Il Beigua attaccato da Sassello - Km 85


Savona Partiamo da Savona, precisamente dalla Torretta che posta nella darsena vecchia saluta tutti i naviganti in ingresso nel porto di Savona. Si svolta quindi sull'Aurelia in direzione Genova, per raggiungere dopo solo 2 Km di falsopiano Albissola Marina e passato il ponte sul torrente Sansobbia troviamo Albisola Superiore. Entrambe le località sono famose per la produzione artigianale di ceramiche di pregevole fattura. Svoltiamo dunque a sinistra per imboccare la strada del Sassello. Abbiamo già percorso 9 Km quando superata località Pace la strada si impenna per raggiungere Stella S.Giovanni.
Continuiamo dunque girando attorno alla chiesa e rilassiamo un attimo i muscoli su di un tratto di piano che anticipa il lungo salitone che passa di fronte al municipio di Stella. Questo tratto è soprannominato "il muro del pianto" per la sua durezza: non c'è cambio di pendenza. Se affrontato nelle ore più calde estive diventa temibile per la mancanza di piante che facciano ombra, anche se malgrado la fatica si gode di una spendida vista sulla vallata.
Si giunge dunque all'agognato Salto dove la strada spiana improvvisamente e si prosegue sempre per Sassello incontrando un'altra delle 5 frazioni di Stella Santa Giustina. E' qua che superato il paese la strada si impenna nuovamente si contorce su numerosi tornanti che segnalano che il Giovo non è poi così lontano: mancano infatti solo 2 Km di salita. Durante la salita si gode di un inaspettato panorana che a tratti svela anche qualche squarcio di mare. Finalmente la strada curva verso destra e già si scorge il cartello che segnala il Giovo: un ultimo sforzo e scolliniamo dopo aver aggirato il forte del Giovo.
Sassello Possiamo dunque rilassarci un momento nell'attraversamento del paese su di un falsopiano senza difficoltà che ci porta all'Albergo Stella dove c'è il vero e proprio definitivo colle. Eccoci dunque sfrecciare a tutta velocità in discesa sul lungo rettilineo ombreggiato che attraversa i boschi di castagni prodighi di rinomati funghi porcini.
La strada vola via veloce anche se bisogna fare attenzione a qualche curva cieca e qualche restringimento improvviso. Siamo dunque arrivati a Sassello famosa per i suoi funghi ma soprattutto per gli Amaretti che vantano anche numerose imitazioni. Entrando in paese subito dopo il ponte uno strappetto rallenta l'andatura e ci fa notare sulla destra l'Ospedale e sulla sinistra l'antica Trattoria Vittoria.
Arrivati dunque alla piazza centrale del paese possiamo rifocillarci nei numerosi bar che danno sulla piazza o decidere di proseguire sulla destra in direzione Urbe. Usciti dal paese costeggiamo numerose villette dove d'estate Savonesi e Genovesi si rifugiano per sfuggire alla calura e alla calca della riviera. Arriviamo dunque in località Pratovallarino lungo una strada leggermente in salita preludio del tratto successivo dove il nastro d'asfalto rovente durante l'estate si inerpica fino a Palo con un dislivello di circa 250 metri in meno di 5 Km.
Alberola Torniamo dentro la boscaglia lungo un falsopiano che ci rinfranca un po' e raggiungiamo località La Carta dove dobbiamo svoltare a destra imboccando una stradina in salita che non preannuncia nulla di buono. Appare infatti subito chiaro che il nostro scopo di arrivare ai 1287 metri del Beigua comporta parecchio sforzo e questa salita non sarà certo l'ultima. Inoltre il brecciolino sulla strada reminescenza di un inverno innevato, non aiuta cosicchè ogni tanto la ruota scivola nei frequenti fuorisella. Non bisogna infatti dimenticare che stiamo arrivando ad Alberola unica località sciistica della provincia di Savona, situata a quasi 1000 metri s.l.m.
L'ultimo sforzo ci conduce in località Veirera dove la strada scollina e quasi ci fa dimenticare che non siamo ancora in cima al Beigua: allora cosa è servito fare tanta fatica per sprecarla in una discesina tra i boschi? In realtà bisogna arrivare a Piampaludo da dove parte la strada vera e propria che porta al Beigua, da poco asfaltata in occasione di un giro d'Italia. E' comunque possibile affrontare la scalata anche passando da Urbe, tagliando quindi fuori Alberola e la Veirera, ma questo non significa che il tutto sia meno faticoso, anzi questo cambio di pendenza è proprio quello che ci vuole per sciogliere i muscoli prima dell'ultimo attacco al monte.
