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From: "fabius" <favergo@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Subject: Dignità nella vita come nella morte.


Salve
purtroppo capita, nella pratica di tutti i giorni, che il veterinario si
trovi ad affrontare situazioni che sconfinano dal campo prettamente medico e
che lo portano ad addentrarsi in una sfera emozionale che da molto tempo
regola i rapporti tra uomo ed animali.
Non è facile ( per me credo impossibile) rimanere freddi e distaccati,
blindare le proprie emozioni ( in pratica essere professionali) quando si
deve prospettare una scelta che va a recidere affetti intensi, che darà
sicuramente sofferenza psicologica al proprio cliente e alla sua famiglia.
Ogni veterinario ha un suo modo di affrontare questo momento particolare,
legato magari alla sua età, alle sue esperienze personali,al suo modo di
concepire la morte, resta comunque il fatto che la scelta eutanasica è un
momento molto intenso nel rapporto proprietario-veterinario, dove, quando
non c'è più nulla da fare da un punto di vista medico, il nostro compito è
quello di far fronte al rapporto fiduciario con il proprietario in una sorta
di assistenza emotiva.
Personalmente ritengo che essere veterinari non sia solo occuparsi della
salute degli animali, guarirli, ma anche relazionare con il proprietario che
in quel momento vive il dramma della rottura del legame affettivo con il
proprio animale.
E' evidente che ogni persona affronta la scelta eutanasica in modo
diverso,pensiamo ad un anziano che si trova a dover vivere il dolore della
morte di un compagno che spesso è una ragione di vita.Mi ricorderò sempre
quando una anziana signora dopo l'eutanasia del suo cane mi disse, con molta
calma e dignità." adesso non ho più ragione di vivere anch'io è giusto che
segua il mio Charly"., pensiamo ad un bambino il cui concetto di morte è
uguale alla vita, un momento transitorio in cui si va e si torna, o ad un
adolescente che si trova per la prima volta di fronte alla morte e alla
sensazione di definitività.
C'è comunque chi ha cercato di decodificare gli stati di manifestazione del
dolore ( Kubler-Ross) e devo dire che spesso ritrovo queste situazioni, maga
ri non tutte insieme o nello stesso ordine, credo in ogni caso valga la
pena di vederli insieme.
La prima reazione del proprietario è la negazione o il rifiuto che in
qualche modo consente di ritardare la reazione affettiva di dolore e
permettono di trovare in qualche maniera il tempo per affrontare la realtà,
la domanda che spesso viene rivolta è " è proprio sicuro che sia morto?"
oppure " non è possibile!"
Segue una fase di collera, che si può rivolgere sul veterinario che avrebbe
curato male l'animale e quindi responsabile del suo dolore, non ha saputo
salvare il suo piccolo amico, il proprietario può rivolgere questa rabbia
anche contro se stesso e ciò gli causa un profondo senso di colpa, sia per
non aver curato bene il suo piccolo amico, sia per aver deciso dell'
eutanasia, fino delle volte a portarlo a vere forme di depressione.
L'ultima tappa ( sempre secondo Kubler-Ross) è la rassegnazione, si accetta
che la morte fa parte della vita, ci si convince che si è fatto tutto per il
meglio e che le cose dovevano andar cosi.
Spesso poi si deve far fronte anche all'intolleranza e il ridicolo delle
altre persone che porta ad un ulteriore senso di colpa, quello di provare
per gli animali sentimenti che dovrebbero essere riservati solo alle
persone.
Ma cos'è l'eutanasia, come si arriva alla scelta eutanasica, come ci si
prepara, come si esegue, che succede dopo, tante domande che spesso restano
senza risposta dentro noi stessi.
Prima di continuare vorrei fare una precisazione, non ho la presunzione di
avere risposte per tutti in un argomento dove l'aspetto tecnico è
irrilevante rispetto ai sentimenti coinvolti, è mia speranza però che ognuno
di voi trovi almeno una risposta o un motivo di riflessione che lo porti a
conoscere un momento cosi difficile.
L'eutanasia o " dolce morte" rappresenta un gesto di amore e di pietà verso
un animale sofferente giudicato malato terminale, esistono diversi modi per
praticarla che devono in ogni caso rispettare l'elevato contenuto dell'atto
stesso.
Nel processo decisionale, la richiesta può essere effettuata direttamente
dal cliente, che magari non se la sente più di vedere il suo animale
soffrire, altre volte purtroppo la richiesta, più o meno velata, può essere
di comodo, sono situazioni che mi vedono aprire la porta dell'ambulatorio
mentre informo il proprietario che io non sono il suo " boia".
Una sera mi capitò un cane la cui zampa destra anteriore era fortemente
compromessa, nonostante apparisse fortemente scosso le condizioni generali
erano buone, informo quindi il cliente che purtroppo la zampa andava
amputata e che comunque il cane avrebbe vissuto bene lo stesso, visto che
non avendo coscienza della sua situazione( non si sarebbe mai chiesto il
perché lui ha tre zampe e gli altri quattro) le ripercussioni psicologiche
e fisiche sarebbero state nulle( ho visto cani a tre zampe fare corse e
salti incredibili!).
Il proprietario non ne voleva sapere, " ma come un cane a tre zampe?.non lo
voglio handicappato..no! preferisco sopprimerlo" la mia risposta la sapete
già.
Il più delle volte è il veterinario che evidenzia la necessità di
eutanasizzare l'animale, in questo caso è essenziale essere il più
obbiettivi possibili anche se chiaramente è un giudizio che non può non
influenzare il proprietario che comunque avrà sempre l'ultima parola.
E' importante che la decisione venga presa con calma, il proprietario deve
eventualmente consigliarsi con il resto della famiglia ed entrare nell'idea
di una scelta dolorosa che si porterà dentro per tutta la vita ( si
accollerà tutto il dolore per dare serenità al proprio piccolo amico) deve
rendersi conto che continuare sarebbe solo un accanimento terapeutico.
Una volta presa la decisione il proprietario dovrà scegliere se assistere o
meno alla soppressione, dove volerla effettuare, se dopo vorrà vedere l'
animale e infine dove vorrà seppellirlo.
L'ambiente dovrà essere in ogni caso tranquillo, i telefoni cellulari
staccati e non dovranno essere presenti persone estranee.
La prima operazione che eseguo è la sedazione dell'animale, ritengo
importantissimo questo momento, sia per fare in modo che l'animale non si
muova o mi guardi negli occhi, sia per lasciare soli i proprietari quei 5
minuti affinché il loro caro si addormenti ( in questo caso esco proprio
dall'ambulatorio, o vado in un'altra stanza).
Il prodotto che uso per l'eutanasia deve avere determinate caratteristiche:

