sospetti

 

Walter Sickert

Walter Sickert nacque a Monaco di Baviera il 31 maggio 1860; figlio del pittore  Oswald Adalbert Sickert.
Nel 1868 la famiglia Sickert si trasferì a Londra: tutto ciò influì molto su Walter che si considerò sempre un artista cosmopolita.
Nonostante sia il padre che il nonno fossero pittori, inizialmente Sickert preferì dedicarsi al teatro, fino a quando riuscì ad entrare nello studio di James Abbott McNeill Whistler, di cui diventò uno degli allievi più dotati.
Nel 1883 si trasferì per alcuni anni a Parigi e diventò allievo di Edgar Degas e di Camille Pissarro.
Tornato a Londra, nel 1888 aderì al New English Art Club, nel cui ambito si impose come il capogruppo degli impressionisti inglesi.
Sul finire del secolo, per sfuggire all’atmosfera moralistica e provinciale dell’età vittoriana, Sickert lasciò l’Inghilterra per trasferirsi a Dieppe, soggiornando spesso a Parigi e a Venezia.

Nel 1905 tornò nuovamente a Londra e divenne il principale esponente del Camden Town Group:  fu un gruppo artistico inglese di matrice postimpressionista, la cui pittura si caratterizzò per una figurazione narrativa di tipo realista.
In particolare, Sickert spiccò per la sua pittura di nudi e figure in interni domestici spogli e disadorni, adottando una tavolozza dai colori cupi e dalle tonalità scure ed aspre.
Mostre del gruppo, con opere tra gli altri di Augustus John e del futuro vorticista Wyndham Lewis, si tennero a Londra tra il 1911 e il 1912.

Negli anni tra le due guerre, Sickert sviluppò il suo originale realismo narrativo avvalendosi anche di modelli iconografici e fotografici di opere dell'epoca vittoriana per i suoi ritratti di membri dell’alta società inglese, di attori, di attrici e di gente comune.

Da sempre ben in vista negli ambienti accademici, nel 1928 Sickert venne eletto presidente della Società degli Artisti Britannici e nel 1934 diventò membro della Reale Accademia.

Morì a Bath il 22 gennaio 1942.

In anni recenti, il nome di Sickert è stato associato a quello di Jack lo Squartatore.

 

 

 

 

Michael Ostrog

Michael Ostrog, indicato da Macnaghten come
"un folle medico russo, galeotto e indiscutibilmente un maniaco omicida"
 ha una ricca storia criminale alle spalle. Fu arrestato svariate volte per furto e truffa e possedeva un gran numero di false identità, nella maggior parte delle quali si faceva passare per un nobiluomo o per un dottore originario dell'Est Europa. Nonostante ciò, non si ha notizia di casi di violenza che lo coinvolgano, se si esclude un singolo caso: minacciò con una pistola un agente che lo stava arrestando e fu da questi facilmente disarmato e condotto in carcere.
Ostrog fu sospettato principalmente per due motivi: aveva ripetutamente impersonato un medico (gli investigatori cercavano un omicida con un certo grado di preparazione anatomica) ed era stato rilasciato da un manicomio circa sei mesi prima dei delitti "canonici" di Whitechapel.
Recenti studi da parte di Philip Sugden, autore di uno dei testi più autorevoli sul caso, indicano con certezza che Ostrog nell'autunno del 1888, quando i delitti "canonici" vennero perpetrati, era in prigione in Francia.

 

 

 

Aaron Kosminski
  • Aaron Kosminski, ebreo polacco di professione parrucchiere, fu il principale sospettato di Sir Robert Anderson, capo della Divisione di Investigazione Criminale della Polizia Metropolitana di Londra.
    Due i suoi domicili conosciuti, Sion Square e Greenfiel Street, sono posti all'incirca al centro dell'area dei delitti
    . Kosminski era affetto da turbe mentali, probabilmente una forma di schizofrenia, e Macnaghten riporta che provava
    "un profondo odio nei confronti delle donne e forti tendenze omicide"; Macnaghten inoltre imputa la follia di Kosminski a "molti anni trascorsi indulgendo in pratiche solitarie", ovvero alla masturbazione compulsiva che, a quanto pare, fece davvero parte della storia clinica del sospetto. Nel 1891 Kosminski fu ricoverato nel manicomio di Colney Hatch, dove rimase all'incirca per tre anni, anche se Macnaghten riporta erroneamente che vi morì pochi mesi dopo il ricovero, e dove alcuni sintomi della sua follia furono osservati e riportati.
    Kosminski soffriva di allucinazioni uditive, si rifiutava di ricevere cibo dagli altri e di lavarsi. Nei rapporti clinici sopravvissuti fino ad oggi non sono segnalati episodi di particolare violenza; al contrario il paziente per la maggior parte del tempo viene indicato come apatico e passivo. L'ultimo rapporto su Kosminski a Colney Hatch lo descrive come
    "incoerente, ma tranquillo e in buona salute".
    Kosminski trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita nel manicomio di Leavesden, dove fu ricoverato il 19 aprile 1894.