LA TEORIA DELLA
ESCLUSIONE RELATIVA PSICHICA
la teoria è la seguente:
Ogni persona ha due menti, l'oggettiva e la
soggettiva. La oggettiva è quella che controlla i sensi:
l'udito, la vista, il gusto, il tatto, l'odorato. La mente soggettiva è quella
che controlla la memoria.
La
mente oggettiva è atta al ragionamento induttivo e a quello deduttivo. La
mente soggettiva è idonea solo al ragionamento deduttivo e non può ragionare
induttivamente.
A. Il ragionamento induttivo è quel
processo per cui, dati diversi particolari,
si arriva a una generalizzazione. Per esempio, un medico che osserva un
bimbo che presenta i seguenti sintomi: naso
gocciolante, starnuti, tosse, occhi lacrimosi, temperatura di circa 38
gradi e mezzo, macchie bianco-bluastre sulle gengive e un eczema sul viso e sul
corpo, conclude da questi particolari che quel
paziente è alletto da morbillo. La
diagnosi è una generalizzazione a cui si arriva per mezzo di un
ragionamento induttivo.
B. Il ragionamento
deduttivo è quel processo per cui data una
generalizzazione se ne possono arguire i particolari. per illustrarlo devo presupporre che
la madre del bimbo dell'esempio appena
citato riferisca al maestro: « John è ammalato
di morbillo. Il maestro può dedurne i particolari:
che il suo alunno ha sintomi che includono un naso gocciolante, starnuti,
tosse, occhi lacrimosi, un aumento di temperatura, macchie sulle gengive e un eczema
sul viso e sul corpo.
I suddetti esempi devono, logicamente,
essere considerati alla luce dell'impossibilità di caratterizzare ogni cosa
come un « particolare » o una « generalizzazione ». I
particolari in A portano a una generalizzazione in B:
« John è ammalato di morbillo ». La generalizzazione in B
può, tuttavia, essere un particolare in
altre circostanze. Per
esempio, dati i particolari: John è ammalato di morbillo, un terzo della
sua classe nella scuola del quartiere ha il morbillo, la metà dei bambini del
suo caseggiato è a letto col morbillo, si arriva alla generalizzazione che vi è una epidemia
di morbillo nel quartiere. Così, ciò che era una generalizzazione in B: « John è ammalato di morbillo », è
ora divenuto un semplice particolare nelle circostanze descritte
nel periodo precedente.
II processo è interminabile perché ogni
generalizzazione può essere utilizzata come un particolare in altre
circostanze; tuttavia, questa variabilità
caratteristica di ogni possibile esempio di un
particolare o di una generalizzazione non deve farci dimenticare la
distinzione tra processi logici per cui in un dato insieme di circostanze, si
può arrivare ai particolari da un lato e
alle generalizzazioni dall'altro.
Alle generalizzazioni si arriva
sempre attraverso un processo induttivo e ai particolari attraverso
quello deduttivo. La mente oggettiva è idonea ad ambedue; quella soggettiva
solo all'ultimo.
La mente oggettiva
può fare sia A che B; la mente soggettiva solo B e non A. La mente soggettiva ragiona perfettamente solo quando si tratta di un processo
deduttivo, e per nulla quando viene richiesto un processo induttivo.
Come conseguenza di questa limitazione, la mente soggettiva
accetta come vera ogni generalizzazione ad essa sottoposta
poiché, incapace di un processo induttivo, non ha alcun mezzo per confutare
tale generalizzazione. Il solo modo per combattere una generalizzazione è
quello di arrivare ad una opposta sulla base di
particolari rilevanti; ma ciò comporta un processo induttivo, cosa di cui la
mente soggettiva è incapace.
Queste
due menti sono sempre presenti in ogni individuo in un relativo stato di equilibrio alternato. Nessuna delle due è mai cancellata
completamente; quando una viene alla ribalta, l'altra recede e proprio come i
due lati di una altalena,
esse si integrano a vicenda.
Il contenuto e la validità della teoria restano inalterati anche di fronte al concetto di « una
mente » poiché in tal caso diventa
necessario vedere il soggettivo e l'oggettivo come fasi distinte di
questa unica mente. La teoria dovrebbe quindi essere espressa in termini di una mente avente due distinti fattori: quello soggettivo
e quello oggettivo. Ciò non intaccherebbe in alcun modo la
sostanza base e l'applicazione della teoria. Non farebbe che comportare una sostituzione dei termini dati.
Poiché il soggettivo e l’oggettivo sono
distinti uno dall' altro e ognuno possiede poteri
differenti e si manifesta nell’unico modo ad esso proprio, penso che possa
essere utile, per una chiarezza di pensiero, considerarli come due menti
separate in modo da poterle distinguere con maggior facilità. Io ho perciò preferito parlare di una « mente soggettiva
» e di una « mente oggettiva », come se esse fossero entità separate.
Utilizzando le parole oggettivo, soggettivo, induttivo e deduttivo
come termini base con i significati già descritti, possiamo riassumere la
teoria nelle seguenti tre fasi:
Ogni persona ha due menti,
l'oggettiva e la soggettiva.
La mente oggettiva è capace
del ragionamento induttivo e di
quello deduttivo, mentre la soggettiva è idonea solo
al ragionamento deduttivo.
Queste due menti sono sempre
presenti in ogni individuo in un relativo stato di equilibrio
alternato.
Questa è l'intera teoria. La
sostengo perché è la più semplice e,la più
comprensibile spiegazione di ogni fenomeno psicologico manifestato dagli
individui da svegli, mentre dormono e allorché sono ipnotizzati.
Poiché il prevalere di una di queste due menti esclude i processi dell'altra fino a un grado contemporaneamente relativo, chiamo questa la « Teoria della Esclusione Psichica Relativa ». Una volta capita la teoria, essa può prontamente essere applicata per alleviare e curare numerosi disordini funzionali e disturbi nevrotici che non hanno ceduto ad altre forme di cure.