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Bichova |
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Talvolta mi sono spinto molto indietro, ben oltre i cavalli del Partenone... fino al giocattolo della mia infanzia; il buon cavallo a dondolo di legno.
PauI Gauguin, Prima e dopo. 1903.
NOTE BIOGRAFICHE: Michaela Bichova è nata a Praga da famiglia di antiche tradizioni artistiche. Il nonno, Òenék Zemina possedeva un laboratorio di ceramica sui Monti dei Giganti, a Nova Paka. E nipote del famoso Otakar Zemina, pittore che ha informato di sé due generazioni di artisti cecoslovacchi. Janousek, lo scultore, è suo zio.
Michaela Bichova ha studiato alla scuola di ceramica di Bechyné fino al 1963. Dal 1968 risiede in Italia, dal 1970 è cittadina italiana, dal 1974 si è dedicata essa stessa alla pittura. Il successo è stato sorprendente, tale da non farla sfigurare nei confronti dei parenti più illustri. La pittura della Bichova si sviluppa su una tecnica rappresentativa molto raffinata, I suoi soggetti - paesaggi, fiori, etc. - sono sempre trattati con dovizia di particolari che arricchiscono l’impostazione figurativa, equilibrando dimensionalmente i diversi poli d’attenzione. Il tutto viene immerso nello splendido lucore del bruno, nelle sue vane tonalità, che scioglie le ali alla fantasia e fa vagare il pensiero su tersi paesaggi innevati. Non è però un fatuo mondo di favola: sono i ricordi di una vita felice e di luoghi ormai scomparsi. Ricordi che hanno lasciato traccia profonda nell’intimo dell’artista e che si tenta di ricostruire, con accenti di alta suggestione poetica, quasi per monito ai propri simili, abbaccinati dalla folle corsa verso l’autodistruzione, indicando loro una possibile’ via di recupero dei valori fondamentali dello spirito. Roberto Ceccatelli dal "Caffé Arte"
Michaela Bichova ha partecipato alle più note manifestazioni artistiche tra cui:
Mostra internazionale d’Arte Naive al Capricorno a Roma; Mira Ceti, S. Severino Marche; Alpha Centauri, Romana Lido; Mintaka, Rieti; Mostra Nazionale del piccolo Formato, Capricorno, Roma: Mostra a palazzo Valentini, Roma; Galleria al Camino, Roma; Galleria 165, Roma. Ha tenuto la sua prima personale al Capricorno a Roma nel Novembre 1974. È stata invitata al II Incontro tra i Naifs italiani e l’arte popolare a Villa Carlotta. Ha vinto il "Luneur d’argento" al I premio internazionale di Arti figurative all’EUR nel Giugno 1975. Ha vinto il Primo Premio alla "I mostra di Arte Naive" di Sulmona nel Giugno 1975. Ha tenuto una personale a Monticchiello in concomitanza con la stagione del Teatro Povero di Monticchiello; del Luglio 1975. È stata premiata ambedue le volte in cui ha partecipato alle mostre organizzate dall’associazione "Presenze" di Milano. Nel Novembre 1975 ha tenuto ancora una personale alla galleria "Il Capricorno" di Roma. Nel corso del 1976 ha partecipato alla Rassegna Nazionale dell’Arte Naive e Popolare al Castello Svevo di Bari; alla Rassegna Nazionale di Villa Cidro in Sardegna dove è stata nuovamente premiata; alla II Triennale di Concordia; al X premio Nazionale dei Naifs di Luzzara; alla Mostra sull’Emigrazione a Zurigo ed a Lugano. Ha fatto parte del gruppo dei Murales che nell’Agosto 1976 e 77 hanno affrescato i muri del paese di Lauro, nel Marzo 1978 ha tenuto una personale al Palazzo Margutta a Roma. Ha partecipato con successo a numerose mostre all’estero: Lione, Marsiglia, Grenoble, St. Etienne, Strasburgo, Bruxelles, Londra, Amsterdam, New York.
