Gli Jordan si sistemano dei cuscini vicino alla finestra, per terminare la serata. Niente paroloni adesso. Niente parole in assoluto, è meglio. Meglio solo il silenzio e la pace serale.
Sta arrivando qualcuno, disse Charlotte. Una forma nera nel buio della strada deserta. Strano, va in tutte le case. (In tutte no, ma in molte, perché furono "mobilitate" subito parecchie classi
d'età.) Ma che ha da bussare dappertutto? Sembra quasi un portalettere. Ehi, lo è. Ma che vorrà, in piena notte? Ehi, sai che cosa porta, secondo me?
Veder nero, sempre e solo veder nero. Invece di mantenere la calma. Invece di aspettare per vedere se viene anche da noi. Poi ci sarà sempre il tempo di pronunciare una parola come "cartolina-precetto". Poi forse sarà ancora troppo presto per parlare di guerra. Ma no. Charlotte è costretta a liberarsene dicendolo subito, tutto in una volta: ehi! Quello porta le cartoline-precetto! Ehi! C'è la guerra!
Poi, come paralizzata, è costretta a seguire l'uomo con lo sguardo, mentre visita adesso le case dei
Bahr, mentre si accendono le luci in alcune case, mentre infine imbocca esattamente a destra la Soldiner
Strasse, senza esitare, si dirige verso la loro scala - ecco che Charlotte si stacca dalla finestra e corre su da nonna-Musetto, per informarla dell'evento imminente -, passo dopo passo, dato che ormai è stanco, sale le scale, non ha bisogno di suonare alla porta perché Bruno Jordan sta già aprendo, e gli porge la busta di un colore giallo sporco: avrei qualcosa per lei.
Bruno calmo: ci risiamo, dunque.
Il portalettere, stanco: si. Pare di si.
E poi a mezza scala, il grido di Charlotte: io ci cago, sul vostro Führer!
La madre dunque pianta in asso il Führer. Il padre deve andare in guerra. La guerra è la cosa peggiore. Il padre può "cadere". Il Führer sa quello che fa. Adesso ogni tedesco deve essere coraggioso.
La cartolina precetto contiene un ordine di convocazione per la mattina seguente, alle nove. Luogo di raccolta:
Adlergarten. In una giornata del genere i bambini possono "assentarsi" dalla scuola. "La prego di scusare l'assenza di mia figlia dalla scuola. Ha accompagnato alla stazione il padre, che è stato arruolato".- Con qualche lieve cambiamento, il testo di un annuncio mortuario, se a "arruolato" si fosse sostituito "chiamato", a "stazione" "alla sua ultima dimora". E Nelly non poteva fare a meno - la tendenza a veder nero, ereditata dalla madre, non si poteva reprimere - di sentirsi come se lo accompagnava alla sua ultima dimora. Oh riposi in pa-a-ace…
Niente lacrime, questo no.
Nonno Heinersdorf venne in bicicletta a salutare il figlio. Ma che, hanno bisogno di veterani? Bruno Jordan aveva quarantadue anni.
All'Adlergarten c'è da aspettare. Per quasi metà della sua vita, il soldato aspetta invano. Sedie e tavoli da giardino sono a disposizione. E' ovviamente proibito servire birra. Più civili che futuri soldati, i quali si tradiscono per la scatola di cartone del Persil legata con lo spago, che si portano in giro oppure poggiano a terra davanti ai piedi. L'ordine "Adunata!", benché familiare a tutti, è recepito dal loro corpo in modo diverso dal solito. Il padre, allineato in modo impeccabile in seconda fila. Appello dei nomi. Ordini, che mettono in movimento la colonna, in direzione della stazione, un tratto breve.
Un canto! "Gli uccellini nel bosco, cantano tanto, tanto bene, nella mia patria, nella mia patria…". Il padre non è stato mai capace di cantare.
Le famiglie, donne e bambini, sui marciapiedi ai due lati della colonna in marcia. All'angolo della Bahnhofstrasse Bruno Jordan si volta. Il gesto che fa con la mano dovrebbe significare: adesso restate lì. Charlotte obbedisce contrariamente a ogni aspettativa. Si ferma e scoppia in singhiozzi. Il padre ha il viso degli uomini che devono reprimere il pianto. Sulla via del ritorno - Charlotte piange sempre a dirotto davanti a tutti quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Nelly è costretta perciò a stringere i denti, si tira dietro il fratello -, proprio davanti alla latteria, nonno-Heinersdorf pronuncia una frase stupefacente: vostro padre non lo rivedrete più, figlia mia. Ricordati delle mie parole.
Di solito, far profezie non è affare di nonno-Heinersdorf. Nelly, che ha nell'orecchio l'ultima frase del padre: aiuta la mamma!, ora dovrà conservare e chiudere dentro di se anche la frase del nonno. A volte sembra che le frasi di questo genere aumentino. Dove andrebbe a finire, se non le prendesse sul serio?
Ma la madre, Cassandra, investe aspramente il padre di suo marito. Come puoi dire una cosa simile!
Pensare che quel lunedì di trentaquattro anni fa forse qualcuno sedeva di fronte alla macchina da scrivere - qualcuno che forse ora è morto, di cui non sai neanche il nome - in qualche parte del mondo, e, preso dal suo lavoro, ha ascoltato scuotendo la testa le notizie su una mobilitazione in Germania. Senza un pensiero per una bambina decenne o un vecchio disperato. E che adesso quel Qualcuno sei tu, in rapporto ai bambini che ieri in Israele e in Egitto hanno accompagnato i loro padri ai luoghi di raccolta (è domenica 7 ottobre 1973) e a cui un vecchio - forse è un sopravvissuto ai lager nazisti; forse è un fellah che non sa né leggere né scrivere - dice in ebraico o in arabo che devono essere preparati a non rivedere il loro padre. E che resti seduta alla macchina da scrivere, presa dalle tue faccende, mentre vicino al canale di Suez "i combattimenti continuano con immutata violenza".
Questa funesta tendenza della storia a ripetersi, contro cui bisogna armarsi. |