La Genetica applicata al cane

 

A cura di AD e Denis Ferretti

 

Brevi cenni di genetica generale

 

Perché a volte da genitori dello stesso colore nascono figli con colorazioni differenti? Perché da due dalmata bianco-fegato nascono sempre e solo cuccioli bianco-fegato, mentre da due bianco-neri possono nascere cuccioli sia bianco-neri che bianco-fegato? Nelle pagine che seguiranno si cercherà di chiarire che tutto questo non avviene a caso ma seguendo precise leggi di genetica.

 

Le caratteristiche di ogni individuo sono, infatti, scritte nei geni. Ma ciò che un individuo è in grado di trasmettere, non sempre corrisponde a ciò che manifesta. E necessario distinguere, infatti, tra genotipo e fenotipo:

Il "fenotipo" è l’insieme di caratteristiche genetiche visibili. Il "genotipo" è invece l’effettiva composizione delle informazioni genetiche di un individuo, comprese quelle visivamente nascoste ma che possono essere tramandate alle generazioni successive.

Il motivo per cui, a volte, i figli non somigliano a nessuno dei genitori, sta nel fatto che i geni sono doppi. I geni sono infatti "informazioni" contenute nel DNA, ereditati a coppie da entrambi i genitori. Ogni coppia è formata da un gene ereditato dalla madre e uno dal padre.

Ogni specifico gene responsabile di una determinata caratteristica (es. colore, lunghezza del pelo, statura, portamento delle orecchie) si trova sempre nel medesimo tratto del DNA (detto "locus") e la varietà di geni possibili per quel determinato tratto varia da locus a locus: queste diverse possibilità per uno stesso locus si chiamano "alleli". Per fare un esempio il gene responsabile del mantello pezzato "S" (dall'inglese spot = macchia) può essere formato dagli alleli "S" (mantello solido senza macchie bianche), "si" (estremità bianche), "s" (fondo bianco con macchie), "se" (completamente bianco o con macchie limitatissime). Il gene responsabile della lunghezza del pelo potrà a sua volta avere diversi alleli che contengono informazioni diverse (pelo lungo, pelo corto, ecc.). I geni alleli tra loro occupano la stessa posizione sul medesimo cromosoma.

Solitamente tra alleli di uno stesso locus esiste una scala di dominanza di modo che, nel caso di una coppia eterozigote (una coppia di alleli diversi tra loro), sarà quello dominante a manifestarsi nel "fenotipo". Il gene recessivo, non visibile, potrà comunque essere tramandato alle generazioni successive.

 

 

Il primo studioso che ha scoperto i fondamenti della trasmissione dei caratteri ereditari è stato Gregorio Mendel che pubblicò i risultati delle sue ricerche nel 1865. Le osservazioni riportate sono ancor oggi il cardine su cui si basano tutti gli studi di genetica.

 

1a legge di Mendel - Dominanza

 

Vedremo ora come si trasmette un carattere in un tipico esempio di dominanza.

 

Incrociamo, ad esempio, due boxer: uno fulvo e uno tigrato. Chiamiamo "Ebr" (brindle = tigrato) il gene responsabile della tigratura e "E", il suo allele responsabile della "non tigratura", cioè determinante un mantello fulvo. Ammettiamo di avere due soggetti omozigoti (cioè aventi una coppia di alleli uguali e quindi in grado di trasmettere solamente il tipo di mantello manifestato):

 

Padre EE x Madre EbrEbr =

gameti della madre

Ebr

Ebr

gameti

del

padre

E

Ebr E

Ebr E

E

Ebr E

Ebr E

 

Il padre "EE" trasmette ai figli solo "E". La madre "EbrEbr" trasmette ai figli solo "Ebr".

È ovvio che tutti i figli avranno un corredo genetico di "EbrE".

Si dice che un allele è dominante, se questo prevale sull'altro impedendogli di manifestare la sua azione. È questo il caso del tigrato. I soggetti "EbrE" hanno un fenotipo (apparenza) del tutto simile a quello degli "EbrEbr", cioè , ai nostri occhi, sono dei normalissimi tigrati. Il genotipo, però, è diverso: infatti sono eterozigoti, cioè in grado di trasmettere alla discendenza un carattere (il fulvo) che non presentano.