Vive in Friuli, dove lavora e risiede a Udine, via Magenta 40, tel. 0432/521106.
Biographische Daten Tochter einer berühmter Künstlerfamilie Böhmens Michaela Bichova absolviert beim Kunstinstitut Bechinés als Schüler von Professor Dobias. 1974 hat sie mit spontanem groβen Erfolg ihre erste Ausstellung in Rom. In den darauffolgenden Jahren widmet sie sich mit vollem Einsatz der Malerei, und gewinnt durch ihren erfolgreichen poetischen Beitrag die Aufmerksamkeit und die Schätzung des intemationalen Publikums. Michaela Bichova nimmt nun an den wichtigsten Kunstereignissen teil, in denen ihr gröβte Anerkennung erteilt wird. Sie verfeinert ihre besondere Technik der Hinterglasportraitmalerei zu einer Vollkommenheit, die von anderen Seiten noch unerreicht bleibt. Namhafte kritiker und Schriftsteller beobachten ihr Werk mit gröβtem Interesse: Cesare Zavattini, Roberto Ceccatelli, Anatole Jakowsky, Arnaldo della Giovanpaola, Arsen Pohribny, Zdena Fribova, Vittore Querel, Renzo Margonari, u.a. Werke von ihr gehören zu wichtigen öffentlichen und privaten Sammlungen in Italien, Frankreich, Schweiz, Deutschland, England, Australien, Belgien und in den USA.
BICHOVA, Michaela (Praga 1944) Pittrice, attiva dal 1974. Vive a Udine.Sui Monti dei Giganti, favolosa terra cecoslovacca, il nonno di Michaela aveva un laboratorio di ceramica: si chiamava Cenek Zemina. Otakar Zemina, un artista che ha avuto molta influenza sull’arte moderna cecoslovacca, è suo zio. Un altro zio è Janousek, celebre scultore. A Bechyné, mentre studiava ceramica, forse pensava di ritirarsi sui monti, come il nonno, a modellare vasellami rustici e d’invenzione. Ma nel 1968 venne in Italia e decise di rimanervi, acquistando la cittadinanza nel 1970. Qui, per nostalgia ma anche per porsi in lizza coi celebri parenti, ha cominciato a dipingere con la caratteristica tecnica della pittura dietro vetro nella quale bisogna dire che non ha nulla da invidiare ai migliori rappresentanti jugoslavi. Michaela Bichova è una pittrice dotata di spiccato senso del colore. Questa osservazione - che sappiamo non preminente nel pronunciare un parere a proposito di un pittore naïf poiché tutti sono eccezionalmente dotati in questo senso - ha, per quanto la riguarda, un particolare significato poiché il colore è l’elemento dal quale essa ricava la maggior distinzione della sua pittura, altrimenti molto assimilabie a quella dei maestri a cui s’ispira. La Bichova imposta la sensazione delle sue immagini richiamando un netto contrasto di toni giocati tra i bianchi e gli azzurri-grigi delle nevicate - tema prediletto - e l’ocra e i rossi dei cieli nei quali il sole sembra affacciarsi ai bordi dell’inverno che sta per andarsene. Le nere sagome degli alberi in riposo si staccano nettamente sulle superfici lucide di questi cieli dorati e, tra la neve, si aprono fiori rosa e azzurri come promesse di un giorno più sereno, come un riso ingenuo e sincero tra la stretta d’un’atmosfera fredda e nemica. Ma nei dipinti di Michaela anche l’inverno ha aspetti cordiali: vi sono piccole case che quasi si confondono con l’abbondante coltre nevosa in cui si coglie il significato del loro stare l’una accanto all’altra, che è la necessità e la voglia degli uomini semplici di stare insieme, di farsi vicini per vincere il gelo che sembra assediare i piccoli nuclei di casette al margine dei boschi e dei campi dormienti. Naturalmente si tratta di una metafora la cui semplice chiave di lettura è un appello alla fratellanza ed alla pace contro le forze ostili che sembrano governare il mondo, a guardare un futuro più sereno. Ma si direbbe che la persuasività delle immagini di Michaela Bichova vanno ben oltre la lettura di questa morale e piacevolezza pittorica, e ciò lo si deve alla pulizia, alla vera semplicità dell’intenzione, alla convinzione evidente che sta alla base del suo paziente lavoro figurativo e che diventano assai suggestive proprio in virtù della perfetta identificazione dell’idea con la precisione di queste immagini incantate. (Renzo Margonari)
Bibl.: Michaela Bichova si sente bene tra i naïfs, in "Il Corriere della Nazione, gennaio 1975; Z. FRYBOVÀ, Serik a trnky meho domova, in "Svét Prbee", 30 giugno 1976.
