Basilica

VicenzaUFO

Benvenuti nel sito ufficiale del CUN Vicenza
tel. 349/1576839 - fax 0444/8431165
ENVELOP1 Cun Vicenza
logoCUN

Altri Autori

Altre sezioni locali del Cun Veneto

CUN VERONA

CUN ROVIGO

CUN VENEZIA

VUOI ISCRIVERTI AL CUN?
[info]

UFO & INVISIBILITA’ OTTICA

Di Alfredo Benni

Da: UFO NOTIZIARIO Giugno/Luglio 2003

Alcuni casi

Da "UFO. scacchiere Italia" di Roberto Pinotti. ed. Oscar Mondadori:

«Eravamo nell'estate del 1944. C'era la guerra. Bombardamenti, Italia spezzata in due, tedeschi in casa al Nord, angloamericani in casa al Sud, fascisti e partigiani. Un pomeriggio di quell'ottobre del 1944, così comincia una lettera al direttore pubblicata anni fa da un noto settimanale politico italiano, «mi trovavo a Milano in Corso Buenos Aires. Saranno state le diciassette. Era il tramonto, comunque. Un tramonto terso, limpido, come a volte capita nell'autunno milanese. Stavo camminando verso Porta Venezia percorrendo il marciapiede di sinistra, secondo il senso di marcia. Quando avvenne il fatto potevo distare da Porta Venezia cento o centocinquanta metri.«Allora io avevo vent'anni. Militavo nelle file della Repubblica Sociale. Appartenevo, anzi, ad un reparto specialissimo della "Decima, i paracadutisti del Btg. "N.P", ed ero reduce da alcune missioni di sabotaggio e spionaggio nelle regioni italiane del Sud già occupate da­gli angloamericani. Dico questo non perché politicamente c'entri con quanto sto raccontando, ma per precisare un fatto fonda­mentale. Avevo vent'anni, ripeto, ero fisicamente - e lo sono ancora - sanissimo. Per entrare a fare parte dei reparti speciali di cui ho parlato sopra avevo dovuto sottostare a controlli medici di ogni genere. Psichicamente ed intellettualmente ero e sono a posto. Non soffrivo quindi di allucinazioni. Ai corsi speciali, inoltre, mi avevano insegnato a riconoscere a vista ogni tipo di arma, nostra e avversaria, con particolare riguardo agli aerei. Sapevo tutto: caratteristiche, velocità, armamento. Potevo riconoscere, anche perché ero dotato di una vista perfetta, qualunque tipo di velivolo, anche a distanze notevoli. «Stavo dunque camminando verso Porta Venezia. Non avevo fretta. Improvvisamente sentii intorno a me delle grida. Mi guardai attorno, portando istintivamente la mano al­la pistola. Ma non si trattava di un attentato. La gente gridava e guardava in alto, poi scappava nei rifugi.«Guardai anch'io. E restai di sasso. Piazzata nel bel mezzo del cielo, ad una quota di trecento metri circa, sulla verticale di Piazzale Loreto, era ferma, immobile, lucente, una padella di rame; senza manico, naturalmente. «Ricordo bene che restai pietrificato sul marciapiede, mentre attorno a me quasi tutti scappavano verso i rifugi. Ricordo anche che suonarono le sirene d'allarme. Restai, così, affascinato a guardare quella padella in mezzo al cielo. Ho presente quegli istanti come se fosse oggi. Il cielo limpido, la gente che scap­pava e la mia mente che lavorava freneticamente per cercare una spiegazione: "Un aereo non è... Unpallone di sbarramento, nemmeno... Un pallone sonda, meno ancora... Un'arma segreta tedesca... E che diavolo ci fa, lassù, su Piazzale Loreto, un'arma segreta tedesca? Ma allora, buon Dio, che cosa è...?"«Poi, di colpo, il vuoto. Proprio così: la padella scomparve. Da ferma che era, si volatilizzò. Almeno così mi parve.«Sta di fatto, che all'improvviso, non la vidi più.« Sbalordito, mi guardai attorno. Altri come me, con il naso per aria, sembravano istupiditi. Poi, qualcuno cominciò a uscire dai rifugi. Suonarono le sirene del cessato allarme. Lentamente il traffico riprese come prima.«Che cosa avevo visto? Che cosa avevamo visto? Non ero stato il solo, infatti, a vedere quel "coso" per aria. Eravamo stati centinaia, forse migliaia, compresi gli addetti alla difesa antiaerea che avevano subito azionato le sire­ne. Non riuscii a darmi una ri­sposta.»

