Vassilij Kandinskij: arte e psicologia
“Più volte si è tentato di adoperare la forza del colore per curare varie malattie nervose, e si è osservato che la luce rossa ha un effetto vivificante e stimolante anche sul cuore, mentre la luce azzurra può portare a una paralisi temporanea.”
V. Kandinskij
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Yellow, Red, Blue - Giallo, Rosso, Blu
Kandinskij
L'effetto del colore
(Vassilij Kandinskij, Lo spirituale nell'arte)
Se
si osserva una tavolozza coperta di colori si hanno due risultati:
1. si ha un effetto puramente fisico, cioè l'occhio è
affascinato dalla bellezza e dalle qualità dei colori. L'osservatore prova un
senso di appagamento, di gioia come un buongustaio che gusta una squisitezza.
Oppure l'occhio viene stuzzicato, come lo è il palato da un cibo piccante. O,
ancora, può calmarsi e raffreddarsi, come quando un dito tocca il ghiaccio.
Sono tutte sensazioni fisiche, che in quanto tali durano poco. Sensazioni
superficiali, del resto, che non fanno molta impressione a chi è insensibile.
Proprio come, se si tocca il ghiaccio, si prova solo una sensazione fisica di
freddo, che svanisce quando il dito si scalda, così, girato lo sguardo si
dimentica l'effetto fisico del colore.
E proprio come la sensazione fisica del freddo del ghiaccio, quando è profonda,
suscita altre profonde sensazioni e può provocare una intera serie di
esperienze psichiche, così anche l'impressione superficiale del colore può
diventare esperienza.
Solo gli oggetti comuni hanno sull'uomo medio un effetto superficiale. Le cose
che incontriamo per la prima volta ci fanno una profonda impressione.
Così sperimenta il mondo il bambino, per il quale ogni oggetto è nuovo. Vede
la luce, ne è attratto, vuole afferrarla, si scotta le dita e inizia ad aver
paura e rispetto per la fiamma. Poi impara che la luce ha anche effetti
positivi, oltre che negativi: dissipa il buio, allunga il giorno, può scaldare,
cuocere, essere uno spettacolo piacevole da vedere. Sommate queste esperienze,
la conoscenza della luce è compiuta, e le nozioni relative vengono
immagazzinate nel cervello.
L'interesse forte e intenso sparisce e la spettacolarità della fiamma
lotta contro l'assoluta indifferenza. Così, a poco a poco, il mondo perde il
suo incanto. Si sa che gli alberi danno ombra, che i cavalli corrono veloci e le
automobili velocissime, che i cani mordono, che la luna è lontana, che la
figura nello specchio non è vera.
Solo con l'elevarsi dell'uomo si allarga la cerchia delle qualità che oggetti
ed esseri hanno in sé. A uno stadio più evoluto questi oggetti e questi esseri
acquistano un valore interiore e infine un suono interiore.
La stessa cosa avviene per il colore, che su chi è poco sensibile ha solo un
effetto superficiale, destinato a sparire con lo sparire dello stimolo. Ma anche
questo semplicissimo effetto è di diversi tipi.
L' occhio è attratto dai colori chiari, soprattutto dai più chiari e dai più
caldi: il rosso cinabro attrae ed eccita come la fiamma, che ha sempre
affascinato l'uomo. Il squillante ferisce a lungo l'occhio, come un acuto
squillo di tromba ferisce l'orecchio. L'occhio diventa irrequieto, non riesce a
fissarlo, e cerca profondità o riposo nel blu o nel verde.
Ma a uno stadio più evoluto questo effetto elementare ne provoca un altro, più
profondo e coinvolgente. In questo caso si ha:
2. l'altro fondamentale risultato dell'osservazione del colore, cioè il
suo effetto psichico. Emerge allora la forza psichica del colore, che fa
emozionare l'anima. La forza fisica primaria, elementare, diventa la via del
colore verso l'anima.
