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UFO E ALIENI: VISITATORI DA DOVE?

Che il problema UFO esista, è oramai al di fuori di ogni discussione; la questione che tuttora rimane ancora inevitabilmente aperta è semmai, “che cos’è un UFO”. Tralasciando il significato letterale reale del la sigla (Oggetto Volante Non Identificato, OVNI in italiano), proviamo ad effettuare una disamina sull’origine del fenomeno, così ampiamente discusso e dibattuto.  Chiaramente siamo dinnanzi ad una realtà oggettiva dunque materiale (anche se molte volte la soggettività dell’evento ha un certo peso nell’ambito metrico di valutazione del fenomeno) apparentemente dotato di una “certa intelligenza e volontà propria” (vedi ad ex. Le incredibili evoluzioni eseguite o la propensione di interagire con altri velivoli terrestri) dalle numerose sfaccettature. Quest’ultima caratteristica ci porta a constatare che l’origine del fenomeno non sia unica, ma che possa chiamare in causa molteplici complessità: tutte più o meno confutabili o accettabili. Chiaramente il fenomeno di per sé potrebbe essere il risultato di un insieme di caratteristiche ottenuto “pescando” l’elemento più valido (o “il più valido”, se mi permettete…)  fra tutte le ipotesi suggestive o meno che fin’ora sono state formulate riguardo il problema UFO. Mario Cingolani, sul libro del dott. Pinotti “UFO: SCACCHIERE ITALIA”, ed. Mediterranee, affermava questo definendolo “conglomerato”: “… un conglomerato, infatti, il fenomeno è caratterizzato da elementi di varia foggia, dimensione, colore etc.” . Un fenomeno, come scrivevamo prima, dalle molte facce … Ma vediamone un paio, quelle che forse a mio avviso dividono e fanno dividere i tanti studiosi del fenomeno. Abbiamo oggigiorno, l’ipotesi extraterrestre che ci porta dritti verso l’equazione di base “UFO=Visitatori da altri mondi”; chiaramente questa ipotesi poggia le sue basi sulla deduzione che gli UFO essendo “congegni” particolari dalle caratteristiche tecnologiche superiori alle conoscenze terrestri, possono solamente appartenere a qualche civiltà superiore alla nostra e dunque proveniente da altri pianeti (solari o extrasolari). Di questa ipotesi se ne occupano tutti; al riguardo è stato scritto (e viene tuttora scritto…) di tutto e di più, a volte persino troppo e a sproposito, sia dai fautori, che dai detrattori. Non ci soffermeremo di più su tale ipotesi. Rimandiamo ad altrove l’approfondimento e la disamina della questione. Un’altra ipotesi che può essere riconducibile alla fenomenologia ufologica è chiaramente la teoria “parafisica” di J. Vallée. In questo caso il noto ricercatore franco-canadese, sostiene che gli UFO sono una sorta di trasposizione moderna di un mondo antico popolato da fate, elfi, e folletti; una sorta di retaggio culturale antico che affonda le proprie radici nelle credenze popolari oramai passate. Queste entità, secondo Vallée, si anniderebbero in un mondo unico e parallelo al nostro, da lui chiamato MAGONIA (infatti “Passport to Magonia” – Passaporto per Magonia, rimane uno dei suoi libri più interessanti). UFO provenienti da una realtà a noi parallela e non dallo spazio? Possiamo dunque associare le categorie degli avvistamenti UFO moderni alle visioni passate di Angeli, Demoni, Folletti, Fate, ecc. … ? E che ruolo giocherebbe per noi tutto ciò? Questa ipotesi è in qualche modo legata allo studio di J. Fiebag, un ricercatore tedesco prematuramente scomparso: nel suo libro “Gli Alieni” (ed. MEDITERRANEE), egli vuole dimostrare che una grande percentuale di fenomeni UFO avvengono solamente “nella psiche umana”, partendo però da una realtà concreta. Dietro a tutto questo a sua detta, opererebbe un’”intelligenza sconosciuta”. Ma che cosa (o chi…) sarebbe questa intelligenza a noi sconosciuta? Forse Demoni e Folletti del passato. Secondo un altro studioso, Joh Keel “le vittime possedute dai demoni manifestano esattamente gli stessi sintomi clinici e spirituali di cui soffrono le persone venute a contatto con gli UFO e i loro equipaggi”. Figure antiche dunque, che si sono “evolute” di pari passo con la nostra società. A questo proposito Fiebag porta come esempio il caso di Hopkisnville del 1955 in cui un’intera famiglia venne assediata per un’intera notte da piccoli esseri mostruosi dalle orecchie elefantine, mento a punta e grandi occhi neri, braccia lunghe fino quasi toccare terra. In effetti, se anche noi ci pensiamo attentamente potremo ipotizzare che in un lontano passato la visione di tali esseri, oggi ritenuti ALIENI, potrebbe essere stata scambiata per malvagi Demoni o Diavoli. Ma allora gli Alieni, si sono evoluti con noi, oppure sono sempre stati gli stessi fin dalla nascita della nostra società e siamo noi a vederli oggi con un’ottica diversa dal passato? Chi sono questi esseri “ALIENI”? Fiebag pensa che l’incontro tra esseri umani ed Alieni sia una sorta si incontro tra due mondi reali ma posti fra due piani diversi di “realtà”… Una sorta di incontro con una realtà che noi stessi ci rifiutiamo di considerarla tale. Un esempio che potrebbe chiarire tale concetto: la realtà propria dell’essere umano è quella che viene percepita sulla terra ferma; immaginiamo di venire immersi nelle acque di un oceano (che è un altro mondo reale…) … ed ecco che la nostra visione di realtà cambia inevitabilmente! Pesci (con una visione della realtà diversa dalla nostra, data dal loro habitat naturale estremamente diversificato dalla terra ferma…) che vedevamo solo dall’esterno dell’acqua e dunque da un’altra prospettiva visiva, ora a contatto ravvicinato ci appariranno diversi, magari dall’aspetto pauroso e malvagio. Due mondi reali che entrano violentemente in contatto (ed in contrasto!) in un punto di incontro nebbioso ed evanescente; due visioni di realtà concrete, ma diverse, che tentano un punto di osservazione comune impossibile da raggiungere. In proposito un altro ricercatore, Bohm, ha ipotizzato che il concetto di realtà debba essere correlato all’osservatore (nel nostro esempio l’essere umano); dunque la realtà diventa soggettiva. Possiamo affermare quindi che la nostra realtà è una “realtà limitata”; limitata al nostro modo di vedere, limitata al nostro modo di vivere ed agire, limitata alla nostra quotidianità …

