Esercizio n. 1
Adesso vi chiederò di mettervi insieme per
gruppi di tre. Chiedo a una di queste tre persone, che
chiameremo A, di pensare a qualcosa che risponda ai seguenti requisiti: una
situazione nella quale egli o ella sia profondamente coinvolta, e nella quale
l'attenzione sia concentrata su pochi elementi. Per alcuni sarà giocare a
tennis, per altri leggere un libro. Ma può anche essere
guardare la televisione, andare al cinema, guidare per un lungo viaggio:
insomma, qualunque cosa risponda alla descrizione precedente.
Immaginiamo che tu sia A. Desidero che tu
dica agli altri due del gruppo, a B e C, qual è questa esperienza.
Di' soltanto il nome della esperienza, per esempio
'giocare a tennis', o 'andare in barca a vela': solo una o due parole. Se date troppi particolari,
diventa troppo facile per loro. Dite solo una parola,
poi appoggiatevi allo schienale della sedia e chiudete gli occhi, e fate finta
di essere sotto ipnosi, tanto è tutto
per finta. Poi desidero che le altre due persone descrivano ciò che secondo
loro ci deve essere, in termini di sensazioni, quando si sta vivendo
quella data esperienza. Le parole magiche sono "ci deve essere",
perché se qualcuno sta giocando a tennis e voi gli
andate a dire: "II sole riscalda la tua pelle", questa non è una cosa
che ci deve necessariamente essere. Può darsi che uno
giochi a tennis alla luce dei riflettori, o in un giorno che il ciclo è coperto.
Invece, ci deve per forza essere un certo calore sulla pelle. Dunque voi dovrete essere abilmente vaghi. Voglio che
B e C si alternino facendo due asserzioni a testa. Uno
per esempio potrebbe dire: "Senti la temperatura dell'aria sulla tua
pelle, e la pressione del tuo piede sul terreno". L'altro per esempio può
dire: "Avverti il battito del
cuore. Senti il calore della tua pelle". Tutte queste
sono sensazioni che ci devono essere sicuramente.
Non voglio darvi altre
indicazioni se non queste, tanto per incominciare. Prendete a turno il ruolo A, B e C, e
osservate la persona che ha gli occhi chiusi, e notate in che modo reagisce
alle cose che dite. Quando invece siete seduti con gli occhi chiusi, desidero
che prestiate attenzione a quali sono le cose che vi fanno vivere di più
l'esperienza, e a quali la rendono più difficile. Non aggiungo altro, lascio
che sia
la
vostra stessa esperienza
a farvi da
maestro. Cominciamo pure. Lavorate un cinque minuti circa a testa.
Non ho voluto parlare molto, adesso che
siamo agli inizi, perché ogni volta che inizio un corso d'ipnosi mi è difficile
trattenermi dal cominciare a fare dimostrazioni più estese. Vi avevo chiesto di notare che genere di cose vi davano
l'impressione di tornare allo stato di coscienza di quando avete vissuto nella
realtà quella data esperienza, e quali invece vi sembra che rendessero la cosa
più difficile. Quali cose avete avuto l'impressione
che vi urtassero, e quali invece vi è sembrato che vi aiutassero a essere più
rilassati? Quali cose sembravano incoerenti rispetto al resto, e quali vi
aiutavano a dimenticare un poco dove stavate?
Donna: Tutto quello che aveva a che fare
col mio corpo mi faceva andare più giù, e tutto
quello che aveva a che fare con la mia mente, per esempio, cosa pensavo, o
quali erano le mie reazioni, mi portava un poco fuori.
Vorrei sapere esattamente che cosa ha fatto l'altra
persona. Fammi qualche esempio.
Donna: D'accordo.
Io stavo suonando il piano. Quando l'altra persona ha detto: "Senti il
contatto delle dita con la tastiera", questo mi ha fatto andare più giù.
Quando ha detto qualcosa del tipo: "Pensi di essere
la musica", questo mi faceva uscire.
Uomo: Per me era più facile quando il
ritmo della sua voce si accordava con la mia respirazione.
Che
genere di cose lo rendeva più difficile?
Uomo: Uhm, quando
qualcosa di quello che diceva era incongruo rispetto a quello che io avevo
pensato. Io mi vedevo
in una pista per pattinaggio sul ghiaccio coperta, e
l'altro ha detto: "Guarda in su e vedi quanto è bello il ciclo".
Donna: La mia compagna
mi ha detto: "Tu puoi udire e percepire il tuo respiro". Questo stonava proprio, perché non
potevo fare queste due cose contemporaneamente. Infatti ho pensato: "No,
un attimo. Questo è impossibile".
Benissimo.
E quali cose invece facilitavano?
Donna: Quando si
limitava a dire una cosa alla volta, come per esempio: "Puoi udire il tuo
respiro".
Uomo: Io stavo nuotando
sott'acqua, quando mi hanno detto: "Senti il tonfo della tua mano quando
colpisce l'acqua".
Io ho pensato: "No, sono sott'acqua, non è possibile".
Donna: Noi stavamo parlando della musica,
e a un certo punto lui ha detto qualcosa circa
l'essere in sintonia col mondo, e questo mi ha proprio portata più in giù.
Cosa ostacolava, invece?
Donna: Non ha fatto niente che ostacolasse.
Benissimo,
allora può anche tornarsene a casa.
