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letteratura |
Il mio amico che non ci può pensare
di Antonio Pascale
(fonte: http://www.minimumfax.com/)
C'era questo mio amico che non ci poteva pensare. Veniva dalla Norvegia e parlava bene l'italiano, e non vi sto a dire perché e percome, fatto sta che ai tempi del conflitto dei Balcani, è stato assunto come traduttore dalla NATO. Sta ancora qua, anzi, se la fa pure dalle parti del villaggio Coppola. Mo, mi dovete credere, questo mio amico tiene paura a guidare sulla Domiziana. Mica solo lui, tutto il contingente norvegese. Quelli pensano che a forza di guidare su questa strada, prima o poi, si fanno 'a cartella, così quando devono portare il furgoncino militare non superano nemmeno le biciclette. Voi dite: ja che esagerazione…, ma il fatto questo è. Guardate, non finisce qua: i norvegesi sono così preoccupati che tempo addietro, appena arrivati alla base militare, il capitano del contingente, un norvegese, di quelli tosti, teneva pure uno sfregio in faccia, Lansson, faceva di nome, aveva ordinato di procurare una decina di bare. Sapete perché? Voi pensate che siccome si poteva andare nei Balcani a combattere, bisognava premunirsi, non si sa mai, almeno tornavi in patria con tutti gli onori, e invece no, quando mai, le bare servivano sì per rimpatriare i caduti, ma quelli che morivano per incidente automobilistico sulla Domiziana. Solo che il capitano voleva un modello di bara spartana, di legno grezzo, semplice. Sapete, quelli so' protestanti, non ci tengono ai fronzoli. Mo, questo mio amico aveva faticato per recuperare un modello simile. E trovava solo bare tutte intarsiate e pure costose. Ma una bara semplice non ci sta? Pure il capitano non ci poteva pensare. Il mio amico, alla fine si era dovuto rivolgere a un falegname, non del posto però, che tra l'altro gli aveva pure fatto un mezzo bidone.
C'era un altro mio amico che pure lui non ci poteva pensare. Questo era di Aversa e faceva il veterinario vicino Cellole. Oh, voi non ci crederete ma questo mio amico aveva paura dei cani. Ma come è? Un veterinario che tiene paura dei cani? E per forza. Qua tutti quanti si sono fatti i pitbull. Per proteggere la proprietà. Voi dite: va be, che sarà mai, sempre cani so. E invece no, quelli, i padroni non sanno fare i padroni. A parte il fatto che questi cani stanno sempre raffreddati. E ci credo, per spararsi la posa, li tengono in macchina, sul sedile davanti, con il finestrino sempre abbassato. I cani si prendono certe bronchiti. Ma questo non è niente. Prima si fanno i cani, ma però li fanno mangiare assai, e quelli si ingrassano, nel giro di due o tre mesi, si fanno un fegato che sembra un melone. E soprattutto, a questi cani, chiatti come sono, gli fanno inseguire i bastardini. Mo guardate un po' la coincidenza, una volta un pitbull aveva azzannato la bastardina del capitano Lansson, insomma, la mascotte dei norvegesi. Lansson in persona l'aveva portato dal mio amico veterinario. Il capitano stava assai dispiaciuto, non ci poteva proprio pensare. Il fatto è che i padroni non sanno fare i padroni, so' solo capaci a lanciare il cane, poi dopo lo riempiono di baci e, carezze. E questi, i cani, non capivano più niente, stavano confusi, un movimento strano e ti saltano addosso. Il mio amico veterinario stava parecchio impressionato.
Ci sta pure un altro mio amico che è rimasto impressionato. Ha scoperto che al villaggio, fino a poco tempo fa, c'era un partito: centodieci amanti con prole. Come? I politici portavano le amanti nelle villette del villaggio, anzi a volte le facevano vivere lì, gli davano pure un vitalizio mensile. Poi, si sa come vanno queste cose, molte di loro hanno avuto anche dei figli. Ma poi quando con tangentopoli tutta questa abbondanza è finita, le donne si sono ritrovate abbandonate dagli amanti, e allora hanno formato un partito, e andavano al Comune per parlare con il sindaco: siamo amanti con prole, adesso chi ci pensa a noi, chi paga la luce, il gas. Chi ce li dà i soldi? Avete capito come sta il fatto? Prima fai il guaio e poi vai a piangere dal Comune. Il fatto è che qua di Comune non c'è niente. Non è che lo dico io, lo dice un altro mio amico che proprio l'altro ieri si è trovato davanti alla pineta di Castel Volturno. Le guardie forestali non l'hanno fatto entrare. "che siete un tossico?" gli avevano chiesto. "Io, quando mai?." "Qua entrare è pericolosissimo, ci stanno i tossici che si vanno a fa'". Il mio amico c'è rimasto male, quello da piccolo ci andava sempre in pineta, faceva certi picnic. Come è che adesso la pineta è recintata? Il mio amico ancora non ci può pensare. Prima abitava qui, poi se ne è andato al nord, ma veramente si ricorda ancora di quando era piccolo e correva sugli aghi di pino, tutto felice e contento, il mare che stava lì a pochi passi. Mo per arrivare al mare bisogna pure scavalcare un muro. "Ma come? Nemmeno trent'anni fa qua era tutto a posto. Ma che è successo?" Niente, si fa il sangue amaro, proprio non ci può pensare.