Da `Rapite dagli UFO" di Karla Turner, ed. Mediterranee:

Ted fu testimone di uno scenario di realtà virtuale quando si trovava in Florida in visita a un'amica, Marie, insieme a un'altra ospite, Amelia. Le due donne occupava­no due letti gemelli in una stanza e Ted dormiva da basso in un altra. Non molto dopo essersi coricato una notte durante la sua visita, fu svegliato da Marie che gli gridava di «venire subito!». Diri­gendosi verso la stanza, Ted vide un diffuso bagliore azzurrino che proveniva dalla porta della ca­mera delle due donne. Entrando trovò Marie addossata alla parete più lontana, che guardava i letti gemelli in stato di shock.E vide anche da dove proveniva la luce azzurra. Amelia giaceva immobile su un letto, circondata da un'enorme, luminosa sfera azzurra ed «elettrica». Aveva gli occhi aperti, e non sembrava affatto impaurita, mentre conversava con qualcuno che Ted e Marie non potevano vedere. Terrorizzati, cercavano di parlarle, ma riuscivano a stento a sentirsi l'un l'altra anche gridando. Amelia continuò a parlare dentro la sfera per diversi minuti, finché la luce azzurra improvvisamente scomparve, e allora si liberò finalmente dalla paralisi che l'aveva inchiodata a letto. Amelia disse a Ted e a Marie che l'espe­rienza era iniziata conil rumore di un elicottero sopra la casa. Quando aprì gli occhi, poté vedere attraverso il soffitto e il tetto come se fossero spariti, e notò l'elicottero sospeso proprio sopra l'abitazione. Descrisse due entità all'interno dell'apparecchio, e aggiunse che erano anche apparse ai piedi del letto prima che la luce azzurra svanisse. Un essere era alto, con pelle verdastra, testa a forma d'uovo, e occhi obliqui, unico tratto dei lineamenti facciali visibile. L’altro, più piccolo, era di color blunero, disse Amelia. Ted e Marie non aveva­no assolutamente visto niente di queste creature, né avevano udito il rumore di un elicottero. Ma avevano visto la sfera di luce, con luci più vivide che guizzavano attraverso di essa, e Amelia irrigidita in una posizione leggermente rialzata all'interno della sfera, perché stava per tirarsi su a sedere quando la luce crebbe e la paralizzò. La percezione dell'esperienza era assolutamente «reale» per Amelia. Era consapevole quando cominciò e lo rimase per l'intera durata dell' avvenimento, come dichiararono Ted e Marie. In base a tutto ciò che l 'input sensoriale le diceva, Amelia aveva sperimentato un avvenimento reale con l'apparecchio volante e le entità. Realtà virtuale. E i testimoni consapevoli e liberi dall'effetto alieno, Ted e Marie, osservarono gli effetti reali del meccanismo che manipolava l'evento, veri­ficandone l'origine esterna. La tecnologia VRS esiste e viene usata, questo è chiaro. E, a meno che non vi siano altri testimoni, come in questo raro esempio, chi la sperimenta non è in grado di distinguere da sé fra realtà virtua­le ed un avvenimento reale.

Da `Alieni in Italia" di Moreno Tambellini, ed. Mediterranee:

 La notte tra il 25 e il 26 giugno 1962 fu veramente traumatica per la signora P e i suoi due figli. Tutto iniziò intorno all'una di notte quando Luisa avvistò nel cielo un oggetto discoidale di color bianco incandescente. L' osservazione continuò fino alle 02,00 quando cioè tutti e tre decisero di andare a letto. Dopo circa un'ora Lisa si svegliò con la netta sensazione di avvertire nella stanza una fastidiosa presenza: un fresco glaciale inondava l'intero ambiente facendole battere i denti. Aprì gli occhi e vide una luce verdastra e fluttuante che riempiva tutta la stanza: a pochi passi dal letto si ergeva il contorno sfumato di una mostruosa figura umana semi­trasparente. Aveva le braccia e le gambe molto grossi, la sua statu­ra era intorno ai due metri; l'essere protendeva due grandi mani tozze verso la ragazza come per afferrarla. Pareva enorme, anche se era priva dei lineamenti, era come "rasata". Luisa si sentì osservata da uno sguardo orribile, l'essere sfiorò con le mani il volto della testimone che gridò con quanta voce aveva in gola svegliando così la madre che però, appena visto l'essere, ricadde svenuta nel letto. In quel momento la "figura" iniziò a ritirarsi verso la finestra rimpicciolendo fino a ridursi ad un piccolo pun­to verde (come quello dei vecchi televisori quando si spegnevano). Nel frattempo anche R., sveglia­to dalle grida, accorse in came­ra potendo vedere il punto verde e notando la bassa temperatura presente nell'ambiente. Va detto che la famiglia fu a distanza di due mesi di nuovo oggetto di "visite" da parte dello strano individuo.

II caso del mostro di Sino poli

Sinopoli (Reggio Calabria), giu­gno (?) 1955.

Intorno al letto di Domenica Fedele, un'anziana signora agonizzante, si erano raccolti diciotto familiari, per la veglia funebre. Un lume a olio illuminava scarsamente la stanza. A mezzanotte esatta una mano enorme si sarebbe profilata sulla parete, scendendo e stendendosi sul volto della morente. Un giovane nipote della donna, Rocco, avrebbe brandito una sedia ma, mentre stava per scagliarsi contro la mano fantasma, impietrito, avrebbe visto un mostro ("un demone") sbucare dalla parete terrorizzando i presenti. Qualcuno sarebbe svenuto, altri sarebbero scappati, buttandosi persino giù dal balcone. Il giorno dopo la Fedele sarebbe stata trovata morta. La casa sarebbe stata ribenedetta. Questa dubbia notizia, a metà strada fra le leggende sui fantasmi e la casistica di “alieni in camera da letto”, venne pubblicata dalla Domenica del Corriere nel numero del 26 maggio 1955.Senza addentrarci nella fisicadelle onde o in quella elettromagnetica è importante dire che se un ipotetico oggetto assorbisse tutte le radiazioni nello spettro visibile e emettesse un altro tipo di onde (ad esempio ultraviolette) al contrario di quello che si pensa sarebbe visibile come un corpo nero. Se non ne assorbisse nessuna, sarebbe visibile come bianco.Se vengono emesse radiazioni ultraviolette o infrarosse, queste potrebbero essere un effetto della presenza di esseri a noi sconosciuti e non una causa della loro invisibilità. In pratica potrebbe essere possibile un meccanismo di "dispersione" di energia da queste entità. Questa dispersione sarebbe misurabile sulla fascia ultravioletta, ottica (a volte) e infrarossa. L’invisibilità sarebbe quindi la causa e non l'effetto di tali emissioni.

Analisi:

Leggendo questi quattro casi ap­paiono evidenti almeno quattro grossi filoni di ricerca sulla invisibilità ottica. Ovviamente stiamo escludendo una quinta possibilità che si basa sulla supposizione che tutte queste testimonianze siano false o frutto di allucinazioni "collettive"

Mistificazioni o disturbi psichici?

Ma esistono sul serio le allucina­zioni collettive ? O sono solo il pretesto per negare fatti precisi e circostanziati ? Non si può negare certo che possano esistere burle ben congegnate, o persone con forti disturbi psichici, ma quando più persone normali e con una vita normale, vedono fenomeni inspiegabili non credo si possano sempre addurre come spiegazione le allucinazioni collettive. C'è anche dell'altro...

1) Invisibilità provocata da un fenomeno FISICO REALE (tec­nologico) A questa categoria ap­partengono tecnologie legate a:

-"occultamento" (es. una cortina fumogena)

- "mimetismo" (camuffamento in modo da non essere riconosci­bili e distinguibili dallo sfondo

 - Infine 1' invisibilità reale provo­cata con sistemi di occultamen­to in grado di rendere il l'oggetto o l'entità non visibile anche a di­stanza ravvicinata. Questa ultima e una delle invisibilità che ci in­teressano maggiormente e di cui discuteremo gli sviluppi tecno­logici.

