Biografia
Origini
Il ricordo del padre
sulla nascita di Michelangelo
Michelangelo nacque il
6 marzo 1475 a Caprese, in Valtiberina, vicino ad
Arezzo, da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni,
podestà al Castello di Chiusi e di Caprese, e Francesca di Neri del Miniato del
Sera. La famiglia era fiorentina, ma il padre si trovava nella cittadina per
ricoprire la carica politica di podestà[5]. Michelangelo era il secondogenito,
su un totale di cinque figli della coppia.
I Buonarroti di
Firenze facevano parte del patriziato fiorentino. Nessuno in famiglia aveva
fino ad allora intrapreso la carriera artistica, arti "meccaniche"
poco consone al loro status, ricoprendo piuttosto incarichi nei pubblici
uffici: due secoli prima un antenato, Simone di Buonarrota,
era nel Consiglio dei Cento Savi, e aveva ricoperto le maggiori cariche
pubbliche. Possedevano uno scudo d'arme e patronavano
una cappella nella basilica di Santa Croce.
All'epoca della
nascita di Michelangelo la famiglia attraversava però un momento di penuria
economica: il padre era talmente impoverito che stava addirittura per perdere i
suoi privilegi di cittadino fiorentino. La podesteria di Caprese, uno dei meno
significativi possedimenti fiorentini, era un incarico politico di scarsa
importanza, da lui accettato per cercare di assicurare una sopravvivenza decorosa
alla propria famiglia, arrotondando le magre rendite di alcuni poderi nei
dintorni di Firenze[5]. Il declino influenzò pesantemente le scelte famigliari,
nonché il destino del giovane Michelangelo e la sua personalità: la
preoccupazione per il benessere economico, suo e dei suoi familiari, fu una
costante in tutta la sua vita[5].
Infanzia (1475-1487)
Già alla fine di
marzo, terminata la carica semestrale di Ludovico Buonarroti, la famiglia tornò
presso Firenze, a Settignano, probabilmente alla poi detta Villa Michelangelo,
dove il neonato venne affidato a una balia locale. Settignano era un paese di scalpellini
poiché vi si estraeva la pietra serena da secoli utilizzata a Firenze
nell'edilizia di pregio. Anche la balia di Michelangelo era figlia e moglie di
scalpellini. Diventato un artista famoso, Michelangelo, spiegando perché
preferiva la scultura alle altre arti, ricordava proprio questo affidamento,
sostenendo di provenire da un paese di “scultori e scalpellini”, dove dalla
balia aveva bevuto «latte impastato con la polvere di marmo».
Nel 1481 la madre di
Michelangelo morì quando egli aveva solo sei anni. L'educazione scolastica del
fanciullo venne affidata all'umanista Francesco Galatea da Urbino, che gli
impartì lezioni di grammatica. In quegli anni conobbe l'amico Francesco Granacci, che lo incoraggiò nel disegno. Ai figli cadetti
di famiglie patrizie era di solito riservata la carriera ecclesiastica o
militare, ma Michelangelo, secondo la tradizione, aveva infatti manifestato fin
da giovanissimo una forte inclinazione artistica, che nella biografia di
Ascanio Condivi, redatta con la collaborazione dell'artista stesso, viene
ricordata come ostacolata a tutti i costi dal padre, che non la spuntò però
sull'eroica resistenza del figlio[8].
Formazione presso il
Ghirlandaio (1487-1488)
San Pietro da Masaccio
(1488-1490 circa)
Nel 1487 Michelangelo
finalmente approdò alla bottega di Domenico Ghirlandaio, artista fiorentino tra
i più quotati dell'epoca[8].
Condivi, omettendo la
notizia e sottolineando la resistenza paterna, sembra voler enfatizzare un
motivo più che altro letterario e celebrativo, cioè il carattere innato ed
autodidatta dell'artista: dopotutto l'avvio consenziente di Michelangelo a una
carriera considerata "artigianale" era per il costume dell'epoca una
ratifica di una retrocessione sociale della famiglia. Ecco perché, una volta divenuto
famoso, egli cercò di nascondere gli inizi della sua attività in bottega
parlandone non come di un normale apprendistato professionale, ma come se si
fosse trattato di una chiamata inarrestabile dello spirito, contro la quale il
padre avrebbe inutilmente tentato di resistere.
In realtà sembra ormai
quasi certo che Michelangelo fu mandato a bottega proprio dal padre a causa
dell'indigenza familiare: la famiglia aveva bisogno dei soldi
dell'apprendistato del ragazzo, al quale così non poté essere data
un'istruzione classica. La notizia è data da Vasari, che già nella prima
edizione delle Vite (1550), descrisse, appunto, come fu Ludovico stesso a
condurre il figlio dodicenne nella bottega del Ghirlandaio, suo conoscente,
mostrandogli alcuni fogli disegnati dal fanciullo, affinché lo tenesse con sé
alleviando le spese per i numerosi figli, e convenendo assieme al maestro un
"giusto et onesto salario, che in quel tempo così si costumava". Lo
stesso storico aretino ricorda le sue basi documentarie, nei ricordi di
Ludovico e nelle ricevute di bottega conservate all'epoca da Ridolfo del
Ghirlandaio, figlio del celebre pittore[8]. In particolare in un
"ricordo" del padre, datato 1º aprile 1488, Vasari lesse i termini
dell'accordo con i fratelli Ghirlandaio, prevedendo una permanenza del figlio a
bottega per tre anni, per un compenso di venticinque fiorini d'oro[8]. Inoltre
in elenco di creditori della bottega artistica, al giugno 1487, è registrato
anche Michelangelo dodicenne.
In quel periodo la bottega
del Ghirlandaio era attiva al ciclo affrescato della Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, dove Michelangelo poté
certamente apprendere una tecnica pittorica avanzata. La giovane età del
fanciullo (che al termine degli affreschi aveva quindici anni) lo relegherebbe
a mestieri da garzone (preparazione dei colori, riempimento di partiture
semplici e decorative), ma è altresì noto che egli era il migliore tra gli
allievi e non è da escludere che gli fossero affidati alcuni compiti di maggior
rilievo: Vasari riportò come Domenico avesse sorpreso il fanciullo a
"ritrarre di naturale il ponte con alcuni deschi, con tutte le masserizie
dell'arte, et alcuni di que' giovani che
lavoravano", tanto che fece esclamare al maestro "Costui ne sa più di
me". Alcuni storici hanno ipotizzato un suo intervento diretto in alcuni
ignudi del Battesimo di Cristo e della Presentazione al Tempio oppure nello
scultoreo San Giovannino nel deserto, ma in realtà la mancanza di termini di
paragone e riscontri oggettivi ha sempre impossibilitato una definitiva
conferma.
Ricordi del padre sulla sua nascita |
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Autoritratto michelangelo |
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Disegno di san pietro
fatto da michelangelo |
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Video sulla vita di michelangelo |
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