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Il vecchio che leggeva romanzi d'amore

di Luis Sepúlveda

 

a cura di Umbertino nda Padura

Il vecchio che leggeva romanzi d'amore tratta della sfida tra Antonio Josè Bolivar Proano un colono bianco che vive ai margini della foresta ecuadoriana e del suo compito ingrato quello di catturare ed uccidere il tigrillo, il felino accecato dal dolore per l'inutile sterminio dei cuccioli, che si aggira minaccioso per la foresta a vendicare sull'uomo, su qualsiasi uomo, la propria perdita. La storia di questa epica caccia, di questo confronto continuo fra la vita e la morte, fa tornare, con la memoria, alle pagine mitiche de Il vecchio e il mare. Il temibile felino, anziché rappresentare il nemico, si fa emblema inquietante di un oscuro senso di colpa collettivo: quello che tormenta le coscienze di fronte allo scempio della natura ferita. 
Di questo romanzo è, inoltre, celebre la dedica:


    Mentre questo romanzo veniva letto, a Oviedo, dai membri della giuria che pochi giorni dopo gli avrebbero assegnato il Premio Tigre Juan, a molte migliaia di chilometri di distanza e di ignominia una banda di assassini armati - pagati da criminali ancora peggiori, che hanno abiti ben tagliati, unghie curate e dicono di agire in nome del "progresso"- uccideva uno dei più illustri difensori dell'Amazzonia, una delle figure più rilevanti e coerenti del Movimento Ecologico Universale.
    Questo romanzo non potrà più arrivare tra le tue mani, Chico Mendes, caro amico di poche parole e molti fatti, ma il Premio Tigre Juan è anche tuo, e di tutti coloro che continueranno il tuo cammino, il nostro cammino collettivo in difesa di questo mondo, l'unico che abbiamo.

 


L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. 

Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. 

E allora, a cosa serve l'utopia? 

A questo: serve per continuare a camminare.
Eduardo Galeano