 

Vediamo come:

dall'incrocio dei due tigrati eterozigoti Ebr E , si avrà:

 

Padre Ebr E x Madre Ebr E =

gameti della madre

Ebr

E

gameti

del

padre

Ebr

Ebr Ebr

Ebr E

E

Ebr E

E E

 

Entrambi i genitori sono in possesso di entrambi gli alleli "Ebr" ed "E" e producono due diversi tipi di gameti: da ogni genitore, il 50% dei figli riceverà "Ebr" e il 50% riceverà "E". La combinazione dei gameti paterni e materni dà luogo a un risultato deducibile dalla tabella a doppia entrata sopra riportata.

.

Genotipo:

25% EbrEbr

tigrati omozigoti

 

50% EbrE

tigrati eterozigoti

 

25% EE

fulvi

.

Fenotipo:

75% tigrati, 25% fulvi.

 

È impossibile, basandoci solo sull'aspetto del cane, distinguere un soggetto tigrato omozigote da uno eterozigote. È invece possibile risalire al genotipo solo dall'analisi di ascendenti e discendenti, quando si hanno elementi sufficienti per fare una valutazione certa.

Se da un soggetto tigrato nasce anche solo un cucciolo fulvo, potremo affermare con certezza che il soggetto in questione è portatore di fulvo, cioè tigrato eterozigote.

 

Legge dell'indipendenza dei caratteri

 

Fino ad ora abbiamo considerato la trasmissione di un carattere riferendoci ad una sola copia di geni. Nel prossimo esempio prendiamo in considerazione due coppie di caratteri per evidenziare come queste non si influenzino reciprocamente, pur riferendosi entrambe alla stessa caratteristica: il colore.

Manteniamo l'esempio del paragrafo precedente introducendo l'ipotesi di una nuova espressione del mantello del boxer: il mantello a macchie bianche.

Il gene che determina le macchie bianche è stato associato alla lettera "S" (dall'inglese Spot = macchia). Il meccanismo di trasmissione delle macchie è in realtà molto complicato e influenzato da moltissimi geni. Se però non abbiamo la pretesa di prevedere la disposizione precisa delle macchie bianche e ci limitiamo a suddividere i cani tra mantelli solidi (senza macchie o con macchie piccolissime) e mantelli pezzati (con macchie), possiamo semplificare dicendo che il mantello solido "S" domina sul mantello pezzato "si".

Ipotizziamo un accoppiamento di un maschio tigrato con una femmina fulva a macchie bianche, entrambi omozigoti:

 

Padre Ebr Ebr S S x Madre E E si si = 100% Ebr E S si

 

La totalità dei cuccioli sarà tigrata senza macchie bianche, come il padre.

 

Accoppiando soggetti eterozigoti tra loro, i caratteri recessivi della madre riappariranno, ma le due mutazioni mostreranno la loro indipendenza, non presentandosi necessariamente insieme. Potremo infatti avere anche cani fulvi senza macchie bianche, che ereditano il fulvo della nonna e la non pezzatura del nonno, o soggetti tigrati a macchie bianche, che mantengono la tigratura del nonno ma la uniscono alla pezzatura della nonna.

 

Padre Ebr E S si x Madre Ebr E S si =

gameti della madre

Ebr S

Ebr si

E S

E si

 

gameti

del

padre

 

Ebr S

tigrato

Ebr Ebr S S

tigrato

Ebr Ebr S si

tigrato

Ebr E S S

tigrato

EbrE S si

 

Ebr si

tigrato

Ebr Ebr S si

tigrato pezzato

Ebr Ebr si si

tigrato

Ebr E S si

tigrato pezzato

Ebr E si si

 

E S

tigrato

Ebr E S S

tigrato

Ebr E S si

fulvo

E E S S

fulvo

E E S si

 

E si

tigrato

Ebr E S si

tigrato pezzato

Ebr E si si

fulvo

E E S si

fulvo pezzato

E E si si

 

Otteniamo in tal modo 16 combinazioni:

 

9/16 tigrati

3/16 fulvi

3/16 tigrati pezzati

1/16 fulvo pezzati

 

Se analizziamo questa ripartizione, noteremo che i caratteri fulvo/tigrato e solido/pezzato, si trasmettono indipendentemente. La somma dei pezzati (trascurando il fatto che siano tigrati o meno) e uguale a 4/16, cioè il 25% contro il 75% dei non pezzati, esattamente come nel caso del paragrafo precedente.

