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MUTILAZIONI ANIMALI e BIOTINA
 


In una precedente ricerca (Clorofilla e Biotina, 2004) abbiamo avanzato l’ipotesi che la Biotina (o vitamina H) possa esplicare un ruolo non trascurabile nel processo interattivo fra presunte entità aliene e l’ambiente terrestre. Detta sostanza, pertanto, potrebbe in qualche modo ritrovarsi coinvolta nell’assurdo ed ancora inesplicato fenomeno delle mutilazioni animali, sempre che queste ultime possano ricondursi ad un intervento “alieno”. Abbiamo accennato anche che la Biotina si rinviene in grande abbondanza nelle neoplasie, in quanto direttamente implicata nello sviluppo dei tessuti tumorali (come acceleratore della moltiplicazione cellulare). Per questo motivo abbiamo auspicato la compilazione d’una casistica da cui emerga la correlazione fra mutilazioni animali e patologie tumorali, eventualmente accertate negli stessi.
Purtroppo nella letteratura specifica non si fa cenno a studi effettuati al riguardo. Ricorre frequentemente invece, soprattutto in questi ultimi tempi, un altro aspetto ugualmente inspiegabile e non meno inquietante: la presenza, anche in Italia, di un’alta percentuale di femmine gravide nelle mandrie prese di mira dagli ignoti (nonché altamente tecnologici) mutilatori.
Lo spunto per ricercare una nuova correlazione fra una delle presunte conseguenze del fenomeno UFO (le M.A.M., mutilazioni animali misteriose) e l’interesse che ipotetiche intelligenze extraterrestri potrebbero riservare per la Biotina, ci è stato fornito da uno strano episodio registrato in provincia di Cuneo nell’ottobre 2005 e tempestivamente relazionato dalla Coordinatrice CUN-Liguria, Emilia Ventura Balbi di Genova.

I fatti.

Al gregge d’un allevatore di ovini in quel di Marsaglia (CN) vengono a mancare nei primi giorni d’ottobre ben sei capi. Le ricerche iniziano subito, ma gli animali non si trovano. Dopo una decina di giorni si rinviene, viva, una delle pecore scomparse che, essendo gravida, poco dopo partorisce.
Nei giorni successivi si ritrovano i resti di un’altra pecora in un luogo abbastanza vicino alla fattoria. Ciò che lascia perplesso l’allevatore è il modo in cui si presenta la carcassa: sono rimaste solo le ossa (bianche e perfettamente ripulite) e la pelle, con la lana ancora in buono stato. Nessuna traccia di sangue o di altre parti del corpo. A questo punto è inevitabile ipotizzare un collegamento fra i resti dell’esemplare ritrovato ed i casi di mutilazioni animali, avvenuti in tutto il mondo e riportati spesso dalla stampa specializzata: il binomio mutilazioni animali-UFO, quindi, potrebbe essere la spiegazione di quanto avvenuto. Inoltre, da come si presentava il mantello, sembrerebbe che la pecora sia stata buttata giù dall’alto del pendio, lungo il quale si trovavano ancora, impigliati, ciuffi di lana. E le altre quattro pecore che fine hanno fatto ? Sono sparite nel nulla. Questo è per lo meno strano, perché dove si è trovata quell’unica viva, avrebbero dovuto esserci anche le altre, dato che le pecore tendono ad aggregarsi e a rimanere unite. Inoltre la zona del ritrovamento, sia della pecora viva sia dei resti dell’altra, non è molto lontana dall’allevamento.

Quasi contemporaneamente, sempre in Italia ma in tutt’altra zona, viene segnalato un episodio simile.

