Appendice 2
Forme di linguaggio ipnotico: il modello
ericksoniano
Nel suo lavoro con l'ipnosi, Milton
Erickson impiegava il linguaggio in modo molto sistematico, e spesso
inusitato. Le forme linguistiche da lui usate sono state descritte per la
prima volta da Richard Bandler e John Grinder nel loro volume: Patterns of
thè Hypnotic Techniques of Milton H. Erickson, M. D. (Voi. I).
L'utilizzazione del 'modello ericksoniano'
è un requisito preliminare per una comunicazione ipnotica efficace, e quelle
forme linguistiche sono state usate in tutti gli esempi di induzione riportati
in questo volume. Molti lettori, già leggendo i molti esempi di induzione incontrati,
avranno inconsciamente cominciato a imparare le forme linguistiche proprie
dell'ipnosi. In questa Appendice, esaminiamo in modo più esplicito tali forme,
affinchè possiate esercitarvi su una di esse alla
volta, e così incorporarle sistematicamente nel vostro comportamento.
1. FORME
CHE SONO L'INVERSO
DEL METAMODELLO
II modello ericksoniano è stato spesso
definito l'inverso del meta-modello. Il metamodello è descritto in dettaglio in
La struttura della magia, di Bandler e Grinder, e un suo eccellente
riassunto di dodici pagine si trova nell'appendice a: They Lived Happily
Ever After, di Leslie Cameron-Bandler. Il metamodello è un insieme di forme
linguistiche utilizzabili per specificare meglio l'esperienza. Al contrario,
il modello ericksoniano permette a chi lo usa di essere 'abilmente vago'.
Essere abilmente vago permette a chi comunica di fare asserzioni che sembrano
specifiche e che invece sono abbastanza generiche da costi tuire un adeguato
ricalco dell'esperienza di chi ascolta, qualunque essa sia. Il metamodello permette
di riportare alla luce quegli specifici dati
di informazione che in un'asserzione siano cancellati; il modello erick
soniano, invece, da modo di costruire asserzioni nelle quali quasi tulli
i dati specifici di informazione sono
cancellati. Ciò obbliga Pascoli.non-a
supplire unicamente con la sua esperienza interna a tutti gli elemeim cancellati. Per comodità, il modello
ericksoniano può essere suddiviso in
tre parti: A. Raccolta di informazioni, B. Malformazione semantici. e C. Limitazioni del modello.
A. Raccolta di informazioni
Nel modello
ericksoniano, questa parte è chiamata Cancellazione dell'informazione, e, per gli scopi che si propone l'ipnosi,
è la più utile delle tre parti. Essa
si divide nelle seguenti quattro sotto-categorie.
1) Nominalizzazioni. Le nominalizzazioni sono quei termini
che nella frase occupano il posto di un nome, ma non sono tangibili: non li si può toccare, sentire, udire. Il
criterio di identificazione di una nomi nalizzazione è: "Puoi metterlo in una carriola?".
Se il termine è un nome e non lo si può mettere in una carriola, è una
nominalizzazione. Termini quali 'curiosità', 'ipnosi', 'conoscenze', 'amore',
ecc., sono nominalizzazioni. Sono utilizzati come nomi, ma in realtà sono termini che indicano un processo. Ogni volta
che si utilizza una nominalizzazione, viene cancellata una grande quantità di
informazione. Se dico: "Emilia possiede molte conoscenze", ho
cancellato che cosa sa esattamente e
come lo sa.
Le nominalizzazioni sono
molto efficaci nelle induzioni ipnotiche, perché
permettono a chi parla di essere vago e
obbligano chi ascolta ad andare alla ricerca del significato più appropriato
all'interno della propria
esperienza. Le induzioni
di Milton Erickson sono
piene di nominalizzazioni.
Nell'esempio che segue, le nominalizzazioni sono in corsivo:
"So che nella sua vita Lei prova certe difficoltà che vorrebbe
poter portare a soddisfacente risoluzione ... e non so con esattezza
quali tra le sue personali risorse Lei
trovi più utile per risolvere questa difficoltà, ma quello che so è che
la sua mente inconscia sa meglio di Lei ricercare nella sua esperienza
quella precisa risorsa ...".
In questa frase non viene specificato
nulla, ma quando ci si rivolge a un cliente che è venuto per risolvere un
problema, sarà lui a sup plire i significati personali specifici delle
nominalizzazioni utilizzati-Usando
le nominalizzazioni, l'ipnotista può fornire utili istruzioni sen/.i correre il rischio di dire qualcosa
che non sia in armonia con l'espr rienza
interna di chi ascolta.
