Il
"Risotto alla milanese" compare in quasi tutte le liste dei ristoranti della
Padania ad indicare proprio la provenienza geografica di questo piatto la cui storia
affonda le radici in una curiosa leggenda ambientata nel capoluogo meneghino.
Il Duomo era in costruzione da quasi duecento anni e nei dintorni del cantiere si era
formato in piccolo quartiere di baracche che ospitavano: marmisti, carpentieri, falegnami,
scultori e molti operai venuti da ogni angolo d'Europa. In questa nutrita comunità
multilingue svettava per bravura il maestro vetraio Valerio, incaricato di portare a
termine alcune vetrate con episodi della vita di S.Elena. Nel suo lavoro era aiutato da
alcuni "ragazzi di bottega", fra i quali c'era un apprendista molto bravo nel
mescolare e dosare i colori che riusciva ad ottenere con particolari sfumature grazie ad
un suo piccolo segreto, aggiungendo all'impasto un pizzico di zafferano; proprio per
questa sua peculiarità era chiamato da tutti "Zafferano".
Il suo principale amava schernirlo dicendo che prima o poi avrebbe finito per mettere lo
zafferano anche nel risotto. Dopo tanti anni di canzonature e sberleffi, non mancò
l'occasione per rifarsi, infatti, in occasione del matrimonio della figlia di Valerio era
stato organizzato un grande pranzo con tutti i lavoratori
della fabbrica del Duomo e il giovane che aveva inutilmente chiesto più volte la mano
della ragazza, decise di vendicarsi versando nel pentolone, dove stava cuocendo il risotto
per la festa, un intero sacco di zafferano.
Facile immaginare la sorpresa quando sulla tavola è comparsa una montagna di riso giallo,
al posto di quello tradizionale bianco.
Un operaio particolarmente coraggioso volle però assaggiare quell'inusuale pietanza, e
dopo di lui un altro, e poi un altro ancora. In un batter d'occhio non ne rimase neanche
un chicco.
La vendetta di "Zafferano"
era andate decisamente male ma in compenso era nato il "Risotto alla Milanese".
(Fonte: Milano
Padania)