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IL BOXER
Storia delle origini
Anche se il boxer, come razza conosciuta, è piuttosto recente(1895), le sue origini vanno ricercate molto più indietro, tra i cani di tipo molossoide che si trovavano già a fianco dell'uomo ai tempi delle palafitte.
Alle spalle di tutti i molossoidi, e quindi anche del Boxer, c'è il Mastino tibetano. E' lecito supporre che l'antico molosso tibetano si sia evoluto in due diversi ceppi, uno a pelo lungo e di taglia maggiore, l'altro a pelo corto e di taglia un po' più ridotta. La lunghezza del pelo dipendeva molto dalle caratteristiche climatiche delle zone in cui il cane si insediava, mentre la taglia era già determinata dall'intervento umano: veniva ridotta laddove si sentiva l'esigenza di un cane più agile e veloce (e in molti casi meno vorace, quindi meno costoso da mantenere). In Germania, al seguito dei Celti, arrivarono molossoidi di media taglia e a pelo corto. Da essi derivarono tre tipi di cani:
- un tipo più pesante e massiccio simile all'odierno mastino napoletano;
- un tipo piuttosto alto sugli arti, simile all'odierno alano;
- un tipo robusto ma agile, con testa corta e massiccia, che i tedeschi divisero in quattro razze a seconda della loro funzione o della località dalla quale provenivano
Troviamo così:
a) il bullenbeisser ( morditore di tori)
b) il baerenbeisser ( morditore di orsi)
c) il brabanter (nato nel Brabante, in Belgio)
d) il danziger (nato in Polonia)
Il più accreditato "padre" del boxer è il bullenbeisser, di cui sono arrivate parecchie descrizioni perché fu il cane di un famoso bandito, Mathias Klostermaier. Il bullenbeisser di Klostermaier si chiamava Thyras ed è citato negli atti del processo conseguente alla cattura del suo padrone.
Noi diciamo che Thyras era un bullenbeiser, ma a quei tempi ovviamenente non si poteva parlare di vere e proprie "razze". L'uomo infatti svolgeva un primitivo processo di selezione ma solo in senso utilitaristico: teneva con sé i cani che potevano andare bene ad un scopo ben preciso e lasciava gli altri al loro destino. Ovviamente se certi caratteri si fissavano fermamente, altri si disperdevano nella completa indifferenza dell'uomo: cosi quando i trasporti cominciarono a progredire l'utilità del cane, come guardiano, comincio a diminuire, la "razza" bullenbeiser rischiò di andare perduta. Nessuno era interessato alla sua salvezza e gli incroci si fecero sempre più frequenti. Il bullenbeiser finì per subire due cambiamenti degni di nota:
- una drastica riduzione di taglia
- un preoccupante aumento di aggressività.
In quel periodo gli venne cambiato anche il nome che divenne bierboxer (cane dei birrai).
A questo cane, verso la fine dell'Ottocento, cominciò ad interessarsi il viennese Friederich Roberth, ufficiale dell'esercito e appassionato cinofilo. Insieme ad Erald Konig e Rudolph Hopner, ricreò il "vero" bullenbeiser. Per riuscirsi i tre usarono il bierboxer unendolo ai bulldog inglesi. Quando si parla del bulldog inglese, però, non bisogna pensare a quello moderno, ma a quello dell'Ottocento che era tutto diverso, decisamente più simile al boxer che al bulldog come lo conosciamo oggi.
In Inghilterra questi cani erano stati protagonisti di una vera battaglia sociale: erano stati usati per feroci combattimenti fino al 1835, anno in cui i sanguinari spettacoli vennero proibiti. La razza però era diventata aggressiva fino all'inverosimile per cui se ne chiedeva a gran voce la completa eliminazione. Per fortuna un gruppo di cinofili cominciò a dedicarsi alla razza con passione e competenza riducendone la ferocia e trasformandola in coraggio. Il lavoro di Robert, Konig e Hopner si concretizzò in Flocki, figlio di Alt Schockin (bullenbeiser) e di Tom (bulldog inglese).