La natura. Un tema antichissimo, anzi il più antico per l’uomo che, da sempre, in essa vive immerso. Un tema, tuttavia, sempre attuale: anche e soprattutto oggi, allorché un diaframma più o meno ingombrante (la metropoli, la civiltà tecnologica e urbanizzata) ci fa guardare alla natura in chiave di lontananza, di separazione, di struggente nostalgia. Si voglia o no, la natura è parte di noi, è compagna inseparabile della nostra esistenza, del lento progredire dei nostri giorni, dall’inizio alla fine. Generazioni di artisti ne hanno ritratto gli aspetti comuni o straordinari, suggestivi o temibili, sereni o turbati, più spesso ripetendo moduli e forme espressive già acquisiti, ma qualche volta variando, cioè introducendo inaspettate e dunque significative innovazioni stilistiche. Avviene così che l’artista, lavorando su una tematica che qualche osservatore superficiale potrebbe considerare scontata e ormai esaurita, riesca a reinventare un proprio linguaggio figurativo originale, inedito, dando un’impronta inconfondibile al suo paesaggio e offrendoci, con una nuova chiave di lettura del dato naturale, stimoli preziosi per arricchire la nostra umanità. Tutto ciò vale, ne siamo certi, per l’opera di Michaela Bichova - figlia d’arte, discendente da una ben nota famiglia di artisti cecoslovacchi - la cui ricerca pittorica presenta una sintesi stilistica del tutto personale, con esiti dominati da una dinamica misteriosa, frutto di una maniera nuova di "vedere noi stessi e la natura. Silenti distese bianche di neve - attorno a cespugli o a gruppi di casette raccolte fra loro quasi per scaldarsi, per proteggersi - fuggono e si rincorrono ondulando a perdita d’occhio, sotto cieli tersi e bruni nelle loro varie tonalità, al cui centro il disco del sole illumina ogni cosa con la sua aureola d’argento; nebbie che indugiano lente nelle valli o a metà pendio; colli e monti che sfumano in lontananza. Sono questi alcuni fra i principali soggetti, antichi e sempre nuovi, che l’artista ci propone nelle sue opere. Ricordi e suggestioni, forse, del suo dolce e malinconico paese natio: un paesaggio chiaramente interiorizzato, passato attraverso il filtro di una memoria poetica che ha cancellato tutto ciò che poteva esserci di troppo pesante, concreto, corposo nel dato oggettivo, per dare libera espressione al proprio sogno interiore La natura: un tema che sotto lo sguardo dolce di Michaela Bichova si sfrangia e si propone con variazioni di innumerevole fertilità. La pittrice nasce a Praga nel 1944 da una stirpe di antiche tradizioni artistiche. Il nonno, Cenék Zemina, modellava ceramiche in un suo laboratorio sui Monti dei Giganti, a Nova Paka. Da qui scese suo zio, il famoso Otakar Zemina, pittore che ha informato di sé due generazioni di artisti boemi. Janousek, lo scultore, è anche suo zio. Michaela studia ceramica nella scuola di Bechyné fino al 1963, cimentandosi nelle tecniche che servono ad accostare l’elemento cromatico ai supporti duri, quali appunto la ceramica, la porcellana e il vetro. Nel 1968 si trasferisce in Italia, nei Friuli, acquisendo la nostra cittadinanza nel 1970. A partire dal 1974 si decide a dare forma e colore alle sue idee e ai suoi sentimenti, mettendo a frutto le abilità e le cognizioni tecniche acquisite sperimentalmente a Bechyné. Il sostrato abituale dei suoi dipinti è il vetro. "Come mai", domandiamo a