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CNI NEWS

                Il Caso di Varginha, Brasile, mantiene vivo il suo Interesse: un nuovo testimone rafforza l’ipotesi di un collegamento tra gli UFO e la presenza delle strane creature.

CNI News ringrazia il celebre ricercatore e scrittore Bob Pratt (bobpratt@gate.net), per aver fornito questa particolareggiata panora­mica, e un interessante aggiornamento su uno dei più intriganti casi di incontro ravvicinato mai avuti nel mondo, avvenuto nel 1996. Stiamo parlando del presunto avvistamento di alcuni strani umanoidi, e della loro conseguente cattura compiuta dai militari nella città brasiliana di Varginha. Bob Pratt, il cui ultimo libro si intitola "UFO Uanger Zone: Terrore e Morte in Brasile - Chi Sarà il Prossimo?" (1997), ha viaggiato per tutto il Brasile per intervistare la maggior parte dei testimoni e dei ricercatori coinvolti nelle indagini sul caso di Varginha, diventando così uno dei più importanti esperti di questa inchiesta. CNI News ringrazia anche Cynthia Newby Luce per l'assistenza da lei fornita relativamente a questo caso.

II "caso Varginha", che è avvenuto in Brasile e riguarda la presunta cattura di extra­terrestri, ha avuto inizio dopo che una creatura di aspetto umanoide era stata vista in un appezzamento di terreno libero, il 20 Gennaio del 1996. L'investigatore che si è occupato per primo del caso è stato Ubirajara Rodrigues, allora 42enne. All'inizio di Febbraio, a lui si unì Vitorio Pacaccini, a quel tempo 32 anni, un agente di cambio della capitale di stato, Belo Horizonte. Pacaccini, appassionato studioso di ufologiasin dai tempi dell'adolescenza, era cresciuto a Tres Coracoes, una città 25 chilometri ad est di Varginha. Dato che il suo lavoro gli lasciava molto tempo libero, Pacaccini poté dedicare alle indagini gran parte degli otto-dieci mesi successivi. La storia, fondamentalmente, è questa: alle 15.311 del 20 Gennaio, 1996, tre ragazze (allora di 14, 16 e 22 anni) mentre stavano attraversando a piedi quel terreno, videro una strana  creatura umanoide. Si spaventarono così tanto che scapparono subito verso casa, correndo senza sosta per più di un chilometro. Più tardi, come scoprì dalle indagini, Ubirajara venne a sapere che la polizia militare (l'equivalente della polizia federale negli USA) aveva catturato una strana creatura alle prime ore del giorno, in un bosco molto vicino a quel campo, il che significava che erano due creature coinvolte nella facen­da. A quel punto, si fece avanti un testimone che disse di aver visto, nel primo pomeriggio, dei soldati armati che cavano qualcosa in quello stesso bosco, e poi, di aver udito tre spari.L'uomo disse anche di aver scorto i soldati che, più tardi, trasportavano due sacchi, di quelli normalmente usati per contenere dei cadaveri (uno che si contorceva in continuazione e l'altro che era immobile) e li caricavano in un furgone militare. Intorno alle 18.00 di quello stesso  giorno, un'altra creatura (forse quella che avevano visto le tre ragazze) venne catturata nella stessa zona. Ad Aprile una donna vide ancora un'altra creatura allo zoo di Varginha. A Maggio, un automobilista ne vide una vicino ad una strada ad est di Varginha ed ancora più tardi, una possibilesettima creatura venne vista a Passos, più a nord Verso la fine del 1996, un nuovo testimone si fece avanti dicendo di aver assistito allo schianto di un UFO nei pressi di Varginha. all'inizio di Gennaio. Nell'Agosto di quest'an­no. 1997, mi sono recato in Brasile per un periodo di due settimane perché volevo saperne di più del caso di Var­ginha. Cynthia Luce, un'americana che vive in Brasile (nonché rappresentante del MUFON), ed io ci eravamo trovati a Varginha già nel Marzo del 1996, appena due mesi dopo che quei fatti erano venuti alla luce, ed avevamo trascorso quattro giorni in compagnia di Ubirajara e Pacaccini; ma, da allora non avevo più avuto notizie di prima mano sugli sviluppi delle