Da “Il Tempo”, 05/10/2005:

“Una misteriosa, quanto orripilante, mattanza d’animali è stata segnalata a Campomorto di Montalto di Castro (VT): il nome della località non poteva essere più tragicamente appropriato. Un allevatore, Mario Pira, mentre si recava ad accudire al proprio gregge, ha scoperto che una decina di capi era stata sgozzata e poi sbranata. «Erano tutte pecore gravide — racconta con disperazione l’allevatore — erano chiuse in un recinto, devono essere state aggredite intorno alle due di notte. Abbiamo trovato le altre, impaurite, accalcate contro la recinzione». Sebbene la causa sia stata frettolosamente (e per comodità = riscossione indennizzo) imputata ai lupi, alcuni ufologi hanno fatto notare come l'ecatombe sia stata davvero eccessiva ed insolita anche per un normale attacco di animali predatori ( ). Inoltre ha destato sospetto il fatto che le carcasse siano state prontamente incenerite, quasi a voler scoraggiare ulteriori analisi, a dispetto del fatto che gli uomini della Forestale stiano comunque ancora indagando”.

Ricordiamo che negli U.S.A., sin dagli anni ‘60 (ma, se si consultano attentamente gli archivi giornalistici, già dal 1897), sono stati registrati innumerevoli casi di animali trovati morti in circostanze non attribuibili ad attacco di predatori o a sacrifici pagani. Mucche, cavalli, ovini e persino gatti sono stati trovati mutilati con qualcosa di simile ad un laser, che taglia di netto e cauterizza immediatamente le ferite, lasciando la pelle dei bordi disseccata e priva di sangue. Nel 1989, tanto per fare un esempio, in una fattoria dell’Arkansas furono ritrovate cinque mucche, tutte gravide, ognuna delle quali mutilata. Una di queste mostrava in corrispondenza dello stomaco una ferita molto “pulita”, d’un rosa-pallido, da cui il sangue era stato completamente rimosso. In più, dal ventre di questa mucca usciva parzialmente il feto, ancora racchiuso nel sacco embrionale. Ma la cosa davvero sorprendente era costituita dal fatto che all’interno del sacco non c’era alcuna traccia di liquido, né il terreno sottostante era bagnato: il fluido amniotico era stato completamente “risucchiato” ! Sui luoghi di quelle mattanze (che nel corso degli anni hanno interessato anche Porto Rico, Giappone, Francia e Inghilterra) non sono mai state trovate tracce né di predatori né di esseri umani e, in taluni casi, gli animali maciullati sembravano essere stati "scaricati" dall'alto (proprio come nel caso di Marsaglia). Le carcasse, infatti, presentavano fratture multiple su un solo lato del corpo, come a seguito d’un violento impatto traumatico. La giornalista americana Linda M.Howe, esperta di M.A.M., dopo innumerevoli indagini sul campo è giunta a formulare l’ipotesi, alla fine degli anni ’70, che la paternità di tali effetti possa essere attribuita ad intelligenze extraterrestri, rigettando fermamente la versione “ufficiosa” secondo cui tali macabri rinvenimenti sarebbero il risultato di misteriosi quanto segretissimi esperimenti effettuati da apparati militari deviati e collusi con i servizi di “intelligence” internazionali. In effetti, chi può accettare l’idea che nel 1897 già fosse conosciuto (ed applicato) il bisturi - laser ? 

Alla luce di tutto questo, c'è da chiedersi se il fenomeno - le cui vere finalità continuano a sfuggirci - non abbia cominciato a manifestarsi da qualche anno anche in Italia. Riportiamo di seguito gli episodi più eclatanti capitati nel nostro Paese negli ultimi anni.

