SAN MARTINO

 

La nebbia agli irti colli

Piovigginando sale,

E sotto il maestrale

urla e biancheggia il mare;

Ma per le vie del borgo

Dal ribollir de' tini

Va l'aspro odor de i vini

L'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi

Lo spiedo scoppiettando:

Sta il cacciator fischiando

Su l'uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi

Stormi d'uccelli neri,

Com'esuli pensieri,

Nel vespero migrar.

  

Giòsue Carducci

 

Commento

 

La poesia offre un quadretto di paesaggio, colto impressionisticamente con pochi tratti pittoreschi.

Due immagini solari e confortanti, nella seconda e terza strofa (“Va l’aspro odor de i vini / l’anime a rallegrar”, “Sta il cacciator fischiando”), sono racchiuse da due immagini cupe e sinistre (“Urla e biancheggia il mar”, “Tra le rossastre nubi / stormi di uccelli neri”), creando così un movimento dinamico tra motivi contrastanti: di fronte ad un’immagine che arreca timore, il poeta cerca conforto nella gioia vitale, ma l’immagine cupa ritorna chiudendo la poesia. Il colore nero che caratterizza gli uccelli, soprattutto, assume un valore simbolico e allusivo: gli uccelli neri sono come pensieri di tristezza protesi verso l’ignoto morire del giorno.

La poesia mostra come Carducci senta romanticamente l’incalzare dell’inquietudine e dell’angoscia, e per scacciarlo, evochi immagini solari e vitali (il fuoco, il vino) della tradizione classica (Orazio nell’ode IX del libro I, come già Alceo, dopo un quadro di natura invernale intorpidita dal gelo, invita a scacciare la tristezza ravvivando il fuoco e versando copiosamente il vino); questa dinamica interiore si esprime nelle coppie opposte luce – ombra, caldo – freddo, vitalità – senso di morte.

 

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