2) Verbi non specificati. Nessun
verbo è mai completamente spet i ficaio, ma può esserlo in misura maggiore o
minore. Quando un \\<\\«
lista utilizza verbi relativamente non specificati, chi
ascolta, per poter capire la frase, deve anche qui supplire il significato.
Termini quali fare, aggiustare, risolvere, muovere, cambiare, chiedersi,
pensare, avvertire, sapere, provare, capire, ricordarsi, rendersi conto di, ecc.,
sono relativamente non specificati.
Se dico: "Voglio che tu impari",
sto utilizzando un verbo molto poco specificato, perché non sto spiegando
come voglio che tu impari, o che cosa specificamente voglio che tu impari e su
che cosa.
3) Indice referenziale non specificato.
Vuoi dire che il nome di cui si parla non è specificato.
"La
gente si può
rilassare".
"Ciò
può essere facilmente
imparato".
"Può
avvertire una certa sensazione".
Asserzioni del genere danno a chi ascolta
la possibilità di applicarle agevolmente a se stesso per poterle capire.
4) Cancellazione. In questa
categoria troviamo le asserzioni nelle quali una subordinata manca
completamente.
Per
esempio: "So che Lei è
curioso".
L'oggetto della frase manca completamente.
Chi ascolta non sa di che cosa dovrebbe essere curioso. Anche qui, chi ascolta
riempirà i vuoti con tutto ciò che è rilevante nella propria esperienza.
B. Malformazione semantica
1) Modellamento causale, o collegamento.
Usando parole che implicano una relazione di causa-effetto tra qualcosa
che sta avvenendo e qualcos'altro che chi comunica vuole avvenga, colui che
ascolta è portato a reagire come se effettivamente l'una cosa 'causasse'
l'altra. Ci sono tre tipi di collegamenti, di potenza variabile.
(a) La forma di
collegamento più debole si realizza mediante congiunzioni che collegano fenomeni
altrimenti non correlati.
"Stai ascoltando il suono della mia voce, e puoi
cominciare a rilassarti".
"Stai inspirando ed espirando e sei curioso di sapere
cosa potresti imparare.
(b) II collegamento del secondo tipo utilizza termini quali via via
che, quando, nel corso di, e mentre per collegare due asserzioni e
stabilire tra di esse una connessione temporale.
"Mentre
sei lì seduto e sorridi,
puoi cominciare a entrare in
trance".
"Mentre oscilli
avanti e indietro,
puoi rilassarti più
completamente".
(e) II terzo tipo di collegamento, il più forte, utilizza parole che
asseriscono un rapporto di causalità. Termini quali fa, causa, obbliga e
richiede, sono degli esempi.
"Il battito
delle tue palpebre
ti farà rilassare in
modo più
completo".
Notate che in tutti e tre i tipi di collegamento,
chi comunica parte da qualcosa che già sta avvenendo e lo collega a
qualcos'altro che lui vuole fare avvenire. Chi comunica avrà il massimo di
efficacia se parte dalla forma di collegamento più debole e gradualmente arriva
a una
più forte.
Queste forme di collegamento implicano o
affermano che ciò che sta avvenendo farà avvenire qualche altra cosa, e operano
in chi ascolta una graduale transizione tra ciò che sta avvenendo e qualche
altra esperienza. Nei capitoli primo e secondo di questo volume si trovano
definizioni più dettagliate dell'uso del modellamento causale.
2) Lettura del pensiero. Agire come
se si conoscesse qual è l'esperienza interna di un'altra persona può essere
uno strumento efficace per aumentare la credibilità dell'ipnotista, purché la
lettura del pensiero faccia uso di modelli linguistici generici. Se la lettura
del pensiero è troppo specifica, chi comunica corre il rischio di dire qualcosa
che non si accorda con l'esperienza di chi ascolta e così di perdere rapport.
"Si
starà chiedendo cosa dirò adesso".
"Prova
curiosità per l'ipnosi".
3) La performativa perduta. Le
frasi di valutazione in cui manca (è perduta) l'indicazione della persona che
da la valutazione sono chiamate 'performative perdute'. L'uso di asserzioni
nelle quali ci sono delle performative perdute può essere efficace per far
passare certe presupposizioni, come negli esempi che seguono.
"È un
bene che Lei possa rilassarsi così facilmente".
"Non
è importante che Lei sprofondi nella sedia".
C. Limitazioni nel modello
Nel modello ericksoniano questa parte del
metamodello è la meno significativa. Si suddivide in due categorie, che possono
essere utiliz-
zate per
limitare il modello di chi ascolta in modo tale da produrre la trance o altri
effetti.