Nel 1997 la RAI trasmetteva un servizio giornalistico in cui si citavano numerosi cavalli mutilati all’interno d’un allevamento in località S.Rossore, alla periferia di Pisa: mutilazioni imputate “tout court” (in assenza del lupo di turno, vista la posizione geografica del sito = non lontano dal mare) alle scellerate attività riconducibili a non meglio precisate “sette sataniche”. Fra le molteplici incongruenze riscontrate sugli animali seviziati spiccava, come di consueto, l’assoluta mancanza di sangue (né vivo né coagulato), sia intorno alle incisioni cutanee (effettuate con la presunta tecnologia laser, per asportare gli organi sottostanti), sia sul terreno. Fattore, quest’ultimo, che confermerebbe l’ipotesi secondo cui gli animali sarebbero stati “prelevati” vivi dai loro recinti, portati altrove (ma con che mezzo ? da rimarcare, infatti, la totale assenza d’impronte di pneumatici ed orme di calzature), uccisi (il veterinario incaricato dell’autopsia ha refertato che «…le mutilazioni rilevate sugli equini sono state eseguite in momenti successivi all’exitus, pertanto le stesse non sono responsabili della morte degli animali…»), sottoposti a prelievo d’organi e liquidi biologici ed infine “riportati” in loco. Anzi, ancora una volta “scaricati” dall’alto: nel verbale dei Carabinieri, intervenuti in seguito a denuncia dell’allevatore, si legge infatti che «…in corrispondenza del suolo ove poggiavano gli zoccoli, il terreno si presentava leggermente sollevato, come se l’animale fosse stramazzato di colpo o fosse stato rilasciato bruscamente ad una certa altezza da terra…». Ma non è tutto: una fattrice, che fino a 24 h. prima era gravida, al momento del ritrovamento non lo era più, come se le fosse stato “asportato” il feto (!); un’altra, al contrario, è stata rinvenuta morta insieme con le altre cavalle, ma inspiegabilmente indenne da mutilazioni, come se fosse stata ritenuta “non interessante” dai macabri sperimentatori. In effetti, dall’autopsia emergeva che la cavità addominale presentava un’infezione parassitaria in fase acuta: forse che i macabri sperimentatori, riscontrata la patologia, abbiano ritenuto l’animale “inutilizzabile” e quindi “da scartare” ? A quest’ultima ipotesi, conferme (per ora) non ne abbiamo; proseguiamo invece con la casistica specifica.

GENNAIO 2001, Val di Vara (SP) - dal rapporto di Maurizio Briganti, inquirente CUN e responsabile per la provincia di La Spezia, stralciamo: «…la storia delle morti misteriose di animali continua: in questo mese è stata ritrovata dagli agenti della Guardia Forestale la carcassa di un’altra mucca, gettata in una scarpata in località Porcia di Sesta Godano, in Val di Vara. L’esemplare, che aveva appena partorito, è stato trovato mutilato d’un orecchio. Stranezza nella stranezza, sul cadavere non sono stati eseguiti i prelievi di legge per l’accertamento della BSE, nonostante i veterinari sostenessero che l’animale avesse certamente superato i trenta mesi d’età. Nessuna traccia di calpestìo né di sangue è stata rilevata nei pressi dell’esemplare morto…».

Dalla “Gazzetta di Parma”, 11/12/2004:

«La notte fra giovedì e venerdì u.s. a Rusino di Tizzano (PR) sette pecore, appartenenti all’allevamento di Pietro Orsi, sono state assalite e sbranate da ignoti predatori. Il gregge era formato da 16 esemplari di razza cornigliese e tutte quante erano gravide: avrebbero partorito giusto in tempo per avere gli agnelli da portare al mercato in occasione delle festività pasquali. A scoprire il desolante quanto inatteso spettacolo è stato lo stesso allevatore, quando, ieri mattina verso le otto, si è recato sul pascolo per il normale controllo. “Non era mai successo nulla di simile, né avevo avuto indizi che potessero farlo presupporre. Non riuscivo a credere ai miei occhi, stavo quasi per piangere: le sette pecore morte erano distese sul prato, all’interno della recinzione, che risultava intatta”. Il sopralluogo è stato compiuto da Carabinieri, Guardie Forestali e dal Veterinario del Parco dei Cento Laghi, nel cui comprensorio è sita la frazione. Il Dr. Mario Andreani ha escluso categoricamente l’ipotesi d’un attacco da parte di lupi, poiché questi di solito non aggrediscono mai più di una o due pecore in una volta e le riducono quasi in carcasse, per poi abbandonare il campo una volta sazi». E allora, come la mettiamo ?