Dunque gli Alieni e gli UFO si materializzano a seconda delle nostre ansie e fantasie, nel momento in cui i “due mondi” trovano un punto di contatto? Siamo noi che, in determinate circostanze creiamo i presupposti per incontrare “l’altro mondo”? Personalmente sono convinto che la psiche umana possa influenzare alcuni aspetti dell’ufologia ed essere a sua volta influenzata; ma non credo all’ipotesi che sia la psiche stessa a creare tutto questo. Posso ipotizzare che altri esseri possano utilizzarla come “ponte”  (almeno in particolari condizioni ) e sicuramente manipolarla a loro piacimento per i loro scopi più disparati, ma non appoggio in toto le teorie di Vallée e Fiebag. Non credo dunque nemmeno ai cosiddetti “miti dell’ufologia”: un’ipotesi vuole che se attualmente il mito è l’alieno Grigio, allora prima o poi questo mito si debba materializzare. Questa non risulta a mio parere la strada corretta da seguire. Come potrebbe tale “mito” influenzare il RADAR o una ripresa VIDEO? Oppure centinaia di persone contemporaneamente in più parti del Mondo? Certamente è vero che un mito possa influenzare un’intera società in un determinato momento del suo sviluppo evolutivo; ma non credo che tale MITO possa influenzare tutti e tutto, compresi coloro i quali non ne seguono l’evoluzione. In effetti basta pensare al fatto che i testimoni di ir3 o ir4, molte volte descrivono le entità con sembianze diverse dal “classico grigio” a noi tanto caro … Un mito attuale che influenza i più labili di mente? O, forse, un “conglomerato” (per dirla alla Cingolani) di miti che alternativamente influenzano la società? Un mito che a seconda della nostra psiche si materializza a noi come angelo, dunque positivo, o diavolo, dunque negativo? Personalmente lo credo molto difficile … Secondo Fiebag dunque gli Alieni (in qualche modo…) saremo noi; qualche cosa che muta dentro il nostro essere … e che in qualche modo strumentalizza la nostra realtà e le nostre flebili emozioni umane. Cercando nel passato del Mondo, fra i mostri e i diavoli, potremmo capire anche gli Alieni moderni. Questo in sintesi il pensiero di Fiebag.

Viviamo in una realtà virtuale? In un certo qual senso posso capire quest’ipotesi (seppur interessante, sia ben chiaro) ma non condividerla. O, almeno, non completamente. Troppi i casi e gli elementi in grado di smentirla …

Mirko Pellegrin