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               A 4mila metri una Stonehenge tagika

Tra i monti del Pamir, in una delle ex repubbliche sovietiche
dell'Asia centrale, è stato rinvenuto un complesso monumentale del
1000 a.C. Osservatorio astronomico o santuario solare?

 di Vera Martinella
 
DUSANBE - Nella regione del Pamir, nell'area orientale del
Tagikistan, un gruppo di archeologi ha incontrato a 3850 metri
d'altezza un sorprendente complesso monumentale, risalente al 1000
a.C. Potrebbe trattarsi di un santuario solare o di un osservatorio
astronomico, eretto in un luogo dalla bellezza naturale stupefacente,
la valle del fiume Shorol, dove, fra chilometri di catene montuose,
svettano alcune delle cime più alte della Terra.
Si tratta di giganteschi blocchi di pietra che si uniscono a
rappresentare rettangoli, frecce e figure falliche dal significato
ancora misterioso, ma che rivoluzionano tutte le nostre conoscenze
sull'Asia centrale preistorica, introducendo nuovi interrogativi
sulle nozioni di astronomia in possesso dei popoli che la abitavano.
Durante alcuni scavi precedenti erano già state rinvenute alcune
sepolture, che testimoniano la presenza, in quest'area di montagne
impervie, di alcune tribù nomadi d'origine iraniana, vissute qui fra
l'VIII e il IX secolo a.C. E questa decina, o poco più, di imponenti
massi rappresentano figure probabilmente sacre a quei popoli.
Secondo gli esperti dell'Istituto di Storia e Archeologia
dell'Accademia Nazionale di Scienze del Tagikistan, a cui spetta il
merito della scoperta, la stupefacente costruzione potrebbe essere
opera di una speciale casta di sacerdoti, salita a quell'altitudine
per creare un proprio spazio magico, con lo scopo d'osservare e
venerare la principale divinità, il Sole. Alcuni astronomi, però,
azzardano un'altra interpretazione: secondo i loro calcoli uno degli
assi di pietra tracciati può determinare il sorgere del sole durante
i solstizi d'estate e d'inverno, mentre un altro asse varrebbe per
gli equinozi di primavera ed autunno.
La vera storia del misterioso allineamento di massi è comunque ancora
tutta da chiarire, proprio come quella del suo più
celebre "parente"inglese, Stonehenge, di mille anni più vecchio e
molto più vasto, con i suoi trenta monoliti, a cui s'aggiungono
alcuni triliti. Molte sono le similitudini fra la recente scoperta in
Tagikistan e il complesso megalitico più grande del mondo: anche
Stonehenge (letteralmente "recinto circolare di pietre") sorge al
centro di una regione ricca di sepolture, presenta un'architettura
analoga, con immense pietre disposte secondo strane figure
geometriche, e per anni è stato ritenuto un santuario per il culto
solare, mentre oggi guadagna maggiori consensi l'ipotesi che si
tratti di un osservatorio astronomico.
Ma il fenomeno in Europa è piuttosto diffuso, tanto che gli studiosi
distinguono diversi tipi di megaliti, cioè di monumenti preistorici
formati da grossi blocchi di pietre: ci sono i "cromlech", a cui
appartiene Stonehenge, che si distinguono per la disposizione
circolare dei monoliti infissi nel terreno e i "dolmen", presenti in
molte aree europee. Questi, eretti dal Neolitico fino all'età del
Bronzo, erano forse delle tombe collettive, la cui peculiarità è un
lastrone di pietra orizzontale che poggia sugli immensi blocchi
conficcati a terra.
Una terza categoria comprende i menhìr (dal bretone, "pietra lunga"),
che si caratterizzano per altezza e larghezza: il più famoso è forse
quello di Locmariaquer, in Bretagna, regione francese in cui questi
monumenti abbondano, ma molti sono gli esempi anche in Gran Bretagna,
in Puglia (pietrefitte) e Sardegna (betili).
Non è ancora chiaro se queste pietre servissero a indicare dei luoghi
di culto religioso o se fossero sacre esse stesse: in Sardegna, ad
esempio, alcuni menhir portano traccia di seni femminili, per cui
potrebbero aver rappresentato delle divinità.
Per dare una risposta ai molti quesiti posti da questi strani
monumenti nasce l'archeo-astronomia, la scienza che si dedica allo
studio dei monumenti lasciati dai popoli preistorici, in relazione a
ogni loro possibile o verosimile connessione con rituali, cerimonie e
attività che coinvolgano l'osservazione del cielo e degli astri.
I suoi presupposti scientifici vengono fatti risalire alla fine
dell'Ottocento, quando l'astronomo inglese J. N. Lockyer fu
incuriosito, durante un suo viaggio in Grecia, dall'orientamento di
alcune costruzioni della classicità e formulò l'ipotesi che
seguissero precise cognizioni astronomiche, messe in evidenza dai
costruttori.
La scoperta del grandioso complesso in Tagikistan da così un nuovo
impulso alle ricerche e fornisce un nuovo tassello per ricostruire un
mosaico mai completato. Tutte le costruzioni preistoriche, infatti,
sono ancora oggi al centro dell'interesse dell'archeo-astronomia, che
tenta di darne una spiegazione univoca, confrontando i megaliti anche
con gli studi condotti su altre civiltà scomparse, come quella
nuragica, maya e azteca e sull'arte da loro prodotta.


Fonte: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,177823,00.html & Chucara2000

 

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