Subject: INTERVISTA A KAMIKAZE KILLER
From: vattaccattanucocco@inperù.it (Gecoweb)
Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Date: Sat, 07 Dec 2002 08:05:33 GMT

Certo posso raccontarti la mia vita! Anche se non ha nulla di speciale. Non
capisco tutto questo interesse per me.
Sono un cane, solo un cane.Ora mi vedi in questa bella gabbia, ordinata e
pulita, ho sempre l'acqua fresca e mi danno 
da mangiare tutti i giorni, la mattina. Hai ragione, non è sempre stato
così. Sono nato in una tana buia insieme ai miei
fratelli e le mie sorelle.Non ricordo molto dei miei primi giorni di vita,
il calore e l'odore di mia madre, il sapore del suo latte
la sua lingua che ci puluva.... Dopo un poco ho cominciato adudire, poi ho
aperto gli occhi, un po per volta ho cominciato
a camminare, come tutti i cuccioli insomma. Giocando con mia madree i miei
fratelli, cominciai ad apprendere come ci
si comporta da cani. Ricordo che tirando l'orecchio a qualcuno di loro,
venivo aggredito a mia volta e quindi era meglio
evitare; anche se sinceramente ,non sono affatto sensibile al dolore. Sono
nato così, come sono nato senza paura,
di grande coraggio. Non è un mio vanto, voi uomini la chiamate se non
sbaglio"selezione". Certo, quando mi svegliai
da un profondo sonno senza più i miei padiglioni auricolari, era una
senzazione sgradevole, ma non ne ho fatto una
tragedia. Si, ero appena all'inizio della mia educazione canina, quando
fui portato via dal mio padrone,a casa sua.
ah, mio adorato padrone! Mi faceva da madre,da fratello,da capo. Tutti i
giorni giocava con me e mi insegnava tante
cose. La sua più grande gioia era quando afferravo un oggetto che lui mi
agitava davanti. Più mordevo forte e più
ci rimanevo attaccato, piu' era contento.Un po' piu' cresciuto, mi insegno'
una cosa nuova. Legava un cane ad uno
degli alberi del mio giardino e mi diceva le stesse parole che usava quando
voleva farmi mordere un pezzo di legno 
o una gomma. Non ci ho messo molto a capire cosa desiderava da me il mio
padrone. Per lo piu', i cani che mi portava
all'inizio non si difendevano come facevano i miei fratellini. Guaivano,
scappavano. Mi insegnava la vera caccia, il 
mio padrone! Come era felice quando vincevo la lotta ed io ero cosi'
contento di renderlo felice! Per lo piu' mi dava
a mangiare sempre, dopo. Piu' vincevo, piu' mi sentivo forte. quando
divenni adulto, dopo una giornata di digiuno,
senza giochi, anzi senza uscire dal mio box, di notte, il mio padrone mi
portava in dei posti molto affollati di gente
che parlava ed urlava, liberandomi in un recinto dove c'era un altro cane
come me. non mi sentivo tanto a mio agio,
conoscevo solo il mio box ed il mio piccolo giardino, dove giocavo col mio
padrone. Mi sbrigavo a renderlo felice per
poter tornare a casa. A volte riportavo delle ferite che lui stesso mi
cuciva. Come si prendeva cura di me, il mio padrone!
Vincevo sempre.Fino a qualche notte fa.Io non lasciavo la presa ma neanche
il mio avversario. Di colpo è venuto il nero
davanti ai miei occhi. Non ricordo nulla fino al mio risveglio. Non
riuscivo a muovermi, le mie numerose ferite non erano
state ricucite. Stavo in una macchina, non nel bagagliaio come al solito ma
sul sedile posteriore. Quant'era morbido!
Seduta accanto a me c'era una femmina della vostra specie. E mi parlava,
cosi' dolcemente. Non avevo mai sentito una
cosa simile! "Povera bestia, povero cagnone!" Non capivo quelle parole e
nemmeno perchè mi passava la mano aperta
sulla spalla, l'unica parte di me che non sanguinava. Non me lo avevano mai
fatto prima, questo! Pero' mi ricordava la
lingua di mia madre, che piacevole ricordo... Mi portarono qui': sono
stato pulito, ricucito e curato. All'inizio mi tenevano
sempre quella cosa di cuoio intorno al muso che non mi permetteva di
aprirlo, pero' dopo un poco anno smesso.
Sono cosi' buoni con me, anche se non mi fanno giocare ne combattere. Il
mio padrone non gli ha detto il mio nome,
cosi' mi chiamano "cagnone", invece di "Kamikaze Killer" o "Kill" come
faceva lui. Ma che importanza ha un nome,
dico io! Chissà perche ci mette tanto il mio padrone, a venire da me.
Andrei io da lui, ma non mi fanno uscire!
Bah, aspettero'.Intanto per noi cani il tempo non conta. in fondo, sto'
bene anche qui'. Stamattina l'uomo che mi porta
la ciotola tutti i giorni, mi ha fatto di nuovo questa cosa piacevole,mi
passava la mano, leggera, leggera, sul fianco, 
più e più volte.Ha sorriso quando mi ha visto scodinzolare con quel moncone
di coda che mi è rimasto. Era contento!
Cosi' ero contento anch'io. Era la prima volta che lo vedevo cosi'. Se solo
avessi saputo prima, quanto poco ci voleva,
per renderlo felice! Di solito ha uno sguardo cosi' triste quando entra
nella mia gabbia.Chissà perchè? 
Noi cani siamo fatti per rendere felice l'uomo.Sono un cane come gli altri.
Con una vita da cane come gli altri, no?
Solo un cane.

Ringraziamo "Kamikaze Killer",ospite del canile municipale, classificato
"non adottabile", per la sua "canina disponibilità" 


" ehi, aspetta,! perchè non ti fermi un'attimo e mi passi la mano sul pelo?


Geco e i suoi Fratelli...
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