1) Quantificatori universali. Termini
quali tutti, ciascuno, sempre, mai, nessuno, ecc., sono quantificatori
universali. Questi termini di solito indicano una supergeneralizzazione.
"E
adesso può andare con tutta tranquillità in trance".
"Ciascun suo pensiero può aiutarla ad andare più in
profondità in trance".
2) Operatori
modali. Gli operatori modali
sono termini quali dovrebbe, deve,
non può, non potrà, che indicano mancanza di alternative. "Ha notato
che non può aprire gli occhi?".
2. ALTRE
FORME DEL
MODELLO ERICKSONIANO
Nel modello ericksoniano, oltre alle forme
che sono l'inverso del metamodello, troviamo un certo numero di altre forme
linguistiche importanti. La più importante di esse è l'utilizzazione delle
presupposizioni.
A. Presupposizioni
II modo di individuare ciò che è
presupposto e indiscutibile in una asserzione è: mettere l'asserzione in forma
negativa e vedere cosa rimane ancora vero. La presupposizione più semplice è
l'esistenza. Nella asserzione: "Jack ha mangiato il cibo", si
presuppone l'esistenza di Jack e del cibo. Se si mette la frase al negativo e
si dice: "No, Jack non ha mangiato il cibo" il fatto che Jack e il cibo esistono non è
messo in questione neanche questa volta.
Le presupposizioni sono il modello
linguistico più potente, quando sono utilizzate da una persona che riesce a
presupporre le cose che non vuole siano messe in discussione. Un principio
generale è quello di fornire alla persona molte alternative che però
presuppongano tutte la reazione che si vuole ottenere.
Di seguito riportiamo alcuni esempi di
presupposizioni specifiche particolarmente utili nel lavoro ipnotico.
Nell'appendice a Patterns I è riportato un elenco completo di tali
presupposizioni.
1) Proposizioni subordinate rette da
clausole temporali. Tali subordinate sono rette da termini quali prima,
dopo, durante, mentre, da quando, ecc.
''Vuole sedersi,
mentre entra in trance?". Ciò dirige l'attenzione di
chi ascolta alla questione di sedersi o no, e presuppone che comunque andrà in
trance.
"Prima della realizzazione di questo progetto,
vorrei discutere qualcosa con Lei". Ciò presuppone che la persona
realizzi il progetto.
2) Numeri
ordinali. Parole quali
un altro, primo,
secondo, terzo,
ecc.,
indicano un ordine.
"Si starà chiedendo quale lato del
corpo comincerà a rilassarsi per primo". Ciò presuppone che
entrambe le parti del corpo si rilasseranno; l'unica
questione è vedere quale lo farà per prima.
3) Uso della particella 'oppure'. La
parola 'oppure' può essere utilizzata
per presupporre che si realizzerà almeno una tra
più alternative.
"Non so se a
sollevarsi con movimento inconscio sarà la mano destra oppure la sinistra". Ciò presuppone che
una delle due mani si solleverà; l'unica
questione è sapere quale delle due.
"Preferiresti lavarti i denti prima oppure dopo aver fatto il bagno?". Ciò presuppone che
farete il bagno e vi laverete i denti;
qui la questione è sapere in quale ordine.
4) Predicati di
consapevolezza. Parole quali sa, consapevole, rendersi conto,
notare, ecc., possono
essere utilizzate per presupporre il
resto della frase. L'unica domanda che rimane è sapere se chi ascolta si
rende conto della cosa che state dicendo.
"S/ rendf mntr>
rhe la
«uà mente inconscia
ha <^ià
cominciato ,1
impai'iiiv ...?".
"òapeva
di essere già slaiu m
li ance multe vullc nel ojisu della sua
vita?".
"Ha
notato che bell'effetto fa
questo quadro nel
suo salotto?".
5) Avverbi e aggettivi. Tali parole
possono essere usate per presupporre, in una frase, una clausola fondamentale.
"È un po' curioso di sapere
come si evolve il suo stato di trance?".
Ciò presuppone che ci sia uno stato di trance, la sola domanda è se
siete
curioso o no.
"È profondamente in
trance?". Ciò presuppone che siete in trance,
la sola questione è sapere se siete in una trance profonda o no.
"Può cominciare
a rilassarsi facilmente'-'". Ciò presuppone che 1.1 persona si può
rilassare; l'unica questione è sapere se lo può hn< con
facilità.
6) Verbi e avverbi che indicano cambiamento
di tempo, (.omini /,//. terminare,
smettere di, continuare,
procedere, già, tuttora, />///. <•<
"Può continuare a rilassarsi". Ciò presuppone che la
persona si sta già rilassando.