Volendo intraprendere lo studio delle leggi genetiche che regolano gli altri colori, questo è un aspetto molto importante da tenere ben presente: é infatti necessario svincolarsi dalle terminologie degli standard di razza che prendono in considerazione l'aspetto "finale" del mantello del cane. Per i genetisti non esiste il mantello marrone focato: esiste il marrone ed esiste il focato, non esiste il bianco punteggiato di fegato, ma esistono il pezzato, il roano, l'assenza di focature, e il pigmento marrone.

 

 

La genetica dei colori

 

Prima di prendere in considerazione tutte le mutazioni che determinano le varie espressioni cromatiche e spiegarne i meccanismi di trasmissione, vorrei spendere due parole sulla formazione del colore nel cane.

Innanzitutto è bene precisare che tutti i colori sono formati da un solo pigmento: la melanina. Essa si presenta sotto due forme diverse, varianti dello stesso pigmento, essendo la seconda uno stadio di ulteriore sviluppo della prima.

La feomelanina è un pigmento costituito da granuli di forma sferoidale con colorazione che varia dal crema pallido al giallo, al fulvo, fino a giungere al mogano intenso tipico nei setter irlandesi, con l'aumentare del loro diametro. Un ulteriore addensamento dà luogo all'eumelanina, che è tanto più scura quanto più grossi e addensati sono i granuli. La sua massima espressione è data dal colore nero, ma può anche essere marrone o blu (ai nostri occhi grigio).

Il mantello bianco, invece non è un colore, bensì un non-colore perché costituito da peli che non contengono pigmento.

 

Questi due pigmenti, nelle innumerevoli possibilità di manifestarsi e combinarsi tra loro o con eventuali parti del corpo apigmentate, creano tutti i colori dell’universo canino.

Nel lupo e nei canidi selvatici eumelanina e feomelanina sono entrambe presenti, mescolate in una combinazione di peli chiari, scuri, zonati e con varie concentrazioni di pigmento. Il risultato è il tipico mantello "agouti" o grigio lupo, scomparso in quasi tutti i cani domestici, salvo in un numero limitato di razze (Alaskan Malamute, Elghund, rari Pastori Tedeschi, ecc.). In particolare, il pelo agouti è caratterizzato dalla presenza di alcune sedi fisse in cui è presente la sola feomelanina (garretti e parte interna degli arti, lati del muso, pasticche sopra gli occhi, triangoli al petto, perineo e parte inferiore della coda). Su tutto il resto del corpo abbiamo peli zonati, con punta nera e banda feomelaninca gialla su ogni singolo pelo. Il sottopelo è generalmente grigio, di intensità diversa da soggetto a soggetto. Un'altra caratteristica del mantello agouti è la diversa intensità della feomelanina sulle varie parti del corpo: varia dal quasi bianco ai lati del muso al rosso carico dei peli sul dorso.

 

Le mutazioni che hanno modificato il mantello lupino, determinando le innumerevoli espressioni cromatiche del cane, possono essere suddivise in quattro gruppi:

 

1) mutazioni che regolano una diversa distribuzione sul corpo di eumelanina e feomelanina (non agouti, aumento delle zone focate, inibizione dell'eumelanina, inibizione della feomelanina, tigrature, carbonature, maschera nera)

 

2) fattori di riduzione o diluizione della eumelanina: grigio, argento, marrone, blu (quest'ultimo produce effetti anche sulla feomelanina)

 

3) fattori di riduzione o diluizione della feomelanina (rosso, crema, bianco latte)

 

4) fattori di inibizione di tutte le melanine (pezzato, roano, merle).

