ORE ITALICHE

a ora italica è un sistema orario composto da 24 intervalli uguali e costanti durante l'anno, come quello babilonese, ma l'origine del giorno e del conteggio delle ore, anziché essere all'alba, è al tramonto, da cui il nome, ab occasu solis.
Oggi, una tale misura del tempo ci sembra anacronistica, ma l'ora italica adeguava i ritmi dell'uomo a quelli della luce e quindi era adatta ad una società patriarcale e principalmente contadina.
Meridiana Italica del chiostro di Oropa (BI). [VEDI SCHEDA]

Quando su una meridiana leggiamo 21, sappiamo che sono trascorse 21 ore dall'inizio del giorno (tramonto del giorno precedente) e che ne mancano 3 (24-21=3) per giungere al termine della giornata (tramonto).
Detto sistema porta però ad avere non costante durante l'anno l'ora dell'alba.  Vi furono strenui difensori del sistema italico come l'abate P. Giulio Cesare Cordara dei Conti di Calamandrana che ne espose i vantaggi, rispetto all'orologio ad ore francesi, in un discorso tenutosi ad Alessandria il 28 febbraio 1783.
Il Piazzi stesso, fautore dell'orologio ad ore francesi, nel 1798 pubblicò un opuscolo dal titolo "Sull'orologio Italiano ed Europeo", dove analizzava i due sistemi, evidenziando i rispettivi pregi e difetti e, auspicando che l'introduzione delle ore francesi fosse graduale ed affiancata al sistema italico.
Non fu così; infatti con l'arrivo di Napoleone , i quadranti di tale tipologia vennero in gran numero cancellati e sostituiti con linee orarie alla francese.
Ciò che tradisce questo evento è ancora oggi visibile su alcuni quadranti, lo stilo è rimasto ancora del tipo ortogonale.
Nel tracciato italico possiamo incontrare la retta equinoziale ed un segmento verticale

in corrispondenza dell'incrocio tra l'equinoziale e la diciottesima ora.
Questa linea, come per le babiloniche, serve ad indicare il mezzogiorno locale, ed è l'unico riferimento in comune con le altre tipologie orarie.