Piampaludo Svoltiamo dunque a destra e abbandoniamo definitivamente quel poco di civiltà che ancora potevamo scorgere per farci avvolgere completamente dalla natura. I cartelli ci avvertono che stiamo entrando nel Parco del Monte del Beigua e subito l'ambiente ci fa capire che si tratta di un luogo incontaminato: prima i boschi di castagni poi i faggi e le bettulle confermano il fatto che stiamo salendo in quota.
D'altronde non era difficile da intuirlo, dal momento che la strada si fa sempre più difficile: i numerosi strappi che si susseguono sono rasoiate per gambe ormai provate da almeno 50 Km già percorsi. Anche le auto sono quasi completamente scomparse e bisogna affidarsi solo alla propria forza d'anima per poter andare avanti. Ad ogni "muro" ci diciamo che è l'ultimo, ma subito ne arriva un'altro che quasi a farci spazientire è seguito da un piccolo tratto di discesa. Finalmente arriviamo a Pra Riundo e ci diciamo che il più è fatto.
Croce del Beigua Purtroppo ci rendiamo subito conto che ci stavamo gongolando in una pura illusione, e se non ci fermiamo sul ciglio della strada è solo perchè ci spinge la voglia di arrivare in cima e finalmente tagliare il nostro GPM di oggi: il Monte Beigua! La quantità di antenne che affollano la cima del Beigua ci fanno capire quanto in alto siamo arrivati e nelle giornate di bel tempo una vista panoramica che a tratti si spinge fino alla Corsica ci ripaga di tutta la fatica fatta per arrivare fin qui. A questo punto la sosta all'Albergo Monte Beigua è a dir poco d'obbligo, e nelle giornate in cui la nebbia circonda il monte è un sollievo scaldarsi con un sorso di tè caldo. Saltiamo di nuovo in bici e dopo l'ultimo sguardo al magnifco panorama ci buttiamo a capofitto giù per la lunga discesa che ci porterà di nuovo al mare. Le curve sono molto insidiose, l'asfalto non è dei migliori e spesso viscida: massima attenzione!
Se poi è domenica mattina aspettatevi di incrociare numerose auto che salgono per andare a mangiare al ristorante del Beigua, magari sbucando da dietro una curva cieca. In bici non abbiamo clacson per cui evitiamo di invadere l'altra corsia se non vogliamo entrare a controllare gli interni dell'ultimo modello della FIAT!
Alpicella Gli ultimi Km di discesa sono i più insidiosi ed in fondo c'è pure un tornantino stretto. Anche se fanno male le braccia sopportiamo ancora un poco, ormai siamo ad Alpicella. Continuiamo a scendere e dopo 2-3 tornanti siamo all'incrocio con la strada che unisce Stella S.Martino a Varazze: giriamo a sinistra e attraversiamo il Pero. Questa valle industriale e chiusa ci fa pensare con un po' di nostalgia all'aria fina e pulita del Parco del Beigua che abbiamo appena lasciato, ma è questione di un attimo ormai siamo arrivati a Varazze.
Svoltiamo sull'aurelia verso Savona sulla strada del ritorno, ma abbiamo ancora una decina di Km da fare. Ormai la stanchezza si fa sentire e i continui saliscendi della strada a strapiombo sul mare sembrano strappi difficilissimi con più di 70 Km tanto duri sulle spalle. Riusciamo però ancora a goderci l'odore del mare e gli spazi infiniti... Intanto i pedali girano e siamo entrati a Celle Ligure. Passando davanti alla fabbrica delle biciclette OLMO non possiamo non fermarci un attimo seppure con lo sguardo sll'ultimo modello di biciclissima, magari in titanio con sempre meno raggi e un peso che fa dubitare che sia stata fatta sulla Terra. Un colpo di pedali e siamo nel rettilino di Pecorile, e poi sotto la galleria di Capo Torre. Il viale alberato di Albisola Superiore ci ricorda che siamo già passati di qua ma ormai sembra un ricordo lontanissimo anche se sono passate solo poche ore.
Siamo ora in vista di Savona l'ultimo sforzo e la galleria del Valloria ci conduce di nuovo al porto e alla sua Torretta.

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