Michaela, "lei ha scelto, similmente ad altri naif, di lavorare su vetro? "Nel caso mio", ci risponde, "la scelta è stata dettata dall’osservazione di alcuni prodotti dell’arte popolare siciliana, dipinti su vetro appunto, che mi è capitato di vedere alcuni anni fa in occasione di un mio viaggio nell’isola. Si tratta di una tecnica delicata, non priva di difficoltà perché richiede che si operi sul rovescio della superficie da dipingere. Ma è anche una tecnica che si addice particolarmente alla mia indole e alle mie capacità. Infatti io mi considero prima e più che una pittrice una disegnatrice. E in qunto tale eseguo anche molti disegni a china su cartone. Quanto invece a lavori dietro vetro, per compierli sono necessari una grande pazienza e ua buona dose di esperienza. Con questa tecnica mi sono data a eseguire persino dei ritratti. Ne ho fatti diversi, prendendo come modelli alcuni grandi ritrattisti del Cinquecento, in particolare il Bronzino". Il successo incontrato dalla pittura della Bichova fin dalle prime uscite in pubblico è stato sorprendente, tale da non farla sfigurare nei confronti dei parenti più illustri. Lo testimoniano i molti primi premi vinti in occasione di prestigiose rassegne nazionali e internazionali, e le numerose sue partecipazioni a mostre, anche all’estero: a Lione, Marsiglia, Grenoble, St. Etienne, Stasburgo, Bruxelles, Londra, Amsterdam, New York. La persuasività delle immagini di Michaela va ascritta alla pulizia estrema, alla vera semplicità dell’intenzione, alla convinzione evidente che sta alla base del suo paziente lavoro figurativo. "Quando i critici scrivono che io dipingo naïf", ci confessa la pittrice, "non posso fare altro che accettare questo giudizio. Ma per un altro verso, ho l’impressione che una simile etichetta sia limitativa, e per così dire mi stia stretta. In realtà, io dipingo come so e come sento di dover dipingere, e basta". A ben vedere, del resto, a differenza dalla maggior parte degli altri pittori naïf, la Bichova utilizza una scala molto bassa di colori. E grazie a tale sobrietà cromatica, ella imposta l’incanto delle sue immagini richiamando con discrezione un contrasto di toni gioocati tra i bianchi e gli azzurri-grigi delle nevicate - tema prediletto - e l’ocra e i rossi dei cieli, nei quali il sole sembra affacciarsi ai bordi dell’inverno che sta per andarsene. "Ma nei dipinti di Michaela", annota Renzo Margonari, "anche l’inverno ha aspetti cordiali: vi sono piccole case che quasi si confondono con l’abbondante coltre nevosa in cui si coglie il significato del loro stare l’una accanto all’altra, che è la necessità e la voglia degli uomini semplici di stare insieme, di farsi vicini per vincere il gelo che sembra assediare i piccoli nuclei di casette al margine dei boschi e dei campi dormienti. Naturalmente si tratta di una metafora la cui semplice chiave di lettura è un appello alla fratellanza e alla pace contro le forze ostili che sembrano governare il mondo, a guardare un futuro più sereno".
Michaela Bichova kam auf in Prag als Sproessling einer Familie alter Tradition in der bildenden Kuensten. Der Grossvater Cenek Zemina formte Keramik in seiner Werkstaette bei Nova Paka am Riesengebirge. Von hier stammte ihr Onkel, der beruehmte Otakar Zemina, ein Maler, dessen Einfluss auf zwei Generationen Tschechischer Maler wirkte. Janouschek der Bildhauer ist auch ihr Onkel.