2) Invisibilità provocata da un fenomeno PSICHICO REALE (realtà virtuale)

Possono essere provocate da:

- false percezioni indotte in modo indiretto (attraverso i nostri sensi). In pratica la persona è introdotta in una specie di simulatore di realtà virtuale che interagisce con la nostra percezione della realtà e induce delle false reazioni e falsi ricordi.

- false percezioni indotte in modo diretto (stimolazione neurale). A questa categoria appartengono le percezioni indotte da stimolazione, ad esempio, con infrasuoni o stimolazione neurale attraverso scariche elettriche. Non si escludono comunque altre forme di stimolazioni di tipo subatomico, come mirati fasci di particelle; ad esempio positroni.

3) Invisibilità provocata da un fe­nomeno DIMENSIONALE E' forse quella più intrigante peri ricercatori insieme a quella "tem­porale". Presuppone che questi oggetti o questi esseri siano na­turalmente collegati in un'altra dimensione spazio temporale e che ogni tanto facciano per così dire "visita" nella nostra dimen­sione spazio-temporale. Per far capire un tale effetto ricordiamo un racconto del reverendo peda­gogo Edwin A. Abbott redatto nel 1870. Sicuramente ispirato agli studi del fisiologo, fisico e matematico H. von Helmholtz che nello studio sulle geometrie non euclidee che disse: "Immaginiamo - ciò non è logicamente impossibile - che esistano esseri dotati di ragione, bidimensionale, viventi e moventesi sulla superficie d'uno dei nostri cor­pi solidi Ammettiamo che essi non possano percepire alcunché fuori di questa superficie, ma che possano percepire in modo simile al nostro entro l'ambito della superficie su cui si muovono. Se tali esseri costruissero la loro geometria, attribuirebbero naturalmente al loro spazio due sole dimensioni." E ancora: "Esseri viventi su una sfera, pur essendo dotati delle medesime facoltà logiche, formulerebbero un siste­ma di assiomi geometrici affatto diverso da quello che potrebbero formulare gli esseri viventi sul piano e noi stessi, che viviamo invece in uno spazio a tre dimensioni." Queste frasi, tratte dalla conferenza L'origine e il significato degli assiomi geometrici (H. L. von Helmholtz, Ope­re scelte, a cura di V Cappelletti, UTET, Torino, 1967), possono aver ispirato il reverendo Edwin Abbott a raccontare un'immagi­naria storia in un mondo piatto bidimensionale ,"Flatlandia", in cui gli esseri viventi non perce­piscono la terza dimensione. La domanda centrale alla quale sia Helmohltz, sia Abbott cercano di rispondere viene dai filosofi seguaci di Kant. Ammesso che uno spazio a più di tre dimensioni sia matematicamente possibi­le è accessibile anche alla nostra intuizione? Il racconto del Quadrato protagonista di Flatlandia conferma questa tesi filosofica. Egli è stato in grado di vedere sia il più complesso mondo tridimensionale, sia quelli più semplici a una dimensione e a zero dimensioni. Questa sua cono­scenza gli costa però la prigione a vita e il marchio di pazzo. Ma che accade se una sfera tridimensionale attraversa il mondo di flatlandia ? Inizialmente verrà vista dagli abitanti come un punto. Poi come una linea che si allarga, si rimpicciolisce, che ri­torna punto e che infine svanisce nel nulla.II matematico Rudy Rucker ha studiato la possibilità che esista una dimensione, che per semplicità ha chiamato quarta o 4D, che sia divisa dalla nostra terza dimensione, in cui