Farmacia dott. Misul

“Mucca Pazza”

In ogni caso la responsabilità delle farine di carne ed ossa contaminate è oggi ammessa dalla quasi totalità del mondo scientifico, pertanto sono stati presi provvedimenti legislativi per quel che riguarda l’alimentazione dei ruminanti sia a livello di singoli Stati membri, a partire dal Regno Unito (divieto di utilizzo delle farine di carne ed ossa di ruminanti per l’alimentazione dei ruminanti, 1988), sia a livello Comunitario (1994). Per quel che riguarda l’Italia, il primo provvedimento ufficiale risale al 15/11/1989 e vieta l’importazione di farine di carne di ruminanti dalla Gran Bretagna. Successivamente, sempre in Italia, a seguito anche delle Decisioni comunitarie, è stata vietata la somministrazione di farine di carne di mammifero ai ruminanti (O.M. 28/7/94). La decisione di escludere le farine di tutti i mammiferi dall’alimentazione dei ruminanti è giustificata dalla difficoltà di differenziare la specie di origine durante l’analisi delle farine stesse. Successive deroghe sono state concesse nel 1995 per alcuni prodotti. L’ultimo severo provvedimento in questo senso è stato l’O.M. 30/4/97 che vieta la somministrazione di proteine animali ai ruminanti ed era legato alle frequenti frodi sanitarie perpetrate al fine di utilizzare nei mangimi per ruminanti le farine bovine, il cui prezzo era nel frattempo crollato. Tale Ordinanza è stata recentemente adeguata (aprile 1998) in funzione della direttiva 97/47/CE del 28 luglio 1997, pertanto dal 28 maggio 1998 è vietata solamente la somministrazione ai ruminanti di proteine derivanti da tessuti di mammiferi.

 

A parte la drammatica situazione inglese, la BSE è stata segnalata, con proporzioni nettamente inferiori, in diversi altri paesi, sia in animali autoctoni sia in animali importati dal Regno Unito. La situazione epidemiologica dei vari paesi viene tenuta costantemente sotto controllo ed i dati aggiornati vengono pubblicati periodicamente dall’OIE (Office International des Epizooties).

 

Poiché, al momento attuale, non esistono metodiche diagnostiche routinarie da effettuarsi in vita, l'esame clinico rappresenta il primo e fondamentale passo nella diagnosi di BSE. A questo proposito riteniamo utile riportare integralmente il testo di un lavoro pubblicato sulla rivista Il Progresso Veterinario, dal titolo: Sorveglianza Delle Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili: Aspetti Clinici Neurologici In Bovini Sospetti BSE.

 

La conferma della diagnosi di BSE deve essere eseguita mediante esame istologico dell’encefalo ed isolamento o riconoscimento nel tessuto della proteina alterata (PrPres) responsabile delle lesioni degenerative caratteristiche della malattia.

 

Alla luce di quanto detto in queste pagine appare evidente la maggior sicurezza di formulazioni farmaceutiche assolutamente prive di derivati animali come quelle prodotte dalla Farmacia Misul (vedi pagina “ La Kasherut”)

 

(Si ringrazia L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta www.to.izs.it)