Michaela studierte Keramik an der Kunstschule Bechyné, wo sie sich mit der Technik auseinandersetzte, die den Bezug von Chromatischen Elementen auf Harttraeger wie eben Keramik, Glass, Porzellan ermoeglicht.
1967 siedelte sie nach Italien um, wo sie Boden fand, ihre urspruengliche Erziehung mit einer neuen, anregenden Umwelt zu konfrontieren. Schliesslich nahm sie 1974 den Entscluss, ihre Ideen und ihre Gefuehle in Form und Farbe zu setzen, indem sie Begabung und die erworbenen technischen Kenntisse zu Frucht stellte. Sie malt Oel auf Glass.
Es naehme Zeit und Fleiss, all die eigenen Ausstellungen zu zaehlen, die sie auffuehrte, all die Veranstaltungen an denen sie teilnahm, all die Auszeichnungen, die ihr zugestimmt wurden. Es muesste genuegen zu sagen, dass sie bei den wichtigsten Kunstereignisse anwesend ist, dass sie weite Anerkennung geniesst und, dass sie mit groesster Acht von Gelernten und Kritikern weltweiten Ansehens betrachtet wird.
Ihre Werke erscheinen in oeffentlichen und privaten Sammlungen in Europa und Uebersee.
"Die Ueberzeugungskraft der Bilder der Michaela Bichova ist auf die aeusserste Reinheit, an die echte Einfalt der Absicht, and die offenbare Ehrlichkeit zurueckzufuehren, die die Grundlage ihrer geduldsamen figurativen Arbeit bilden". So schreibt Bruno Segre.
Die Malerin selber bekennt: "Wenn Kritiker schreiben, ich male Naif, dann kann ich nichts anders als dieses Urteil anzunehmen. Aber andersum habe ich den Eindruck, dass solch ein Etikett eher begrenzend ist und, dass es mir sozusagen zu eng steht. In Wirklichkeit male ich so wie ich fuehle ich soll malen, und das is alles".
Neuerdings hat Michaela ihre eigenartige Technik des Portraitiren auf Glas verfeinert und auf solche Vollkommenheit gebracht, dass sie nirgendwo Ihrgleiches findet.
Michaela Bichova was born in Prague as the sprout of a family of old artistic traditions. The grandfather Cenek Zemina molded ceramics in his workshop in Nova Paka on the Riesengebirge. From here descended her uncle, the famous Otakar Zemina, a painter who influenced two generations of Czeck painters. Janousek, the sculptor, is another uncle.
Michaela studied ceramics at the School of Ceramic Art of Bechyné, exercising on the techniques that enable to apply a chromatic element on hard bases, just as ceramic, porcelain, glass.
In 1967 she moved to Italy, finding ground to confront her native education with a new exciting environment. Eventually in 1974 she decided to put her ideas and her feeling in form and colour, while exploiting the capabilities and the technical knowledge acquired. She paints oil on glass.
It would be long to enumerate all the personal exhibitions she has staged, the collective exhibitions she attended, the awards received. It should suffice saying that she takes part in all most important art events, receiving wide acknowledgment, and that she is considered with utmost interest by scholars and critics of global reputation.
Her works appear in private and public collections in all Europe and overseas.
"The persuasiveness of the images by Michaela Bichova has to be ascribed to the extreme cleanliness, to the true simplicity of intention, to the evident conviction that is at the base of her patient figurative work". Thus wrote Bruno Segre.
The painter herself admits: "When critics write I paint naïf, I cannot but accept this judgment. But on the other hand I have the impression that such a label is limiting, and that, so to say, it fits me too tight. In reality I paint the way I feel I must paint, and that is all".
Lately Michaela has refined her peculiar technique of portraying on glass, taking it to such perfection that it finds no correspondence elsewhere.
