IL VOLGARE                

Nel Medioevo in Europa occidentale, con l'espressione lingua volgare si indicava la lingua parlata dal popolo (in latino vulgus), che con il passare dei secoli si era distaccata notevolmente dal latino classico e si era differenziata geograficamente. Dal "volgare" parlato nei diversi paesi si sono evolute le attuali lingue romanze (italiano, francese, spagnolo...) e i loro numerosi dialetti.

La lingua volgare non ha una data di nascita precisa, tuttavia dal secolo VIII in poi si possono trovare numerosi documenti che comprovano la necessità, per chi volesse essere compreso al di fuori della cerchia dei chierici, di adoperare, anche per iscritto, la lingua volgare.

 

L'inizio del processo di disgregazione del latino classico si può collocare tra il III e il IV secolo d.C.. In questa fase si parla piuttosto di latino volgare: vi sono modificazioni lessicali e grammaticali (ad esempio la caduta di alcune desinenze) ma la sintassi e la struttura delle frasi sono ancora latine.

Dall'VIII secolo si hanno le prime testimonianze di una lingua che si differenzia nettamente dal latino: i primi scritti in volgare italiano pervenuti fino a noi sono l'Indovinello veronese, scritto verso l'anno 800 (che una parte degli studiosi considera però ancora un esempio di latino volgare) e i Placiti cassinesi, del 960 circa. Dell'842 è invece il Giuramento di Strasburgo, in volgare francese e tedesco. Nell'XI secolo il volgare italiano (con notevoli differenziazioni nelle varie regioni) risulta in uso corrente in documenti di carattere giuridico, ecclesiastico e mercantile.

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