viviamo, come un foglio di carta in 2D divide il nostro spazio in 3D. In questa dimensione 4D continuerebbe ad essere valida la geometria euclidea, così come su opportune superfici come la sfera o l'iperbole, continuerebbero a valere le altre geometrie non euclidee. In tale dimensione una creatura 4D potrebbe scrutare ogni centimetro quadrato del nostro corpo interno compreso, come noi vediamo d'un colpo i tre lati di un trian­golo e gli angoli interni. In uno spazio 4D si potrebbero anche collegare l'interno di due stanze senza attraversare porte o pareti. Da questo spazio prendere o lasciare qualche cosa nella nostra dimensione potrebbe essere estremamente facile. Sui po­trebbe svuotare il contenuto di una cassaforte senza aprirla. Ma quante dimensioni? Non lo sappiamo. Alcuni parlano di Universi a 9,10,11,24 o addirittura 64 dimensioni... Pensate un at­timo a quanto sarebbe povera la nostra percezione della realtà se appena esistesse anche una dimensione extra non percepita. Mario Bruschi del Diparti­mento di Fisica all' Università "La Sapienza" dice sul suo sito web: "Un problema extra delle dimensioni extra è nel grande dislivello previsto tra la tempe­ratura (energia) a cui avviene l'unificazione tra la interazione debole (responsabile ad esempio dei processi radioattivi) e la ben conosciuta interazione (forza) elettromagnetica (per la fusione di queste due forze sia­mo sui 10^2 Gev) e la tempe­ratura (energia) prevista per la grande unificazione della gra­vità con le altre forze (10^18 Gev, 10 milioni di miliardi più alta!). Questo è noto come "il problema della gerarchia". In effetti 10^18 Gev è una tem­peratura così alta che può essere esistita solo per un breve attimo dopo il Big Bang. Inoltre c'èla domanda basilare: se davvero viviamo in un Univer­so MOLTO più ricco di quanto normalmente percepiamo, se esistono davvero 5,6,7 o molte altre dimensioni oltre a quelle abituali, come mai non le "vediamo"? Alcune teorie dicono che non possiamo "vedere" le dimensioni extra perché queste sono "arrotolate", cioè ripiegate su se stesse con un raggio di curvatura submicroscopico (molto più piccolo del raggio di un atomo). Tuttavia rima­ne il quesito: perché, delle primordiali dimensioni, solo 4 sono "dispiegate" e le altre sono praticamente scomparse? Un nuovo approccio, dovuto a Lisa Randall (della Princeton Uni­versity ora al MIT) e a Raman Sundrum (Stanford), ammette che le dimensioni extra potreb­bero essere estese come quelle normali ma con una peculiarità: i gravitoni (le particelle che portano la forza gravitazionale) in queste dimensioni sarebbero bloccati in piccoli "spazi" e questo farebbe la differenza... Con questa nuova eccitante ipotesi si avrebbe la unificazione della Gravità con le altre forze conosciute ad una più ragionevole temperatura (energia) di 10^3 Gev (solo 10 volte più grande di quella necessaria per l'unificazione elettrodebole). Il `problema gerarchico " sarebbe così risolto. Inoltre, importante!, la nuova teoria permette di prevedere l'esistenza di nuove particelle "esotiche" in un range di energia raggiungibile tra breve dal Large Iladron Collider (LHC), in costruzione al CERN a Ginevra. Quindi la teoria potrà essere presto messa alla prova sperimentale (al contrario di molte altre pur affascinanti teorie, come quella delle super-stringhe, che per ora sono al di fuori di qualsiasi controllo sperimentale).

