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A Kami sono arrivati diversi collaboratori laici e ragazzi e là sono rimasti per periodi più o meno lunghi.

Si riportano di seguito due riflessioni, capitate tra le mani. La prima, scritta da anonimo, probabilmente risalente ad alcuni anni addietro, mentre la seconda è di Antonio Benigni, recente collaboratore della Missione.

APPUNTI DI VIAGGIO, NIENTE DI PIU'

Arrivi a Kami e ti domandi a chi e perché mai è venuto in mente di sbattere un paese quassù.

Spiegazione: è perché lì c'è la miniera.

E così vieni a sapere che quando riusciremo a cavar l'oro, che so' Da Marte, saranno boliviani i primi coloni e lì, ci faranno una bella Kami, e da lì ci manderanno tante belle pepite.

La scena sembrava collaudata, dejà vue : una giovane donna, un fagotto colorato di tutti i colori della Bolivia; dentro, un corpicino mestamente grigio.

Bussa: "Padre, el nino esta muerto".

Padre Francesco, senza emozioni apparenti, ma con una grande stanchezza dentro, prende un pintone d'acqua santa appena dietro la porta (perché la tieni così vicino alla porta?), prende un bicchiere rosso di plastica, versa un dito di acqua e con la mano. Grande dignità da una parte e dall'altra. Ora lei tornerà nel suo cortile di terra e lì...

Una liturgia emblematica.

Mi nascondo a piangere.

E mi domando se faccio meglio solo a nascondermi o solo a piangere.

Ho incontrato pochissimi occhiali a Kami: devono avere la vista aguzza laggiù.

Quei pochi che ho veduto stavano a cavallo del naso delle autorità locali: del tipo Ray-ban, lenti scure, a specchio.

Come diventi un'autorità, non ti vedo più negli occhi.

Viaggiando per le strade (poche) dell'altopiano (tanto) troverai ogni 20-30 km un camion a colori fermo ( o malfermo) sul ciglio della strada.

I passeggeri (10, 50, 1000?), scesi dal cassone con bambini, bagagli, galline, orologi a cucù, maialini neri, siedono disciplinati attorno al mezzo. E la bombetta in testa.

Quattro o cinque uomini si infilano nell'enorme cofano sollevato. Lo diresti un rito sacrificale: il camion apre la sua famelica bocca, si riempie la pancia di un po' di Boliviani, poi riparte. E riparte davvero.

Ho visto un cane mangiare gli escrementi di un altro cane che (si può presumere) aveva mangiato gli escrementi di un altro cane che (si può presumere) aveva...

Ho visto famiglie intere in un giorno di festa dirigersi con determinazione alla discarica pubblica di La Paz, fetida e fumante. Come ad un pic-nic, come a messa .

Ho visto bambini di due, tre anni rovistare scalzi e sistematici.

L'accanimento dei boliviani miseri nei confronti della spazzatura è pari al nostro nel seguire le mode, la tv, le diete, il niente.

Mio Dio.

Dal periodico "Mirafiori Sud" – Cronaca della parrocchia di San Barnaba-

Quaresima di fraternità 2000

UN CAMION PER LE STRADE DI KAMI

Uno sguardo ravvicinato sulla Missione di Padre Serafino.

Questi giorni di febbraio dello scorso anno li trascorrevo nella Missione Salesiana di Kami in Bolivia.

La decisione, sofferta, di andare a trovare l'amico Padre Serafino da oltre 17 anni là missionario è stata ripagata dalla gioia di aver vissuto per poco più di un mese una esperienza veramente indimenticabile, che spero di rivivere quanto prima e, se possibile per un periodo di tempo più lungo.

Raccontare, in poche righe, la realtà di Kami così complessa, tanto lontana da noi non solo geograficamente, è alquanto impossibile.

Semplicemente posso dire che è difficile sottrarsi all'impatto che ti investe fin dal momento in cui scendi all'aeroporto di Cochabamba (bello e carico di affetto l'abbraccio con Padre Serafino che mi attendeva!) e ti avvii lungo il percorso che porta lassù a Kami (4200 m.), addentrandoti in un labirinto di montagne con punte tra i 5000 e i 6000 metri.

Per circa 50 Km. si percorre un tratto della superstrada Santa Cruz - La Paz asfaltata da poco con finanziamenti internazionali.

L'andatura del traffico, costituito quasi esclusivamente da pochi torpedoni di turisti e da camions, è forzatamente limitata a causa della ripidità del fondo stradale. Questa moderna via di comunicazione, l'unica in tutta la Bolivia, primo segno di civiltà, ha richiamato la curiosità e l'attenzione dei villaggi dei campesinos circostanti.