"One has to know how to look at the colours by Michaela Bichova. There is a special light in the sun that announces a glorious day. Poetical promise, fantasy, Nordic fairy tale in the extraordinary precision of the enchanted image". "All that belongs to a banal and obvious, falsely naïve naïveté is redeemed by the painting of Michaela Bichova. Apparently, and just apparently, naïve Bichova makes use of the modules of that painting, but passes them through the filter of a clear and declared pictorial culture expanding them in their significance. It happens thus that the fairy tale mood that permeates Bichova's works has nothing left of the countryside naivety, and belongs rather to a more complex sphere of panic nature's poetry of Nordic origin". Michaela Bichova è nata a Praga, quasi figlia d’arte, da un ceppo familiare che con l’arte aveva spesso avuto a che fare. Il nonno Cenek Zemina modellava ceramiche nel suo laboratorio a Nova Paka, sui Monti dei Giganti. Da qui è venuto suo zio, il celebrato Otakar Zemina, un pittore che ha influenzato di sé due generazioni di artisti cechi. Janousek, lo scultore, è un altro zio. Michaela ha studiato ceramica alla Scuola Superiore di Arte Ceramica di Bechyné, esercitandosi nelle tecniche che consentono l’applicazione dell’elemento cromatico su un supporto duro, quali appunto sono la ceramica, la porcellana, il vetro. Nel 1967 si è trasferita in Italia trovando un terreno su cui confrontare la sua educazione natìa con un nuovo entusiasmante ambiente. Qui finalmente è giunta all’idea di dare forma e colore alle sue intuizioni ed ai suoi sentimenti mettendo a frutto il talento e le conoscenze tecniche acquisite. Dipinge olio su vetro. Già dalla prima esposizione il consenso del pubblico è stato lusinghiero, dando il via ad una lunghissima serie di mostre personali e collettive, a dozzine di premi ricevuti a centinaia di quadri venduti. Prende parte a tutti gli eventi artistici importanti seguitando a ricevere vasto riconoscimento ed essendo seguita con estremo interesse da studiosi e critici. Le sue opere compaiono in collezioni pubbliche e private in Europa ed in America. Ultimamente Michaela ha affinato la sua personale tecnica del ritratto su vetro (bisogna considerare che il vetro obbliga a cominciare con i primi piani ed a finire con gli sfondi) portandola ad una tale perfezione da non trovare paragoni. "La persuasione delle immagini di Michaela Bichova va ascritta alle estrema pulizia, alla sincera semplicità di intenzione, alla evidente convinzione che sta alla base della sua paziente opera figurativa" ha scritto Bruno Segre. La pittrice stessa ammette: "Quando i critici scrivono che la mia pittura è naive non posso che accettare questo giudizio. Tuttavia ho l’impressione che questa specie di etichetta sia limitativa, forzata, che mi stia stretta. In verità io dipingo nella maniera che sento di dover dipingere, e questo è tutto." "Si deve sapere come guardare i colori di Michaela Bichova. C’è una luce particolare nel sole che sembra annunciare una giornata gloriosa. Promessa poetica, fantasia, favola nordica nella straordinaria precisione dell’immagine incantata." "Tutto quello che appartiene ad una banale e ovvia, falsamente ingenua naività viene riscattato dalla pittura di Michaela Bichova. Apparentemente, ma solo apparentemente, la Bichova naive fa uso dei moduli di tale pittura, ma li passa attraverso il filtro di una chiara e dichiarata cultura pittorica espandendoli nella loro significanza. Avviene così che il sentimento fiabesco che permea l’opera della Bichova non ha più niente della naività campagnola, ed appartiene piuttosto ad una più complessa sfera di poesia naturale e panica di origina nordica."