 

Tutto questo è sintetizzato nella tabella che segue. Più avanti si esamineranno le singole mutazioni nel dettaglio, con esempi specifici e pareri sulle dispute ancora aperte tra i genetisti. Non tutti, sono infatti ancora d'accordo sui meccanismi di trasmissione di alcuni geni.

.

A

AGOUTI

A

Produce mantello nero (o le sue possibili varianti marrone o blu), senza alcuna sfumatura rossa o marche focate. È l’allele dominante della serie.

ay

Produce mantello prevalentemente rosso, a volte con punte dei peli nere o singoli peli interamente neri. Generalmente anche le vibrisse sono nere. L'espressione di questo colore è comunque interessata da almeno un altro gene (dominante ed esposto all'azione di geni modificatori) che determina vari livelli di "carbonatura". Alcune razze che ospitano questo allele sono gli Alani fulvi, i Boxer fulvi, i Pastori Scozzesi.

at

Il mantello prodotto da questo allele è il nero focato (o marrone focato, o blu focato) presente nelle razze dobermann, rottweiler, beauceron, bassotto, e molte altre. Anche i mantelli tricolori, come il Collie o i Bovari Svizzeri, sono prodotti da "at" con l’aggiunta del bianco, dato da un altro gene.

aw

Questo allele produce il mantello color "lupo" tipico di molte razze nordiche. Ogni singolo pelo è colorato a bande alternate chiare (crema sbiadito o grigio chiaro) e scure.

as

"as" è responsabile del mantello fulvo con sella nera, in inglese "saddle-tan", presente nell’Airedale Terrier, in alcuni Beagle e altre razze ancora.

 

a

È l'allele responsabile del cosiddetto nero recessivo. Questo allele elimina le focature evidenziando un fenotipo indistinguibile da quello causato da "A". È una mutazione rarissima e riscontrata in due sole razze: nel Pastore Tedesco (mantello raro) e nello Shetland (mantello non riconosciuto).

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B

BROWN

B

È l’allele dominante della serie, quando presente permette all’eumelanina di manifestarsi nel suo colore nero intenso.

b

Recessivo rispetto a "B", modifica il mantello nero in marrone. Anche il colore degli occhi è spesso più chiaro, come le rime palpebrali, il naso e i polpastrelli che risultano marroni e non neri. Non ha effetto, o ne ha scarsamente, sul mantello fulvo (feomelanina).

Come si è visto questo locus agisce principalmente sul pigmento nero "eumelanina".

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C

SERIE ALBINA

C

Questo allele permette al colore di manifestarsi completamente

cch

Chinchilla o silver, se omozigote questo allele agisce depigmentando parzialmente la feomelanina (pigmento rosso), mentre ha solo un debole effetto sul pigmento nero.

ce

o

cb

Causa la diluizione estrema del fulvo. Compare in molte razze dal mantello bianco, dove il bianco non è che mantello fulvo totalmente depigmentato (West Higland White Terrier). Il colore degli occhi e della pelle rimane normalmente pigmentato.

cp

Platino: molto simile all’allele albino "c", permette solo una minima espressione del pigmento. Probabilmente è questo il gene che causa il mantello bianco (in realtà bianco "sporco") di alcuni dobermann americani, con occhi azzurro pallido e pelle rosa.

Al contrario del locus precedente, la serie albina ha effetto prevalentemente sul pigmento fulvo feomelanina.

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D

DILUIZIONE

D

Dominante, permette la normale espressione del pigmento.

d

Recessivo rispetto a "D", diluisce il mantello nero nel colore blu (detto anche "blu maltese"), otticamente grigio (Alano blu); il mantello marrone in lilla (Weimaraner); i fulvi in crema. Ha effetto anche sulla pelle del naso, dei polpastrelli, delle rime palpebrali e sul colore degli occhi. In molte razze può causare problemi di pelle e pelo (alopecia da colore diluito).

Il locus della diluizione si manifesta su entrambi i pigmenti eumelanina e feomelanina.

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E

ESTENSIONE

Em

Maschera nera. Ovviamente la sua manifestazione è visibile solo su mantelli a base fulva, focata o tigrata.

