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Mistero Veneto ogni 4 settembre un diluvio nubifragio. Nubifragi, c’è un mistero veneto. Ogni 4 settembre arriva un diluvio.

 CONVEGNO SUL CLIMA. L’Arpav alle prese con nuovi fenomeni meteo. Temperature massime salite di 1 grado in 50 anni. «Da quattro anni consecutivi ai primi di settembre nella zona costiera sud piove una colonna d’acqua». Un temporale nell’Alto Vicentino. Padova. Il Veneto si è riscaldato più di quanto abbia fatto nella media. E si trova anche a fare i conti con eccezionali fenomeni di concentrazione di maltempo che hanno a che fare sicuramente anche con i cambiamenti di clima, anche se al momento si tratta di un “mistero” da risolvere. È il quadro sulla situazione climatica esposto da meteorologo Marco Monai, dirigente dell’Arpav, al convegno “Caldo da morire?” organizzato ieri a Padova dalla Fondazione Lanza e dall’Ulss 16. IL MISTERO DEL 4 SETTEMBRE. Ieri mattina l’intervento di autorevoli esperti internazionali ha confermato che il cambiamento climatico è una realtà scientifica. E che si intensificano ad esempio fenomeni estremi di maltempo. E per il Veneto, spiega Monai, l’Arpav – che è dotata di strumentazioni all’avanguardia come i meteo-radar – si trova davanti a un vero e proprio fenomeno. «Negli ultimi quattro anni, sempre il 4 settembre, è accaduto che si sia verificato un fenomeno estremo di pioggia concentrata sempre nella parte del Veneto che invece in media riceve meno pioggia nell’arco dell’intero anno: quella meridionale». È successo un anno a Mestre (lo ricordano quasi tutti), un altro a Chioggia, un altro a Mira. «Se in media la pioggia di un anno in quella zona è 800-1000 millimetri, è accaduto per quattro anni di fila che in sole 12 ore circa si siano rovesciati in una determinata zona, ma sempre di quell’area, da più di 100 fino anche 300 millimetri, cioè da un ottavo a un terzo dell’intera precipitazione di un anno. Una vera colonna d’acqua che parte da 7-8 chilometri di altezza, come siamo stati in grado di determinare grazie ai nostri strumenti all’avanguardia, e cala giù». Perché questi fenomeni estremi? «Ci sono di sicuro molte variabili in gioco come il mare, il vento, la convergenza di correnti – precisa Monai – per cui occorre valutare bene tutto per arrivare a una risposta. Ma certo è un fenomeno che fa riflettere. Ad esempio anche perché uno dei fattori in campo è che quelle fortissime precipitazioni sono sempre state precedute da alcuni giorni di ondata di caldo, anche magari un po’ anomala». TEMPERATURE PIÙ ALTE. Altro fenomeno misurato, conferma Monai, è l’innalzamento delle temperature. Se a livello planetario in media è stato misurato l’aumento di 1 grado centigrado nell’arco di 100 anni, le misurazioni fatte dall’Arpav per il Veneto indicano per le temperature massime un aumento di più di un grado in 50 anni «registrato da una decina di stazioni». OCCHIO AGLI INVERNI CALDI. Tra l’altro non solo l’estate, ma anche gli inverni in media hanno fatto registrare un aumento netto di temperatura. E questo, ha sottolineato ieri Stefano Marangon direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, fa la differenza, perché sono le temperature rigide invernali in genere a far sparire insetti portatori di malattie “tropicali” che spuntano sempre di più anche dalle nostre parti. «Bisogna anche ricordare però – ammonisce Monai – che ad esempio gli ultimi due inverni sono stati sia freddi più della media, sia molto piovosi e nevosi, anche se il trend generale è di leggera diminuzione delle piogge d’inverno. Questo dimostra che non c’è certezza: sono tutti discorsi di probabilità». ESTATE CALDA. E allora nessuna certezza su questa estate? «Ripeto: alle nostre latitudini è impossibile avere certezze. Però diciamo – spiega Monai – che ci aspettiamo un giugno incerto e un luglio e agosto modicamente più caldi del normale».FONTE: Piero Erle da ilgiornaledivicenza.it
N.B.: Considerazione di Mirko Pellegrin: la cosa ai più, potrebbe sembrare un semplice problema di casualità climatica. Ma qualcuno più smaliziato, è corso subito con la mente al famigerato progetto HAARP, un gigantesco sistema di antenne ubicate a Gakona (Alaska), il cui scopo ufficiale è lo studio della ionosfera, ma che secondo alcuni ricercatori trattasi in realtà di uno strumento per il controllo climatico e tettonico. Non entro nel merito della questione, ma il fatto che molti ci abbiano scritto sollevando questo dubbio, dopo aver letto l’articolo soprariportato, ci fa pensare ...

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