Più di recente (18/12/2005) è giunta un’analoga segnalazione anche dall’Argentina, riportata sulla pubblicazione in lingua spagnola “Inexplicata”:

«Quattro mucche argentine di razza frisone (“Holando argentino”) sono state trovate morte e mutilate presso il ranch Los Hermanos, nelle vicinanze di Vertiz, La Pampa. Il proprietario, Gustavo Steib, ha dichiarato che “…tutte e quattro erano in procinto di partorire; sono state trovate morte, dalla sera alla mattina, e mutilate di organi genitali, mammelle e capezzoli. Sono rimasto esterrefatto per la precisione delle incisioni: nette, pulite e quasi cauterizzate, come se fossero state sottoposte a taglio e cucitura contemporaneamente.
Di solito la carne dei capi morti (ne ho visti tanti !) impiega due o tre giorni per decomporsi, ma in questo frangente sono bastate appena 12 ore ( ). Singolare il fatto che, a differenza di tutti gli altri casi, le porzioni di carcassa non interessate dalle mutilazioni non sono state attaccate dagli animali necrofagi…”».
Nostra ipotesi: la carne risentiva di qualche “trattamento” di tipo chimico, che fungeva da “repellente” per i predatori di carogne ?
Ora, tuttavia, tralasciamo la casistica e cerchiamo di approfondire due conseguenti quanto spontanee considerazioni: quali funzioni éspleta la biotina a livello fisiologico e, soprattutto, se il nesso fra “abductions e mutilazioni animali” e “alta percentuale di femmine gravide e/o fattrici” nell’ambito dei capi prelevati dai misteriosi predatori, presumibilmente “alieni”, sia qualcosa di più che non una semplice coincidenza.
La Biotina (o vitamina H) è una vitamina idrosolubile del complesso B. Normalmente presente negli organismi come prodotto di sintesi della flora batterica intestinale, la sua disponibilità viene ulteriormente incrementata con l’apporto alimentare. Come coenzima è presente nella formazione di acidi grassi, nella sintesi dell’acido nucleico e nell’ossidazione di acidi grassi e carboidrati. In mancanza di essa, la produzione di grassi nell’organismo viene inibita, così come la niacina (o vitamina PP) non può essere sintetizzata senza la biotina. La biotina è necessaria anche per la sintesi dell’acido ascorbico (vitamina C) ed opera, fra l’altro, in associazione col TSH (uno degli ormoni implicati nei processi dell’accrescimento). Contribuisce anche all’utilizzazione delle proteine, dell’acido folico, dell’acido pantotenico e della vitamina B12. La biotina è un elemento nutritivo essenziale, presente in piccole quantità in alcune piante e in tutti i tessuti animali, dove viene immagazzinata principalmente nel fegato, nei reni, nel cervello e nelle ghiandole surrenali.
Alcune fonti ricche di biotina sono: la carne e il latte dei bovini, nonché la carne e le uova del pollame, il fegato, le sardine, ecc. (vedi la tabella sul contenuto di biotina negli alimenti).

Il Consiglio Nazionale di Ricerca degli U.S.A. ha stabilito che un apporto di biotina variabile tra i 150 e i 300 microgrammi soddisfa il fabbisogno giornaliero dell’organismo. Quantità aggiuntive sono necessarie durante la gravidanza e l’allattamento. La carenza di biotina influenza principalmente la cute e i capelli. Tra i sintomi troviamo la calvizie, l’aspetto della pelle (secca e grinzosa) ed il colorito grigiastro della stessa e delle mucose. Fra gli organi colpiti dalla carenza di biotina troviamo anche i genitali maschili e le ghiandole sessuali in genere.

La Biotina può risultare efficace nella terapia di alcune patologie (cfr. la tabella relativa).