Visto con gli occhi di un boxerista "moderno" era praticamente un coccodrillo. Anche la testa non era un fenomeno di bellezza, ma nonostante tutto alla prima esposizione ufficiale aperta anche ai boxer, la nuova razza suscitò l'interesse di molti cinofili. Lo standard ufficiale fu stilita nel 1902 e all'inzio si distaccò nettamente dagli appunti di Konig: tra le altre cose prescriveva la chiusura a forbice, mentre il primo testo parlava di prugnatismo. Tre anni dopo il Boxer Club cambiò completamente rotta riallineandosi con i principi dell'Ottocento; dopodiché lo standard rimase praticamente immutato fino all'anno 1920, anno in cui venne aumentata la taglia (prima arrivava a un massimo di 55 cm al garrese: i "giganti" di allora erano più o meno grandi quanto una femmina di oggi).
In seguito ci si preoccupò del colore: i mantelli completamente bianchi erano stati esclusi fin dal 1905, mentre quelle neri vennero eliminati nel 1925 e quelli pezzati nel 1938.
Dopo non ci furono più modifiche rilevanti: solo nel 1988 in seguito alle disposizioni di legge che in Germania hanno vietato il taglio delle orecchie, nello standard è stata inserita la descrizione dell'orecchio integro.
LO STANDARD
Aspetto generale:
il boxer è un cane di taglia media, a pelo raso, d'aspetto robusto, di costruzione quadrata e di ossatura forte. La muscolatura, asciutta e fortemente sviluppata, si presenta molto plastica. I movimenti sono sciolti, pieni di nobiltà e di forza. Il boxer deve dare l'immediata impressione di un atleta compatto, muscoloso, scattante ma soprattutto armonioso.
Proporzioni importanti:
a) lunghezza del corpo in rapporto all'altezza del garrese. La costruzione si inscrive nel quadrato. Ciò significa che le linee che la deliminano, una orizzontale passante per il dorso e due verticali, una passante per la punta della spalla e una per la punta dell'ischio(osso che sostiene il femore), formano , appunto, un quadrato;
b) altezza del petto in rapporto all'altezza del garrese. La lunghezza del petto deve essere uguale alla metà dell'altezza al garrese;
c) lunghezza del muso in rapporto alla lunghezza del cranio: la proporzione tra la lunghezza del naso (misurato dall'angolo interno dell'occhio alla punta del tartufo) e la lunghezza del cranio (misurato dall'angolo interno dell'occhio alla punta dell'occipite) deve essere di 1:2
E' importantissimo comunque anche il rapporto che intercorre tra i diversi parametri: una testa dagli indici biometrici perfetti non avrà alcun valore se non sarà altrettanto proporzionata al resto del corpo.
Comportamento e carattere:
il boxer deve avere nervi solidi, essere sicuro di sé, calmo ed equilibrato. Il boxer è facile da addestrare grazie alla sua docilità, la sua arditezza e il suo coraggio, la sua tempra e le sue attitudini olfattive. E' altrettanto prezioso come cane da compagnia che come cane da difesa e da utilità. Il suo carattere franco e leale, senza falsità, resta tale fino alla vecchiaia. Importante quest'ultima precisazione: spesso i cani da difesa possono diventare più nervosi, irritabili e mordaci in età avanzata, anche se molto dipende dai loro proprietari, mentre il boxer è un eterno bambino sempre pronto a giocare e a prendere coccole. Nello stesso tempo, però, in caso di pericolo per il padrone o per i suoi familiari sa sfoderare grinta e coraggio senza limiti.
La testa:
è la testa a conferire tipicità al boxer. Deve essere proporzionata al resto del corpo e non sembrare né troppo leggera né troppo pesante. Il muso deve essere più largo e possente possibile. La bellezza della tesa è determinata dal rapporto armonioso tra muso e cranio. Sotto qualsiasi angolo venga esaminata, di fronte, dall'alto o di profilo, il muso deve sempre restare proporzionato al cranio, cioè non deve essere mai troppo piccolo. La testa deve essere asciutta, quindi non deve mostrare pieghe e rughe. E' naturale che si formino rughe sulla fronte quando il cane drizza le orecchie, o, se le orecchie sono integre quando il cane è in attenzione. Sono sempre visibili le rughe che partono dalla radice del naso verso il basso, su entrambi i lati. La maschera scura si limita al muso e deve distaccarsi nettamente dal colore della testa, per non incupire l'espressione della faccia. La testa del boxer indica chiaramente la sua origine molossoide: il cane infatti è brachicefalo, con muso corto rispetto al cranio (il rapporto ideale è sempre 1:2). Lo standard non parla del rapporto con il resto del corpo, chiedendo genericamente che ci sia una buona proporzione; in un buon boxer la lunghezza della testa equivale all'incirca ad un terzo dell'altezza la garrese.