Lungo il ciglio della strada, soprattutto nei rettilinei, vecchi e bambini attendono immobili il passaggio di qualcuno, pronti a tendere il cappello o le mani per chiedere l'elemosina. Questi gruppi di persone insieme a numerosissimi cani di varie taglie, randagi ed affamati, si animano improvvisamente al passaggio del veicolo che ti precede; sanno che da lì potrà partire qualcosa per loro. Si scatena così la lotta per l'accaparramento di quanto viene lanciato dai finestrini (pezzi di pane, biscotti, monetine, ecc.).

Ho visto la corsa disperata di un vecchio, per di più con una stampella, e di un bambino , per accaparrarsi un panino: è arrivato prima il cane e l'ha avuta vinta.

Percorrendo gli ultimi 75 km di strada che pensavo fosse in terra battuta, ma che in effetti si snodava tra fossi e rivoli di acqua (la mia permanenza là ha coinciso con la stagione delle piogge) , interrotta spesso da frane e massi enormi di pietra si raggiunge finalmente la Missione.

In verità, prima che Padre Serafino partisse per la Bolivia avevo scarse cognizioni di quella piccola parte di mondo, immaginando che i luoghi di missione potessero essere per me solo le savane dell'Africa o le foreste del Brasile.

Prima di passare ad alcuni dati sulla Missione non posso fare a meno di riferire la calda e fraterna accoglienza riservatami dai due sacerdoti salesiani boliviani, dai seminaristi lì in formazione e da tutti gli altri componenti della Missione.

Può essere utile quindi ricordare che la Missione diKami è nata l'8 dicembre 1977; copre un'area geografica vasta come il nostro Piemonte; è incastonata sulle pendici di un monte di 4200 metri, abitata da circa 18.000 persone con propri valori culturali di lingua Aymara e Quechua.

Le uniche risorse economiche sono date da terrazzamenti variamente ricavati ( talvolta anche per pochi metri quadrati) nelle pendici scoscese dove vengono coltivate patate ed alcuni cereali.

La miniera per l'estrazione del tungsteno rappresentava l'unica fonte alternativa alla desolante condizione economica dei campesinos, ma anche questa speranza è venuta meno, sia per il progressivo abbassamento del prezzo del materiale sul mercato internazionale, sia per l'impoverimento della potenzialità estrattiva della miniera stessa nonché per le spaventose condizioni di lavoro.

Per queste ragioni numerosi minatori sono stati costretti ad abbandonare anche questa miserrima fonte di reddito.

A conclusione di queste brevi riflessioni su Kami devo fare un cenno - anche se mi costerà una bacchettata da parte dell'interessato, schivo così com'è a qualsiasi riferimento alla sua persona - a Padre Sera o "Padrecito" come usano chiamarlo affettuosamente i suoi campesinos. Mi ha profondamente colpito non solo la sua grande forza d'animo, ma la sua forza fisica, la capacità di resistere ore ed ore alla guida della sua jeep percorrendo strade impossibili.

Compie in questo mese di febbraio 51 anni ( bella la festa tributatagli da tutte le comunità della sua Missione l'anno scorso per il suo cinquantesimo compleanno!).

Colpisce l'energia che sprizza da tutti i suoi pori per raggiungere concretamente gli ultimi del Vangelo. Tutta la sua attività tende ad un unico fine: quello di promuovere iniziative coinvolgendo le comunità maggiormente attive.

Convinto che lo stare lì non è per i poveri ma con i poveri, cioè vivere come i campesinos dal volto triste e rassegnato.

Non è possibile lasciarlo solo: per convincersi basta conoscerlo o meglio andarlo a trovare.

Uno dei progetti in corso prevede l'installazione di impianto completo di una centrale idroelettrica. È un'opera di grande impegno e che può assicurare una preziosa risorsa per la Missione.

Chi scrive è a disposizione per fornire tutte le informazioni su tale progetto.

I lavori di scavo per l'invasamento della condotta d'acqua, l'utilizzo di un camion che sarà acquistato a condizione agevolate.

Il relativo prezzo si aggira sugli 80 milioni e le disponibilità non sono ancora sufficienti per far fronte a tale impegno.

Chi vorrà intervenire potrà essere certo che il suo aiuto raggiungerà dritto dritto la comunità di Padre Serafino a beneficio delle sue povere comunità.