Resta ancora da stabilire se questo secondo effetto sia realmente immediato,
come sembrerebbe dalle ultime righe, o se si raggiunga per associazione.
Poiché l'anima è strettamente legata al corpo, è anche possibile che una
emozione mentale ne susciti per associazione una corrispondente. Ad esempio il
rosso, essendo il colore della fiamma, potrebbe provocare un'emozione mentale
simile alla fiamma. Il rosso fiamma ha un effetto eccitante che può perfino
provocare sofferenza, forse perché assomiglia al sangue. In questo caso
risveglia il ricordo di un elemento fisico che indubbiamente fa soffrire.
Se fosse così, potremmo facilmente spiegare con l'associazione mentale anche
gli altri effetti fisici del colore, quelli che agiscono non solo sulla vista,
ma anche sugli altri sensi. Si può supporre per esempio, che il giallo chiaro,
per associazione col limone, dia l'impressione di acido.
Ma non è possibile sostenere a lungo queste teorie. Proprio riguardo al sapore
dei colori, si conoscono molti esempi che le smentiscono. Un medico di Dresda
racconta che un suo paziente, da lui definito di "spiritualità non
comune" sentiva una certa salsa sempre immancabilmente di sapore
"azzurro" cioè come un colore "azzurro".
Si potrebbe ipotizzare una teoria analoga ma diversa, e cioè che nelle persone
evolute la sensibilità è così sottile e le impressioni così immediate che
l'effetto del gusto colpisce subito l'anima e si ripercuote sugli organi fisici
(nel nostro caso sull'occhio). Sarebbe una specie di eco o di risonanza, come
quando certi strumenti musicali, senza essere toccati, suonano all'unisono con
altri strumenti che sono stati percossi direttamente.
Gli uomini che hanno una profonda sensibilità sono come ottimi violini antichi
che vibrano in tutte le fibre al minimo contatto con l'archetto.
Questa teoria implica che la vista sia collegata non solo col gusto, ma con
tutti gli altri sensi. E infatti è così. Alcuni colori hanno un aspetto
ruvido, pungente, mentre altri sembrano così lisci e vellutati, che si ha
voglia di accarezzarli (il blu oltremare scuro, il verde-cromo, la lacca di
garanza). Anche la differenza tra toni caldi e freddi si fonda su queste
sensazioni.
Ci sono colori che sembrano liquidi (lacca di garanza), colori che sono sempre
così compatti (verde cobalto, ossido verde-azzurro), da dare l'impressione di
essicarsi appena spremuti dal tubetto.
L'espressione "colori profumati " è molto diffusa.
E infine la qualità musicale dei colori è così spiccata che non c'è nessuno
che abbia cercato di rendere con le note basse del pianoforte l'impressione del
giallo squillante o di definire voce di soprano la lacca di garanza scura.
Ma questa teoria (che effettivamente nasce sempre per associazione di idee) non
basta a spiegare alcuni casi importanti. Chi ha sentito parlare di cromoterapia
sa che la luce colorata può avere particolari effetti sull'organismo.
Più volte si è tentato di adoperare la forza del colore per curare varie
malattie nervose, e si è osservato che la luce rossa ha un effetto vivificante
e stimolante anche sul cuore, mentre la luce azzurra può portare a una paralisi
temporanea. E poiché questo effetto si può riscontrare anche negli animali e
perfino nelle piante, cade completamente la teoria fondata sull'associazione.
Questi fatti dimostrano comunque che il colore ha una forza, poco studiata ma
immensa, che può influenzare il corpo umano, come organismo fisico.
Se la teoria associativa in questo caso non basta, non è soddisfacente nemmeno
per quanto riguarda l'effetto del colore sulla mente. In generale il colore è
un mezzo per influenzare direttamente l'anima. Il colore è il tasto. L'occhio
è il martelletto. L'anima è un pianoforte con molte corde.
L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima.
E' chiaro che l'armonia dei colori è fondata solo su un principio: l'efficace contatto con l'anima.