Regione facciale:
- Tartufo: largo nero, con narici ben aperte, l'estremità del tartufo si trova un po' più in alto della radice
- Muso: deve essere fortemente sviluppato nelle tre dimensioni dello spazio, quindi non deve apparire appuntito, stretto, o corto, né piatto.
- Labbra: le labbra completano la forma del muso. Il labbro superiore è grosso e gonfio e riempie lo spazio vuoto formato dalla prominenza della mandibola: è sostenuto dai canini.
- Dentatura: le mascelle anteriori non terminano sullo stesso piano, ma la mandibola oltrepassa la mascella superiore e si incurva leggermente verso l'alto. Il boxer è quindi prognato. Il prognatismo è un importantissimo carattere di tipicità ma non è sempre facile ottenerlo in misura corretta. E' fondamentale che i denti siano ben distanziati tra loro e di buon volume. Inoltre i canini inferiori dovrebbero toccare gli incisivi esterni superiori, mentre i canini superiori dovrebbero sfiorare con la punta i primi premolari inferiori.
- Occhi: gli occhi scuri non devono essere troppo piccoli, né globosi, né infossati nelle orbite. Esprimono energia e intelligenza. Il bordo delle palpebre deve essere di colore scuro.
Corpo:
- Quadrato. Il tronco poggia su arti dritti e robusti
- Garrese: deve essere ben marcato.
- Dorso: tutto il dorso e il rene devono essere corti, solidi, dritti, larghi e fortemente muscolosi
- Groppa: leggermente inclinata, dolcemente arrotondata e larga
- Torace: è profondo e scende fino ai gomiti. Le costole sono molto arrotondate e si spingono molto all'indietro
- Coda: attaccata piuttosto alta che bassa. E' amputata corta e portata verso l'alto.
CONCLUSIONI
Credo che ci siano tante cose da dire , ancora, sui boxer ma correrei il rischio di annoiarvi e questo è impossibile per un amante dei boxer. Proprio perché il boxer non vi farà mai annoiare. La sua voglia di vivere è grandiosa, come la sua dolcezza. Tra i cani da difesa, il boxer, è sicuramente uno tra i più "sicuri"; anche se il padrone, brutta parola, commette errori di educazione o di addestramento è quasi impossibile che questa razza diventi esageratamente aggressiva, che si rivolti al proprietario o che attacchi un bambino. A questo proposito mi sembra molto attuale la comparazione tra l'attuale situazione dei Pit Bull comparata con il boxer dei primi anni del Novecento. Ci sono voluti almeno venti anni perché si riuscisse ad avere un cane equilibrato partendo da cani definiti "botoli ringhiosi" resi cosi dagli uomini per i loro interessi, combattimenti per essere più precisi. Molti in quei tempi chiesero la completa eliminazione dei boxer, cosi come avviene ora per il Pit Bull. Credo che una soluzione possa essere quella di seguire l'esempio dei boxer. Uno straordinario intuito permette al boxer di capire se una persona è allegra, nervosa tesa o se sta, addirittura, mentendo. Vi racconto un aneddoto:
un mio amico, boxerista, aveva avuto un serio problema di salute. La moglie insisteva per sapere tutta la verità ma temeva che il marito, d'accordo con i medici, gliela nascondesse. Cosi quando lui le parlava, lei guardava in faccia il cane: l'espressione del cane era una perfetta macchina della verità, come poi dimostrato con il lieto fine della vicenda dal mio amico.
Avere un boxer accanto è come avere qualcuno che ti ripete, con profonda convinzione, "su col morale, non vale la pena di prendersela". Il suo amore per la vita è talmente spontaneo che è impossibile non lasciarsi coinvolgere.
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