indagini. Tornando a quest'anno, Cynthia ed io ci sia­mo fermati tre giorni a Varginha, e altri quattro dalle parti di San Lorenzo, dove Ubirajara stava tenendo un congresso di ufologia e, così, abbiamo potuto parlargli, anche se era sempre molto occupato in altre faccende (è professore di legge e di filosofia, nonché vicedirettore del dipartimento universitario di scienze giuridiche). Comunque, è riuscito a trovare il tempo di accompagnarci nei vari luoghi connessi al caso. Abbiamo anche ricevuto la visita di un imprevisto testimone chiave che ha ancora paura di rendere note le sue generalità. Abbiamo parlato per un'ora con Liliane Silva, una delle ragazze il cui avvistamento del 20 Gennaio, 1996, aveva dato il via alle indagini di Varginha. Le abbiamo posto delle domande, soprattutto a  proposito della misteriosa visita  notturna che le fecero quattro uomini, "che cercarono di convincere lei e sua sorella a smentire pubblicamente la loro storia”. Me ne sono ritornato dal Brasile più convinto che mai che il caso di Varginha sia serio e molto interessante. Molti dei principali fatti relativi al caso, sono accaduti nel bosco che separa i distretti di Jardico Andere e di Santana, due chilometri ad est dal centro di Varginha. Quanto segue è il resoconto di quello che ci è stato detto ad Agosto, in gran parte da Ubirajara: Nel libro di Pacaccini, uscito nel Novembre del 1996, "Incidente a Varginha", il ricercatore riferisce le confidenze di un ufficiale dell'aeronautica brasiliana che è voluto rimanere anonimo, secondo il quale il NORAD avrebbe seguito i mo­vimenti di uno o più UFO, nei cieli sopra Minas Gerais, diretti verso Varginha, e lo avrebbe comunicato alle autorità brasiliane. Questi fatti dovrebbero risalire al 13 Gen­naio, 1996, ma, non si sa se siano avvenuti di giorno o di notte. Sempre quel giorno, po­co dopo l'alba, un pilota di nome Carlos Souza stava viaggiando in macchina a nord di San Paolo.
Alle 8.00 circa, si trovava cinque chilometri a sud dell'incrocio di Varginha-Tres Coracoes, quando sentì uno strano rumore. Pensò che ci fosse qualche problema col suo furgoncino, e si fermò. Quando scese, si rese conto che il rumore proveniva da un oggetto volante a forma di sigaro a circa 120 metri d'altez­za, non lontano dal lato sinistro della strada. Aveva dei finestrini lungo i fianchi e, davanti, una cosa che sembrava un grande foro irregolare, una lunga "fessura" che arrivava fino al centro del velivolo, e dalla quale usciva del fumo o, forse, del vapore. Si stava dirigendo verso nord. Souza risalì immediatamente sul suo furgon­cino e l'UFO. Questo passò dall'altro lato della strada e sorvolò delle alture, da sopra le quali cominciò a scendere in picchiata e scomparve. Souza pensò che fosse precipitato, quindi cercò disperatamente una strada che lo conducesse al più presto da quelle parti. Dopo 20-30 minuti, ne trovò una che lo portò sulla cima di una collina, e vide dei rottami sparsi in un'area molto estesa, dove si trovavano anche una quarantina di soldati armati, due autocarri, un elicottero, un'ambu­lanza e molte automobili. (i1 luogo in questione si trova vicino a Tres Coracoes, dove c'è una base dell'esercito.) Souza riuscì a prendere un pezzo di un materiale tanto leggero che, quando provò a lasciarlo cadere, si posò lentamente a terra, ma dei soldati armati di fucile corsero subito verso di lui e gli ordinarono di andarsene immediatamente. Trau­matizzato dall'incredibile esperienza, decise di ritornare a San Paolo. Dopo pochi minuti si fermò ad un ristorante per riflettere su quanto successo. Si trovava là da due ore, quando arrivò una macchina guidata da due uomini in abiti civili, ma con taglio di capelli e portamento tipicamente militari. Uno dei due lo avvicinò e gli chiese se si chiamasse Carlos Souza, quindi gli fece capire di sapere molte cose sul suo conto, e gli intimò di non parlare con nessuno di quello che aveva visto. Souza si spaventò moltissimo, anche memore degli