"È tuttora interessato all'ipnosi?". Ciò presuppone che la
persona nel passato era interessata all'ipnosi.
7) Aggettivi e avverbi di commento.
Fortunatamente, in modo innocente, I dice
meni e, necessariamente, ecc.
"Fortunatamente,
per aiutarla in ciò
che vuole, non ho bisogno di conoscerne i dettagli". Ciò presuppone
tutto ciò che segue la prima parola.
Accumulando vari tipi di presupposizione nella stessa frase esse diventano
particolat-mente potenti. Più cose sono presupposte, più a chi ascolta riesce
difficile districare la frase e mettere in discussione ciascuna presupposizione. Alcune delle frasi riportate prima
contengono presupposizioni di molti tipi
diversi, e sono le più potenti. La frase seguente
è un esempio di utilizzazione di molte presupposizioni accumulate l'un'a sull'altra.
"E non so tra quanto Lei si renderà
conto di quante cose inconsciamente ha già imparato, perché non è importante
che lo sappia prima di aver continuato con comodità il processo di rilassamento
e di aver permesso all'altro sé di imparare qualche altra cosa che sia per Lei
utile e piacevole".
B. ì:r>rnic di
estrazione indirette
Questo secondo gruppo di forme del modello
ericksoniano è parti-colarmente utile al fine
di ottenere indirettamente delle reazioni specifiche,
senza sollecitarle esplicitamente.
1) Ordini inseriti nella frase. Invece
di proporre direttamente le proprie istruzioni, l'ipnotista può inserire le
sue direttive all'interno della struttura di una frase più ampia.
"Può
cominciare a rilassarsi".
"Non
so tra quando si sentirà
meglio".
Quando inserite una direttiva all'interno
eli una
frase più ampia, la cosa
avviene senza scosse e in modo più
piano, e chi ascolta non si renderà conto coscientemente di aver ricevuto una direttiva. I messaggi sopra riportati hanno probabilmente un impatto molto migliore rispetto a
una direttiva semplice: "Si rilassi". "Si senta meglio".
2) Sottolineatura
per analogia. Gli ordini inseriti
all'interno di una frase risultano
particolarmente efficaci quando
sono accompagnati da
una sottolineatura per analogia.
Sottolineare per analogia significa distaccare la direttiva che si propone dal resto della frase per
mezzo di un qualche comportamento non verbale analogo per tutti i termini sottolineati. Ciò può
essere ottenuto aumentando il volume della voce nel momento in cui si propone
la direttiva, oppure facendo una pausa prima e subito dopo di essa, oppure
cambiando il tono di voce, facendo un gesto con una mano, oppure ancora
inarcando le sopracciglia. Qual-siasi comportamento percettibile all'altra
persona può essere utilizzato per indicare che una data direttiva merita
particolare attenzione. Non c'è bisogno che l'altro noti a livello conscio la
vostra sottolineatura; anzi, la reazione sarà più completa quando la
sottolineatura è sì, percepita, ma non riconosciuta a livello conscio.
3) Domande inserite nella frase. Le
domande, come gli ordini, possono essere inserite all'interno della struttura di una frase più ampia.
"Sono
curioso di sapere che beneficio le piacerebbe trarre dall'ipnosi".
"Mi
sto chiedendo cosa preferiresti bere".
Tipicamente, la persona risponderà alla
domanda inserita nella frase del primo esempio, "Che beneficio vorresti
trarre dall'ipnosi?", senza rendersi conto che la domanda non è stata posta in modo diretto. Chi ascolta non
rifiuta di rispondere alla domanda
perché essa è inserita all'interno di un'asserzione sulla curiosità di chi
parla. In questo modo, si possono raccogliere informazioni in modo molto piano
e discreto.
4) Ordini in forma negativa. Quando
un ordine è dato in forma negativa, l'istruzione positiva è generalmente la
cosa cui si reagisce. Per esempio, se qualcuno vi dice: "Non pensare
a dei pallini rosa", per capire la frase voi dovete pensare ai pallini
rosa. La negazione non esiste nell'esperienza primaria della vista, dell'udito e della sensazione; la
negazione esiste solo nelle esperienze secondarie: nelle rappresentazioni
simboliche quali il linguaggio e la matematica.
Gli ordini in forma negativa possono
essere usati efficacemente enunciando ciò che si vuole far accadere, e
facendo precedere l'asserzione dalla particella 'non'.
"Non
voglio che ti senta
troppo a tuo agio".
"Non divertirti troppo quando fai pratica con
gli ordini in forma negativa".
