Trento
Ottavio,
Conte.
Ricchissimo,
unico superstite della sua famiglia, ricevette l’eredità da altra famiglia
Trento estintasi a Padova in quegli anni.Nel 1779 curò la fabbrica del Teatro
che bruciò un anno dopo - si disse - ad opera sua. (Voleva rifarlo più bello).
Comperata
la dignità di Patrizio Veneto per 100.000 ducati fu Capitanio a Bergamo e
Podestà a Chioggia. Scrive il Da Schio che durante la carestia
di quegli anni il Trento fece incetta
di cereali vendendoli poi ad elevatissimi
prezzi, speculando così sulla miseria dei poveri che allo scadere del
suo mandato presero a sassate la sua carrozza.
Le sue
malversazioni furono di tal portata da far intervenire il Governo Veneto che
lo tenne agli arresti per circa un anno a Chioggia.Il che non gli impedì di continuare
i suoi traffici ed arricchirsi ancor di pìu. Inviso agli altri Nobili
Vicentini per le sue ricchezze ma ancor
più da essi invidiato per la sua sfacciata sorte che gli faceva
realizzare grandi
guadagni in ogni sua intrapresa, fu amico dei giacobini, forse per astio verso
la nobiltà locale.
Morì nel 1807.
Napoleone gli consigliò di beneficare la città. Beneficò nel testamento tutti i suoi amici
lasciando tra l’altro a
Enrico Bissari 200 campi a Trambacche, nel padovano. Agli altri fratelli Bissari
lasciò 100 once d’argento ciascuno.