aspetti nefasti della dittatura che fino a pochi anni prima aveva oppresso il suo paese, perciò, decise di non ribellarsi, e di non rac­contare quei fatti a nessun. altro all'infuori della moglie e di due suoi carissimi amici. Rimase all'oscuro di ciò che era successo a Varginha fino a sette o otto mesi dopo, quando lesse un articolo scritto da Claudeir Covo per una rivista di San Paolo. Contattò Covo, che lo convinse a ritornare a Varginha, insieme a lui e ad Ubirajara per mostrargli dove aveva visto i rottami. I tre vennero a sapere che, per tutta la settimana che andava dal 13 al 20 di Gennaio, c'era stato un gran movimento di militari nell'area di Tres Coracoes-Varginha: con soldati ar­mati di tutto punto, autocarri ed altri veicoli che facevano avanti e indietro dalla vicina base. In quei giorni, poco dopo le 1.00 della notte del 20 Gennaio, una coppia di agricoltori che vivono dieci chilometri ad est di Varginha vennero svegliati dalla grande agitazione del loro bestiame e, quando uscirono, videro quello che hanno chiamato il "sottomarino", ovvero un oggetto a forma di sigaro. che emetteva fumo e si muoveva lentamente a cinque metri d'altezza. Secondo Ubirajara, l'oggetto volava così lentamente che gli ci vollero 45 minuti per scomparire dalla vista, dietro ad una collina a poche centinaia di metri distanza. Claudeir Covo pensa che la coppia si possa essere sbagliata sulla data e che, in realtà, abbia visto l'UFO una settimana prima, il 13 Gennaio invece del 20, nel qual caso si potrebbe trattare dello stesso oggetto visto da Souza. Successivamente, tra le 8 e le 8.30 del 20 Gennaio, i Vigili del Fuoco di Varginha ricevettero una telefonata in cui si diceva che un animale selvatico era stato visto nel bosco del territorio di Jardim Andere. Quattro pompieri si recarono sul posto con uno dei loro mezzi, e vi trovarono cinque persone, un uomo, una donna e tre ragazzi tra i 12 e i 14 anni, ovvero dei passanti che avevano visto una creatura che era scesa per un dirupo verso il bosco. I ragazzi gli avevano an­che tirato dei sassi per vedere come avrebbe reagito, ma la donna li aveva fermati. Ipompieri dissero a tutti e cinque di andarsene e scesero lungo la scarpata, attraversarono i binari della ferrovia e si inoltrarono nel bosco alla ricerca della creatura. I vigili del fuoco ci misero due ore per catturarla, sia perché essa aveva continuato a correre tra la fitta vegetazione, e sia perché, forse, avevano paura di quell' essere misterioso ed inquietante. Io stesso mi recai in quel bosco e mi fu facile capire perché la creatura fosse riuscita ad eluderli per così tanto tempo. Lì in mezzo, non si pub vedere molto lontano ed è facilissimo mettere un piede in fallo. Per dare un'idea, posso dire che sentivo sempre il rumore delle automobili, e dei camion sulla strada, ma non riuscivo mai a vederli. Il terreno è difficile ed accidentato, con una serie di saliscendi senza quasi nes­sun tratto di piano. Sembra che, durante la caccia alla creatura, uno dei pompieri sia ritornato all'autocarro e abbia contattato il suo coman­dante via radio, per riferirgli cosa stesse succedendo e chiedergli di raggiungerli. Quando la creatura venne finalmente catturata, oltre al comandante, arrivarono an­che un camion dell'esercito, due ufficiali ed un sergente (forse avvisati dal comandante dei vigili del fuoco). L'essere "misterioso" venne consegnato agli uomini dell'esercito quasi senza far discussioni, e tutti se ne ripartirono. All' incirca alle 14.00 di quel pomeriggio, un uomo che stava facendo, jogging, vide sette soldati armati che attraversavano un ponticello che collega il distretto di Santana ad un pascolo molto grande che si distende appena a sud del bosco. Il ponte si trova ai piedi di una collina, che porta fino alla strada dove, la mattina, era stato parcheggiato il carro dei vigili del fuoco. I sette soldati erano tutti armati, persino con fucili automatici. Risalirono la collina e ispezionarono un