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Una giornata di Ivan Denissovic

di Aleksāndr Solgenitsin

 

 

a cura di Schiķ

Aleksāndr Solgenitsin, premio Nobel 1970, fu un perseguitato da Stalin durante la IIa Guerra Mondiale, nonostante fosse allo stesso tempo un pluridecorato al valor militare. Trascorse 10 anni da deportato in vari campi di detenzione e concentramento.

E proprio in base a questa sua esperienza che scrive di un detenuto politico, tale Ivan Denissovic (ma che tutti i compagni chiamano "Sciuchov" mentre le guardie "S-854"), e di come trascorra una giornata in un campo di lavori forzati in Siberia.

Siamo in gennaio e, come č facile immaginare, il freddo č il compagno immancabile dei detenuti.

Dalle 5 di mattina alle 10 di sera la strada sarā molto lunga e tutt'altro che monotona, come lui stesso ci riepiloga nell'ultima pagina, rendicontandoci della mensa, del lavoro svolto, dei pericoli scampati, di tutto ciō che era riuscito o meno a fare.

Il libro scorre via abbastanza facilmente dopo aver superato l'impatto con la dura realtā trattata nel testo.

Si parla di percorsi di vita concreta, di rapporti interpersonali fondati sullo scambio reciproco di aiuto, ma che nel libro sono detti "favori", ognuno dei quali ha un suo prezzo che, per quieto vivere, va pagato.

Una squadra, la 104a, č la sua famiglia. Bisogna con essa condividere tutto ciō che di buono o di male puō capitare: dal lavoro, alla mensa, ai premi per il lavoro effettuato, al sostegno reciproco in caso di pericolo o in presenza delle guardie.

Il tutto stando attenti a quelli delle altre squadre!

Qual č il peggior nemico di un prigioniero? Un altro prigioniero. Se fra loro non si sbranassero come cani, infatti sarebbe tutta un'altra solfa!...

 

 

genere: romanzo

casa editrice: Garzanti

prima edizione italiana: marzo 1970

traduzione: Giorgio Kraiski

per approfondimenti sul testo e sull'autore: 

http://www.stpauls.it/letture00/0008let/0008l123.htm