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Aiuto, un ufo mi ha rapito
Al Baglioni il congresso internazionale del Gruppo accademico ufologico di Scandicci.

Un toscano su cento sostiene di aver incontrato un alieno

FIRENZE - Il popolo dei rapiti, dagli ufo pe­rò, mica dall’anonima sequestri, è una fucina di storie improbabili. Pare che almeno «un toscano su cento sia stato rapito dagli alieni». A lanciare l’allarme è Corrado Ma­langa, non romanziere di fanta­scienza, ma ricercatore di chimica all’Università di Pisa, tra i massimi esperti di ufologia al mondo e ani­ma dell’associazione «Stargate». Lui racconta: «Ricevo 80mila email all’anno di addotti — termi­ne tecnico che sta per rapito da ex­traterrestri — la maggior parte del­le quali inizia con la parola ‘‘aiu­­to’’, spesso continuano dicendomi ‘‘sono stato anche dall’esorcista e lei è la mia ultima speranza’’».
IL CONVEGNO DI UFOLOGIA - Con il titolo «Ufo: una scomo­da realtà» si è aperto all’Hotel Ba­glioni di Firenze il decimo conve­gno internazionale promosso dal «Gaus», il Gruppo Accademico Ufologico di Scandicci. Tra gli ospiti l’esperto di avvistamenti Ti­mothy Good, il ricercatore turco Haktan Akdogan, e Roberto Pinot­ti, segretario del Cun — Centro Ufologico Nazionale. Ci sarà an­che Pierluigi Caria, documentari­sta che collabora con la trasmis­sione tv Voyager . «Scopo dell’in­contro è stimolare il pubblico a porsi interrogativi — spiega il presidente del Gaus, Pietro Mar­chetti — perché il fenomeno Ufo non è un delirio di chi occasional­mente mal interpreta un sempli­ce fenomeno aereo». Di storie se ne contano a bizzef­fe e Malanga, che non sarà tra i re­latori per divergenze «politiche» con il Cun, ha «la banca dati sulle adduzioni più grande del mon­do ». Infatti «esiste una tonnellata di casi toscani di rapimenti, non quanti in Sardegna, ma comun­que tantissimi» continua il chimi­co. Nel 1986 un musicista jazz fio­rentino è stato «addotto mentre faceva l’amore con la sua compa­gna nel terrazzo di casa». Il prota­gonista vuole rimanere anonimo ma per Malanga costituisce uno dei maggiori casi di studio. Rac­conta: «Appena hanno iniziato a fare l’amore sono stati immobiliz­zati, e lui ha visto arrivare una macchina volante». Parla di «ricor­di confusi di un’operazione chirur­gica ad opera di esseri macrocefa­li alti 1 metro e 20 con tre dita, co­lorati di grigio con occhi tutti neri senza pupille, un corpo esile e l’in­dice molto più lungo delle altre di­ta ». Alla fine della storia «la ragaz­za non ne ha più voluto sapere di lui e se n’è andata impaurita».
LE STORIE - Un altro caso narra di un quin­dicenne pisano cintu­ra nera di karate che nel 1980, impegnato a fare motocross nelle vicinanze dell’aero­porto con cinque ami­ci, alle due di mattina vede «una luce scen­dere rapidamente » . Dopo molti anni il ra­gazzo, ormai uomo, e anche in questo caso geloso del suo anoni­mato, decide di sotto­porsi a una seduta ip­notica. «Il racconto as­sume toni drammatici: due esseri piccoli usciti dalla macchina vo­lante lo accompagnano in una stanza blu dove viene steso su un lettino di metallo e operato all’oc­chio destro». Certo, esistono vari gradi di pas­sione ufologica. Vari gradi di quel­lo che molti chiamerebbero, per usare le parole di Marchetti, un «delirio». Si va da chi organizza in­contri mensili per studiare e divul­gare i fenomeni di avvistamento, come il Cun e il Gaus, a chi, come Malanga, fa delle adduzioni il cen­tro del proprio lavoro. Oggi il Gaus presenterà nuovi studi sul caso del mugellano Isido­ro Ferri che 25 anni fa testimoniò un avvistamento dalla finestra di casa sua a Polcanto, vicino a Bor­go San Lorenzo. «Sono venute alle luce nuove analogie con vecchi ca­si che nel corso degli anni ci han­no fatto pensare che questo feno­meno può ricadere tranquillamen­te nella casistica storica degli avvi­stamenti realmente accaduti», rac­conta Marchetti. Isidoro Ferri, classe 1938, ricor­da: «Nell’ottobre del 1984 una not­te ho visto la sagoma di un essere con un faro in testa che proiettava verso di me la sua luce. Tutto a un tratto sono apparse delle fiammel­le di fuoco e ho pensato a un in­cendio nel fienile ma il fuoco si muoveva al contrario, dall’alto verso il basso. Poi una luce bian­chissima e densa avanzò verso la finestra e ho sentito una voce... È stata una meraviglia, sembrava di stare in un altro mondo». Ferri ri­mane «paralizzato per alcuni mi­nuti » e dichiara: «Non ho mai vi­sto una luce così potente». Ferri sarà l’unico a portare la propria testimonianza ma i casi toscani e fiorentini sono molti e al­cuni molto famosi.
L'AVVISTAMENTO COLLETTIVO - Si va dall’avvi­stamento collettivo della partita Fiorentina — Pistoiese allo stadio di Firenze nel 1954 al «contatto» di Cennina, nell’aretino, dello stes­so anno. «L’ultimo episodio signi­ficativo risale al 1995 quando alle Piagge una signora ha avvistato un velivolo con due entità a bordo che stava per atterrare» continua Marchetti. Che ribadisce: «Il caso dello stadio non può essere messo in dubbio nel modo più assoluto. Non può essere un abbaglio collet­tivo di migliaia di persone. È inat­taccabile da ogni punto di vista». Malanga non sarà al Baglioni: «Sono stato 35 anni nel Cun e mi sono reso conto che è legato alla Massoneria e all’Aeronautica mili­tare, e loro sono contrari alla frui­zione della libera informazione». Il chimico pisano è un vero uo­mo- archivio: «Negli anni Settan­ta e Ottanta c’è stato un solo im­portante centro ufologico, il Cun, con un presidente fiorentino e i membri del consiglio direttivo si riunivano qui. Firenze era capi­tale nazionale del­­l’ufologia e ora lo è Pi­sa con Stargate che conta 450 iscritti». Spiega che svelare il fenomeno «non con­viene a nessuno: né agli ufologi perché ri­schiano di perdere il lavoro, né al Vaticano perché ammettere l’esistenza degli extra­terrestri farebbe crol­lare il cattolicesimo, né ai militari perché dovrebbero ammettere che i nostri cieli non sono sicuri, né ai politici perché con gli Ufo non ci si mangia». Ma Malanga insegna a «liberar­si del problema in 4 fasi: riconosci­mento del fenomeno, comprensio­ne di cos’è l’adduzione, presa di coscienza del ‘‘perché è toccato a me’’ e acquisizione delle tecniche di reazione: questo lo facciamo so­lo noi del gruppo Stargate». Ma co­sa vuol dire? «Vuol dire che la prossima volta che entra un alie­no in casa tua sei in grado di dir­gli ‘‘no, ora basta’’, e lui se ne va. Ci sono tecniche che noi insegna­mo per mandare via l’alieno».
Edoardo Semmola
16 novembre 2009(ultima modifica: 17 novembre 2009)

FONTE: http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2009/16-novembre-2009/aiuto-ufo-mi-ha-rapito--1602015755491.shtm

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