Ebr

o

ebr

Tigratura. Questo allele non è ancora stato ben compreso ed è possibile che sia stato inserito nella serie allelica sbagliata. Il suo effetto è di dare delle striature nere sul mantello fulvo. In presenza di "b b" le tigrature sono marroni, blu se il mantello è diluito "d d". Nei mantelli focati le tigrature sono visibili solo sulle focature fulve.

E

Permette la completa espressione del locus "A" agouti. Sembra essere recessivo rispetto ad "Em" ed a " Ebr"

e

Fulvo recessivo, può esprimersi solo se omozigote. Interagisce con il locus "A" agouti, impedendo totalmente la formazione di eumelanina (pigmento nero). Alcuni soggetti possono presentare tartufo di colore più chiaro, specialmente durante la stagione invernale. Questo allele è responsabile del colore di Setter irlandesi, Labrador gialli, Golden Retriever, alcuni Cocker inglesi fulvi, e così via.

Questo locus è a tutt’oggi di difficile comprensione e probabilmente in futuro sarà rivisto e corretto. La sua espressione è strettamente legata e interagente al locus "A" agouti.

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G

INGRIGIMENTO

G

Con l’avanzare dell’età il mantello si ingrigisce progressivamente per la comparsa di peli bianchi mescolati a quelli pigmentati (Kerry Blue Terrier, Barbone). I cuccioli nascono pigmentati ma già dalla nascita possono cominciare ad ingrigire, alcuni ingrigiscono progressivamente per tutto l’arco della loro vita, altri si stabilizzano prima.

g

Non causa ingrigimento del mantello con il progredire dell’età.

Questo locus è stato ritenuto da alcuni anche causa dell’ingrigimento del muso visibile in molti cani di una certa età, o del mantello nero bluastro senza presenza di peli bianchi, non dovuto alla diluizione del colore.

Probabilmente la serie "G" necessita di ulteriori approfondimenti di studio.

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M

MERLE

o

BIANCO DOMINANTE

M

Se eterozigote questo allele è causa di un’interessante genere di diluizione, dove il mantello è diluito a chiazze alternate. Più riscontrabile sul pigmento eumelanina (il nero diventa grigio, il marrone diventa rossastro), nei mantelli focati è difficile notare l’effetto del gene sulle fiamme della focatura.

Negli omozigoti il mantello è completamente o quasi completamente bianco e associato a problemi di salute (sordità, cecità o mancanza del bulbo oculare, sterilità). Gli occhi possono essere azzurri o parzialmente azzurri.

Questo allele, a causa della diversità di espressione tra omozigosi ed eterozigosi, è considerato codominante al suo allele "m".

È presente nell’Alano, nel Border Collie, nell’Australian Shepherd, nello Shetland e nel Collie, nel Bassotto, nel Foxhound e altre razze ancora.

m

Normale espressione del colore.

Il gene "M" quando omozigote sembra essere, oltre che causa di deformazioni, letale in utero per il 50%. In realtà anche questo locus necessita di ulteriori studi.

Nel caso dell’Alano, viste le due differenti possibilità di espressione del gene eterozigote, si ipotizza l’esistenza di un locus "H" harlequin (vedi tabella sottostante) che si può esprimere solo in presenza di "M". Sarebbe questo il gene letale in caso di omozigosi (100%) e che, quando presente, rende possibile il mantello a fondo bianco e macchie nere anziché il normale merle a fondo grigio e macchie nere.

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H

ARLECCHINO

H

Questo allele sembra essere presente solo nella razza Alano Tedesco (e forse nell'ormai estinto Harlequin Pinscher): si esprime unicamente se è presente il gene "M" merle e cambia il mantello a fondo grigio chiazzato di nero in fondo bianco chiazzato di nero, donando il colore unico dell'Alano arlecchino. Si presume che, se omozigote, sia letale in utero al 100%, da osservazioni fatte sulla media del numero di cuccioli nati dall'accoppiamento di due Alani arlecchini, entrambi portatori di "H", paragonata a quella degli altri colori.

h

Recessivo rispetto ad "H", questo allele permette il normale colore del merle a fondo grigio chiazzato di nero.

