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Racconti di mare e di costa

di Joseph Conrad

 

a cura di Cesare 'i Luca
Un libro di Joseph Conrad che ha suscitato da subito numerose critiche diverse: alcuni lo reputano un capolavoro altri un semplice romanzetto indegno di Conrad.
La mia opinione è che è semplicemente bello.
E' amabile alla lettura ma una volta lette le varie interpretazioni e commenti dati nella nota da un certo Renato Oliva (non so chi sia ma forse Umberto sì) tutto assume addirittura un carattere da grande opera letteraria.

Il libro si compone di tre racconti accomunati dal mare che, ahimè, fa solo da sfondo e da toni "minori" (come in musica) cioè da toni poco brillanti e veloci senza picchi di felicità e spensieratezza.

Il primo, "Un briciolo di fortuna", sembra essere il più solare con un vero amore che cresce ma anche in esso si può trovare un travaglio interiore che porterà il capitano a fare la scelta più dura: lasciare il comando della sua nave.
Il secondo, "Il coinquilino segreto", si svolge interamente di notte, il momento più adatto per poter celare un nuovo passeggero della nave ma anche il momento migliore per l'introspezione dell'autore che arriverà vedere nel nuovo inquilino il suo alter ego.
Il terzo racconto, "Freya delle sette isole", è quello più discusso perché forse quello meno riuscito, il più scontato.
Ci sono i buoni amanti, vestiti di bianco, constrati dal cattivo (vestito di nero).
Qui la figura centrale è senza dubbio Freya che deve dimenarsi tra l'amore di piccolo comandante e le avance spudorate di cattivo e potente governatore.

I racconti sono molto belli arricchiti forse anche dalla traduzione di Cesare Pavese.
Importanti sono le note conclusive.

Edizioni Einaudi