1974 Roma Galleria Capricorno "Mostra internazionale d’arte Naïve" S. Severino Marche Mira Ceti Romana Lido Alpha Centauri Rieti Mintaka Roma Galleria Capricorno "Mostra internazionale del Piccolo Formato" Roma Mostra a Palazzo Valentini Roma Galleria al Camino Roma Galleria 165 Roma Galleria Capricorno, personale Milano Premio alla mostra organizzata dall’associazione "Presenze"
1975 Roma "Luneur d’argento" al I Premio Internazionale di Arti Figurative Sulmona Primo premio alla I Mostra di Arte Naïve Monticchiello Personale in concomitanza con la stagione del Teatro Povero Roma Galleria Capricorno, personale Milano Premio alla mostra organizzata dall’associazione "Presenze"
1976 Bari Rassegna Nazionale dell’Arte Naïve e Popolare Villa Cidro (CA) Premio alla Rassegna Nazionale di Villa Cidro Concordia II Triennale Luzzara X Premio Nazionale dei Naïfs Zurigo e Lugano Mostra sull’Emigrazione Lauro Murales Mostra itinerante Lione, Marsiglia, Grenoble, St. Etienne, Strasburgo, Bruxelles, Londra, Amsterdam, New York
1977 Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Roma Roma Naïve Lauro Murales
1978 Roma Palazzo Margutta Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi"
1979 Udine Galleria "La Loggia", personale Luzzara Caffè Zavattini
1980 Udine Galleria "La Loggia" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Monticchiello Personale in concomitanza con la stagione del Teatro Povero
1981 Udine Galleria "La Loggia", personale Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi"
1982 Darmstadt (BDR) Architekten Pool, personale
1983 Lignano Galleria "Arte Naïve" Udine Galleria "La Loggia"
1984 Milano ISART Collection Udine Galleria "La Loggia", personale
1985 Grado Galleria "Pineta", personale
1986 Udine Orient-Express San Pietro al Natisone Galleria "Al Centro", personale
1987 Gorizia Galleria "Il Torchio" Cento (FE) Galleria "La Perla" San Pietro al Natisone Galleria "Al Centro" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi"
1988 Darmstadt (BDR) "Mathilde Höhe" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Pfungstadl (BDR) "Caffè Arte" Udine Galleria "La Loggia"
1989 Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Fagagna "Arte e Sport" Udine Galleria "La Loggia"
1990 Milano "Premio Arte Giorgio Mondadori" Udine "Idea Donna" Udine Galleria "La Fenice" Fagagna "Arte e Sport" Gradisca d’Isonzo Sala Coasini Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Udine Galleria "La Loggia"
1991 Udine Galleria "La Fenice" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Udine Galleria "La Loggia" Fagagna "Arte e Sport" Fontanabona,Pagnacco XXV Concorso Extempore di Pittura
1992 Praga Centro Culturale Ungherese Fagagna "Arte e Sport"
1993 Klagenfurt Galleria "Stadt Hauses" Udine Galleria "La Loggia" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Fagagna "Arte e Sport"
1994 Udine Galleria "La Loggia" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato"
1995 Fontanabona,Pagnacco XXIX Concorso Extempore di Pittura Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Fagagna "Arte e Sport"
1996 Udine Arte Expo Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato"
1997 Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Pordenone Arte Expo Udine Galleria "La Loggia" Fagagna "Arte e Sport"
1998 Udine Galleria "La Loggia" Fagagna "Arte e Sport" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Udine – Capo Nord Mostra itinerante "Coast to Coast": "Keramik Museum" Berlino, "Galeria Europa" Hannover, "Paletten" Oslo, "Fracema HB" Stockholm, "Galeria Kutscha" Salzburg, Modern Atr Gallery AS" Frondheim.
1999 Udine "Arte Sposa" Expo Monfalcone Sala Coassini Udine Galleria "La Loggia" Fagagna "Arte e Sport" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato"
2000 Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Pordenone "Sigma Arte" Udine "Arte e Sport" Monfalcone Galleria "Antiche Mura"
2001 Ginevra Galleria "Atelier d’Hermance" Udine Galleria "La Loggia" Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato"
2002 Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Udine Associazione culturale "Ateneo delle Idee" Udine Galleria "La Loggia"
2003 Varenna (Lecco) Premio Internazionale "Giannino Grossi" Guiglia (Modena) Salone internazionale "Pittori Naïfs a Guiglia" Chivasso (Torino) Premio "Lorenzo Prato" Udine Galleria "La Loggia"
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