Vedremo..."

4) Invisibilità provocata da un fenomeno (BALZO) SPAZIO - TEMPORALE

Altra forma intrigante di invisibilità è quella legata a sbalzi temporali in cui il soggetto dell'evento salta da un tempo ad un altro tempo, futuro o passato. A lungo si è dibattuto se sia possibile fare viaggi nel tempo (o per meglio dire spazio-tempo). Molti hanno sostenuto che tale possibilità sarebbe possibile in un verso. In particolare l'astrofisico Thomas Gold propose una teoria di questo tipo, dove la freccia direzionale del tempo (che va verso il futuro) è legata all'entropia nell'universo. Poiché lo stesso si dilata continuamente, il tem­po non potrebbe mai cambiare verso. Diversamente se l'universo si rimpicciolisse secondo questa teoria il tempo scorrerebbe al contrario. II bicchiere in pezzi quindi ne diventerebbe uno intatto e la cascata scorrerebbe al contrario. Fu Lagrange nel 1797 il primo a trattare il tempo come una quarta coordinata spaziale. La teoria della relatività di Einstein non fece che confer­mare questo presupposto. Ma in questo modo un ipotetico viag­giatore nel tempo non potrebbe che andare avanti. Ma vedremo che non è così. Nel 1980 Frank Tipler, fisico matematico della Tulane University, dimostrò che viaggiare nel tempo era possibi­le. Pubblicò sulla prestigiosa rivista Physical Review un articolo sull'argomento. L'articolo si inti­tolava: "Rotating Cylinders and the Possibility of Global Ca­sual Violation" (Cilindri rotanti e la possibilità di una violazio­ne globale della casualità). Dice Typler: "E' sufficiente una mas­sa iperdensa in rapida rotazione, e i calcoli ci danno come miglior forma un cilindro lungo cento chilometri col diametro di venti di 10^14 grammi per centimetro cubo di densità, rotante sul suo asse alla metà della velocità della luce". Questo oggetto riuscirebbe a curvare abbastanza il conti­nuum spaziotemporale creando dei wormhole (buchi o cuniculi) per consentire degli spostamenti pur con qualche limitazione. Innanzitutto la macchina limiterebbe se stessa. Non si potrebbe andare oltre il passato in cui la macchina non esisteva e non si potrebbe andare oltre il futuro in cui tale macchina verrebbe di­strutta. Poi per far funzionare un simile macchinario, oggi, probabilmente tutta la terra dovrebbe essere trasformata in combustibi­le. Per quanto noi oggi ne conosciamo, la macchina di Tipler è quindi inattuabile. Anche altri scienziati, Kip Torne, il suo allievo Michael Morris e Ulvi Yurtsever pervennero alla plausibilità di costruire una macchina per fare viaggi nel tempo. Ma questa era molto più complicata del modello di Tipler. Tale macchina avrebbe dovuto essere lunga una unità astronomica (cento cinquanta milioni di chilometri) e avrebbe dovuto essere fatta con materiali super resistenti che ancora oggi non esistono, in grado di resistere alla tremenda morsa stritolatrice di un buco nero. Un terzo approccio si basa sull'ipotesi che esistano i tachio­ni. Tutti conoscono il postulato fondamentale della relatività di Einstein, secondo il quale nessun oggetto può muoversi più velocemente della luce, ma quello che comunemente viene trascurato è che tale concetto dovrebbe essere considerato in maniera più ampia. Quello che in realtà vuol dire l'ipotesi di Emstein è che nessuno oggetto che sia mosso (almeno una volta nella sua esistenza) a velocità inferiore a quella della luce potrà mai superare la velocità della luce stessa. Il postulato non si pronuncia su eventuali oggetti che andassero sempre più veloci della luce. Secondo questo approccio la velocità della luce costituirebbe un confine invalicabile tra due realtà materiali del nostro universo. La prima in cui gli oggetti si muovono sempre al di sotto della ve­locità della luce e la seconda in cui la materia si muove sempre al di sopra della velocità della luce. Tenendo presente questo contesto l'americano Gerald Feinberg nel 1967 coniò il termine tachioni (dal greco "tachys", veloce),per indicare tutte quelle particelle che si muovono a velocità ultraluminari, contrapposte ai tardioni (i nostri elettroni e protoni). Tramite i tachioni, che andando più veloci della luce andrebbero indietro nel tempo, noi potremmo inviare dei messaggi ai nostri progenitori senza violare il "Principio di Causalità" secondo il quale le cause devono sempre precedere gli effetti. Ma in pratica anche un semplice messaggio potrebbe alterare il passato e quindi il futuro. I viaggi nel tempo potrebbero essere pericolosissimi.

La tecnologia ieri

11 Lockheed P-38 Lightning ven­ne progettato nel 1936 quandol'US Army Air Corps richiese un caccia monoposto bimotore con alte prestazioni di velocità ed autonomia. Progettista l'allora giovane inge­gnere neo assunto, divenuto poi il leggendario Clarence L. "Kel­ly"Johnson. Kelly come era affettuosamente chiamato alla Lockheed proget­tò f F-80 Shooting Star, F-104 Starfiglhter, l' U2 e 1' SR71 tut­ti aerei che fecero la storia dell’ aviazione.Ma ritorniamo al 1944 quando volava il P-38. La versione da ricognizione P-38 ridisegnata F-4 ed F-5 sperimentata presto; erano completamente disarmate. Nel muso erano concentrate le macchine fotografiche. Per salvaguardarsi si affidavano solo alla quota e alla velocità e ad una particolare lavorazione. Un certo Samuel Kevott la fabbrica di vernici Sherwine Wiliams elaborò una speciale vernice detta Air's Paint (vernice bruma) che reagendo in m particolare ai raggi ultravioletto rendeva gli F-4 e gli F-5 che al suolo eranodi colore bianco grigio, dello stesso colore azzurro cupo del cielo.Ad un osservatore a terra sarebbe apparso dello stesso colore del cielo e quindi non visibile. Di questa vernice particolare, pur essendo adottata come verniciatura standard su tutti i ricognitori, si seppe solo molti anni dopo la fine della guerra.