boschetto vicino alla ferrovia; non trovando niente ritornarono verso il bosco più grande, disponendosi in una formazione a `V'. Il testimone continuò ad osservarli non smettendo mai di fare Jogging e, a quel punto, prese la strada che taglia il bosco, e porta verso Santana. Un minuto o due più tardi l'uomo sentì distintamente tre spari, probabilmente di fucile e, ansioso di sapere cosa fosse successo, ritornò sulla strada vicina al bosco. Vide che, in quel momento, c'era un camion dell' esercito parcheggiato più o meno dove prima si trovava il mezzo dei vigili del fuoco, e c'erano anche quattro soldati che stavano faticosamente risalendo il pendio con due sac­chi sulle spalle. Uno dei sacchi si contorceva come se dentro ci fosse qualcosa di vivo, l'altro, invece, era inerme. Altri soldati stavano aspettando dentro il camion, dove vennero caricati i sacchi, e poi partirono tutti. Né il testimone né gli investigatori sanno cosa ci fosse là dentro, ma sembra evidente che non ci debbano volere sette soldati armati per catturare un animale selvatico, quando c'erano voluti quattro pompieri privi di armi per catturare una creatura, decisamente insolita, nello stesso bosco e nello stesso giorno. Verso sera, intorno alle 18.00, a Varginha ci fu una breve ma violenta grandinata (cosa piuttosto insolita per quel periodo) che ruppe i vetri delle finestre, i parabrezza e causò svariati danni, compresa la cancellazione delle eventuali tracce lasciate dalla creatura vista dalle tre ragazze. Durante l'imprevisto tem­porale, due poliziotti militari videro un'altra creatura (forse proprio quella di cui avevano parlato le tre ragazze), nell'arca che comprende Santana e Jardim Andere, non lontano dal bosco, e riuscirono a catturarla e caricarla sulla loro vettura. Uno degli agenti, alcuni giorni dopo, si ammalò gravemente di una misteriosa infezione, le cure non dettero alcun risultato e lui morì il 15 Febbraio. La sua famiglia è convinta che il giovane, poco più che ventenne, sia stato coinvolto nella cattura della seconda creatu­ra, e pare che abbia chiamato in giudizio la polizia militare, perché non sono mai state ri­velate né le cause della sua morte, né i risultati di una eventuale autopsia; e, molto probabilmente, il suo stato di servizio è stato alterato per dimostrare che quella sera lui non era nemmeno al lavoro. Una notte dei primi di Maggio, quattro uomini in abito scuro e cravatta bussarono alla porta di Silva. Le due sorelle, Liliane e Valquiria, e la madre, Luiza, stavano dormendo.La signora Silva, in un primo momento, pensò che quegli uomini avessero a che fare con Ubirajara, invece poi si rese conto che erano degli estranei ma, in quello stesso istante, i quattro sconosciuti erano già entrati in casa e pretendevano di parlare con le due sorelle. Si riunirono tutti nel soggiorno. Uno degli uomini aveva sui 50 anni, gli altri dovevano essere poco più che trentenni. Furono gentili ma freddi. Parlò solo il più anziano ed uno degli altri tre. Non dichiararono mai la loro identità e, per più di un'ora cercarono di convincere le ragazze a cambiare la loro storia, facendo anche capire che gli avrebbero dato dei soldi se avessero accettato di rilasciare una pubblica smentita alla televisione. Non avendo il coraggio di dire un secco no, Luiza disse che ci avrebbero pensato sopra. A quel punto, finalmente, i quattro se ne andarono ma, prima, gli dissero di non seguirli per cercare di vedere che tipo di macchina avessero. Non li hanno più rivisti; e le ragazze non hanno mai smentito la loro versione dei fatti. Nel 1997, su Internet sono persino circolate delle voci secondo cui le ragazze sarebbero state disposte a rilasciare un'intervista per 200 dollari, ma Liliane ha decisamente negato che questa cosa fosse vera. Tornando al 1996, bisogna ricordare che ci sono state almeno altre due segnalazioni di persone che hanno raccontato di aver visto una strana creatura, sempre nell'area di Varginha-Tres Coracoes.

