Da IL GIORNALE DI VICENZA, (29 Settembre 2002) (www.ilgiornaledivicenza.it/ultima/oggi/Provincia/A.htm) Macché meteorite, è un sasso. Ma da dove è caduto? di Gianmaria Pitton
Un semplice pezzo di calcare. Una roccia più che comune in Italia, dalle Dolomiti fino alla Sicilia, e naturalmente anche nel Vicentino. Questo il risultato delle prime valutazioni fatte dai geologi sul sasso volante di Montegalda, peraltro basandosi solamente sulle immagini, per ora, senza aver analizzato il reperto. Se la pur affascinante ipotesi extraterrestre sembra definitivamente tramontata, non ha ancora una risposta la domanda che titolari e dipendenti della Pdp Box Doccia si sono fatti immediatamente, dopo il ritrovamento della roccia. Da dove arriva il sasso? Da dove arriva la pietra tondeggiante di due chili (qui nella foto) che nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 settembre ha sfondato il tetto e il sottotetto del capannone in via Ponzimiglio a Montegalda, sede dell’attività della Pdp Box Doccia? «Quasi certamente, non dallo spazio esterno», è il responso degli scienziati, ovviamente prudenti finché non potranno toccare con mano, ed eventualmente analizzare in laboratorio, il sasso misterioso. Questo dicono dal dipartimento di geologia dell’università di Padova, questo dice il geologo vicentino Mariano Arcaro. La prima osservazione, guardando le foto della presunta meteorite, è che manca la crosta di fusione esterna, quella che si forma quando le vere meteoriti attraversano l’atmosfera terrestre e si surriscaldano. «L’attrito con l’aria - spiega Mariano Arcaro - fa arroventare la roccia, consumandola quasi totalmente, finché rimane un grumo di ferro o di ferro-nichel. Se per ipotesi un pezzo di calcare venisse portato fuori dall’atmosfera, e lasciato cadere verso il suolo terrestre, l’attrito lo consumerebbe completamente». Nel sasso di Montegalda mancano inoltre le tracce lasciate dalle bolle di degassazione, un effetto tipico delle meteoriti, che lascia sulla loro superficie una serie di impronte simile a ditate nell’argilla. Quanto al colore, la gran parte delle meteoriti è scura, anche se - dicono gli esperti dell’università di Padova - non mancano esempi di meteoriti chiare. Paradossalmente, l’esclusione dell’ipotesi extraterrestre non risolve le cose, anzi, le complica. Se fosse stata una meteorite, sarebbe stata trovata una spiegazione, per quanto si tratti di eventi assolutamente poco frequenti nel Vicentino. Invece è "solamente" un pezzo di calcare di due chili, caduto chissà come dal cielo contro un capannone. Da notare che a distanza di poche decine di metri ci sono due famiglie, praticamente sfiorate dal sasso. Qualcuno ha costruito un marchingegno casalingo, come una catapulta o un cannone, e l’ha usato per sparare la roccia a grande altezza, e in piena notte? Passatempo alquanto bizzarro, per non dire di peggio. Tanto più che questo tizio non ha certo trovato il sasso in giardino: «Essendo così levigato - dice ancora il geologo Arcaro - fa pensare a un sasso fluviale o torrentizio, ma non certo raccolto a Montegalda o nelle vicinanze. Per essere così grosso, deve essere stato preso nell’alveo di un corso d’acqua ai piedi di una collina o di una montagna». Osservazioni che fanno spuntare altre domande: chi si è preso la briga di farsi una gita in montagna, scegliere il sasso, portarlo a casa, lanciarlo di notte sopra il capannone della Pdp? E soprattutto, perché?
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