Nel lavoro precedente, citato all’inizio della presente relazione, abbiamo formulato l’ipotesi che il “liquido” circolante all’interno della vascolarizzazione dei tessuti alieni possa essere grosso modo comparato al sangue umano, con la differenza che l’emoglobina verrebbe sostituita dalla clorofilla (molecola ad essa molto simile) ed il fitolo della clorofilla, per l’appunto, dalla biotina: il tutto per motivazioni che in questa sede non possiamo dilungarci a richiamare. Perché proprio la biotina ? Perché otterremmo una molecola simile alla precedente (il sangue umano), ma forse con qualche prerogativa in più: vediamo quale.
La biotina, che fa parte dei cosiddetti fitormoni o sostanze attivanti, si presenta sotto forma di sottili aghi incolori; è solubile in acqua ed è stabile al calore, agli acidi ed agli alcali: al contrario delle altre vitamine, che sono molecole instabili e termolabili. Si rivela molto attiva: diluita infatti 1:400 miliardi, mantiene ancora la propria azione stimolante. Costituisce il gruppo attivo degli enzimi che accelerano i fenomeni della rigenerazione e moltiplicazione cellulare e catalizza le reazioni di fissazione e rimozione dell’anidride carbonica (CO2). Possiede una prerogativa assolutamente unica: a differenza delle altre vitamine con funzione coenzimatica, esplica la sua azione senza alcuna modifica della sua struttura e quindi è praticamente “eterna”.

Alla luce di quanto esposto, risulta evidente quanto la Biotina rivesta un ruolo decisamente preponderante nel metabolismo degli organismi femminili nel corso della gravidanza, come fattore essenziale per tutti quei processi di moltiplicazione cellulare ed accrescimento organo-tissutale di cui il feto abbisogna all’interno del sacco embrionale. Tutto questo potrebbe costituire una (e sottolineo: una) giustificazione al fatto che, per quanto riguarda le M.A.M., ad essere prelevati e/o mutilati siano in maggioranza esemplari adulti di sesso femminile, in stato di gravidanza o di produzione lattea: vale a dire in situazioni metaboliche nelle quali l’incremento di biotina, sia nella madre che nel feto, è gioco forza esponenziale. Giustificazione supportata da quanto si legge nella casistica esposta, relativamente al caso di S.Rossore, in cui il feto è stato asportato addirittura “in toto”. A questo punto, direbbe un noto conduttore televisivo, la domanda sorge spontanea: si può azzardare l’ipotesi che anche il liquido amniotico contenga Biotina in quantità significativa ? Nella letteratura specifica, nonostante meticolose ricerche, non si trovano tracce di indagini bio-chimiche che abbiano rivelato tale componente, anche se non è contraddittorio ritenere possibile la presenza di questa molecola nel liquido amniotico, essendo la Biotina una vitamina idrosolubile (il liquido amniotico consta del 98 % di acqua) ed essendo in esso presenti altre vitamine idrosolubili (B e C), in concentrazioni similari a quelle del plasma materno.

Se così fosse, il caso dell’Arkansas del 1989, in cui tutto il liquido amniotico “sparì” dal sacco embrionale senza lasciare traccia, andrebbe rivisitato sotto un’altra luce: personalmente ci rifiutiamo di credere che i servizi di “intelligence” abbiano bisogno di organizzare una siffatta messinscena notturna, per acquisire il liquido amniotico d’una mucca gravida, quando esistono centinaia di allevamenti in cui tale operazione può essere eseguita alla luce del sole, in tutti i sensi. Ma questa è un’altra storia…

Giorgio Pattera

RINGRAZIAMENTI
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Emilia Ventura Balbi – Coordinatrice C.U.N. LIGURIA – Genova
Maurizio Briganti – Responsabile C.U.N. per la Provincia di La Spezia
Alessandro Sacripanti – Coordinatore C.U.N. LAZIO – Tarquinia (VT)
Cristian Vitali – C.U.N. Parma / Centro Studi Fortiani - Parma
Rivista Telematica www.ufomachine.org

BIBLIOGRAFIA
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U.T.E.T. – GRANDE DIZIONARIO ENCICLOPEDICO / vol. 1° – Torino
U.S.E.S. – ENCICLOPEDIA MEDICA ITALIANA / vol. 1° – Edizioni Scientifiche, Firenze
UFO Notiziario - n.° 8 (Gennaio 2000); n.° 46 (Agosto/Settembre 2003); n.° 51 (Giugno/Luglio 2004)
GARZANTI – L’UNIVERSALE – voll. 11/12/38/39 – Mondadori, Milano – 2005