STORIA
E AMBIENTI SICILIANI NELLA PITTURA DI MICHELE
GIUNTA
I
tetti, le chiese, i dossi, le case, i panorami,
le campagne, i casolari, gli alberi di Geraci
Siculo, Castellana Sicula ed altre località del
"Palermitano", così come si ricava
dalle tele di Michele Giunta, costituiscono un
"particolare" paesaggio di una terra
donde sono originate opere, linguaggi, vicende,
architetture di una storia millenaria.
La
rigorosa formalizzazione dell'immagine
"paesistica" - così come ce la
tramanda Michele Giunta - dove domina con
l'evento storico il senso eterno del tempo e del
silenzio - rappresenta una pittura evocativa con
i propri risvolti psicologici. Ci riportano alla
mente i Cronac o Rubens di altri tempi; le
atmosfere preraffaelite; i colori sospesi di
tante altre rappresentazioni grafiche comprese
nello spazio che la storia contempla con quanto
è ancora reale o appare diverso ma così era e
così resta con l'intima verosomiglianza dei
trascorsi temporali.
La
Sicilia: una terra sempre naturalisticamente
fascinosa dove le mura dei monumenti grondano di
antiche vicende e la terra medesima calpestata
dai secoli è sempre tenacemente viva con i
propri inestingibili ricordi.
L'hanno
descritta poeti e scrittori e ognuno ha saputo
trovare accenti giusti anche in deroga o a
complemento della tradizione. Nelle tele di
Michele Giunta questi elementi sono contemplati,
rappresentati, indicati, con il dettaglio di un
cielo puro ed antico o la punta di un campanile
atavico e magari un acrocoro che trasuda e
tramandi leggende e battaglie. Vederli questi
dipinti, come in un colpo di "clic",
con un "palma" che stabilisce la
geometria dell'ombra o la campana silente ed
infinita, ha un sapore pari alla visione di una
superficie che è il contrappunto delle cadute
della luce e del risorgere del sole che illumina
ruderi e ricordi.
Prof.
Antonio Caggiano
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