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Si
riparte ma
non e' semplice per chi tira la carretta tenere vivo un
sito come questo. La voglia è tanta, il tempo è poco e i soldi sono un miraggio.
Ma in fondo cosa ci si può aspettare dalla creazione e gestione di un sito di
pallavolo. Il volley è lo sport più praticato in Italia ed è anche il più
maltrattato. In spiaggia, nelle scuole, in palestra ed a volte pure in strada,
ragazzi e ragazze palleggiano e schiacciano con un Super Santos di
plastica rossa, eppure pochi di questi una volta che diventeranno gli
imprenditori del futuro penseranno a far sopravvivere con le proprie risorse uno
sport che malgrado tutto continua a resistere. I soldi girano solo nel calcio,
unico sport nobile d'Italia. In fin dei conti basta confrontare le sedi dei
comitati Fipav con quelli della Figc per rendersi conto dell'enorme divario di
risorse fra i due sport. Eppure siamo ancora in campo, alla ricerca della
formula magica che ci permetta non di spalmare i debiti (come possono
permettersi le società calcistiche di Serie A) ma solo di pagarli. Mi fa
sorridere vedere le sommosse popolari nate dai problemi di qualche società
importante di calcio, mentre non importa a nessuno che Palermo, Roma, Milano (
dal sud al nord i debiti non sono mai razzisti) abbiano perso le loro società di
pallavolo di massima serie e che tante altre squadre di Serie A1 maschili o
femminili non sanno che inventarsi prima per poter permettersi
l'iscrizione l'anno successivo. In questo drammatico panorama di indifferenza
nei confronti del volley, la volontà di investire di più sui settori giovanili o
sull'immagine delle Nazionali maschili e femminili (che continuano a mietere
successi internazionali alla faccia di tutti) è una chimera che con il passare
del tempo ha assunto la stessa credibilità di Paperino davanti ai propri
creditori.
Alfonso Gurrieri
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