Infine, a Novembre, un ufologo e scrittore spagnolo, J.J. Benitez, i cui libri vengono pubblicati anche in Brasile, fece andare su tutte le furie i ricercatori ufologi brasiliani quando fece una breve visita a Varginha, senza contattare nessuno di loro né dei testimoni, e trovò tre buchi, disposti a forma di triangolo, nel pascolo vicino al bosco. Poi, ritornò a San Paolo, e convocò una conferenza stampa per annunciare che lui, da solo, aveva trovato i segni lasciati dallo sbarco dell'UFO che ave­va portato le creature di Varginha. Durante la mia recente visita a Varginha, Ubirajara ha mostrato a Cynthia Luce ed al sottoscritto, i tre buchi trovati da Benitez. Si trovano nel pa­scolo, a 75-100 metri dal margine del bosco, a distanze diseguali l'uno dall'altro (più o meno 28, 30 e 25 piedi [8,5; 9 e 7,5 metri]). Ubirajara mi ha detto che, su suo invito, un fisico ed un agronomo hanno esaminato i tre buchi, e sono arrivati alla conclusione che due dei buchi erano stati scavati; e il terzo era un formicaio che era crollato su se stesso. Benitez aveva anche raccontato di aver scoperto degli insetti essiccati all'interno del triangolo, ma gli scienziati chiamati da Ubirajara, hanno detto che insetti essiccati sono stati ritrovati per tutto il pascolo. II terzo buco, in oltre, sembrava molto diverso dagli altri due. Tutti e tre, comunque, si trovano in una delle parti più scoscese del pascolo, forse proprio il posto più dif­ficile della zona per l'eventuale atterraggio di un UFO. La sola vera nota dolente del ca­so di Varginha, è che qualche tempo fa, i due principali ricercatori, Ubirajara e Pacac­cini, hanno avuto un litigio, per ragioni che non avevano nulla a che fare con le indagini sul caso. L'ostilità fra i due, ora, è molto forte, e non so neanche se si riparleranno mai più. Pacaccini sta scrivendo un libro in inglese ed Ubirajara vorrebbe fare al­trettanto. Cynthia Luce ed io abbiamo cercato di convincerli a lavorare insieme per rea­lizzare un unico lavoro che, ovviamente, sarebbe anche più completo, perché ognuno dei due sa cose sconosciute all' altro ed ognuno dei due ha contatti con testimoni diversi. Varginha, sono convinto, è un caso serio e molto interessante ma, il rancore e l'astio tra Ubirajara e Pacaccini potrebbe farlo diventare un'altra “palude” tipo Roswell. La nostra paura è che, alla fine, ci sarà il libro di Pacaccini, il libro di Ubirajara e Dio sa quante altre versioni, come e accaduto per Roswell; e nes­suno saprà mai veramente quello che è successo a Varginha.

 

Fonte: “UFO contact”, 1998

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