Cosa e' veramente utile all'uomo? Sentiamo cosa dice uno che e' stato vice-presidente della Apple...
Donald
Norman ha affermato che non siamo nell'era dei computer, ma nell'era
del telefono in cui il networking ha acquisito un potere eccezionale
perche'permette la condivisione di conoscenza ed e' in grado di
entrare nella nostra vita quotidiana e scardinare vecchi modelli del
mondo del lavoro, della scuola e della vita sociale. La tecnologia
oggi ci permette di condividere la conoscenza in una misura che non
ha paragoni con il passato, e per questo e' in grado di definire il
nostro presente.Per
questa ragione Norman, non molto amante dei PC e di Internet come
sono strutturati oggi, intravede invece in due fenomeni attuali, la
strada che ci porta al futuro: "Napster" e "I love
You". Entrambi fenomeni determinati da condivisione e
interazione sociale. Per Norman, infatti,
interazione sociale e condivisione della conoscenza sono la chiave
della tecnologia del futuro. Questa visione e' assolutamente
in linea con il suo design-pensiero: le persone al centro.Norman,
accademico e consulente aziendale, ha l'obiettivo di umanizzare la
tecnologia. In altri termini, egli afferma che essa debba diventare
invisibile,grazie a un design human-centered in cui e' piu'
importante l'utente della tecnologia. Invisibile significa che le
persone devono essere messe nelle condizioni di usare gli strumenti
in maniera estremamente intuitiva. Non dovremmo neanche renderci
conto di avere a che fare con una tecnologia complessa. Se un
computer fosse davvero progettato correttamente non avremmo neanche
bisogno di manuali. ("Things that make us smart - defending
human attributes in the age of the machine")."Alla
Apple [dove Norman ricopri' la carica di vicepresidente] ho sempre
sostenuto che avremmo dovuto riproporre il primo Mac, ma non mi hanno
mai preso sul serio. Era il migliore perche' in pochi minuti eri in
grado di comprendere il suo funzionamento".Tecnologia
semplice da imparare, semplice da usare. Norman parla a questo
proposito di infodomestici: non un computer complesso, ma diversi
dispositivi semplici e interconnessi."Sono
un technology enthusiast infastidito dalla inutile complessita' dei
prodotti esistenti". Affermazione con cui esordisce nella sua
homepage personale,
in cui troviamo anche il suo "motto centrato sugli esseri umani
per il 21° secolo: people propose, science studies, technology
conforms [le persone propongono, la scienza studia, la tecnologia si
adegua]".Ma
cominciamo proprio dal Web, dove Norman vede oggi trasferiti tutti
gli errori della progettazione technology-centered e a cui il nostro
da una bella stoccata con la prima domanda dell'intervista che gli
abbiamo fatto in occasione del convegno alla Triennale di Milano.Qual
e' la sua ricetta per la Web usability?
"Web usability? E'
molto semplice: avere l'utente in mente quando si progetta un sito.
Oggi molti siti invece di fornire strumenti e servizi utili
all'utente aprono le loro pagine con la visione dell'azienda, la foto
del presidente e via cosi' sulla strada del non-sense totale. Un sito
non deve attirare l'attenzione, non e' uno spot.Molti
sembrano ignorare questa ovvieta'. Un banner o uno spot devono essere
attrattivi perche'devono portare visitatori sul sito: hanno bisogno
di grafica accattivante e di tutti quegli elementi che fanno parte
delle tecniche pubblicitarie. Ma nel momento in cui l'utente e'
arrivato non dobbiamo piu' convincerlo che sia sul sito migliore:
deve essere il migliore per rispondere alle esigenze di quel
determinato utente. L'utente si fermera' se trovera' qualcosa di
utile o rispondente ai suoi desideri. I designers tendono a pensare
piu' all'estetica che al bisogno effettivo".L'introduzione
di numerosi dispositivi mobili per collegarsi a Internet (wireless
net devices) richiede la formulazione di nuove interfacce e modelli
di interazione per veicolare i contenuti sui nuovi strumenti.
"La
vera sfida del design oggi e' proprio questa. Abbiamo dispositivi
piccoli e vogliamo scrivere e leggere su di essi. Il settore del
design deve trovare risposte adeguate per questa nuova strada che si
affermera' certamente".Molti
parlano di personalizzazione e lei ritiene negativo il fatto che il
PC sia in realta' poco "personale". Qual e' l'importanza
della personalizzazione?
"Personalizzazione puo' voler dire
molte cose, oggi quando parliamo di personalizzazione delle
applicazioni informatiche normalmente intendiamo che sono colorate!
Le possibilita' di scelta tra i comandi sono spesso poche e questo
non e' molto "personal".Credo
che potremmo rendere piu' personalizzati gli strumenti informatici,
proprio come gli odierni attrezzi da disegno. Se sei un'artista puoi
costruirti il tuo proprio e personale set di matite, colori,
pennelli, ecc., che sono sostanzialmente uguali a quelli che potrebbe
avere chiunque altro, ma cio' che e' personale e personalizzato e' la
tua scelta. Tu scegli questo tipo di penna, questo tipo di matita,
questo tipo di colore, ecc. La personalizzazione dovrebbe davvero
produrre qualcosa che sia veramente per te, che sia adeguato al tuo
stile di vita e a cio' che vuoi fare. Questo non e' cio' che abbiamo
nella personalizzazione dei computer odierni".Cosa
pensa degli agenti intelligenti e della antropomorfizzazione delle
interfacce?
"Non amo i sistemi intelligenti. Spesso non so io
stesso cosa voglio fare, come potrebbe saperlo un sistema? I sistemi
intelligenti normalmente falliscono perche'non indovinano mai. No, io
voglio un buon strumento, uno strumento che sia in grado di aiutarmi
a completare i miei pensieri.Si
e' parlato molto di interfacce antropomorfe; molti studi, molti
prototipi... ma io credo che uno strumento sia uno strumento e debba
comportarsi come uno strumento, senza pretendere di sembrare una
persona. Qualunque cosa cerchi di essere una persona sara' certamente
una persona molto limitata".Nell'ultimo
capitolo del suo libro, "Il computer invisibile", parla di
futuribili dispositivi elettronici inseriti nel nostro corpo. La
tecnologia scompare davvero: da computer indossabili a computer
innestati all'interno di noi stessi. E' solo fantascienza,
applicazione medica o si tratta della nostra prossima
quotidianita'?
"Credo che sia naturale. Dal momento che una
tecnologia diventa sempre piu' utile e preziosa e' ovvio che
desideriamo portarla con noi tutto il tempo. Questo orologio e'
tecnologia, porto sempre con me gli occhiali da vista, tu hai dei
buchi nelle orecchie e porti degli orecchini, il mio dentista mi ha
inserito delle cose in bocca, ecc. Non trovo strano portare altri e
inediti dispostivi elettronici addosso. Credo che mettere tutte
queste cose dentro il nostro corpo in luogo di indossarle sia solo
una questione di comodita': diventano piu' semplici da portare con
noi".
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