Generalmente, per capire la frase, chi
ascolta reagirà provando la sensazione di sentirsi a proprio agio o di
divertirsi facendo pratica con gli ordini in forma negativa.
5) Postulati accettati nella
conversazione. I postulati accettati nella
conversazione sono domande cui è possibile rispondere sì/no, che tipi-
camente provocano una reazione piuttosto che una risposta letterale. Per esempio, se per strada vi
avvicinate a qualcuno e chiedete: "Sa l'ora?",
la persona di solito non dirà:
"Sì", o: "No". Vi dirà che ora è.
Se chiedo a
qualcuno: "Sai che danno in televisione stasera?", è probabile
che vi dica il programma della sera piuttosto
che 'sì' o 'no'.
Per creare questi postulati, dovete dapprima pensare alla reazione che volete
ottenere. Come esempio, diciamo che volete che qualcuno chiuda la porta.
Il secondo passo consiste nell'individuare
almeno una cosa che deve essere vera se la persona chiude la porta. In altre parole, state identificando
che cosa è presupposto dal vostro risultato.
In questo caso, esso presuppone che a) la persona sia in grado di
chiudere la porta e b) che la porta adesso sia aperta.
Il terzo passo consiste nel prendere una
di queste presupposizioni e nel tramutarla in una domanda sì/no. "Sei capace di chiudere la porta?".
"La porta è aperta?". Adesso avete una domanda che tipicamente ottiene una reazione senza richiederla
direttamente.
6) Ambiguità. Si ha ambiguità
quando una frase, un'asserzione o una parola ha più di un significato
possibile. L'ambiguità è uno strumento
importante, essa può generare una leggera confusione e disorientamento che sono utili nell'induzione
di stati alterati. Nella
con versazione normale, le asserzioni non ambigue sono molto apprezzate;
in ipnosi, spesso è vero il contrario. Qualsiasi ambiguità rende possibile a chi ascolta elaborare
internamente il messaggio in più di un
modo. Ciò richiede che la persona partecipi attivamente alla creazione-dei
significato del messaggio, e ciò aumenta la probabilità che questo significato le sia appropriato. Per
di più, è probabile che uno o più di questi significati rimanga a livello
inconscio. I primi quattro modelli
descritti in questa appendice (nominalizzazioni, verbi non spe cificati, indice
referenziale non specificato, e cancellazione) hanno tuli i la
funzione di accrescere l'ambiguità del messaggio.
1) Violazioni della restrizione
selettiva. Indica l'attribuzione
di certe qualità a qualcosa o qualcuno che per definizione non può possederle.
Per esempio, se parlo di una roccia molto triste o di un uomo incinto, sto violando la restrizione selettiva, perché
le rocce non provano sensazioni e gli uomini non rimangono incinti. Chi
ascolta ha bisogno di trovare il modo di dare un significato a un'asserzione
del genere. Se parlo delle esperienze che ha avuto la roccia triste, e dei cambiamenti che ha compiuto, è
probabile che chi ascolta trovi un significato
nella mia asserzione applicando queste parole al proprio caso. "La roccia
non può essere triste, per cui deve trattarsi di me stesso". Questo
processo non avviene a livello conscio, è piuttosto un modo automatico di
capire ciò che viene detto.
2) Citazioni. Quando
si utilizza questo
modello, si enuncia qual-siasi asserzione che si vuole trasmettere a
un'altra persona come se si stesse riportando in citazione ciò che qualcun altro ha detto in un altro tempo e luogo.
Le citazioni possono essere utilizzate per trasmettere
qualsiasi messaggio senza assumersene la
responsabilità. Poiché apparentemente state parlando di ciò che qualcun
altro ha detto in un altro momento, chi ascolta spesso reagirà al messaggio, ma
non identificherà a livello conscio a che cosa sta reagendo, o chi è
responsabile del messaggio stesso.
Potreste per esempio parlare di un cliente di Milton
Erickson che voleva veramente imparare qualcosa sull'ipnosi. Costui ascoltò
Erickson che parlava dell'ipnosi e pensò di aver capito. Poi Erickson si girò
verso di lui e disse in tono enfatico: "Non conosci veramente una cosa
sino a che non ti sei e-sercitato a fondo su ogni suo elemento!".
C. Forme metaforiche
Quest'ultimo insieme
di forme linguistiche è
particolarmente un! quando si usa una comunicazione metaforica, così
come quando •• usano altri generi di ipnosi. Ci sono molte altre forme
utili per i.u contare efficacemente una storia. I due che
seguono, tuttavia, son< generalmente considerati parte del
modello ericksoniano.