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Il signore delle mosche

di William Golding

 

 

a cura di Cesare 'i Luca

Questo romanzo del 1954 scritto dal premio nobel per la letteratura (1983) William G. Golding è l'ultimo libro che ho letto.
La trama è abbastanza semplice: durante la seconda guerra mondiale, un gruppo di bambini si salva da un naufragio nuotando vero una isola deserta. Qui devono organizzare, per la prima volta completamente soli, la giornata e la vita cominciando con la ricerca del cibo e di un riparo.
I piccoli ovviamente giocano mentre i grandi devono provvedere al fuoco, unico segnale per essere recuperati, e al cibo.
I due ragazzi maggiori, sui 13 anni, entrano ben presto in conflitto perché hanno due atteggiamenti diversi verso la loro condizione fino ad arrivare alla violenza e alla morte di alcuni bambini.
Le condizioni estreme le abbiamo lette nel "Robinson Crosue" di Stevenson e viste in "Cast away" ma in queste opere erano pervase da un ottimismo totale in cui l'uomo riesce a fare praticamente tutto quello che vuole con un po' di volontà mentre nel "signore delle mosche" è il pessimismo a prevalere. Pessimismo sulle capacità umane e certezza sull'egoismo umano. Questo egoismo porterà i bambini ad avere un solo grande pericolo: Loro stessi.
Neanche le paure più solite come il buoi, la solitudine, gli animale selvatici e animali fantastici sono più pericolose dei danni fatti dai loro stessi simili, fino a pochi giorni prima intimi compagni.
Come tutti i capolavori è un'opera semplice nella forma e facile da leggere ma complessa se si vuole andare ad elaborarla.


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