LIMONI
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano ragazzi
qualche Sparuta anguilla:
le viuzze che seguono ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.
Vedi. in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Eugenio Montale
Commento
Nella lirica Montale manifesta la sua volontà di allontanarsi da un tipo di poesia dai toni accademici e magniloquenti quale è quella dannunziana - è infatti a D’Annunzio specialmente che alludono i versi "Ascoltami, i poeti laureati/ si muovono soltanto fra le piante/ dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti" - per accostarsi ad un mondo più realistico, fatto di piccole quotidiane cose, ognuna indicata col suo preciso termine: gli "erbosi fossi", le "pozzanghere mezzo seccate", le "viuzze", i "ciuffi delle canne", fino ad arrivare agli alberi dei limoni, simbolo della speranza, della vita, del disgelo del cuore, di quella "solarità" a cui il poeta aspira e che però non riesce mai a cogliere: "Quando un giorno da un malchiuso portone/ tra gli alberi di una corte/ ci si mostrano i gialli dei limoni;/ e il gelo del cuore si sfa,/ e in petto ci scrosciano/ le loro canzoni/ le trombe d’oro della solarità".
Montale in “Ossi di seppia”, raccolta a cui appartiene “I limoni,” ci presenta un paesaggio luminoso, dove trovano spazio il mare, l’aria afosa, il contrasto violento tra luce tagliente e fresca ombra, le piante: nelle liriche della sua prima raccolta Montale fa rivivere, con pennellate decise e colori intensi, il paesaggio aspro ed assolato della Liguria della sua infanzia.