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Ma è anche il segnale che qualcosa sta cambiando...
Pinotti: «Gli Ufo? Una riflessione che può aiutare i giovani»
di Federico Brusadelli
 


"Siamo soli?". Bella domanda. Se la sono trovata davanti i ragazzi e le ragazze che ieri hanno affrontato la prima prova dell’esame di maturità. Tra Dick e Kant, Hawking e Davies, la domanda era chiara: c’è vita nell’universo? Ed è stato subito ribattezzato "il tema degli Ufo". Allora, per capire se davvero il fatto che E.T sbarchi a scuola significa che qualcosa sta cambiando, ne abbiamo parlato con il più famoso ufologo italiano, Roberto Pinotti (tra i fondatori del Centro ufologico nazionale e autore di molti libri di successo sul tema), che ha apprezzato molto la scelta del ministero. E non solo perché dà alla questione una prospettiva "scientifica" e non "paranormale", ma soprattutto perché regala ai giovani un'occasione di riflessione. Un modo, forse, per combattere «l'infinito silenzio degli spazi».
Gli Ufo arrivano sui banchi di scuola. E ci arrivano come tema di riflessione scientifica e filosofica. Qualcosa sta cambiando?
Direi che senza dubbio la percezione del fenomeno sta cambiando molto. E basta vedere la Chiesa, che ha assunto posizioni di apertura persino in sede scientifica. La Pontificia Accademia delle Scienze, per esempio, ha organizzato a Roma un convegno di bioastronomia in cui si è parlato esplicitamente di vita extraterrestre. E ancora, una associazione culturale vaticana mi ha chiesto di tenere una conferenza a porte chiuse sul tema Ufo, anche in relazione all’arte sacra. Per non parlare del direttore della Specola Vaticana il quale ha sostenuto in più di un’occasione che gli alieni esistono, e che, anzi, la loro non-esistenza sarebbe una limitazione del principio dell’onnipotenza creatrice di Dio. È curioso che la Chiesa, oggi, dica né più né meno ciò che diceva quattro secoli fa quel grande campione del libero pensiero che fu Giordano Bruno. Sì, i tempi sono cambiati. E si vorrebbe dire, forse, più di quanto non sia stato detto. Non si può, d’altronde, fare a meno di ricordare le parole testuali di Giovanni XXIII: “Potremmo sicuramente ascoltare alcune voci che prima ci erano ignote. Ma si tratta pur sempre di voci che dal cielo scendono sulla Terra e che hanno il riflesso dell’onnipotenza del Padre Celeste”. 

E la scienza che dice?
Intanto, è positivo che la scienza da una parte e la fede dall’altra stiano andando di pari passo, almeno su questo tema. Tra gli scienziati che hanno affrontato il tema (olltre a quelli citati nella traccia) non si può non ricordare Francis Creek, con la teoria della “panspermia” e l’ipotesi che la vita non sia un fenomeno limitato solo alla Terra ma che anzi arrivi da fuori, importato da meteoriti e comete. Saremmo tutti extraterrestri, in pratica! Non solo. Oggi si conoscono innumerevoli pianeti extrasolari, e sappiamo che la maggioranza delle stelle ha al seguito pianeti. Tutto questo porta a termine la rivoluzione copernicana e smonta la colossale idiozia che la Terra sia il centro dell’Universo.

Non si può negare che il tema degli alieni sia entrato nell’immaginario collettivo grazie alla letteratura, al cinema e soprattutto, negli ultimi anni, alla televisione…
Per quanto riguarda la letteratura, attenzione: è stato il tema degli Ufo a trasformare – a partire dagli avvistamenti dei primi anni Cinquanta – un genere letterario di serie B come la fantascienza in un genere “nobilitato”. Solo un critico disinformato potrebbe sostenere il contrario, e cioè che sono stati i romanzi di fantascienza a creare il fenomeno Ufo. Poi c’è stato il grande ruolo di Hollywood, certo. E più recentemente, le fiction e i telefilm (X-files su tutti), che – con una sorta di rivoluzione non più controllabile – hanno portato la “questione alieni” in tutte le case del mondo. Non c’è da meravigliarsi, insomma, che le giovani generazioni siano pronte alla ovvia verità che non siamo soli.

Ma perché tutta questa segretezza, allora? Hanno ragione i “complottisti”? I governi nascondono qualcosa?

Jung, uno dei “fari” della cultura novecentesca (e non mi pare fosse un complottista), si è occupato dei problemi legati alla “vita extraterrestre”. E ha affermato che se entrassimo in contatto con una specie superiore, il rischio sarebbe il collasso totale. L’unica speranza – dice Jung – è che questa civiltà sia talmente superiore da decidere di non prendere contatto finché non siamo pronti. Paradossalmente, sono sessant’anni che gli Ufo sono sopra le nostre teste e non c’è mai stato un contatto di massa, e questo pare dar ragione a Jung. Insomma il punto è questo: se domani c’è un contatto di massa, che succede? Se la gente non è preparata, la prima vittima sarebbero i governi, il potere, le autorità, le strutture gerarchiche della nostra società. E dato che nessun pollo si mette in pentola da solo, ovunque si è portata avanti una politica tesa a dire il meno possibile sull’argomento. Gli Usa sono quelli che hanno più da perdere: i cittadini americani non accetterebbero mai l’idea di essere stati ingannati per sessant’anni dai loro governi. E non è un caso che tutti gli altri governi (europei, asiatici o sudamericani) stiano facendo quasi a gara nell’aprire i file sugli Ufo. Quasi a dire che, qualunque cosa accada, almeno un po’ di verità l’hanno detta…

C’è chi vede negli alieni una “versione moderna” degli angeli. Insomma, una questione che attiene alla spiritualità più che alla scienza. Non è un approccio condivisibile?
No, è semplicemente scorretto. Perché chi associa una questione tecnologica e scientifica (un milione di avvistamenti, 150mila dati concreti, un database schiacciante) a movimenti millenaristici, esperienze paranormali o miti vari, mente sapendo di mentire. Per questo, il fatto che la traccia d’esame fosse inserita nella sezione “scientifica” è, a mio avviso, un passo in avanti, un segnale di crescita.

Si tratta, secondo dati del ministero, della terza traccia in ordine di scelta, dopo “la ricerca della felicità” e “la musica nella società”. Come mai questo successo?

I giovani vivono in un periodo di crisi, inutile negarlo. I valori con i quali sono cresciuti sono decisamente “scarsi”. E forse questi ragazzi intravedono, in temi di questo tipo, qualcosa che li possa appagare sia dal punto di vista della conoscenza che dal punto di vista interiore. In una dimensione fantastica, forse, ma comunque positiva. È molto bello, questo. Insomma, quella domanda “siamo soli?” può essere, al di là della questione Ufo, un meraviglioso spunto di riflessione. Non dimentichiamo che il grande infinito silenzio degli spazi, quello che sgomentava Pascal, fa davvero paura. E oggi gli esseri umani, ma in particolare i giovani, sono stanchi di sentirsi soli in un universo vuoto. E poi, in una società prevedibile e in cui tutto e previsto, la possibilità di scoprire che abbiamo dei “fratelli maggiori”, non ostili, può essere un’alternativa, una risposta, una speranza, per combattere quell’infinito silenzio.


FONTE:http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=6518&Cat=1&I=../immagini/INTERVISTA/pinotti_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=L%27Intervista&Codi_Cate_Arti=39
23 giugno 2010

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