Ansia da separazione
L'ansia da separazione è un problema comportamentale abbastanza comune e indubbiamente crea moltissimi disagi ai proprietari dei cani che ne sono affetti. Purtroppo non sempre i proprietari capiscono che i comportamenti posti in atto dal loro cane sono da addebitare ad un vero e proprio problema del comportamento e di conseguenza non riescono a porvi rimedio.
Il cane affetto da ansia da separazione manifesta una serie di comportamenti molto tipici, sia quando viene lasciato solo, sia nella comune vita domestica. E' un cane solitamente di indole buona, molto affettuoso, che stabilisce un legame molto forte e intenso con i padroni e che vive la separazione, anche momentanea, dall'oggetto del suo appassionato amore - il padrone - come una vera sciagura.
Questi sono i comportamenti classici dell'ansia da separazione:
- tendenza a seguire il padrone negli spostamenti all'interno della casa (per non perderlo mai di vista);
- segni di ansia accompagnano i preparativi che precedono l'uscita del padrone;
- una volta lasciato solo, il cane abbaia, ulula, geme (di solito entro i primi dieci minuti dalla sua uscita, al massimo mezz'ora);
- in assenza del padrone possono aversi comportamenti distruttivi rivolti verso l'arredamento (in particolare arrecando danni agli stipiti e alle porte - frustrazione da barriere -, ma non solo);
- temporanea anoressia: il cane in assenza del padrone non tocca cibo;
- in alcuni casi, sempre in assenza del padrone, tendenza ad orinare e defecare in giro per la casa;
- elaborato rituale di benvenuto al ritorno del padrone.
Naturalmente i comportamenti descritti sono solo indicativi, non sempre si presentano tutti e possono avere intensità differenti.
Lo sbaglio che viene commesso frequentemente dai proprietari di questi cani consiste nell'attribuire questi comportamenti a vendetta: si interpretano queste reazioni come dei dispetti che il cane compie volontariamente per manifestare la propria rabbia per essere stato lasciato da solo. Alcuni, al ritorno a casa, sgridano e picchiano il cane per castigarlo. Non serve chiaramente a nulla: il cane non capirà il motivo di quella punizione, non riuscirà ad associarla al suo comportamento "indesiderato", non avrà altro risultato che disorientarlo, spaventarlo ed aumentare la sua ansia. I proprietari sono convinti che il cane capisca perfettamente il motivo della punizione perché questi, le volte successive, assume un' aria "colpevole": questo atteggiamento "colpevole" in realtà è dovuto unicamente alla previsione del castigo che il cane ha associato alla simultanea presenza sua, della casa messa a soqquadro e del padrone. E' quindi importantissimo saper riconoscere e interpretare correttamente questi comportamenti, per poter risolvere il problema nel modo migliore non appena inizia a manifestarsi.
Quali sono le cause dell'ansia da separazione? E' innata?
Non ci sono risposte certe a queste domande. Sicuramente è il prodotto di una particolare personalità del cane e del suo ambiente. Secondo una teoria l'ansia da separazione colpirebbe specialmente cani che provengono da un canile, da un precedente proprietario che si occupava poco di loro o che sono stati separati precocemente dalla madre.
Una parte consistente la svolge tuttavia anche il padrone, per quanto inconsapevolmente. Capita infatti ai padroni più legati al proprio cane di incoraggiare inconsciamente questi comportamenti: lo sommergono di attenzioni e di affetto, ampiamente ricambiati dalla bestiola, tanto che un filo invisibile li lega perennemente. Sicuramente il rapporto che si instaura fra il cane e il padrone è ricchissimo e dà incredibili soddisfazioni, il rovescio della medaglia è appunto l'ansia da separazione.
Ci sono dei rimedi per l'ansia da separazione?
Molteplici e fortunatamente nella maggior parte dei casi si rivelano efficaci.
Abbiamo già visto come sia del tutto inutile e, anzi, controproducente sgridare il cane, vediamo allora alcuni rimedi che si possono adottare:
- iniziare degli esercizi di obbedienza, anche semplici, per cinque o dieci minuti tutti i giorni;
- almeno una mezz'ora di esercizio fisico al giorno (il cane, non il padrone! Ma anche entrambi.. male non fa di certo..);
- dieta adeguata all'esercizio fisico svolto, non un grammo di cibo in più;
- evitare di permettere al cane di elemosinare cibo mentre si è a tavola: durante i pasti va posto in un'altra stanza;
- iniziare un programma di allenamento all'indipendenza: il cane deve capire che può cavarsela benissimo da solo (abituarlo a non dormire sul letto, spostandolo su una cuccia a terra, prima vicina al letto, poi posta sempre più lontana, fino a collocarla in un'altra stanza; insegnare al cane a restare nella sua cuccia per periodi sempre più lunghi mentre si è in casa - la cuccia va collocata in una stanza differente da quella in cui si trovano i padroni -, non mancando mai di gratificarlo quando ubbidisce e sta tranquillo; non permettergli di sdraiarsi sui piedi mentre si guarda la TV.. anche qui va mandato a cuccia in un'altra stanza; ecc.)
- non permettere al cane di prendere iniziative: ogni attività deve essere proposta dal padrone (gioco, cibo, ecc.);
- desensibilizzare il cane ai "rituali" che precedono l'uscita: svariate volte al giorno vestirsi di tutto punto come se si dovesse uscire, mettersi le scarpe, prendere le chiavi di casa, la borsa, la giacca, il cappello, avvicinarsi alla porta, mettere la mano sulla maniglia.. senza poi uscire realmente. Fare molta attenzione al rituale: si devono compiere esattamente quei comportamenti che si compiono prima di uscire, senza tralasciare nulla. Il tutto deve avvenire per gradi e badando di passare ad un grado successivo solo quando il cane mostrerà indifferenza. Questo "rituale" va ripetuto finché non si nota un totale disinteresse del cane nei confronti di tutti i preparativi che precedono l'uscita, in quel momento si potrà azzardarsi ad aprire uno spiraglio, poi ad aprire del tutto la porta, poi ad uscire per un minuto, poi per tre, e via dicendo...;
- ignorare completamente il cane per i venti minuti che precedono l'uscita e per i venti minuti successivi al ritorno a casa;
- dare qualcosa di appetitoso al cane una ventina di minuti prima di uscire: dev'essere una leccornia che lo tenga impegnato per diverso tempo anche dopo che sarete usciti. Un osso andrà benissimo, un osso buco ripieno di qualche leccornia ancora meglio (se al ritorno non avesse ancora terminato di mangiarlo, non lasciarlo ulteriormente a sua disposizione perché perderebbe l'interesse: deve considerarlo una cosa unica ed eccezionale!) ;
- lasciare radio o televisione accese quando si esce, meglio ancora sarebbe registrare una cassetta con il "sottofondo" di quando si è in casa ed utilizzare questa;
- non contribuire MAI ad aggravare l'ansia da separazione enfatizzandola troppo con nostri comportamenti, sguardi, parole: i cani sono sensibilissimi ai segnali che, anche inconsciamente, inviamo loro;
- evitare assolutamente di rientrare in casa se il cane sta abbaiando o gemendo, neanche se solo per sgridarlo;
Nei casi più gravi il veterinario (e solo il veterinario!!) potrà prescrivere dei medicinali ansiolitici e antidepressivi. Questa dev'essere tuttavia l'ultima spiaggia: prima vanno provati TUTTI i rimedi alternativi elencati, rimedi che si rivelano più che sufficienti a risolvere la stragrande maggioranza dei casi di ansia da separazione.
Libera Giorgi
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