Donna: Vorrei dire
una cosa. Se una persona aveva rallentato il ritmo di voce, e l'altra poi lo riaccelerava,
questo mi riportava indietro.
Diciamo che uno dei due abbia
detto (lentamente) "E ti sentirai ... molto ... rilassata", e l'altra
abbia detto (rapidamente): "Sempre più, sempre più, sempre più
rilassata".
Uomo: Ho notato che
il mio compagno usava esclusivamente termini che si riferivano a sensazioni tattili. All'inizio ciò ha
reso le cose molto facili, ma dopo un po' mi sono
detto: "Voglio vedere qualche cosa". Non vedevo niente.
Dunque in questo caso si avvertiva la mancanza
di qualche cosa. Dopo un po' le istruzioni avevano quella che è chiamata
ridondanza.
Uomo: C'è una cosa che mi ha proprio
distratto e mi ha impedito di riyiverej'esperienza,
ed è stata la frase: "E tutte le
altre sensazioni svaniscono". Quando ha detto questo, bang!, improvvisamente sono tornato indietro.
Era necessario capire
quali erano queste altre esperienze, prima che fosse possibile che svanissero. Cosa rendeva
più facile?
Uomo: Le cose che si
riferivano a sensazioni: sentire la chitarra, sentire le dita che si muovevano,
guardare lo spartito.
Donna: Per me, era molto
più difficile se mancava qualcosa di molto ovvio. Io stavo dipingendo un
quadro, e i miei compagni non hanno mai parlato della sensazione del pennello in mano.
In che modo ciò ha reso più difficile la
cosa, per te? Come ti è venuto in mente che non ne stavano
parlando?
Donna: Continuavo a sentire che c'era qualcosa che
mancava, qualcosa che andava riempito.
Loro parlavano di mischiare il colore e di guardare il quadro e di
vedere come procedeva bene. E questo non è esattamente quello che stavi
facendo? Beh, dovevo passare dal mischiare i colori all'avere un pennello tra le dita, e all'atto
di dipingere, prima di potermi allontanare a guardare il quadro.
Giusto. Dunque, quella
per te non era una transizione naturale. Era un po' come
dire: "Sei in piedi sulla spiaggia, e senti il calore del sole sul tuo
corpo, e riguardi la spiaggia e ti rendi conto che sei andato molto al
largo".
Dunque,
quello che spero arriverete a capire nei prossimi tre
giorni,
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è che molte delle risposte alla domanda: "Che cosa
conduce una persona in uno stato alterato di coscienza?" sono state
enunciate appena adesso. Le difficoltà che molta gente trova
ad entrare in ipnosi non è dovuta a cause genetiche. Non si tratta del fatto che certuni non possono farlo, e
basta. In realtà, tutti lo fanno, continuamente. La difficoltà viene dal fatto
che nessuno se ne accorge veramente. L'ipnosi è un processo del tutto naturale, e 'ipnosi' non è altro
che una parola con la quale indichiamo gli strumenti che impieghiamo per
condurre in modo sistematico una persona verso uno stato alterato di coscienza.
Le persone entrano continuamente in questi stati alterati. Forse a ora di pranzo prenderete l'ascensore e salirete su in cima
a questo albergo insieme a gente che non conoscete; ebbene, guardate cosa gli
succede. La gente in ascensore non si comporta normalmente. Di solito 'entra in
aspettativa' e guarda passare i piani. Di fatto, se le porte si aprono
prima che siano pronti a uscire, molto spesso si
svegliano e escono. Quante volte non siete usciti da
un ascensore al piano sbagliato? Questa è un'esperienza capitata a tutti.
Trovare cose che sono parte dell'esperienza universale, dell'esperienza di
tutti è la chiave segreta per indurre l'ipnosi, e anche per servirvene per
qualsiasi cosa vogliate realizzare.
Un'altra cosa importante è che bisogna
creare una sequenza naturale. Se qualcuno vi dice: "Sai, stavo guidando,
stavo andando in Texas, e guardavo fuori dal
finestrino e vedevo passare le altre macchine, era una bellissima giornata di
sole, e mi sono detto: "Come piove!", l'ultima affermazione stonerà
col resto, impedirà di ascoltare. Di solito è a quel momento che la gente
comincia a fare domande o comincia a discutere o a non
essere d'accordo su qualcosa. Le transizioni naturali conducono la persona in
uno, stato alterato senza mai urtarla.
Ti. vero che ci sono anche dei modi di indurre uno stato
alterato proprio urtando la persona. Entrambi i modi di utilizzare la comunicazione
possono indurre degli stati alterati. Spesso come
procedimento d'induzione si utilizza quella che viene chiamata la tecnica di
confusione. Qtlando utilizzate la tecnica di
confusione, non effettuate transizioni appropriate. Invece inducete
nella persona uno stato di blanda confusione e poi, a partire da quel
punto, cominciate a creare delle transizioni
appropriate. Ma di questo parleremo più avanti.
Se fate attenzione a quali erano le cose che urtavano, vi accorgerete che spesso erano
cose che non avevano attinenza con l'esperienza sensoriale, oppure cose che
non si ritrovavano sempre in una data esperienza. Se state suonando il piano,
ci sarà sicuramente contatto tra la tastiera
e le vostre dita, ma non necessariamente sentirete che 'voi siete la musica'. Per esempio, se state suonando "II piccolo
montanaro" vi sentirete un
piccolo montanaro? Non necessariamente, no?