Questa serie allelica, di recente scoperta, spiega il "mistero" del mantello grigio porcellanato (o merle), non riconosciuto negli Alani ma sempre e inevitabilmente presente nelle cucciolate di arlecchini. Difatti tutti gli Alani in grado di trasmettere il gene "H", sono necessariamente eterozigoti "H h" e trasmettono inevitabilmente anche l'allele recessivo, responsabile dell'indesiderato mantello merle a fondo grigio, non riconosciuto dallo standard di questa razza.

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P

PIGMENTAZIONE

P

 Diluisce tutti i pigmenti, compresa la pigmentazione degli occhi.

p

 Nessuna diluizione.

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R

ROANO

R

Roano, è l’allele dominante e si manifesta in due modi: col passare del tempo nel mantello bianco compaiono peli pigmentati, oppure al contrario compaiono peli bianchi nel mantello pigmentato.

r

Nessuna manifestazione di roano.

Non è ancora ben appurato se "R" sia dominante o codominante ad "r". A parere di molti, questa serie allelica potrebbe anche non essere a sé ma semplicemente far parte del locus "T" tiking esposto più avanti.

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S

SPOTTING PIEBALD

o

BIANCO RECESSIVO

S

Solid Color. È l’allele dominante e quando è presente il mantello è completamente pigmentato o presenta solo delle piccole macchie bianche dovute a dei modificatori (non oltre al 10% della superficie totale del mantello), in genere le dita, la punta della coda o una macchia bianca sul petto. Queste macchie non compaiono negli omozigoti.

si

Irish Spotting. Produce l’estensione del bianco (dal 10% al 30% della superficie del mantello) in modo simmetrico: generalmente piedi e zampe, ventre, punta della coda, petto, lista sul muso e collare. Per azione di modificatori il bianco può essere più o meno esteso, rendendo difficile distinguere il disegno "si" da un "S" o, al suo opposto, da un "sp".

sp

Piebald. In questo caso il bianco è esteso per oltre il 50% della superficie del mantello, distribuito disordinatamente. "S" è dominante incompleto di "sp" e quando questi due geni si trovano accoppiati possono produrre mantelli che appaiono fenotipicamente solidi o a pezzatura irlandese.

sw

Extreme white piebald. Mantello bianco o quasi completamente bianco, in questo secondo caso le macchie di colore si trovano più facilmente vicino all’attaccatura della coda, o sulle orecchie, o in prossimità dell’occhio (Bull Terrier, Dogo Argentino, Sealyham Terrier, e anche Dalmata dove vedremo che le macchie hanno un’altra ragione genetica). Gli omozigoti possono accusare sordità, specialmente se il pigmento non è presente nemmeno in prossimità delle orecchie. È dominante incompleto rispetto ad "S" o "si" e, quando combinato con uno di questi due alleli, produce mantelli apparentemente piebald.

Tutti gli alleli di questa serie sono soggetti a "modificatori", particelle genetiche ereditarie che influenzano la maggiore o minore estensione del bianco sul pigmento.

Non è chiaro quale influenza abbia questo locus sul tipo di pigmentazione della testa: alcuni cani completamente pigmentati hanno testa bianca o, al contrario, alcuni cani completamente bianchi hanno testa pigmentata. Non è da escludere la possibilità che possa esistere un locus differente responsabile della pigmentazione della testa.

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T

TIKING

T

È il gene responsabile di una retromutazione che provoca la ricomparsa del pigmento su zone apigmentate (bianche), sotto forma di punteggiatura o macchioline di dimensione variabile (la dimensione dipenderebbe da "R"). I cuccioli alla nascita sono bianchi nelle zone interessate, le macchioline compaiono a partire dalle prime settimane di vita. Questo gene è presente in molte razze, prima fra tutte la razza Dalmata, dove grazie ad ulteriori geni modificatori, le punteggiature sono grandi macchie rotonde e ben pigmentate.

t

Le eventuali zone bianche sono prive di picchiettature o macchioline.

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