua non è più opera di apostolato, è, invece, un lavoro
naturale, più o meno valido davanti a tutti, secondo le capacità di chi
opera, ma senza alcun valore in rapporto alla vita eterna. Così, come il
sale che non serve a salare a nulla serve, chi non compie la sua missione
[...] non serve a nulla nell'Opera.
Non
siamo accomodanti
Aborriamo
sempre la tiepidezza e non siamo di quelli di cui il profeta Elia ebbe a
dire: Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo!
Se, invece, lo è Baal, seguite lui! (l Re 18,21).
In
realtà, non c'è situazione più deplorevole di chi accomoda causando
rovina e perdizione in chi lo segue. Lo Spirito Santo si rivolge loro con
una frase eloquente: Conosco le tue opere; non sei freddo né caldo;
magari fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, ti vomiterò dalla
mia bocca (Ap 3, 15-16).
Nausea,
ribrezzo, vomito provoca in Dio la perfidia, la codardia, la pigrizia, il
rispetto umano di chi si comporta così. Come si contrappone questo
comportamento con quello dei ferventi cristiani delle catacombe! Questi
erano i loro trionfi; così essi anche oggi sono benedetti e lodati come
eroi dell'umanità. Perché essi furono consumati dallo zelo per la gloria
di Dio, per la difesa della sua causa, per l'impegno di evangelizzazione,
per la salvezza dell'umanità [.. .]. Per tutto ciò hanno sopportato gli
scherni, le persecuzioni e il martirio.
Un
solo cuore, come i primi cristiani
Pochi,
i primi cristiani, diedero vita ad una società potente, la diffusero in
tutto il mondo. È una società che dura nei secoli. Come può avvenire
ciò? Lo dichiarano gli Atti degli Apostoli: «Avevano un solo cuore,
un'anima sola».
«Cor
unum, anima una» (At
4,3). Un solo cuore, una sola anima, una sola fede, un solo battesimo. Ma
questa unità la vogliamo all'interno della croce, ossia, soprannaturale e
non umana [...] come era quella dei primi cristiani, dei quali si dice
avessero un cuore solo e un'anima sola. Non importa nulla che i membri
provengano da diverse latitudini, regioni, abbiano caratteri o lingue
diverse. Ciascuno può conservare la propria fisionomia.
Vita
di fede
[
. . .] Mia aspirazione costante è chiedere a nostro Signore che la vita
de [i membri dell'Istituzione] sia soprannaturale; che sia come quella dei
primi figli della Chiesa; che i cuori di queste donne apostoli siano
identici a quelli delle donne che, con la santissima Vergine, nella
perseveranza della preghiera, ricevettero lo Spirito Santo nel giorno di
Pentecoste.
Pensate
come i primi cristiani
Per
ultimo esiste il fenomeno sconsolante di chi, ritenendosi credente, anima
eletta ed elevata, non pensa come i primi cristiani alla persecuzione né
si esprime come loro, non prega né fa penitenza, non si umilia, non
lavora, non mette in pratica quanto Dio comanda e la Chiesa insegna: o
piange abbattuto o si ritira desolato o si nasconde da codardo.
Prototipo,
i primi cristiani:
Il
primo pensiero, l'unico, quello che rimane e che deve sussistere fino alla
fine: la massima perfezione nelle persone e nell'associazione, ma senza
nulla di esteriore che possa offrire l'occasione di confondere l'Opera con
una congregazione religiosa. Prototipo: i primi cristiani. Così santi
come loro, come loro generosi, distaccati da ciò che è terreno, zelanti
per la gloria di Dio, come loro apostoli, uniti alla Chiesa [...].
Ci
caratterizza l'essere nati per tempi di persecuzione: questi sono già
iniziati, li viviamo e non sappiamo quando termineranno. Sono molte le
Istituzioni adatte ai tempi di pace; è bene che ne esista una adatta ai
tempi di lotta [...].
L'Opera
deve essere, ora e sempre, tale quale fu concepita al principio. Togliamo
tutto ciò che ha potuto alterarla e diamo maggior consistenza al pensiero
iniziale. Santità più che mai: virtù solide a costo della vita; nulla,
però, ostacoli il cammino dell'Opera, la vita dell'Istituzione.
Uniti
come i primi cristiani
Amate
la fratellanza. Siate
uniti per il bene, per il vostro giovamento, per aiutarvi in ogni
situazione. In questo amore mutuo troverete sicurezza, luce, agevolazione,
conforto. L'esempio dei primi cristiani che avevano, secondo l'espressione
degli Atti degli Apostoli, «un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32)
deve essere la norma cui adeguare la vostra condotta.
|
|
|