La tecnologia oggi

La DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) e l’US Army Soldiers System Center.prevedono per il 2005 che l' U. S. Army possa essere dotata di un equipaggiamento da combattimento che sarà così evoluto da permettere ai soldati di percepire un attacco che sta arrivando, cambiare forma e colore per mescolarsi all'ambiente circostante e fare aggiustamenti continui per mantenere la migliore temperatura corporea. Chiave di tutto la nanotecnologia che permetterà di costruire:

- strutture fatte con fibre ottiche in grado di prendere la luce da dietro all'oggetto da nascondere e portarla davanti. L'effetto finale sarà identico alla invisibilità

- tessuti con milioni di nanofori in grado di sfruttare il principio fisico della DIFFRAZIONE in cui i fotoni verrebbero deviati. Sebbene provenienti da una uni­ca fonte verrebbero poi riproiet­tati in tutte le direzioni.

- tessuti basati su matrici nanotecnologiche di sensori accoppia­ti con cristalli liquidi in grado di autoalimentarsi solo con la luce.Questo tipo di tessuto fornirebbe un effetto "camaleonte" in tempo reale di tipo adattivo immediato. A tal proposito propongo uno schema da uno studio di tre ricercatori dell'università di Bologna: Vincenzo Balzani, Alberto Credi, Margherita Venturi e pubblicato dal periodico "Le Scienze" Lo schema si riferisce ad un sistema supramolecolare progettato per funzionare come una navetta e azionato da stimoli luminosi. Il componente ad anello (D) è un donatore di elettroni mentre il componente lineare è costituito da diverse unità molecolari aventi proprietà specifiche: un complesso di Rutenio (R) che serve oltre ad impedire all'anello di sfilarsi, ad assorbire stimoli luminosi, due diversi accettori elettroni (Al) e (A2) che rappresentano due di­verse "stazioni" per l'anello (D), un'unità (S) che funge da spa­ziatore ed infine un gruppo (V) che impedisce all'anello di sfilarsi dalla parte opposta. Dopo uno stimolo luminoso R cede un elettrone ad Al che perde così la sua caratteristica di accettore. In seguito alla destabilizzazione di Al, l'anello di sposta e va su A2. L'elettrone ritorna su R e quindi l'anello si risposta su Al per rendere il sistema di nuovo il più stabile possibile.

La tecnologia domani

Sarà sempre più basata sulla na­notecnologia e Il badget dell'Us Army destinato alla ricerca sulle nanotecnologie è fermo a 8,8 mi­liardi di dollari, il 2,7% del budget totale di 328.9 miliardi di dollari per l'anno 2002.Ma la nanotecnologia è una delle aree chiave della ricerca militare, accanto alla scoperta degli agenti chimici e biologici e dei laser ad alta energia.Oltre agli 8,7 miliardi di dollari, il Dipartimento della Difesa Usa ha di recente annunciato la sua intenzione di creare l'Istituto per la nanotecnologia militare. E' previsto che l'istituto riceva oltre 50 milioni di dollari.

Una curiosità

Northrop Grumman ha sve­lato le prime immagini relative ad un progetto elaborato per conto della DARPA nell'ambito del programma Quiet Supersonic Program, relativo ad un nuovo velivolo di grosse dimensioni che aggiunge alle "tradizionali" caratteristiche stealth nello spettro elettromagnetico / ottico anche quella acustica.II velivolo dovrebbe poter volare velocità superiori a mach 2 con una minima avvertibilità acusti­ca al suolo. Avrebbe una fusoliera di 47 metri e 18 di apertura alare. Motori e prese d'aria al sul dorso della fusoliera e bordo d'attacco dell'ala adattivo.