- indolore e non produrre eccitazione dell'animale
- deve indurre una rapida sospensione di tutte le funzioni vitali
- somministrabile per via endovenosa, intracardiaca, intrapolmonare.

Inoltre se è presente il proprietario è importante :

- l'assenza di convulsioni o spasmi muscolari
- l'assenza di atti respiratori agonici o di vomito

Il Farmaco in pratica agisce con un meccanismo multi-step, inducendo in modo
sequenziale:

- incoscienza
- depressione respiratoria
- blocco cardiaco

In pratica prima blocca i pensieri, poi il respiro ed infine il cuore, l'
animale passa dal sonno alla morte.
Dopo l'eutanasia copro l'animale con una coperta e mi fermo un po se i
proprietari vogliono parlare, oppure mi unisco al silenzio o li congedo
dicendo che ci si vedrà più avanti, quando lo vorranno.
Sicuramente la scelta eutanasica è un dramma per tutte le persone che ne
vengono coinvolte, un momento di silenzi, di sguardi che non s'incrociano,
di domande senza risposta, credo che nessuno sia pronto al fatto che il
proprio amico per la vita ci lascerà in quel momento, ci si sente impotenti,
disarmati.
Ho deciso di fare questa post sapendo bene di toccare un argomento molto
delicato e di risvegliare o ravvivare in molti un dolore forse solo assopito
oppure ancora vivo, ma credo comunque sia importante parlarne e quindi
conoscerlo.
E' mia convizione che tutto il mondo ruoti attorno agli opposti estremismi,
l'odio e l'amore,il bene e il male, la vita e la morte, si dice che per
amare la vita bisogna apprezzare la morte, mi permetto di aggiungere che ci
deve essere dignità nella vita come nella morte.
Fabio